Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui    15 Settembre 2021 - 9 Tishri 5782

QUESTA SERA L'INIZIO DELLA SOLENNITÀ

"Yom Kippur, una lezione per la collettività"

Gerusalemme, Israele e tutto l'ebraismo mondiale si preparano in queste ore alla celebrazione dello Yom Kippur, il giorno considerato più sacro e solenne del calendario ebraico. Ieri i fedeli, nel segno delle misure anti-covid, si sono recati al Kotel (il Muro Occidentale a Gerusalemme) per recitare le Selichot, le poesie penitenziali. A partire da questa sera il paese si fermerà per celebrare Kippur e, scrive il Presidente israeliano Isaac Herzog, per le strade deserte si “respira un'atmosfera di purezza e perdono”. “Yom Kippur è un giorno di perdono” e “porta con sé una tradizione di riconciliazione e unità”, le parole di Herzog alla vigilia della solennità. “Gli avversari più duri si perdonano reciprocamente. Offensore e offeso si stringono la mano in segno di pace. L'odio abbassa le sue fiamme e l'amore rompe i confini”. Rivolgendosi a Israele così come a tutto il mondo ebraico, Herzog ricorda che “la capacità di perdonare le offese e perdonare le ingiustizie, oltre ad essere condizione necessaria per un corretto stile di vita tra una persona e il suo prossimo, è una componente essenziale anche nella nostra vita pubblica”.
Sui media israeliani inoltre il rabbino capo ashkenazita rav David Lau ha ribadito, anche per la solennità di Kippur, l'importanza di rispettare tutte le misure di prevenzione dai contagi. Chi può, il messaggio del rav, preghi fuori dalla sinagoga. Chi invece preferisce andare al tempio, lo faccia ma seguendo tutte le linee guida predisposte dalle autorità. Il rabbino capo Lau ha poi nuovamente invitato chi non si è ancora vaccinato a farlo. Chi sceglie di non vaccinarsi, ribadisce il rav, “gioca con la propria vita e con quella degli altri. Corrette a vaccinarsi, ogni giorno di ritardo è un giorno perso”. Rispetto agli auspici per il nuovo anno iniziato, il 5782, il rav ha parlato di uno sforzo continuo per “rafforzare l'identità ebraica, in modo che possiamo davvero gioire ancora di più il prossimo anno”.

LA RIPARTENZA DELLE SCUOLE EBRAICHE

“Un anno di impegno e speranza”

Tornare sui banchi di scuola, ha ricordato il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi in un recente messaggio, vuol dire ritrovare gli amici, i nostri ambienti, gli spazi della nostra vita. Ma anche riscoprire "un luogo degli affetti, quegli affetti che rimarranno per tutta la vita, che si coltivano e si sviluppano insieme a quello straordinario momento della vita che è imparare." Attese, progetti e speranze che hanno caratterizzato la riapertura delle quattro le scuole ebraiche (Roma, Milano, Torino e Trieste) attive in Italia.
"Ci siamo emozionati, non lo nascondo" la testimonianza di Milena Pavoncello, coordinatrice delle attività didattiche ed educative della scuola primaria della Comunità di Roma. Negli occhi soprattutto un momento: le cerimonie organizzate, ciascuna ben distanziata dall'altra, per le quattro prime elementari dell'istituto. Pavoncello ravvisa “un’atmosfera molto positiva” e “una efficace capacità di risposta alle sfide del Covid”.
Grande entusiasmo per la ripartenza e una piena collaborazione da parte dei genitori: così Timna Colombo, assessore alla scuola della Comunità ebraica di Milano, descrive queste prime giornate di lavoro. "L’introduzione dell’obbligo del Green Pass - afferma - non ha creato difficoltà, anzi i genitori sono stati molto cooperativi. Avevamo preparato comunque tutto con largo anticipo, per una riapertura in sicurezza".
Così Marco Camerini, attuale direttore della scuola di Torino: “Dopo i primi giorni di lavoro e una fase fisiologica di assestamento mi pare che il clima sia positivo e la scuola sia ripartita con una bella energia”. Per Camerini la sfida del nuovo anno scolastico non sarà tanto incentrata sulla questione sicurezza, "quanto sull’offerta di una garanzia di stabilità".
Sensazioni buone anche a Trieste. “L’inizio, per tutti noi, di un anno di sfide e novità” riferisce Nathan Neumann, neo responsabile delle materie ebraiche. Tra gli obiettivi dell'anno scolastico al via “quello di allargare la rete delle nostre collaborazioni, anche con le altre scuole ebraiche italiane". 

INTERFAITH FORUM, L'ALLARME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DRAGHI

“Antisemitismo in preoccupante crescita”

