Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui               22 Aprile 2021 - 10 Iyar 5781
IL FIGLIO DI SARAH HALIMI A PAGINE EBRAICHE

"È come un nuovo caso Dreyfus,
ma non smetteremo di dare battaglia"

“Tutte le parole di solidarietà e tutte le iniziative pubbliche sono un conforto. Ci danno forza per andare avanti”. 
Rav Yonathan, 40 anni, è il figlio di Sarah Halimi. Ci risponde da Haifa dove, conclusi gli studi in Yeshivah, lavora all’integrazione degli ebrei d’origine francese emigrati in Israele. Una scelta per lui maturata circa vent’anni fa, ben prima che la scia di violenza antisemita innescata dall’attentato alla scuola ebraica di Tolosa del 2012 spingesse molti correligionari verso questa decisione. Una Aliyah dettata, in vari casi, dall’angoscia di vivere in una Francia sempre più colpita dall’avanzata del terrorismo islamico. Dalla paura di un attacco. E talvolta del proprio vicino di casa. 
È stato proprio un vicino, l’islamico praticante Kobili Traoré, a uccidere sua madre. Era il 4 aprile del 2017. Entrato nell’appartamento della donna, l’ha prima brutalmente percossa e poi scaraventata dalla finestra. La scorsa settimana la Corte di Cassazione francese, con una vergognosa sentenza, ha stabilito che nessun processo dovrà essere intentato. E questo perché l’assassino, che in precedenza aveva assunto delle droghe, non sarebbe stato in grado di intendere e volere. 
Domenica pomeriggio è previsto che migliaia di persone si riuniscano a Parigi, nella piazza del Trocadéro, per chiedere ancora una volta “verità” e “giustizia” nel nome di Sarah Halimi. Tra loro ci sarà anche Marek Halter, che a Pagine Ebraiche ha annunciato la presenza al suo fianco di alcuni coraggiosi imam in lotta contro il fanatismo che pervade parte del loro mondo. Altre iniziative si svolgeranno in contemporanea in molte città di Francia e d’Europa. 


Yonathan ha la voce spezzata. È molto provato dagli ultimi fatti. “La decisione presa negli scorsi giorni è irresponsabile, incomprensibile e incoerente. Ci tocca nel profondo. Restare in silenzio – dice a Pagine Ebraiche – non è possibile”. Un caso di malagiustizia talmente vistoso che al figlio fa venire in mente una delle più grandi vergogne della storia francese: l’affaire Dreyfus. “L’impressione – afferma – è che ci nascondano la verità. Una sensazione che abbiamo avuto chiara sin dall’inizio, notando ad esempio l’attenzione preminente data allo stato mentale dell’assassino”. Yonathan concorda con quanto ha scritto rav Haim Korsia, Gran Rabbino di Francia, sul quotidiano Le Figaro: per far sì che l’impunità non si affermi in modo definitivo, il suo appello, è fondamentale che si proceda al più presto con una riforma del sistema giudiziario.
“Non c’è tempo da perdere. La Francia – commenta – deve prendere coscienza del problema e agire”. Con il Paese natio Yonathan ha un rapporto sempre più complicato: “Ci torno soltanto quando devo, quando è necessario. Troppe memorie tornano alla mente”. 
Indimenticabile, in positivo, resta l’esempio fornito dalla madre. “Era una donna sensibile e sempre presente. Tra i tanti valori ci ha trasmesso quello di far sentire a chi ci sta vicino l’importanza della gioia di vivere. La ricorderò sempre così”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

Leggi

LA MOBILITAZIONE IN FRANCIA  

"Nelle carceri turche è vittima di violenze,
riportate a casa Fabien Azoulay"

