Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui       25 Ottobre 2021 - 19 Cheshvan 5782
LA DECISIONE DELLA CORTE ISRAELIANA

"Eitan deve tornare in Italia"

Il tribunale della Famiglia di Tel Aviv ha stabilito in queste ore che Eitan Biran, unico sopravvissuto al disastro della funivia del Mottarone, dovrà essere riportato in Italia (“suo luogo di residenza abituale”). Il giudice Iris Ilotovich-Segal, nella sua sentenza, ha spiegato che “la corte non ha accettato l’affermazione del nonno che Israele fosse il normale luogo di residenza del minore, né l’affermazione che il minore avesse due residenze regolari – Israele e Italia. Il minore, un bambino di 6 anni, si è trasferito con tutta la sua famiglia in Italia quando aveva solo un mese”.
Il piccolo, che nell’incidente del Mottarone ha perso i genitori, il fratello e i bisnonni, era stato portato in Israele dal nonno materno, Shmuel Peleg, senza il consenso della zia paterna, Aya Biran, nominata sua tutrice legale dal Tribunale di Torino. Una nomina contesta da Peleg. Per la giudice Ilotovich-Segal invece la scelta della Corte italiana è stata fatta dopo un esame approfondito e il nonno paterno ha violato i diritti di custodia. Il tribunale israeliano ha inoltre ordinato a Peleg di pagare le spese processuali.
Il ritorno in Italia di Eitan era l’unica strada giuridicamente percorribile, aveva spiegato a Pagine Ebraiche l’avvocato Edwin Freedman, esperto di diritto di famiglia e in particolare di casi di sottrazione di minori. “L’’allontanamento del bambino è stato fatto in violazione dei termini della Convenzione dell’Aia sulla sottrazione di minori. Quindi dovrà essere ordinato il ritorno del bambino in Italia. – aveva dichiarato Freedman – Una volta che il bambino è in Italia, il tribunale lì determinerà chi deve essere il tutore e qual è il migliore interesse del minore. Questo spetta ai tribunali italiani”. Un dato evidenziato in queste ore anche nella sentenza firmata da Ilotovich-Segal, che ha ribadito l’importanza di rispettare la Convenzione dell’Aia. “In tutti i paesi firmatari un bambino trasferito illegalmente in un altro paese può tornare nel paese d’origine su ordine dei tribunali del paese in cui è stato rapito. Si tratta di una procedura civile” aveva anticipato Freedman a Pagine Ebraiche, spiegando l’iter del procedimento. “È la parte affidataria che porta l’azione in tribunale. In Israele è il Tribunale della Famiglia, a cui si chiede che venga ordinato il ritorno immediato del bambino in Italia”.

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L'ACCORDO QUADRO FIRMATO ALLA SAPIENZA 

Memoria della Shoah, la firma per un impegno comune

Attività di ricerca sulla Shoah, con un’attenzione speciale rivolta all’Italia; la ricostruzione della biografia professionale dei docenti cacciati con le leggi razziste; l’avvio di ricerche sui prigionieri vittime di sperimentazioni mediche nei lager e sulle biografie dei medici italiani collaborazionisti; la realizzazione di pubblicazioni divulgative e scientifiche; la promozione di eventi di formazione; l’organizzazione di esposizioni e mostre per promuovere il patrimonio culturale delle istituzioni coinvolte e quello prodotto dalla collaborazione tra le stesse. Sono alcuni tra i numerosi ambiti in cui opererà un accordo quadro sulla Memoria siglato quest’oggi presso l’Università La Sapienza di Roma. Contraenti, oltre all’ateneo capitolino, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, la Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, la Fondazione Museo della Shoah e la Comunità ebraica di Roma.
“La Memoria è un pilastro fondamentale per la nostra università. Festeggiamo oggi un traguardo importantissimo”, la soddisfazione della rettrice Antonella Polimeni. Per La Sapienza un nuovo tassello che va a inserirsi in una strada tracciata da tempo, con percorsi didattici dedicati e con iniziative dall’alto valore simbolico come i riconoscimenti honoris causa conferiti in passato ai sopravvissuti alla Shoah Sami Modiano e Liliana Segre. “Il nostro – le parole di Polimeni – è un impegno per la conoscenza, per la resilienza a ogni forma di razzismo, intolleranza e discriminazione”. Un impegno quanto mai necessario in un periodo complesso e in cui il Covid, ha poi aggiunto, si è dimostrato “un amplificatore assoluto di disuguaglianze”.

