Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui               22 Luglio 2021 - 13 Av 5781
QUI BIELLA - LA MAGGIORITÀ DI TUVIA CATTANEO TREVES

Bar Mitzvah, eredità e vita degli ebrei piemontesi

Gioia e commozione, nella suggestiva sinagoga di Biella Piazzo, per il Bar Mitzvah di Tuvia Cattaneo Treves. Sui banchi che furono nelle generazioni testimoni delle preghiere dei progenitori materni si è ripetuto ancora una volta il miracolo della vita e della continuità delle piccole gloriose realtà ebraiche piemontesi.
Accompagnato dai rabbini Alberto Moshe Somekh e Ariel Di Porto, giunto alla soglia della sua maggiorità religiosa, il ragazzo ha letto dal Sefer Torah risalente al XIII secolo, il più antico al mondo ancora in uso, custodito dagli ebrei di Biella, e questo Shabbat Vaetchanan leggerà, a D. piacendo, la Parasha nella sinagoga di Torino.
Alla collega Ada Treves, di cui Tuvia è il terzo figlio, alle sorelle e al fratello, al papà, a tutte le persone care al festeggiato e a tutti gli ebrei biellesi il più affettuoso Mazal Tov della redazione.
Con un pensiero speciale rivolto alla memoria di rav Elia Richetti, da poco scomparso, per tanti anni rabbino di riferimento degli ebrei biellesi e vercellesi. 

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L'INTERVENTO DEL DIRETTORE DEL CDEC 

"Striscione fascista, inquietanti
le parole di Lazio e Lotito"

“Inquietanti” e “non sufficienti”. Nel suo intervento settimanale in uscita domani su questo notiziario Gadi Luzzatto Voghera, direttore della Fondazione Cdec, esprime il proprio disappunto in merito alle parole di condanna prodotte dalla Lazio, e ribadite dal suo presidente Claudio Lotito a Pagine Ebraiche, sul caso dello striscione fascista contro il calciatore Elseid Hysaj.
“La ricerca evidente di un linguaggio politico ‘neutro’ in questo caso equivale a una mancanza di coraggio e a un’evidente resistenza a esprimere una chiara ed esplicita dissociazione”, sottolinea Luzzatto Voghera. Che poi aggiunge: “Se dei tifosi laziali noti, identificabili e organizzati dichiarano la loro fede sportiva associandola in maniera indelebile al fascismo, la società sportiva Lazio non può non condannare in maniera altrettanto netta, citando il concetto di ‘fascismo’ come alieno dalla passione sportiva per quella squadra”.
Non è una questione di correttezza politica e neppure di libertà di espressione, puntualizza il direttore del Cdec. Si tratta infatti “di valori costituzionali condivisi ed espressi a chiare lettere al punto III delle ‘disposizioni finali e transitorie’ della Costituzione”. L’Italia, ribadisce Luzzatto Voghera, “è un paese antifascista, il che significa che non sono ammesse espressioni di simpatie politiche (o sportive) in quella direzione”. Per questo, sostiene, non deve “passare sotto silenzio la modalità autoassolutoria di una società sportiva che organizza il tifo, guadagna cifre astronomiche dalla compravendita di diritti televisivi, di calciatori e di gadget di varia natura e lascia credere che tutto ciò possa essere considerato politicamente neutro”.

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LA NOMINA ALL'UNANIMITÀ

Editori, Ricardo Franco Levi ancora presidente:
"Mi impegnerò affinché si legga di più"

Ricardo Franco Levi è stato confermato per il terzo biennio presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE), l’associazione di categoria degli editori che pubblicano libri, riviste scientifiche e prodotti di editoria digitale. A riconfermarlo all’unanimità, l’assemblea degli editori. “Quali debbano essere le missioni degli editori nei prossimi due anni è facile a dirsi, perché l’obiettivo è uno solo: la lettura” ha evidenziato Levi, parlando dopo la sua nomina. “Da un lato la lettura è la condizione per fare crescere il mercato del libro, e quindi anche le imprese editoriali. Ricordiamo che l’industria del libro è la prima industria culturale del Paese. Ma poi perché lettura significa sapere e conoscenza, ed è la condizione per una crescita delle persone e della società. Vogliamo un’Italia più colta, più istruita, un’Italia che legga di più”.
Parlando con Pagine Ebraiche nei complicati mesi della pandemia, Levi aveva fatto un’analisi della situazione dell’editoria nel nostro paese, spiegando come il settore stesse reagendo in maniera positiva nonostante la crisi. “L’Italia - le sue parole - è spesso vista dall’alto in basso, almeno in questo settore. Una volta tanto il modello, anche nei confronti di Paesi che tradizionalmente sono molto più avanti, siamo stati noi. E ciò grazie anche all’efficace convergenza e alla proficua collaborazione che c’è stata tra editori, librari, governo, Parlamento. Decisiva la scelta, da parte delle istituzioni, di considerare il libro un bene essenziale”.