Da tre anni e mezzo Fabien Azoulay cerca di resistere alle violenze quotidiane che subisce nelle prigioni turche. Deve scontarne ancora 13 e nelle lettere a familiari e amici dichiara di non sapere quanto resisterà. Quanto riuscirà a tollerare ancora gli abusi degli altri detenuti. Lui, francese, ebreo, omosessuale, rappresenta per gli altri carcerati, soprattutto per gli integralisti islamici, un bersaglio perfetto. Proprio a causa della sua identità, ha raccontato, un compagno di cella gli ha inflitto delle gravi ustioni. Gli avvocati della sua famiglia hanno avvertito il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron: “Fabien è disperato e la sua vita è in pericolo”. Ora in Francia, da alcuni giorni, è scattata una vera e propria campagna per chiedere che Azoulay venga riportato a casa. Il comune di Parigi, con una mozione votata all'unanimità, ha recentemente fatto suo l'appello. Una petizione online a suo favore è stata firmata da oltre 100mila francesi, tra cui diverse personalità del mondo ebraico transalpino. Contattati da Pagine Ebraiche, i responsabili della petizione spiegano che qualcosa si sta muovendo. Ci sono state delle aperture da parte delle autorità turche, grazie all'intervento della diplomazia francese e alla mediazione dell'ambasciata turca a Parigi. L'auspicio è che si arrivi presto a una svolta. “Se i turchi vogliono migliorare le cose, c'è un gesto da fare, che consiste nel trasferimento di Fabien Azoulay in Francia”, le parole del suo avvocato François Zimeray.

Leggi

LA NOTA DEL'ARI

"Genocidio armeno, il dovere di non dimenticare"

Cade in queste ore l’anniversario del Metz Yeghern, “Il Grande Male”. E cioè il genocidio del popolo armeno da parte dei turchi. Una ferita aperta per la coscienza d’Europa e una Memoria scomoda per la Turchia, che ancora oggi nega quei lutti e quelle sofferenze. Ma abbiamo il dovere di ricordare, ricorda in una nota il presidente dell'Assemblea dei rabbini d'Italia rav Alfonso Arbib. “La Memoria armena non può lasciarci indifferenti”, sottolinea il rav, spiegando che “ogni Memoria è sempre specifica e inerente a fatti, processi e contesti precisi che vanno ben conosciuti, assunti e compresi, e, proprio perché si possano trarre lezioni morali e politiche più universali, è necessario adoperarsi per fugare il rischio di generalizzazioni indebite. Il Genocidio Armeno, la cui memoria è fondamentale e preziosa, esige l’impegno di noi tutti, con fermezza e chiarezza”.

Leggi

L'ANNIVERSARIO DALLA NASCITA  

Rita Levi Montalcini e la forza dell'immaginazione

Il 22 aprile del 1909 nasceva a Torino Rita Levi Montalcini.
La ricordiamo riproponendo ai nostri lettori l'intervista concessa a Pagine Ebraiche, nella primavera del 2010, alla vigilia del suo 101esimo compleanno. “Con l’età - raccontava - l’immaginazione si esalta. Diminuisce, questo sì, la capacità di apprendere. Ma per uno scienziato ‘Imagination is more important than knowledge’. Lo diceva anche Einstein. E se a vent’anni avessi avuto l’immaginazione che ho oggi…”
In merito ai gli anni bui delle persecuzioni e delle leggi del 1938, la scienziata ricordava come per lei fosse stato un punto di svolta. “Quel periodo così tragico fu la chiave di volta della mia vita. Paradossalmente dovrei dire grazie a Hitler e a Mussolini che, dichiarandomi razza inferiore, mi preclusero le distrazioni, la vita universitaria e mi condannarono a chiudermi in una stanzetta dove non potevo far altro che studiare. Il letto, il tavolo da lavoro, l’incubatrice, pochi strumenti rudimentali e gli embrioni di pollo, che faticosamente riuscivo a procurarmi… Le prime, fondamentali scoperte nacquero lì. Non è un miracolo?”.

