Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui     20 Gennaio 2021 - 7 Shevat 5781

L'INIZIATIVA DI DOMANI LANCIATA DAL RABBINATO D'ISRAELE

Contro la crisi, un giorno di preghiera

“Ogni giorno ci troviamo di fronte a terribili disastri. Il virus non discrimina e danneggia gli anziani, i giovani, i padri e le madri, e purtroppo molti di loro muoiono, e molte migliaia sono in difficoltà e hanno bisogno di una preghiera e di un grido di aiuto". A scriverlo in una lettera inviata al mondo ebraico israeliano e della diaspora, il rabbino capo ashkenazita d'Israele David Lau. Sua l'iniziativa infatti di organizzare per domani un momento di preghiera dedicato alla grave crisi sanitaria, che continua a segnare il mondo. I media israeliani spiegano che il rav ha parlato con diversi rabbini e leader di comunità ebraiche internazionali per organizzare l'appuntamento. Un servizio di preghiera, guidato dallo stesso rav Lau, si terrà presso la Tomba di Rachele l'8 di Shivat alle 16.00, senza pubblico, e sarà trasmesso online. Nello stesso momento si terranno preghiere in tutta Israele e nelle comunità ebraiche di diversi paesi. A chi ne ha possibilità, viene anche chiesto di digiunare fino alla mezzanotte.

LA TAVOLA ROTONDA ONLINE CON LA RAPPRESENTANTE UE

“Lotta all’antisemitismo, per l’Europa una priorità”

“Il primo passo per combattere l’antisemitismo è definirlo in modo chiaro”. 
Un concetto fondamentale quello richiamato ieri da Katharina von Schnurbein, dal 2015 Coordinatrice Ue per la lotta all’antisemitismo, nell’intervento che ha segnato l’apertura di una tavola rotonda sull’impegno dell’Italia nel contesto europeo organizzata da Unione Giovani Ebrei d’Italia e Solomon-Osservatorio sulle discriminazioni.
Ad intervenire il presidente Ugei Simone Santoro, la coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo Milena Santerini, la presidente UCEI Noemi Di Segni, l’assessore alla Cultura dell’Unione David Meghnagi, la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello, il presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Solomon Emanuele Calò. Molti i temi oggetto di confronto ed esposizione.
“Chiarezza: è proprio in questo solco – ha affermato von Schnurbein – che si inserisce la definizione di antisemitismo formulata dall’International Holocaust Remembrance Alliance. Un presidio essenziale per tutti i cittadini d’Europa”.

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LE LEZIONI DELL'AMBASCIATA ISRAELIANA CON L'UNIVERSITÀ DI TOR VERGATA

Come cambia il Medio Oriente

“Vediamo un Medio Oriente connesso al mondo grazie alla tecnologia e ai social media, con i cittadini di molti stati che guardano alla propria situazione e si chiedono 'perché noi soffriamo?'. Ma i processi di cambiamento hanno bisogno di tempo e Israele ne è la dimostrazione: ci sono voluti secoli al popolo ebraico per ridarsi, dopo la Diaspora, uno Stato. Ci vuole tempo, ma anche la capacità di guardarsi allo specchio, di fare autocritica, elemento che in molti paesi arabi per il momento manca”. Lo ha ricordato nelle scorse ore l'ambasciatore d'Israele a Roma Dror Eydar nella prima lezione della serie di incontri Global Governance Lecture Series, organizzati in collaborazione con l'Università di Tor Vergata. "Comprendi il Medio Oriente? Vecchi e nuovi paradigmi", il titolo del primo appuntamento, in cui il diplomatico israeliano ha ricapitolato in modo approfondito la storia e i conflitti dell'area mediorientale, ponendo l'accento sulle prospettive future, come quelle aperte dagli accordi di Abramo. 

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GLI EX ALLIEVI DELLA SCUOLA EBRAICA DI TORINO

1938, in classe nonostante tutto

"Arrivammo all'autunno del 1938: non fui più ammesso alla frequenza della quarta elementare presso la mia vecchia scuola pubblica Michele Coppino. Non ricordo, ma ritengo che ci fu un periodo di smarrimento di turbamento sia per i miei che per me: quale avrebbe potuto essere il mio futuro scolastico? Affrontare gli studi privatamente con l'ausilio di mia sorella? Il dubbio si risolse con la possibilità di frequenza alla scuola ebraica. Legai facilmente con i miei nuovi compagni di classe, che sentivo appartenenti ad un mondo simile al mio. Avevo già avuto modo di conoscere alcuni per la comune presenza al Tempio in occasione di ricorrenze religiose”, sono le parole di Roberto Segre, classe 1929, protagonista assieme a Elena Ottolenghi Vita Finzi, Nora Bohm Perugia, Alberto Finzi, Benedetto Terracini ed Emilio Jona della serata online organizzata dall'Associazione ex allievi e amici della Scuola ebraica di Torino (Asset) intitolata “Quegli storici Allievi”. 
 