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IL NUOVO SINDACO DI ROMA E IL RICORDO DEI DEPORTATI

"Il futuro si costruisce con la Memoria"

Nel giorno del suo insediamento in Campidoglio sosta davanti al Tempio maggiore e davanti alla lapide in ricordo dei deportati nei campi di sterminio per il nuovo sindaco di Roma Roberto Gualtieri. L’ultima tappa di un percorso che in precedenza l'ha portato all’Altare della Patria, a Porta San Paolo, al Mausoleo delle Fosse Ardeatine.
“Un giusto omaggio ai caduti della Resistenza, della Shoah e delle guerre. È molto importante perché il futuro si costruisce sempre con la memoria”, il commento di Gualtieri.
Ad accoglierlo davanti alla sinagoga la presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello, il rabbino capo rav Riccardo Di Segni e il vicepresidente della Comunità Ruben Della Rocca. Tra i partecipanti alla cerimonia anche la presidente del I Municipio Lorenza Bonaccorsi.
"È con grande emozione che questa mattina abbiamo accolto il sindaco di Roma per la deposizione di una corona dinanzi alla lapide che ricorda la deportazione del 16 ottobre. Rinnoviamo l'impegno a voler dare il nostro contributo per il bene della città", le parole di Dureghello. 
In ognuno dei quattro luoghi visitati dal sindaco è stata deposta una corona. 

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AVVOCATO DEL FORO DI PARIGI, SUCCEDE A JOEL MERGUI 

Ebrei di Francia, Korchia a capo del Concistoro

Classe 1971, avvocato del foro di Parigi, Elie Korchia è il nuovo presidente del Consistoire central israélite, il massimo organo di rappresentanza dell’ebraismo francese. Già vicepresidente del Consistoire dal 2010, Korchia era l’unico candidato alla presidenza e ha ricevuto 184 voti su 205. “È la prima volta in trent’anni che si presenta un solo candidato”; ha sottolineato Korchia prima del voto. Dopo aver affiancato per undici anni il presidente uscente Joël Mergui (in carica dal 2008), Korchia ne eredita il ruolo e ha sottolineato come molte siano le sfide davanti al mondo ebraico francese, “in particolare dopo una crisi sanitaria” che “ha trasformato parte del nostro modo di vivere”. Presentando il suo programma, ha richiamato la necessità di “trovare nuovi mezzi di finanziamento”, di non dimenticare “le comunità isolate”, di tutelare “la sicurezza di tutti e quella dei luoghi di culto”. Anche la tutela delle donne in materia di divorzi religiosi, ha spiegato il nuovo presidente, è una delle sue priorità, così come “costruire nuove partnership con i movimenti giovanili” e “lavorare per stabilire un marchio casher europeo”.
Tra gli elementi in cima all’agenda, la lotta contro l’antisemitismo e il radicalismo islamico. Una battaglia che Korchia ha portato avanti anche nelle aule dei tribunali, rappresentando i coniugi Myriam e Samuel Sandler, parti civili nei processi contro Mohammed Merah, l’assassino che nel 2012 a Tolosa aveva ucciso il loro figlio e i due nipoti, e contro il fratello Abdelkader Merah. 

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IL LIMUD A UN ANNO DALLA SCOMPARSA

Renzo Gattegna, ricordi e testimonianze

In occasione del primo anniversario dalla scomparsa di Renzo Gattegna z.l. l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e la famiglia hanno organizzato un limud in suo ricordo. L'iniziativa si terrà giovedì 28 ottobre - 23 Cheshvan 5782 alle 20.30 presso i locali del Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani.
Ad intervenire a questa serata di studio e riflessione saranno la presidente UCEI Noemi Di Segni, il presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick, il direttore della redazione giornalistica UCEI Guido Vitale, al fianco di rav Roberto Della Rocca, direttore dall'Area Educazione e Cultura UCEI, e di rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma. A portare i propri saluti in apertura saranno invece il presidente del Pitigliani Bruno Sed e la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello. Modererà l'incontro Federico Ascarelli.
L'evento potrà essere seguito in presenza previa prenotazione scrivendo all'indirizzo email  - fino ad esaurimento posti - e in diretta Facebook sul canale UCEI alla pagina www. facebook.com/socialucei e sul sito webtv.ucei.it