Leggi

L'EDIZIONE 2021 - APPUNTAMENTO AL 10 OTTOBRE

Giornata Europea della Cultura Ebraica,
idee e proposte a confronto

Intensa tre giorni di incontri con i circa cento referenti locali della Giornata Europea della Cultura Ebraica che vedrà quest’anno l’adesione di quasi cento città, distribuite in sedici regioni, da nord a sud alle isole, per realizzare domenica 10 ottobre un coro di iniziative e appuntamenti culturali. A partire da Padova, prescelta quale capofila nel segno dei “Dialoghi”, il tema stabilito per l’edizione 2021 dall’AEPJ, l’associazione per la tutela e valorizzazione del patrimonio ebraico in Europa, che è anche l’organizzazione ombrello in Europa per la Giornata.

Leggi

L'INIZIATIVA ONLINE E IL DOCUMENTARIO "IL PANE DELLA MEMORIA"

Dalla “Piccola Gerusalemme” a Firenze,
un affresco di Toscana ebraica

Un affresco della Toscana ebraica in tutte le sue anime. A proporlo Anavim, associazione culturale ebraica di Torino, che ha organizzato un incontro su questo tema sulla piattaforma Zoom, con un numero altissimo di partecipanti da tutta Italia in linea con le attività e gli obiettivi che, oltre all’impegno istituzionale nella Comunità, da anni Anavim segue e coltiva sulle diverse realtà ebraiche italiane.
L’occasione era la presentazione al pubblico di un film documentario di grande bellezza, “Il pane della memoria”, prodotto da Marina Piperno per la regia di Luigi Faccini, entrambi presenti alla serata. Protagonista la narratrice del film, Elena Servi, di cui si è parlato ieri su queste pagine, che ha portato il suo saluto e ha voluto ricordare le origini piemontesi di una parte della sua famiglia: i De Benedetti di Acqui Terme.

(Nell’immagine la festa per il Bar Mitzwà a Pitigliano di Italo Servi – 1936)

Leggi

LA MOSTRA PROMOSSA DAGLI ARCHIVI DI CDEC, INTESA SANPAOLO E GOLGI REDAELLI

Milano tra Resistenza e persecuzioni
Otto storie di vita ebraica

Una paziente ricostruzione, archivio per archivio, delle vicende di otto famiglie ebraiche milanesi. Un percorso che accompagna il pubblico nel complesso mosaico delle loro storie, tra battaglie civili, lotta partigiana, sopravvivenza, ritorno alla vita. Ma anche il racconto di una città, Milano, dai molti volti: dinamica, accogliente, in continuo fermento culturale ed economico, ma in alcuni cruciali momenti, indifferente, silenziosa e inospitale. Parliamo di “ViteAttraverso. Storie, documenti, voci di ebrei milanesi nel ‘900”, la mostra digitale promossa da Fondazione CDEC, Archivio Storico Intesa Sanpaolo e ASP Golgi Redaelli, curata da Laura Brazzo, Carla Cioglia, Francesco Lisanti e disponibile online a partire dal 25 aprile (viteattraverso.milanoattraverso.it). Un'esposizione che ci riporta indietro nel tempo, a scoprire il destino delle famiglie Caminada, Dana, Levi, Lopez, Luzzatto, Molho, Pardo Roques, Schwarz. Famiglie segnate dalle leggi razziste del '38 e dalla persecuzione nazifascista, che hanno lasciato un'impronta indelebile nella loro Milano e non solo. Come dimostrano le carte e fotografie in mostra, raccolte dai curatori e frutto di un imponente lavoro tra archivi. Da quelli del Cdec, di Intesa Sanpaolo, della Golgi Redaelli, passando per altri pubblici e privati, fino al recupero di documenti in mano alle singole famiglie.
Scavando tra le carte, i curatori raccontano di aver seguito le diverse tracce lasciate da queste famiglie ebraiche e cercato di restituire al pubblico una quadro delle loro vite e identità.

