Biden-Bennett, il primo vertice

Sarà un Joe Biden alle prese con le complicate conseguenze della crisi afghana quello che il prossimo 26 agosto incontrerà il Primo ministro israeliano Naftali Bennett alla Casa Bianca. È infatti arrivato l’invito ufficiale di Washington al capo del governo di Gerusalemme per quello che sarà il primo incontro tra i due. Un appuntamento atteso, che, spiegano i rispettivi portavoce, avrà al centro la questione iraniana e il rapporto con i palestinesi. Ma che sarà probabilmente influenzato dalla situazione critica in Afghanistan, dove i talebani hanno ripreso più rapidamente del previsto il potere, diventando una ulteriore minaccia per la stabilità del Medio Oriente. Tra i funzionari israeliani, spiega il giornalista Barak Ravid, c’è la speranza che proprio la crisi afghana – e il danno di immagine subito dagli Usa con un ritiro gestito in modo caotico e fallimentare – porti la Casa Bianca a ripensare al potenziale ritiro delle forze statunitensi dall’Iraq e dalla Siria. “Il governo israeliano pensa che l’amministrazione Biden si renda conto che dovrà ricostruire la sua credibilità nella regione. E i funzionari israeliani sperano di discutere i potenziali passi per farlo”, l’analisi di Ravid. Tra questi passi, anche una stretta contro la minaccia iraniana ed evitare un ritorno all’accordo sul nucleare, su cui invece gli uomini di Biden lavorano da mesi senza per il momento aver ottenuto dei risultati.
“È possibile far leva sugli eventi in nostro favore”, le parole raccolte dal giornalista Ben Caspit, da un ex membro dell’intelligence israeliana. “Penso che lo shock subito da Biden e dai suoi, la dura reazione pubblica negli Stati Uniti e nei media internazionali potrebbe avere ora l’effetto opposto, simile a un effetto pendolo. L’umiliante resa ai talebani potrebbe effettivamente portare Biden a irrobustirsi e a decidere di flettere i muscoli americani verso l’Iran, vista la minaccia che rappresenta per la pace mondiale e non solo per la vita dei suoi cittadini”. Secondo questa fonte, prosegue Caspit, il compito di Bennett ora sarà di “convincere Biden che gli Stati Uniti, come leader del mondo libero, non possono permettersi una serie di ritiri e sconfitte in Medio Oriente”. A Gerusalemme l’idea, conclude il giornalista, è che Bennett dica al presidente che cedere all’Iran dopo aver ripiegato in Afghanistan potrebbe innescare una disastrosa reazione a catena con effetti deleteri per l’area e per le generazioni future. La fonte di Caspit sottolinea come non si possa rinfacciare agli Stati Uniti di aver lasciato l’Afghanistan. “Non è giusto né morale pretendere che il contribuente americano continui a finanziare una lotta per la libertà del popolo afgano, ed è diritto del presidente porre fine al salasso in questa voragine”. Bennett dovrà dunque, secondo questa analisi, convincere Biden che l’Iran non è l’Afghanistan: “pone una minaccia tangibile e significativa per il mondo intero, – evidenzia Caspit – e agli Stati Uniti non viene chiesto in nessuna fase di invadere l’Iran o di lanciare una guerra totale contro di esso”.
Sul tavolo dell’incontro ci sarà anche la questione palestinese, come spiegato dall’ufficio della presidenza Usa. “La visita sarà anche un’opportunità per i due leader di discutere gli sforzi per promuovere la pace, la sicurezza e la prosperità per israeliani e palestinesi e l’importanza di lavorare per un futuro più pacifico e sicuro per la regione”, il comunicato diramato dalla Casa Bianca.

dr