“Un futuro sempre più rosa,
liberiamo il potenziale inespresso”

“Liberare il potenziale inespresso delle donne”. Una grande sfida da vincere. Per il bene di tutti. È uno dei messaggi che Elena Bonetti, ministra per le pari opportunità e la famiglia, ha affidato all’odierna puntata di “Donne nell’ebraismo”, la rubrica di interviste a cura dell’area Educazione e Cultura UCEI. All’indomani della ricorrenza dell’Otto Marzo, celebrata al Quirinale e in tutta Italia, un’occasione per fare un bilancio sugli obiettivi raggiunti e su quelli invece ancora da centrare. 
Per rimuovere gli ostacoli che ancora si frappongono, ha osservato Bonetti, è essenziale esercitare delle “azioni positive”. Agire quindi in modo concreto, con provvedimenti mirati, affinché il cambiamento prenda forma. Dagli investimenti in campo educativo alla creazione di nuovi posti di lavoro, dal potenziamento delle infrastrutture sociali allo sviluppo di un’imprenditorialità femminile. Una prospettiva di ampio respiro, alimentata dalla storica opportunità dei fondi europei in arrivo.  
“C’è la necessità di convocare e coinvolgere tutte le diversità, per costruire una comunità in cui l’universalità dei diritti sia riconosciuta proprio in virtù del fatto che siamo tutti diversi” ha sottolineato la ministra, salutata in apertura di collegamento dalla presidente UCEI Noemi Di Segni. Ad intervenire anche l’artista Evelina Meghnagi e il rav Roberto Della Rocca. Oltre a Raffaella Di Castro, curatrice di “Donne nell’ebraismo”, che ha rivolto alla ministra alcune domande. Una delle quali, partendo dall’esperienza dei seminari di “Not in my name” promossi dall’UCEI in raccordo con altre realtà istituzionali e associative, sul ruolo che le religioni sono chiamate ad esercitare in questo complesso ma ineludibile percorso. Per Bonetti, un contributo incentrato in particolare sulla dimensione educativa. Lavorando ad esempio, ha affermato, “sul valore dell’uomo, sulla persona, sulla relazione, sulla necessità di accoglienza reciproca”. 

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(9 marzo 2021)