Leggi

VERSO IL 25 APRILE - QUI ROMA

Ottolenghi, storia di un partigiano

La presenza ebraica nella Resistenza è stata ampia, proporzionalmente più ampia che fra i non ebrei. Uno dei luoghi in cui le relazioni tra gli ebrei perseguitati e braccati e il movimento partigiano sono stati più intense è costituito senz’altro dalle valli piemontesi. Su questa esperienza si soffermerà l’evento “Gli ebrei nella Resistenza” promosso per il 25 Aprile dal Centro Ebraico Il Pitigliani di Roma. L’iniziativa, che avrà inizio alle 11.30 e sarà trasmessa sul canale Facebook del centro, vedrà gli interventi di Liliana Picciotto e Gloria Arbib, moderate da Anna Foa.
Un’attenzione particolare sarà dedicata alla figura dell’avvocato Massimo Ottolenghi, nato a Torino nel 1915 e attivo nelle valli di Lanzo. Nell’occasione saranno ascoltati alcuni brani di una sua lunga intervista rilasciata ad Istoreto durante la quale l’ex partigiano, scomparso nel 2016, ripercorre la sua storia e i suoi rapporti con l’ebraismo, la sua amicizia giovanile con Emanuele Artom, l’adesione a Giustizia e Libertà, le leggi del ’38, i conflitti interni all’ebraismo torinese, l’impegno nella Liberazione.

Leggi

VERSO IL 25 APRILE - QUI NAPOLI

"Ebrei al Sud, storia da raccontare"

“Raccogliere nelle stanze di un museo, o tra le suggestioni di un percorso multimediale, i frammenti di una storia lunga duemila e più anni, non è solo un progetto ambizioso, ma un doveroso atto di riconoscenza nei confronti di una comunità che ha contribuito all’edificazione materiale e immateriale di quella che è stata la capitale del Meridione d’Italia”.
Nico Pirozzi, giornalista, saggista e grande esperto di vicende ebraiche locali, sta promuovendo un nuovo impegno: la nascita di un Centro di documentazione della Shoah e dell’ebraismo del Meridione d’Italia che sarà presentato nella simbolica data del 25 aprile, presso il Parco borbonico del Fusaro, nel corso di una conferenza stampa organizzata dagli enti promotori. E cioè Comunità ebraica di Napoli, Comune di Bacoli e Associazione “Memoriæ – Museo della Shoah”.

Leggi

DOPO I CORI ANTISEMITI DELLA CURVA, L'INIZIATIVA IN OLANDA

Il rav e il sindaco musulmano
insieme contro l’odio ultrà

Un orrendo coro antisemita, che evocava i campi di sterminio e invitava all’azione il gruppo terroristico di Hamas. Anche in tempo di pandemia, con l’accesso agli stadi precluso, il mondo degli ultrà non manca di mostrare il suo volto peggiore. È successo in Olanda dove a distinguersi negativamente sono stati alcuni fan del Vitesse, squadra espressione della città di Arnhem in lotta nelle posizioni d’alta classifica del campionato nazionale.
Da questa pagina buia è però nata una possibilità di “tikkun olam”, di riparazione. A promuoverla il rabbino capo del Paese, rav Binyomin Jacobs, che è anche membro del board della European Jewish Association, con la collaborazione del sindaco musulmano della città Ahmed Marcouch.

Leggi

L'INIZIATIVA DEL MAGEN DAVID ADOM ITALIA

“Un’ambulanza in ricordo del rav Elia Richetti”

Magen David Adom Italia, la onlus che sostiene l’organizzazione di soccorso d’Israele, ha lanciato una sottoscrizione in ricordo del rav Elia Richetti. Obiettivo: donare allo Stato ebraico un’ambulanza in sua memoria. “Un gesto che facciamo con profonda devozione e rispetto” sottolinea Sami Sisa, il presidente di Magen David Adom Italia. “Attraverso questa sottoscrizione vogliamo onorare una persona tanto amata, sensibile e altruista, aperto al dialogo e instancabile animatore del tempio di via Eupili, un grande chacham che sapeva avvicinare le persone alla Torà”.
Sisa ricorda la storica vicinanza di rav Richetti alla onlus e si dice certo che il suo messaggio non resterà inascoltato: “In tanti vorranno tramandare la memoria di un uomo straordinario anche attraverso questo significativo gesto”.

