L'INTERVENTO DI FERRARI E LA VIBRATA PROTESTA UCEI  

"La Memoria, gli ebrei e l'esempio dei Giusti:
un attacco pretestuoso e inaccettabile"

Ha suscitato sgomento e indignazione nel mondo ebraico lo scomposto e irresponsabile intervento che il giornalista Antonio Ferrari ha dedicato alla Memoria e al dibattito sul modo più idoneo di diffondere il valore e l’esempio dei Giusti. La Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni è intervenuta con una vibrata protesta rivolta al direttore del Corriere della sera Luciano Fontana per i contenuti “inaccettabili” e “pericolosi” veicolati in un podcast pubblicato in queste ore sul sito del quotidiano, invitando la direzione della prestigiosa testata ad esercitare maggiore attenzione.
L’intervento di Ferrari, denuncia la Presidente UCEI, contiene parole superficiali e irresponsabili da cui l’Unione si dissocia fermamente ed auspica che altrettanto Gariwo faccia con fermezza.
Grave e offensivo, viene fatto notare, il distinguo tra certi e altri ebrei che rafforza e legittima chi è portatore di odio. Confuso e totalmente avulso da ogni corretto riferimento il distinguo tra valorizzazione dei Giusti promossa dal progetto Gariwo e l’impegno di Memoria sulla Shoah con la sua assoluta unicità che andava, al contrario esatto, riaffermata ancora una volta anziché aggiungere confusione a quella già ampiamente diffusa.
Gli ebrei italiani, sottolinea Di Segni, sono assolutamente uniti nel riaffermare l’unicità della Shoah e dei Giusti riconosciuti da Yad vashem e nell’appello ad evitare ogni sorta di confusione e comparazione voluta o disattenta rispetto ad altri genocidi e il concetto di Giusti.
Pretestuosa e inaccettabile: sono questi gli aggettivi con cui l’illustre demografo e politologo israeliano Sergio Della Pergola, esponente della comunità degli Italkim e componente della Commissione dei Giusti di Yad Vashem, ha definito la contraddizione posta da Ferrari nel suo intervento.
“La Commissione di cui ho l’onore di fare parte – ha affermato Della Pergola – svolge un lavoro di accurata indagine storica, lontana da qualsiasi pregiudizio o venatura ideologica. Il nostro lavoro riflette il dovere morale degli ebrei salvati (fra cui io stesso) nei confronti dei coraggiosi che hanno messo a rischio la propria vita per salvarne un’altra”.
La connessione tra questa attività moralmente doverosa e il fanatismo, denuncia Della Pergola, non solo “è del tutto ingiustificata”, ma semmai “eccita il pregiudizio e l’odio”. Sostanzialmente, conclude, “non esiste nessuna contraddizione fra il riconoscere chi ha salvato degli ebrei e chi ha manifestato atti di coraggio nei confronti di altri”.

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LA MINISTRA BONETTI A CONFRONTO CON L'UCEI 

"Un futuro sempre più al femminile,
liberiamo il potenziale inespresso"

“Liberare il potenziale inespresso delle donne”. Una grande sfida da vincere. Per il bene di tutti. È uno dei messaggi che Elena Bonetti, ministra per le pari opportunità e la famiglia, ha affidato all’odierna puntata di “Donne nell’ebraismo”, la rubrica di interviste a cura dell’area Educazione e Cultura UCEI. All’indomani della ricorrenza dell’Otto Marzo, celebrata al Quirinale e in tutta Italia, un’occasione per fare un bilancio sugli obiettivi raggiunti e su quelli invece ancora da centrare. 
Per rimuovere gli ostacoli che ancora si frappongono, ha osservato Bonetti, è essenziale esercitare delle “azioni positive”. Agire quindi in modo concreto, con provvedimenti mirati, affinché il cambiamento prenda forma. Dagli investimenti in campo educativo alla creazione di nuovi posti di lavoro, dal potenziamento delle infrastrutture sociali allo sviluppo di un’imprenditorialità femminile. Una prospettiva di ampio respiro, alimentata dalla storica opportunità dei fondi europei in arrivo.  
“C’è la necessità di convocare e coinvolgere tutte le diversità, per costruire una comunità in cui l’universalità dei diritti sia riconosciuta proprio in virtù del fatto che siamo tutti diversi” ha sottolineato la ministra, salutata in apertura di collegamento dalla presidente UCEI Noemi Di Segni. Ad intervenire anche l’artista Evelina Meghnagi e il rav Roberto Della Rocca. Oltre a Raffaella Di Castro, che ha rivolto alla ministra alcune domande.

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LA PRESIDENTE DELL'ALTA CORTE DI ISRAELE

"La giustizia sia al servizio delle donne"

Una insegnante d’asilo che, licenziata ingiustamente, ha ottenuto il risarcimento facendo ricorso in tribunale. Un datore di lavoro costretto a pagare contributi mai versati a una sua dipendente, ignara dei suoi diritti. Una giovane che ha potuto cambiare vita grazie all’aiuto di un giudice. Sono i casi raccontati dalla presidente dell’Alta Corte d’Israele Esther Hayut in un intervento dedicato alla Giornata Internazionale della Donna. In omaggio a questo appuntamento, la Hayut ha scelto di mettere in evidenza il ruolo che la giustizia, in particolare del lavoro, può avere nella tutela delle donne.

