La ripartenza delle scuole ebraiche
“Un anno di impegno e speranza”
Tornare sui banchi di scuola, ha ricordato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi in un recente messaggio, vuol dire ritrovare gli amici, i nostri ambienti, gli spazi della nostra vita. Ma anche riscoprire “un luogo degli affetti, quegli affetti che rimarranno per tutta la vita, che si coltivano e si sviluppano insieme a quello straordinario momento della vita che è imparare.” Attese, progetti e speranze che hanno caratterizzato la riapertura di tutte e quattro le scuole ebraiche (Roma, Milano, Torino e Trieste) attive in Italia.
“Ci siamo emozionati, non lo nascondo” la testimonianza di Milena Pavoncello, coordinatrice delle attività didattiche ed educative della scuola primaria della Comunità di Roma. Negli occhi soprattutto un momento: le cerimonie organizzate, ciascuna ben distanziata dall’altra, per le quattro prime elementari dell’istituto. I saluti delle autorità scolastiche e della dirigenza comunitaria. E poi la berakhah, “la benedizione impartita dal rav Colombo”. Un benvenuto che definisce “gioioso” e “toccante”. Proprio la presenza di quattro prime elementari, una in più rispetto allo scorso anno, rappresenta una delle tante novità di questo autunno. Un forte investimento è stato rivolto anche all’apprendimento dell’inglese, attraverso l’attività di classi bilingue “che vanno ad implementare un’offerta già superiore a quella richiesta dalla legge”. Pavoncello ravvisa in generale “un’atmosfera molto positiva” e “una efficace capacità di risposta alle sfide del Covid”. Si dice poi lieta di alcune collaborazioni che stanno prendendo corpo, in ambito sportivo ma anche sociale, in sinergia con il Maccabi e la squadra di calcio della Roma.
Grande entusiasmo per la ripartenza e una piena collaborazione da parte dei genitori rispetto alle misure anti-Covid. Così Timna Colombo, assessore alla scuola della Comunità ebraica di Milano, descrive queste prime giornate di studio e lavoro. “La ripresa – racconta – è stata ottima. L’introduzione dell’obbligo del Green Pass a pochi giorni dall’inizio della scuola non ha creato difficoltà, anzi i genitori sono stati molto cooperativi. Avevamo preparato comunque tutto con largo anticipo per una riapertura in sicurezza, offrendo la possibilità anche di tamponi per tutti gli studenti”.
In questi mesi la scuola vedrà un’alternarsi alla direzione, con la fine dell’incarico di Agostino Miele e l’inizio del mandato del nuovo direttore Marco Camerini (il cui insediamento è previsto per gennaio). “Miele – afferma Colombo – ha fatto un grande lavoro e lo ringraziamo di ciò. Ora aspettiamo a braccia aperte Camerini. Nel frattempo abbiamo altre novità importanti da annunciare. In particolare ad ottobre partiranno i corsi di primo soccorso organizzati dalla Croce Rossa e da Magen David Adom, sia per insegnanti che per studenti”. L’iniziativa, precisa l’assessore comunitario, fa parte di un progetto “avviato lo scorso anno e dedicato alla medicina scolastica”.
In attesa di iniziare a Milano, Marco Camerini è concentrato sul lavoro alla direzione della scuola ebraica di Torino. “Dopo i primi giorni di lavoro e una fase fisiologica di assestamento – spiega – mi pare che il clima sia positivo e la scuola sia ripartita con una bella energia”. Per Camerini la sfida del nuovo anno scolastico non sarà tanto incentrata sulla questione sicurezza, quanto sull’offerta di una garanzia di stabilità. “I dati raccolti lo scorso anno – commenta – hanno dimostrato che la scuola è uno dei luoghi più sicuri e controllati e gli studenti si attengono, con il supporto del personale scolastico, ai protocolli previsti dal ministero. La sfida è riuscire ad organizzare la didattica e la scuola in generale in un momento di alta incertezza”. Un’altra sfida sarà la “tenuta” del patto con la comunità educante (famiglie, bambini, personale docente e non docente). E questo perché, dice Camerini, “l’ansia generata a tutti i livelli dalla difficile situazione sanitaria e dalle sue conseguenze conduce facilmente a tensioni o contrapposizioni in una fase in cui invece c’è bisogno di pazienza, fiducia, senso di responsabilità e collaborazione da parte di tutti”.
Sensazioni buone anche a Trieste. “L’inizio, per tutti noi, di un anno di sfide e novità” riferisce Nathan Neumann, neo responsabile delle materie ebraiche. Il riferimento è all’avvicendamento in direzione, con Daniela Cellie che è da poco subentrata alla passata dirigente scolastica Anna Rosa Stalio.
L’umore dei ragazzi, dice Neumann, “è molto buono”. Sensazioni simili anche nello staff dell’istituto. “Siamo entrati ormai da tempo – afferma – in una sorta di routine di sanificazione e assolvimento di altre misure straordinarie imposteci dalla pandemia. Ne avremmo fatto volentieri a meno, ma siccome non è possibile cerchiamo tutti di darci da fare per il meglio. L’esperienza di gestione dello scorso anno, anche grazie al fattivo sostegno della Comunità, ci sarà d’aiuto”. Tra gli obiettivi del nuovo anno “quello di allargare ulteriormente la rete delle nostre collaborazioni, anche con le altre scuole ebraiche italiane”. Con la speranza, pandemia permettendo, “di fare anche qualche gita”.
(Nell’immagine in alto: l’ingresso della scuola ebraica di Roma)