(Nell’immagine l’ipotesi di progetto dell’ambulanza in ricordo di rav Richetti)

Leggi

LA NOTA DELL'ARI 

Consulta rabbinica, designato rav Ariel Di Porto

In una nota l'Assemblea dei rabbini d'Italia informa di aver provveduto alla reintegrazione della Consulta dopo la prematura scomparsa di rav Elia Richetti zl. Il Consiglio Ari ha designato in questo ruolo rav Ariel Di Porto.
"La nomina di Rav Ariel Di Porto - si legge nella nota - rispecchia lo Statuto Ucei, sia nel punto che assegna all'Ari la designazione in caso di reintegro, sia nel tenere conto della votazione espressa dal Consiglio Ucei, in quanto primo dei non eletti".
 

La democrazia del Capo
Il politologo Ilvo Diamanti ha pubblicato di recente su Repubblica i risultati di un sondaggio dell’opinione pubblica dal quale risulta una netta preferenza degli italiani verso le figure che negli ultimi tre anni hanno guidato il Governo – Antonio Conte e Mario Draghi – nonché verso il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ciò permette a Diamanti di parlare di “democrazia dei Presidenti”, che nel titolo dell’articolo diventa “democrazia del Capo”, nonché di ridimensionamento del Parlamento e dell’opposizione.
Poiché si tratta di espressioni che, sia pure in modo non marcato, tendono a provocare una reazione di diffidenza verso questo indirizzo dell’opinione pubblica, sono necessarie alcune precisazioni. Quella di Governo è una funzione necessaria in qualunque regime politico, democratico o autoritario.
 
Valentino Baldacci
Leggi
Setirot - 25 Aprile
Pochi giorni fa abbiamo celebrato l’inizio della Rivolta del Ghetto di Varsavia. Abbiamo onorato gli uomini e le donne in armi e quelli/e inermi (decine di migliaia di morti). Fra tre giorni si celebrerà la Liberazione dell’Italia dal nazismo e dal fascismo. Circa duemila ebrei scelsero di essere partigiani – il quattro per cento dell’ebraismo, una percentuale ben superiore a quella degli italiani nel loro complesso. A loro vanno aggiunti gli eroici ragazzi della Brigata Ebraica.
Stefano Jesurum
Leggi
Spuntino - Numeri e santità
Cos'hanno in comune "tzom" (= digiuno), "kol" (= voce) e "mamon" (= denaro)? Lo stesso valore numerico di 136, cumulativamente 408. Con quale strumento si può raggiungere la santità secondo la Torah? Intuitivamente si può comprendere che la santità comporti rinunce, buone intenzioni e sforzi. La parashà di Acharei (Mot) (Lev. 16:3) che quest'anno leggiamo insieme a quella di Kedoshim ci suggerisce una risposta concreta: "be-zot!" (= con questo). Il valore numerico di "zot" (= questo), 408, allude evidentemente al ternario di cui sopra.
Raphael Barki
Leggi
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Le testate giornalistiche non sono il luogo idoneo per la definizione della Legge ebraica, ma costituiscono uno strumento di conoscenza di diverse problematiche e di diverse sensibilità. L’Assemblea dei rabbini italiani e i suoi singoli componenti sono gli unici titolati a esprimere risoluzioni normative ufficialmente riconosciute. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo comunicazione@ucei.it Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: comunicazione@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.
Twitter
Facebook
Website