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L'EVENTO ONLINE 

"Sub anulo piscatoris", una storia dagli archivi

Norme, processi, memoriali: l’archivio storico della Comunità ebraica di Roma è una miniera di informazioni sulla vita degli ebrei nella Capitale tra Cinque e Settecento. Anni non semplici, spesso drammatici, fortemente segnati dall’esperienza del Ghetto.
Un mondo in cui si è immersa Lucrezia Signorello, giovane studiosa vincitrice nel 2017 di una borsa di ricerca assegnata dalla Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia. In collaborazione con la Comunità romana e con il suo archivio, ne è scaturita una pubblicazione in cui a parlare sono le carte. “Sub anulo piscatoris: un registro e una comunità ebraica nella Roma dei papi (Secoli XVI-XVIII)”, recentemente stampato dall’editore Angelo Pontecorboli, offre una panoramica ampia sulle disposizioni che regolavano la vita della Comunità nei secoli passati e sul fragile equilibrio con la Chiesa e la popolazione cristiana.
L’interessante studio, non riservato ai soli addetti ai lavori, sarà presentato quest’oggi, alle 18, nel corso di un evento online.

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SEGNALIBRO 

Opporsi alla conversione, il coraggio di Pacifica

Anno 1694. Pacifica Di Castro è una giovane donna ebrea che vive nel Ghetto  nella Roma di papa Innocenzo XII (Antonio Pignatelli). Una donna semplice, che però lotta con tutta se stessa quando suo marito, convertitosi al cattolicesimo, tenta con tutti i mezzi di costringerla ad abiurare e ad abbracciare la nuova religione, assieme ai quattro figli. 
Inizia così l’incubo che la trascinerà in una serie di atti violenti, che conducono la donna nella Pia Casa dei Catecumeni dove l’obiettivo è di forzarla alla conversione. Dopo un primo tentativo, si susseguiranno vari altri, uniti alla violenza carnale del marito. Ma Pacifica non vacilla. Una storia, purtroppo non la sola, che ci aiuta a ricostruire uno spaccato della vita degli ebrei nel "claustro". 

Lucilla Efrati

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IL CONCORSO FOTOGRAFICO

Dal Covid alla rinascita, la speranza nell'obiettivo

Fotografi professionisti e amatoriali di ogni età e luogo “per dare una risposta positiva e concreta al bisogno di guardare al futuro con gioia in questo momento di pandemia globale”. A loro si rivolge la sezione triestina dell’Associazione Donne Ebree d’Italia, promotrice del concorso fotografico ‘Il nostro obiettivo: dal Covid alla rinascita’.
Il tema scelto, si legge nel bando di concorso, può essere interpretato ad esempio “inviando uno scatto che a partire dalla situazione attuale rappresenti un segnale di speranza, ciò che ti tranquillizza oppure uno sguardo sul rifiorire della tua città e della natura”.

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La solitudine nel mondo
Si parla ascoltando sé stessi, e chi ti sta di fronte è invisibile. Si riferisce ogni cosa, ogni evento soltanto alla propria personale esperienza, al proprio essere, con un goccio di malsano narcisismo. Si ha un inguaribile bisogno di concentrarsi su sé stessi anziché sulle cose della vita. E, magari, si è così convinti di star operando per il bene comune.
Aveva ragione Quasimodo. C’è tanta solitudine nel mondo.
Dario Calimani
Soluzioni intelligenti
Frits Bolkestein, padre della normativa che viene chiamata col suo nome, si avvia ormai verso la novantina, ma anche la sua figliuola politica (Direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2006, relativa ai servizi nel mercato interno) non è di primo pelo. Questo significa che il tempo per agire c’è stato.
 
Emanuele Calò
Dall'emergenza anti-odio all'accettazione dell'altro
Perché oggi non basta più l’affermazione passiva dei buoni principi, schierarsi contro l’antisemitismo e limitarsi a tenere gli occhi ben aperti?
Il male sociale colpisce di continuo in una società che non conosce, non comprende, chiude gli occhi e ogni volta è pronta a recepire nuovi antichi veleni, a farli propri. L’ S.O.S. antisemitismo deve quindi essere incessante e attivo, anche a costo di apparire ossessivo. Deve divenire servizio di pronto intervento sociale; occorre più che mai crearne gli strumenti.
David Sorani
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L'orzo
La prima delle colture distrutte dalla settima piaga in Egitto fu l’orzo perché “era già quasi maturo…Il frumento e la spelta non furono danneggiati perché sono tardivi nello sviluppo” (Esodo 9. 31-32). L’area di origine delle forme ancestrali di questa specie può essere individuata nel Vicino Oriente, più precisamente nell’area compresa nelle attuali Israele, Giordania, Siria e nella parte sud della Turchia orientale.
Roberto Jona
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