La pervasività dell’estremismo religioso e del disprezzo del “diverso” avrebbe raggiunto, da tempo, una soglia di pericolo grave. È l’allarme lanciato da Bologna, nell’ambito dell’Interfaith Forum conclusosi ieri, dal Primo ministro Mario Draghi.
“Lo abbiamo visto – le sue parole – nei terribili attentati rivendicati da organizzazioni come l’Isis. Negli atti terroristici compiuti in nome del suprematismo bianco o cristiano. E nelle manifestazioni di antisemitismo, un fenomeno in preoccupante crescita. In alcuni casi, particolarmente odiosi, nei luoghi di culto”. Una riflessione che si riallaccia a uno dei temi portanti del G20 delle religioni coordinato dallo storico Alberto Melloni: la realizzazione di uno studio che farà memoria di tutti gli attentati a sfondo religioso compiuti nel mondo negli ultimi 40 anni. Punto di partenza di questo percorso di approfondimento annunciato nel corso della serata inaugurale e di prossima elaborazione l’attacco palestinese al Tempio Maggiore di Roma nel quale, il 9 ottobre del 1982, restò ucciso il piccolo Stefano Gaj Taché. Una scelta forte e simbolica nel ricordo di una ferita di cui l’Italia non sembra avere, ancora oggi, una piena e autentica consapevolezza.
Tra i relatori della sessione conclusiva anche il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni, il cui intervento ha messo al centro ruolo e potenzialità delle religioni nella società contemporanea.
“Le religioni – ha detto il rav – devono avere prima di tutto un ruolo critico, nel senso che devono partecipare al dibattito culturale e politico, dire quando le cose non vanno bene e quali diritti vanno difesi, promuovere la cultura della vita, in opposizione della morte”. Oltre al ruolo della critica, ha poi aggiunto, “è necessaria una funzione profetica che dobbiamo riscoprire: dobbiamo avere qualcosa da dire al mondo per renderlo migliore”.

SEGNALIBRO

Angela e i demoni della Germania

In Angela e demoni, in uscita con Paesi Edizioni, Daniel Mosseri si cimenta in un’operazione significativa. Un bilancio dell’operato della quattro volte cancelliera protagonista di una parabola politica unica nel suo genere e con molti motivi di luce all’attivo. Ma anche una lettura critica dei problemi irrisolti che restano sullo sfondo alla vigilia di un appuntamento elettorale destinato a concludersi, in ogni caso, nel segno di una novità. Dalle scelte in materia di accoglienza alla minaccia del terrorismo islamico, per arrivare all’insidia di un antisemitismo che sembra aver rialzato la testa anche sotto l’egida di un nazionalismo malato che ha messo lei stessa nel mirino.
Diventata cancelliera nel 2005 dopo aver sconfitto di misura e a sorpresa quella che Mosseri chiama “la corazzata socialdemocratica di Gerhard Schröder”, Merkel sta uscendo di scena con la sobrietà che l’ha sempre contraddistinta sia nella sfera pubblica che privata. Un approccio volto a enfatizzare – sottolinea l’autore, che vive a Berlino ed è un giornalista – “la normalità da un lato del processo democratico e fornendo dall’altro un’immagine di una Germania sulla via del ritorno al business as usual dopo i mesi più tormentati della pandemia”. Eppure, puntualizza Mosseri, “le sfide aperte per la Repubblica federale sono tante sia sul fronte interno sia su quello europeo e internazionale”.

Ticketless - Jemolo e il Baal Shem Tov
on sottovaluterei la portata della sentenza della Corte di Cassazione del 9 settembre scorso sul crocifisso nelle scuole, un documento che a me sembra notevole e credo meriti una ampia discussione. E non consiglierei di leggerla con gli occhiali della prima repubblica, come se uscisse dall’Italia democristiana di Andreotti o Rumor. Intanto la sentenza nasce nell’era Cartabia, una donna di grande valore certo non favorevole a compromessi di scarso respiro, né tanto meno figlia di quella stagione, che si sperava finita, di clericali e anticlericali l’un contro l’altro armati.
Alberto Cavaglion
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Una storia da riscrivere
Contravvenendo palesemente alla Terza Convenzione di Ginevra, nel settembre 1939 il Reich non riconobbe i combattenti delle forze armate polacche quali prigionieri di guerra; questi furono trasferiti ad Auschwitz I Stammlager e presso Campi di lavoro coatto in territorio tedesco.
Nel 1928 il compositore polacco Zygmunt Mycielski, dopo aver studiato a Cracovia con Padre Bernardino Rizzi, si trasferì a Parigi dove studiò presso l’École Normale de Musique con Paul Dukas e Nadia Boulanger, nel 1936 rientrò in Polonia; inquadrato nell’esercito polacco nel 1939, dopo la debacle militare riparò in territorio francese unendosi ai combattenti della Campagna di Francia. 
Francesco Lotoro
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Machshevet Israel - Frankl e la logoterapia
Chiariamo subito che la logoterapia, la terza grande scuola ebraica di psicoanalisi fondata da Viktor Frankl (1905-1997), non è una terapia attraverso la parola o le parole ma una ‘analisi esistenziale’ imperniata sul bisogno di trovare – e sulla volontà di dare – un senso alla propria vita. Il logos del nome non si riduce alla facoltà espressiva, di cui la parola è regina, ma significa in estensione il significato stesso, la ratio, la raison d’être dell’esistenza. Né sta anzitutto (pur non escludendolo) per un senso unico e universale, quanto piuttosto sta per i piccoli significati concreti e immediati del nostro vivere quotidiano. 
Massimo Giuliani
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Periscopio - Le colpe secondo Dante
Abbiamo dunque detto, nei nostri interventi delle scorse settimane, che Dante “non nega” che gli ebrei vissuti dopo l'inizio del cristianesimo possano accedere al Paradiso. Tra i motivi di questa “porta socchiusa” abbiamo indicato il fatto che musulmani ed ebrei non possono avere, nel mondo ultraterreno, la stessa destinazione, dal momento che i primi (confinati nel Limbo) sono i prosecutori di un grave scisma, mentre i secondi restano i discendenti di una “santa radice”. 
Francesco Lucrezi
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