Storia, tra tragedia e farsa

Le sliding doors in storiografia sono le famose storie controfattuali: “Cosa sarebbe successo se…”. Cosa sarebbe successo se il 30 ottobre 1922 Vittorio Emanuele avesse firmato lo stato d’assedio proposto dal Primo Ministro Facta? Cosa sarebbe successo se il sistema politico italiano avesse reagito con compattezza, senza cedere alle pressioni fasciste? La marcia su Roma, come descrivono le cronache, fu un episodio pittoresco, che segue lo schema classico dei movimenti verticistici in cui le truppe plebee accorrono per immolarsi alla causa del capo. Il quale, come appunto da schema, non è lì con loro a marciare, ma se ne sta ben distante pronto a scaricare le truppe nel momento in cui le cose dovessero volgere al peggio. Magari con un bel tweet dal proprio account di 88.000.000 di followers, si direbbe ai nostri tempi. Se, invece, le cose andassero bene, beh non ci si metterebbe nulla a prendere un treno, oggi un bell’elicottero, e immergersi nel bagno di folla. Magari anche con un bel video su YouTube, sempre per attualizzare la scena. Il problema della storia controfattuale è che non ha mai la controprova. Di certo, però, sappiamo che quell’evento pittoresco, in cui, ad esempio, ci sarebbero stati benissimo soggetti strampalati con facce dipinte, elmi con le corna e petti nudi a mostrare ancor più disprezzo per le istituzioni democratiche, ha dato avvio ad una crisi della democrazia europea che avrebbe condotto ai totalitarismi del ‘900. Fortunatamente la storia, quando si ripete, è tragedia o farsa. A volte, visto che dalla farsa ci può scappare il morto, le due cose insieme. Intanto oggi, in tempi lontanissimi da quei fatti si insedia la nuova amministrazione USA. Solo per dovere di cronaca.

Davide Assael