IL VERTICE DEL PROSSIMO 26 AGOSTO ALLA CASA BIANCA
La questione palestinese, l'Iran, la crisi afghana
L'agenda del primo incontro tra Biden e Bennett
Sarà un Joe Biden alle prese con le complicate conseguenze della crisi afghana quello che il prossimo 26 agosto incontrerà il Primo ministro israeliano Naftali Bennett alla Casa Bianca. È infatti arrivato l'invito ufficiale di Washington al capo del governo di Gerusalemme per quello che sarà il primo incontro tra i due. Un appuntamento atteso, che, spiegano i rispettivi portavoce, avrà al centro la questione iraniana e il rapporto con i palestinesi. Ma che sarà probabilmente influenzato dalla situazione critica in Afghanistan, dove i talebani hanno ripreso più rapidamente del previsto il potere, diventando una ulteriore minaccia per la stabilità del Medio Oriente. Tra i funzionari israeliani, spiega il giornalista Barak Ravid, c'è la speranza che proprio la crisi afghana – e il danno di immagine subito dagli Usa con un ritiro gestito in modo caotico e fallimentare - porti la Casa Bianca a ripensare al potenziale ritiro delle forze statunitensi dall'Iraq e dalla Siria. “Il governo israeliano pensa che l'amministrazione Biden si renda conto che dovrà ricostruire la sua credibilità nella regione. E i funzionari israeliani sperano di discutere i potenziali passi per farlo”, l'analisi di Ravid. Tra questi passi, anche una stretta contro la minaccia iraniana ed evitare un ritorno all'accordo sul nucleare, su cui invece gli uomini di Biden lavorano da mesi senza per il momento aver ottenuto dei risultati.
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LA CAMPIONESSA HA RACCONTATO DELLE ORIGINE EBRAICHE DELLA SUA FAMIGLIA
Camila Giorgi, tra tennis e identità

Nel 2012 la ventenne Camila Giorgi era 145esima nel ranking del tennis mondiale. Era lontana dagli onori della cronaca, ma aveva già fatto vedere di avere i colpi per scalare la classifica. In Israele si parlava di lei per alcune indiscrezioni. Sembrava fosse infatti prossima a fare l'aliyah ed entrare a far parte della squadra israeliana. “Giorgi si è qualificata per quasi ogni Grande Slam, ha esperienza in alcuni dei più grandi tornei del mondo ed è ancora giovane. La sua presenza nella squadra della Federation Cup aiuterebbe a migliorare la posizione di Israele”, commentava allora il giornalista sportivo israeliano Raphael Gellar. Alla fine però le indiscrezioni non si concretizzarono, e la Giorgi continuò il suo percorso in Italia, allenata dal padre Sergio. Delle radici ebraiche della sua famiglia si era più volte parlato, ma senza una vera e propria conferma. Nel mentre la sua carriera tennistica è continuata, con ottimi risultati alternati a prestazioni meno convincenti. Fino a domenica 15 agosto, quando sul cemento di Montreal ha dimostrato tutto il suo valore, vincendo il prestigioso torneo Canadian Open. In due set giocati ad alta intensità, la tennista di Macerata ha superato senza troppe difficoltà la sua avversaria, la favorita Karolina Pliskova, ottenendo la prima vittoria in un torneo del circuito WTA 1000, per importanza secondo solo alle Finals e ai tornei del Grande Slam. I riflettori si sono così nuovamente accesi su di lei e la stampa italiana ed internazionale ha raccontato la sua storia, tra successi e momenti difficili. Tra gli altri, a rubarle qualche parola subito dopo la vittoria di Montreal, anche l'agenzia di stampa ebraica Jta, a cui Giorgi ha raccontato dell'origine ebraica dei suoi genitori, emigrati dall'Argentina in Italia. E aggiunto un'altra nota personale, spiegando che il suo libro preferito è il Diario di Anna Frank. “Il libro mi ha commosso perché sono ebrea, ma anche perché lei era una persona così buona che vedeva il bene negli altri”, le parole della tennista alla Jta.
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I PROGETTI CINESI IN SETTORI STRATEGICI ISRAELIANI PREOCCUPANO WASHINGTON
Attenzione alla Cina: Israele e gli avvertimenti Usa
Uno dei più grandi progetti di infrastrutture in Israele, il nuovo porto di Haifa, dovrebbe entrare in funzione a partire dal Primo di settembre. Per realizzarlo ci sono voluti 15 anni e un investimento statale di 5 miliardi di Shekel (1 miliardo e 300milioni di euro). “L’apertura del porto rivoluzionerà l’intera economia” ha dichiarato con entusiasmo Yitzhak Blumenthal, CEO della Israel Ports Company. “Avrà un impatto enorme su tutti in Israele, dai produttori al consumatore. Ridurrà il costo della vita perché quasi tutti i prodotti, comprese le materie prime utilizzate dall’industria israeliana, passano attraverso i porti marittimi”. Per Blumenthal – e non solo – il nuovo porto di Haifa avrà dunque un grande effetto. Il problema dal punto di vista geopolitico
è l’azienda che lo avrà in gestione: per i primi 25 anni infatti a tenere le redini sarà la cinese Shanghai International Port Group, un colosso del settore portuale. Un problema perché gli Stati Uniti da tempo spingono perché Israele rescinda il contratto e trovi un altro partner per Haifa. Le autorità americane, già nell’era Trump, hanno espresso più volte preoccupazione per il fatto che l’azienda cinese opererà vicino a dove attraccano le navi della sesta flotta statunitense e potrebbe potenzialmente svolgere attività di spionaggio.
