Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui              25 Novembre 2021 - 21 Kislev 5782
IL CURATORE DEL SANTUARIO DEL LIBRO A PAGINE EBRAICHE

“Rotoli del Mar Morto, patrimonio dell'umanità:
un tesoro da far conoscere e divulgare"

“Senza ombra di dubbio i Rotoli del Mar Morto sono tra le scoperte archeologiche più importanti di tutti i tempi. Sono un patrimonio inestimabile per l’ebraismo come per il mondo intero. Ed è il sogno di qualsiasi studioso poter avere tra le mani un simile tesoro”.
Dal 1994 Adolfo Roitman è il custode di questi antichissimi testi, scoperti tra il 1947 e il 1956 in undici grotte vicino a Khirbet Qumran, sulle rive nord-occidentali del Mar Morto, e oggi esposti al Santuario del Libro del Museo d’Israele. Oramai, spiega a Pagine Ebraiche, “parlo dei Rotoli come fossero miei ma ovviamente non è così, sono di tutti; il mio obiettivo è che chiunque, sia grandi che piccoli, possa leggerli e scoprirli”.
Per questo ha partecipato al progetto editoriale, a cura della spagnola Arte Scritta, che ha previsto la pubblicazione di sette Rotoli con traduzioni e commenti. Il primo volume è dedicato al Pesher Habakkuk ed è stato presentato da Roitman nella prestigiosa cornice delle Gallerie d’Italia a Milano. A promuovere l’evento l’associazione Amici Italiani del Museo d’Israele di Gerusalemme.

Nell’occasione lo studioso, autore di numerose ricerche sui Rotoli, ha raccontato al pubblico alcuni degli elementi che li caratterizzano. “Hanno circa duemila anni. Risalgono dal terzo secolo e.v. fino al primo secolo. La maggior parte dei rotoli sono stati scritti in ebraico. Un numero minore in aramaico o greco. La maggior parte era scritta su pergamena, con l’eccezione di alcuni scritti su papiro. La stragrande maggioranza dei rotoli è sopravvissuta come frammenti, solo pochi sono arrivati a noi intatti. Ed è nostro compito – ha affermato – proteggerli tutti”. Anche la storia della loro scoperta – ricostruita all’evento milanese da Marcello Fidanzio, docente del Centro di Judaica GMFF Goren Monti Ferrari Foundation – è straordinaria.
I primi sette rotoli furono scoperti per caso nel 1947 da beduini. Tre furono immediatamente acquistati dall’archeologo Eleazar Sukenik per conto dell’Università Ebraica; gli altri furono acquistati dal rappresentante della Chiesa siro-ortodossa di Gerusalemme Est, Mar Athanasius Samuel. Questi nel 1948 li portò negli Stati Uniti. Solo nel 1954 il figlio di Sukenik, Yigael Yadin, anche lui archeologo, riuscì a riportarli in Israele. Negli anni successivi, dal 1949 al 1956, furono scoperti altri frammenti di circa 950 rotoli diversi, sia dai beduini che da una spedizione archeologica congiunta dell’École Biblique et Archéologique Française e del Rockefeller Museum.

Leggi

LA SODDISFAZIONE DEL MONDO EBRAICO

“Charlottesville, la sentenza una vittoria contro l'odio"

