“Eitan deve tornare in Italia”
La decisione della corte israeliana

Il tribunale della Famiglia di Tel Aviv ha stabilito in queste ore che Eitan Biran, unico sopravvissuto al disastro della funivia del Mottarone, dovrà essere riportato in Italia (“suo luogo di residenza abituale”). Il giudice Iris Ilotovich-Segal, nella sua sentenza, ha spiegato che “la corte non ha accettato l’affermazione del nonno che Israele fosse il normale luogo di residenza del minore, né l’affermazione che il minore avesse due residenze regolari – Israele e Italia. Il minore, un bambino di 6 anni, si è trasferito con tutta la sua famiglia in Italia quando aveva solo un mese”.
Il piccolo, che nell’incidente del Mottarone ha perso i genitori, il fratello e i bisnonni, era stato portato in Israele dal nonno materno, Shmuel Peleg, senza il consenso della zia paterna, Aya Biran, nominata sua tutrice legale dal Tribunale di Torino. Una nomina contesta da Peleg. Per la giudice Ilotovich-Segal invece la scelta della Corte italiana è stata fatta dopo un esame approfondito e il nonno paterno ha violato i diritti di custodia. Il tribunale israeliano ha inoltre ordinato a Peleg di pagare le spese processuali.
Il ritorno in Italia di Eitan era l’unica strada giuridicamente percorribile, aveva spiegato a Pagine Ebraiche l’avvocato Edwin Freedman, esperto di diritto di famiglia e in particolare di casi di sottrazione di minori. “L’’allontanamento del bambino è stato fatto in violazione dei termini della Convenzione dell’Aia sulla sottrazione di minori. Quindi dovrà essere ordinato il ritorno del bambino in Italia. – aveva dichiarato Freedman – Una volta che il bambino è in Italia, il tribunale lì determinerà chi deve essere il tutore e qual è il migliore interesse del minore. Questo spetta ai tribunali italiani”. Un dato evidenziato in queste ore anche nella sentenza firmata da Ilotovich-Segal, che ha ribadito l’importanza di rispettare la Convenzione dell’Aia. “In tutti i paesi firmatari un bambino trasferito illegalmente in un altro paese può tornare nel paese d’origine su ordine dei tribunali del paese in cui è stato rapito. Si tratta di una procedura civile” aveva anticipato Freedman a Pagine Ebraiche, spiegando l’iter del procedimento. “È la parte affidataria che porta l’azione in tribunale. In Israele è il Tribunale della Famiglia, a cui si chiede che venga ordinato il ritorno immediato del bambino in Italia”.