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IL DIBATTITO IN ISRAELE E NELLA DIASPORA

Riforma della Casherut, l'opinione pubblica si divide

Una riforma che, attraverso la concorrenza, garantirà costi minori per chi vende o acquista prodotti casher in Israele (e non solo), mantenendo gli standard richiesti dalla Legge ebraica. Una modifica che confonderà il pubblico e abbasserà il livello delle certificazioni casher, danneggiando i consumatori.
La riforma del sistema delle certificazioni casher in Israele annunciata dal ministro degli Affari religiosi Matan Kahana ha aperto un’ampia discussione tra favorevoli e contrari. Il nuovo modello proposto andrebbe a modificare il ruolo del Gran Rabbinato israeliano rispetto alla gestione di questo sistema. In sostanza quest’ultimo da attore principale si trasformerebbe in supervisore. Attualmente in Israele le certificazioni casher per le imprese sono assegnate in via esclusiva da organi locali del rabbinato statale (Consigli religiosi), emanazione del Gran Rabbinato. Questi organi nominano degli ispettori che controllano che chi richiede la licenza della casherut rispetti effettivamente tutte le regole prescritte dalla Legge ebraica. Si tratta di un sistema di controllo verticale, gestito in forma di monopolio. La riforma vorrebbe cambiare questa situazione introducendo delle società private che concorrano tra loro per fornire le licenze a ristoratori o a chi ne fa richiesta. Il tutto sotto la supervisione del Gran rabbinato, che avrà il compito di stabilire regole uniformi che le società private dovranno seguire.
“Chiunque abbia buon senso può vedere che il nostro sistema di casherut è molto malato, e deve essere messo in ordine", ha dichiarato Kahana in un’audizione alla Knesset, il Parlamento. "Il mio piano metterà ordine nel sistema, lo aprirà alla concorrenza, e lo metterà sotto la regolamentazione del Gran Rabbinato, sotto la sua supervisione come avviene all’estero. Così, più persone mangeranno casher”. Non è di questo avviso però il Gran Rabbinato, secondo cui questa modifica creerà solo confusione. I consumatori, afferma l’autorità d’Israele in materia di Legge ebraica, non saranno tutelati sulla qualità della supervisione delle regole alimentari e, di conseguenza, sull’effettivo rispetto della casherut. “Questa non è una riforma, non è una correzione” ha dichiarato il rabbino Eliezer Simcha Weiss, membro del Consiglio del Gran Rabbinato.

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L'INDICAZIONE DEL GOVERNO ISRAELIANO 

Yad Vashem, Dani Dayan verso la presidenza

Dani Dayan, l’ex console generale israeliano a New York, sarà nominato come prossimo presidente dello Yad Vashem. È quanto rivela il quotidiano israeliano Maariv, secondo cui il ministro dell’Istruzione Yifat Shasha-Biton avrebbe individuato in Dayan il nome per occupare il prestigioso posto alla guida del Memoriale della Shoah di Gerusalemme. Candidatosi con il partito Nuova Speranza (lo stesso di Shasha-Biton), l’ex diplomatico non era riuscito ad entrare alla Knesset. Ora potrebbe rifarsi guidando una delle istituzioni di riferimento d’Israele e a livello internazionale in materia di ricerca e didattica della Shoah. La presidenza dello Yad Vashem era rimasta vacante da quando nel 2020 Avner Shalev aveva lasciato, dopo 27 anni, l’incarico. L’anno scorso l’allora Premier Benjamin Netanyahu aveva indicato – su proposta del suo ministro Zeev Elkin (oggi passato a Nuova Speranza) – come successore di Shalev Effi Eitam, ex generale e politico della destra nazionalreligiosa. Una scelta che però era stata fortemente contestata con appelli pubblici al governo affinché trovasse un altro candidato. A preoccupare erano le posizioni espresse in passato dallo stesso Eitam contro arabi e palestinesi.

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IL CONVEGNO INTERNAZIONALE

Italia ed Est Europa, incontri e legami
nel nome dell'ebraismo

Un convegno prestigioso e l’inizio, anche nel suo solco, di una collaborazione tra enti con l’obiettivo di una ancor più significativa valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale ebraico-italiano. È in svolgimento il convegno internazionale “Jewish Crossroads: Between Italy and Eastern Europe”, curato da Andrea Morpurgo e Vladimir Levin per conto della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia e del Center for Jewish Art dell’Università Ebraica di Gerusalemme.
Una giornata di studio con illustri relatori per mettere a fuoco i numerosi intrecci, nel segno dell’ebraismo, tra Italia ed Est Europa. Dalla progettazione di sinagoghe tra Cracovia, Leopoldi e Zamosc al viaggio dall’Italia a Lublino, e da Lublino all’Italia, dei responsa di Salomon Luria; dall’attivismo degli intellettuali d’origine ashkenazita nell’Italia liberale alle migrazioni da Galizia e Ungheria; un itinerario articolato, al centro di molte relazioni.
“L’inizio di una amichevole e proficua collaborazione” ha auspicato Dario Disegni, presidente della Fondazione, aprendo i lavori del convegno. Con uno sguardo che è andato anche alle attività future: come il progetto di restauro e valorizzazione del cimitero di Valdirose che sarà al centro del dossier per le due Gorizie capitali europee della Cultura nel 2025.
Clicca qui per seguire il convegno in diretta sulla pagina Facebook della Fondazione. 

