Sportivi
Se Teimour Radjabov ha meritato di stare in prima pagina sul Jpost dopo essersi aggiudicato un prestigioso torneo, forse dipende più dal fatto che è ebreo che da un sincero interesse del giornale per gli scacchi. Tuttavia la dichiarazione che il campione ha rilasciato dopo la vittoria richiama un argomento semplice, ricorrente e sempre attuale: “volevo dare al mio Paese una ragione per sentirsi orgoglioso”. Così, il campione azero, come Paolo Rossi e a maggior ragione Maradona, è rimasto a lungo sulle prime pagine dei quotidiani: ha rappresentato una rivendicazione della dignità umana e di un orgoglio perduto. Questione universale e facilmente condivisibile, almeno finché non degenera in nazionalismi o in altri -ismi.
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Ricchi e poveri
La nuova asessora al Welfare della Lombardia propone la ripartizione dei vaccini alle regioni in base al loro Pil. Credo, e spero, che molti leggendo la notizia non abbiano potuto credere ai loro occhi. Qualsiasi siano i veri motivi del retropensiero della signora Moratti, è come legittimare il fatto che i poveri debbano essere salvaguardati meno dei ricchi.
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Un paradigma per la Memoria
La giornata del 27 gennaio è divenuta una ricorrenza internazionale sancita nel 2005 dall’Onu, celebrata ormai in tutta Europa, in molti paesi del mondo e anche in Italia dall’anno 2000. Eppure, ciclicamente, si ripropone il tema del significato di questa giornata. E contestualmente, ciclicamente, si ripropone il tema del rapporto, della comparazione, della Shoah con altri stermini e genocidi.
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La Memoria e la continuità
Si avvicina la ricorrenza del 27 gennaio, giornata europea della Memoria ed ovunque si intrecciano le attività atte a ricordare alle nuove generazioni gli anni bui della Seconda Guerra Mondiale in cui la presenza ebraica in Europa in generale, ed in Italia soprattutto, fu duramente colpita dalla Shoah.
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Si può sempre stare peggio
Molto si è disquisito sullo sciagurato assalto a Capitol Hill e sul ruolo del Presidente Donald Trump, il quale ha avuto la poco invidiabile capacità d’attirare come un magnete le forze più oligofreniche e retrive del Paese. Tutti hanno espresso la loro condanna, e confesso che anch’io ero tentato di farlo, perché volevo dimostrare di poter interloquire sulla scena mondiale.
Emanuele Calò
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L'odio online
Eccoli, sono tornati. Da qualche mese si infiltrano nei nostri pc, nelle nostre piattaforme virtuali. Si materializzano durante le innumerevoli iniziative in remoto organizzate da associazioni ebraiche e non. Assumono le forme di sempre, quelle loro proprie: svastiche, fasci littori, urla selvagge, promesse di morte e di forni, inni al Duce e al Führer. Aggirano le porte informatiche e danno fiato a un odio incontenibile volto ad annichilirti, a pietrificarti.
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