Qui Casale Monferrato
Leone Ginzburg, ritratto di antifascista

Un viaggio nella vita di un grande italiano, esponente di quella cultura cosmopolita di cui è sempre stato portatore l’ebraismo, coerente fino in fondo con il suo impegno per la libertà. Si può riassumere così l’incontro dedicato al volume L’intellettuale Antifascista – Ritratto di Leone, firmato da Angelo d’Orsi (Ed Neri Pozza) e presentato nelle sale della Comunità ebraica di Casale Monferrato. Una presentazione che “fa parte di un percorso che abbiamo intrapreso in questo secondo semestre per parlare di antifascismo, sempre legandolo a temi e figure vicine al nostro mondo” spiega Elio Carmi, presidente della Comunità. Anche per questo l’iniziativa è stata realizzata con Anpi di Valenza e Casale Monferrato.
Ad aprire gli interventi è Giovanni Bosco con la lettura di una poesia di Natalia Ginzburg in memoria del padre. “Parto dalla fine” esordisce il presidente di ANPI Valenza nel ricordare la tragica morte di Ginzburg nel carcere di Regina Coeli in cui era stato imprigionato e torturato dai nazifascisti. D’Orsi riavvolge il nastro ed eccoci nell’Italia di Gramsci, Gobetti, Rosselli e in particolare nella Torino degli anni ‘20 in cui Leone arriva in giovane età. “Un laboratorio di cultura, una fucina di eroi” lo cataloga d’Orsi, rievocando quel liceo D’Azeglio dove stavano crescendo i più grandi intellettuali italiani (Mila, Einaudi, Pavese…) e dove Ginzburg si trovò Norberto Bobbio come compagno di banco. E qui si comprende quanto d’Orsi, professore ordinario di Storia del pensiero Politico all’Università degli studi di Torino, sia coinvolto in questa genealogia intellettuale. “Bobbio per 20 anni mi ha chiesto di scrivere una biografia di Ginzburg” rivela e racconta come ha conosciuto e intervistato molti dei protagonisti delle vicende di Leone, persino Vittorio Giorgi, muratore comunista, con cui Ginzburg “socialista liberale” instaurò profonde riflessioni mentre era al confino.
Lo storico casalese Marco Sigaudo stimola il dibattito proprio sulla coerenza delle idee di quei giovani. Un movimento capace di una “Cospirazione alla luce del sole” come la definì Croce, e con la sua capacità narrativa d’Orsi è bravo a ricostruire un’Italia fascista molto complessa dove delazioni, blandizie, intrighi e ambiguità diventano una risorsa per il regime. Un mondo che finirà per diventare molto utile all’antisemitismo italiano. “Ginzburg, ebreo laico, nato in Russia, apprezzava il fatto che l’ebreo fosse naturalmente cosmopolita, lo vedeva come un contrasto al nazionalismo”. Poi il cerchio si chiude velocemente: Leone fa in tempo a porre la prima pietra della casa editrice Einaudi e comincia ad essere nelle mire del regime, gli arresti e il confino non faranno mai cessare il suo impegno fino al tragico epilogo. “Quando osserviamo queste figure e le accostiamo a quelle del presente ci prende un po’ di sconforto, forse queste vite devono nutrici facendoci ritrovare i nostri ideali” conclude d’Orsi.
Il prossimo appuntamento in cartellone con la stagione culturale della Comunità Ebraica casalese non sarà in vicolo Salomone Olper, ma al teatro Municipale di Casale, domenica 31 ottobre alle ore 16. Una sede scelta per dare a tutti la possibilità di partecipare all’incontro con Massimo Cacciari filosofo, accademico saggista, politico italiano ed ex sindaco di Venezia, e Michele Rosboch, professore di diritto all’Università degli Studi di Torino. Il tema della conferenza è “L’idea di giustizia dal pensiero classico all’ebraismo e cristianesimo”. L’ingresso a Teatro è libero a partire dalle 15, fino ad esaurimento di posti.

(a.a.)