 L'INIZIATIVA ONLINE IN RICORDO DI BARTALI

"Gino il Giusto, esempio da seguire"

La chiusura di un cerchio. È il significato che Giovanni Malagò, numero uno dello sport italiano, ha attribuito alla targa in ricordo di Gino Bartali da lui recentemente svelata nel salone d’onore del Coni. L’omaggio non tanto a uno dei più grandi ciclisti della storia quanto all’uomo “Giusto” che mise a rischio la propria esistenza “per salvare vite innocenti”. “Una goccia nel mare, ma sono contento di averlo fatto. Ho sentito che fosse necessario lasciare un segno. Per ricordare i molti sportivi ebrei che furono perseguitati, ma anche chi come Gino si oppose a tutto ciò” ha affermato Malagò, tra gli ospiti di una conferenza online organizzata da una rete di scuole calabresi impegnate sul tema della Memoria che ha visto intervenire anche la Presidente UCEI Noemi Di Segni e Gioia Bartali, nipote del campione.

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Ticketless - Un libro diverso dagli altri
Se questo è un uomo è un libro diverso dagli altri che Primo Levi pubblicherà nel corso della sua vita. L’anomalia, ma anche il fascino consistono nella disposizione in forma nuova di riferimenti antichi. Il titolo stesso suona come un’apologia dell’umanesimo e della ragionevolezza, eco lontana di una stagione al tramonto. L’universo politico che Levi ha in mente per il futuro non è il sogno utopistico di una palingenesi, ma il ritorno a una temperata liberaldemocrazia: «Viene infatti considerato tanto più civile un paese, quanto più savie ed efficienti vi sono quelle leggi che impediscono al misero di essere troppo misero, ed al potente di essere troppo potente» (Squ, i, 64). La singolarità del libro consiste nell’impossibilità di rinchiuderlo in un genere, riassumendone di fatto più d’uno (indagine storica sul Terzo Reich, cronaca evenemenziale, diario, prosa poetica, saggio di filosofia morale), ma rispecchia uno stile che si dissocia dallo spirito del suo tempo. Questo sommarsi di elementi dissonanti spiega perché, al suo apparire, nel 1947, il libro non fu compreso e spiega anche perché così tanti anni siano stati necessari per attribuirgli il valore che spetta a un classico della letteratura.
Alberto Cavaglion, 
dall'introduzione di Primo Levi: guida a Se questo è un uomo (Carrocci editore)
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Storia, tra tragedia e farsa
Le sliding doors in storiografia sono le famose storie controfattuali: “Cosa sarebbe successo se…”. Cosa sarebbe successo se il 30 ottobre 1922 Vittorio Emanuele avesse firmato lo stato d’assedio proposto dal Primo Ministro Facta? Cosa sarebbe successo se il sistema politico italiano avesse reagito con compattezza, senza cedere alle pressioni fasciste? La marcia su Roma, come descrivono le cronache, fu un episodio pittoresco, che segue lo schema classico dei movimenti verticistici in cui le truppe plebee accorrono per immolarsi alla causa del capo.
Davide Assael
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Periscopio - Armata sapientia
Il Centro Studi sui diritti antichi, istituito formalmente nel 2014 presso l’Università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli, ma, in realtà, operativo, di fatto, già da diversi anni prima, rappresenta un osservatorio prezioso, nel quale studiosi di diverso orientamento e varia formazione scientifica si confrontano su alcune delle tematiche basilari dell’umana civiltà (quali la famiglia, la guerra, la patria, la terra, la comunicazione, la scrittura, la sepoltura…), così come interpretate nelle varie culture del passato (nonché nel mondo contemporaneo, alla cui comprensione il Centro appare direttamente finalizzato, nella persuasione che ogni presente non è che il punto di arrivo di un lungo filo, proveniente dal passato, e proiettato nel futuro).
Francesco Lucrezi
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La Torah vista dal cielo
“Il paese che tu vai a conquistare non è come la terra egiziana dalla quale usciste, che si deve seminare e irrigare con la forza del piede come se fosse un orto; il paese che tu vai a conquistare è un paese di monti e di valli che viene irrigato dalla pioggia del cielo…” (Deut.11:10-11).
Analizziamo in termini agronomici il significato di questa promessa.
Roberto Jona
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