LA CERIMONIA A ROMA 

Alberto Zapponini, Giusto tra le Nazioni

Durante l’occupazione tedesca a Roma Alberto Zapponini nascose nei suoi uffici diversi membri della famiglia Fiorentini, contribuendo in modo determinante alla loro salvezza. Per questo lo Yad Vashem di Gerusalemme lo ha riconosciuto Giusto tra le Nazioni. Un eroismo ricordato nel corso della cerimonia organizzata al Centro Ebraico Il Pitigliani in cui il rappresentante dell’ambasciata d’Israele Uri Zirinski ha consegnato l’attestato ufficiale dello Yad Vashem ai discendenti della famiglia Zapponini. Ad aprire l’evento i saluti della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, del Consigliere del Pitigliani Massimo Bassan e del Consigliere della Comunità ebraica di Roma Massimo Finzi. Ha poi portato la sua testimonianza Mirella Fiorentini Di Segni, classe 1927, storica insegnante alle scuole ebraiche romane, grazie alla quale è stato possibile attribuire a Zapponini, seppur postumo, il titolo di Giusto.

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L'INCONTRO A CASALE 

Leone Ginzburg, ritratto di un antifascista

Un viaggio nella vita di un grande italiano, esponente di quella cultura cosmopolita di cui è sempre stato portatore l’ebraismo, coerente fino in fondo con il suo impegno per la libertà. Si può riassumere così l’incontro dedicato al volume L’intellettuale Antifascista – Ritratto di Leone, firmato da Angelo d’Orsi (ed. Neri Pozza) e presentato nelle sale della Comunità ebraica di Casale Monferrato. Una presentazione che “fa parte di un percorso che abbiamo intrapreso in questo secondo semestre per parlare di antifascismo, sempre legandolo a temi e figure vicine al nostro mondo” spiega Elio Carmi, presidente della Comunità. 

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LA RICERCA DI UN ASSISTENTE BIBLIOTECARIO-ARCHIVISTA

Centro Bibliografico UCEI, il bando della Fondazione

La Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia (FBCEI) è alla ricerca di un assistente bibliotecario-archivista da inserire nell’attività di gestione del Centro Bibliografico Tullia Zevi. L'incarico consiste di una parte di assistenza al pubblico (quick reference, informazioni e assistenza inerenti ai principali servizi e alle risorse della biblioteca) e di attività di back office in collaborazione con il responsabile di sala. 
Tra i requisiti richiesti: diploma di laurea triennale; ottima conoscenza della cultura ebraica e dell’ebraismo italiano; buona conoscenza della lingua ebraica; ottima conoscenza della lingua inglese; comprovata esperienza lavorativa all’interno di una biblioteca per un periodo di almeno sei mesi; buona conoscenza degli strumenti informatici.
Clicca qui per il bando

L'impegno di Mattarella
Su un organo di informazione ebraico è apparsa una bella intervista a Giovanni Grasso, il portavoce del Presidente Mattarella, giornalista e scrittore, autore fra l’altro di un recentissimo libro sull’aviatore antifascista Lauro De Bosis, una bella storia dimenticata, Icaro, il volo su Roma.
Al centro dell’intervista è la particolare attenzione che il Presidente ha dedicato e dedica alle minoranze, a tutte le minoranze, non solo agli ebrei. Ma è un fatto e guardando ora indietro a questo settennato la cosa risulta con evidenza.
Anna Foa
Oltremare - Shopping
Una cosa che gli israeliani fanno quando vengono in Europa e soprattutto quando vengono in Italia è andare negli outlet. Conosco israeliani che hanno una mappa mentale degli outlet di buona parte della penisola, e si stupiscono se noi italiani non sappiamo da che parte cominciare quando si tratta di andare per mezze giornate o anche giornate intere a far spese, investendo stipendi interi e riempiendo valige da portare poi al ritorno in Israele e far crepare d’invidia amici e colleghi. 
Daniela Fubini
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Storie di Libia –  Perla Barki
Perla, ebrea di Libia. I suoi predecessori vi si erano trasferiti ai primi del Novecento quali commercianti che venivano dalla Turchia. Un bisnonno, Hacham Bashi, era rabbino capo: fu ammazzato dal Vizir al castello. Gli ebrei turchi erano discendenti dalla Spagna, dalla quale erano scappati in seguito all’Inquisizione. Difatti a casa parlavano il ladino.
 
David Gerbi
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