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QUI ROMA - IL CORDOGLIO DEL MONDO EBRAICO
Carla Di Veroli (1961-2021)

Grande coraggio, grande passione e militanza civica, hanno contraddistinto la vita di Carla Di Veroli. Molto attiva nella vita politica locale e in passato anche delegata per le politiche sulla Memoria di Roma Capitale, ha declinato la sua vita nel segno di un profondo impegno valoriale e antifascista. Anche nel nome di Settimia Spizzichino, l’amata zia, unica donna sopravvissuta al rastrellamento nazista del 16 ottobre 1943.
Esprimendo ai familiari a nome delle istituzioni di tutto l’ebraismo italiano il proprio cordoglio,
la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha rappresentato l’immenso dolore di tutti coloro che le furono accanto. “Noi, la sua famiglia allargata – tutti i suoi nipoti, cugini, zii, ma anche i figli acquisiti grazie a legami costruiti durante un impegno pluriennale nel sociale, nella politica e nelle istituzioni comunitarie – ricordiamo il suo coraggio, la sua passione e il suo instancabile impegno per la comunità”, le parole della Presidente Di Segni. “Restano con noi le sue perentorie parole, dette e scritte, che ci richiamavano ad agire per difendere i nostri valori. Parole – ha concluso Di Segni – che hanno lasciato il segno e che continueranno ad accompagnare il nostro agire anche in futuro. Sia il suo ricordo di benedizione”.
Da una sua idea è nato il progetto di realizzare un francobollo commemorativo – emesso lo scorso 15 aprile, nel giorno del centenario dalla nascita – su impulso dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
“Molte iniziative – ricordava nell’occasione – sono state dedicate in questi anni a mia zia. Le sono state intitolate strade e scuole, a Roma anche un ponte. Il francobollo va però a toccare una radice molto intima e familiare. Quella della filatelia era infatti la nostra passione comune, una passione che usavamo per comunicare ed essere ancora più unite”.
La notizia della sua scomparsa ha suscitato profondo dolore e cordoglio nelle istituzioni dell’ebraismo italiano e romano.
Sia il suo ricordo di benedizione.
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L'INCONTRO ORGANIZZATO A GERACE
Israele e i legami con la Calabria
La presenza ebraica in Calabria ha radici antiche. Fino al Cinquecento, la Comunità ebbe la possibilità, con alterne fortune, di svilupparsi e crescere. Con la dominazione spagnola arrivò però la traumatica cacciata, con l'esilio forzato verso altre città italiane e verso l’Oriente ottomano. Una storia dunque complessa e affascinante, che sarà al centro del convegno organizzato a Gerace dal titolo “Tracce di Calabria in Israele” (20 agosto, ore 17.00), che vedrà la partecipazione dell'ambasciatore d'Israele in Italia Dror Eydar e della Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. Ad organizzare l'iniziativa, Francesco Maria Spanò e Klaus Davi, che presenterà per l'occasione una ricerca sui legami tra Israele e Calabria. Interverranno inoltre il presidente della Regione Calabria Nino Spirlì, lo storico dell'arte Pasquale Faenza, Roque Pugliese, referente in Calabria per la comunità Ebraica di Napoli, e l'editore Eduardo Lamberto Castronovo.
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Dall’Accordo di Abramo alla vittoria dei talebani
 Gli eventi in Afghanistan si sono svolti con una rapidità tale da non consentire, ancora, una riflessione approfondita che permetta di cogliere pienamente il loro significato e le loro conseguenze sul futuro.
Un aspetto che dovrà essere oggetto di riflessione sono gli effetti che la vittoria dei talebani avrà nel mondo islamico, sui suoi equilibri interni, sul sistema dei valori che lo regge. L’Accordo di Abramo aveva sottolineato l’esistenza di un modo islamico con il quale era possibile non solo coesistere ma anche collaborare, sulla base certamente di reciproci interessi economici ma anche su quella dell’accettazione di alcuni valori minimi condivisi.
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Machshevet Israel - Itzchaq Cardoso
 Raramente gli storici del pensiero ebraico si ricordano di annoverare Itzchaq (Fernando) Cardoso nei propri manuali. Nato ‘marrano’ in Spagna nel 1603 ca e morto ‘ebreo’ nel ghetto di Verona nel 1683, fu secondo i parametri del XVII secolo ‘uno scienziato’ che visse esercitando la professione medica e scrisse di filosofia in una summa eclettica intitolata Philosophia libera [il cui contenuto era sostanzialmente di ‘filosofia naturale’] dove intese raccogliere il meglio delle diverse scuole sapienziali del mondo antico, specie ellenistico, citando pure Filone, Giuseppe Flavio e persino i padri della chiesa. Nell’ultima parte della sua vita si occupò molto di ebraismo e stese un’importante opera apologetica dal titolo Las excelencias de los Hebreos, scritta nella città scaligera ma pubblicata ad Amsterdam nel 1679.
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Una lezione dall'Afghanistan
 Le notizie che arrivano da Kabul oltre a sollecitare l’ansia di tutti devono anche spingere a valutazioni meditate tutte le nazioni libere.
Israele, per esempio, tante volte è stato censurato perché non affidava la propria sicurezza allo scudo delle Nazioni Unite e provvedeva direttamente alla propria protezione.
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Carla Di Veroli (1961-2021)
 Carla Di Veroli, Baruch Dayan Haemet.
Era una passionale con gran senso civico, a sostegno delle persone più deboli, non risparmiandosi mai. Avendo sempre a cuore il bene sociale. Sentiva il testimone che le aveva lasciato la zia, ritornata dal lager, Settimia Spizzichino, di benedetta memoria.
Jonatan Della Rocca
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