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I GIOCHI OLIMPICI AL VIA

Battute sulla Shoah, Tokyo caccia il direttore dello show
La cerimonia nel segno di Egonu e Bird

Colpo di scena ai Giochi di Tokyo.
A poche ore dalla cerimonia inaugurale il comico Kentaro Kobayashi, direttore dello show, è stato rimosso dall’incarico. Tutto nasce da un comunicato del Simon Wiesenthal Center, che ha evidenziato come in suo show abbia ironizzato sulla Shoah oltre che sulle persone con handicap fisici. “Qualsiasi persona, per quanto creativa, non ha il diritto di deridere le vittime del genocidio nazista. Il regime uccise anche i tedeschi disabili. Qualsiasi associazione di questa persona alle Olimpiadi di Tokyo insulterebbe la memoria di sei milioni di ebrei e sarebbe una crudele presa in giro delle Paralimpiadi”, il messaggio dell’organizzazione che porta il nome del più celebre cacciatore di nazisti. Preso atto di ciò, il comitato si è “scusato profondamente” e lo ha subito destituito. L’ennesimo danno d’immagine per un’edizione dei Giochi tra le più tormentate di sempre. Tanto che in rete c’è già chi scherza, chiedendosi quale sarà il prossimo.

 

 

 

Mentre il Giappone pensa a come sostituire Kobayashi, le delegazioni nazionali si scaldano per la sfilata. Tante belle storie in evidenza. Come il sorriso della pallavolista azzurra Paola Egonu, scelta dal Cio per portare la bandiera a cinque cerchi dentro lo stadio olimpico (che, salvo pochi addetti ai lavori, sarà rigorosamente vuoto). “Sfilerò per ogni atleta del mondo” il primo commento di Egonu, la cui scelta ha mandato in tilt i razzisti da tastiera. Con i suoi 22 anni la portabandiera di una nuova generazione di sportive che vogliono lasciare il segno. Tra le veterane spunta invece il nome di Sue Bird, 41 anni, punto di riferimento della nazionale americana di basket che ha già trascinato all’oro ad Atene 2004, Pechino 2008, Londra 2012 e Rio de Janeiro 2016. Gli Usa, la superpotenza anche di questi Giochi, l’hanno scelta come portabandiera. Un premio alla carriera per questa straordinaria atleta fornita anche di cittadinanza israeliana.

(Nell'immagine in alto Paola Egonu, in basso Sue Bird) 

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Attualità di Spadolini
Sul quotidiano La Repubblica del 17 luglio Andrea Manzella ha ricordato il quarantesimo anniversario della nomina (anzi, della scelta, come egli scrive) di Giovanni Spadolini a Presidente del Consiglio da parte del Presidente della Repubblica Sandro Pertini (“La tripla svolta di Spadolini”).
Manzella, che di Spadolini fu stretto collaboratore, sottolinea alcuni aspetti che fecero sì che quella scelta costituisse una svolta nel sistema politico italiano. Intanto perché la nomina del leader del più piccolo dei partiti italiani diminuì il peso dei partiti stessi, aprendo un percorso che ne avrebbe visto accentuarsi progressivamente la crisi. Il secondo aspetto consisté nel rafforzamento della figura del premier, o per meglio dire, nella restituzione a questa figura dei poteri assegnati dalla Costituzione, tanto da far parlare di “personalizzazione istituzionale del premier”.
Valentino Baldacci
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Machshevet Israel - La mistica del terzo pasto
Il ‘terzo pasto’ dello shabbat, come momento speciale di spiritualità, non è un’invenzione del chassidismo ma sono stati proprio i rebbe chassisidi a riattivarne e consolidarne l’uso nel mondo ebraico. Al fine di giustificare il nome ‘onegh, delizia, dato allo shabbat – in Yeshayahu/Isaia 58,13 – la tradizione ha prescritto tre pasti nell’arco delle venticinque ore della festa: mangiare insieme è una forma di celebrazione e un piacere fisico permesso, anzi raccomandato dai maestri a tale scopo. Se mangiare nei giorni lavorativi è una necessità e può essere limitata a due pasti, di shabbat il riposo e il senso di festa spingono ad aggiungere un ulteriore pasto. Rav Adin Steinsaltz ha spiegato che “il pasto di shabbat è una forma di culto” ossia di ‘avodà, di servizio divino, e può essere paragonato al seder di Pesach.
Massimo Giuliani
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