Ventisei milioni di dollari. È quanto dovranno risarcire gli organizzatori del corteo neonazista svoltosi nell’agosto del 2017 a Charlottesville, in Virginia. Una delle più sconvolgenti iniziative del movimento suprematista americano, drammaticamente segnata dall’uccisione di una donna che protestava contro la marcia e che fu raggiunta da un’auto lanciata sulla folla a tutta velocità. Nel corteo razzista saluti ad Adolf Hitler e slogan come “Gli ebrei non ci rimpiazzeranno”.
La sentenza ha suscitato reazioni anche nel mondo ebraico. “Una grande vittoria contro gli estremisti” afferma tra gli altri Jonathan Greenblatt, ceo e direttore dell’Anti-Defamation League. “L’esito di questa causa civile – la sua prima valutazione – ha messo in luce la profondità dell’odio che ha motivato gli imputati e ha compromesso la loro capacità di intraprendere ulteriori azioni”. Un ruolo importante in questo senso l’ha avuto l’organizzazione stessa, tra le più antiche ong ebraiche d’America, identificando individui e gruppi che hanno dato vita al raduno e “documentando come tale evento fosse parte di un più ampio progetto caratterizzato da propaganda all’odio e da una serie di attacchi violenti che puntualmente si sono verificati”.
Un coinvolgimento nel segno di una lunga storia di attivismo e impegno finalizzati al bene comune. Greenblatt lo ricordava anche in una recente intervista con Pagine Ebraiche: “Il nostro obiettivo è un mondo in cui nessun gruppo o individuo soffra a causa di pregiudizi, discriminazioni, odio”.

Leggi

IL NUOVO ALLESTIMENTO INCENTRATO SULLE OPERE DEL MUSEO DEI LUMI DI CASALE

Dal Monferrato ad Innsbruck, la luce di Chanukkah
per illuminare il futuro di speranza

Trentadue candelabri d’artista, per un percorso dal forte impatto visivo ed emozionale.
Ad illuminare l’Austria sotto lockdown le opere di una straordinaria collezione che dal Museo dei Lumi di Casale Monferrato parzialmente confluirà fino al prossimo 27 febbraio (ma è possibile che si vada qualche settimana oltre) nella mostra “Chanukkah, Leuchter des lichterfestes” a cura del Tiroler LandesMuseen di Innsbruck. La mostra, allestita nell’ottocentesco Ferdinandeum e fortemente voluta dal direttore Peter Assmann, si sarebbe dovuto inaugurare quest’oggi. Perché questo accada e perché si possa visitarla ci vorrà ancora qualche giorno di pazienza. Ma non mancherà l’occasione per parlarne anche prima, attraverso accensioni “virtuali” che terranno alta l’attenzione su questo scintillante gioiello dell’Italia ebraica elaborato come concetto a metà Anni Novanta, nel 400esimo anniversario della sinagoga di Casale.



 

“La mostra è molto bella, il percorso espositivo mistico e spirituale. La luce e le ombre compartecipano a far vivere al visitatore un’esperienza davvero intima. Un viaggio dal grande valore artistico in cui le opere sono valorizzate sia come singoli pezzi che come collezione” spiega Daria Carmi, Young Curator del Museo dei Lumi, oggi intervenuta nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa. Coinvolta anche la sinagoga di Innsbruck, sorta nella stessa area in cui si trovava quella distrutta dai nazisti dopo l’Anschluss. “L’operazione acquista significato ancora più profondo rispetto ad altri prestiti”, evidenzia al riguardo Carmi. Dal Monferrato la luce dei candelabri d’artista si propaga infatti in luoghi, come questo, “dove può restituire nuovamente una forma a ciò che era diventato invisibile”.

Leggi

LA VENTICINQUESIMA EDIZIONE AL VIA A PISA

Nessiah, la novità del doppio palinsesto
"Un festival sempre più internazionale"

“In questo momento di grande difficoltà, in Italia in generale e nel settore della cultura in particolare, vogliamo cogliere una piccola opportunità: trasformare una eccellenza locale in un festival conosciuto e riconosciuto a livello nazionale e oltre”. Sono i propositi di Andrea Gottfried, direttore artistico e fondatore di Nessiah, per la nuova edizione del festival che prenderà il via nel fine settimana. Venticinquesima edizione, un quarto di secolo scandito da oltre 200 incontri che rendono questa storica iniziativa promossa dalla Comunità ebraica di Pisa una delle attività più longeve e riuscite nel suo genere. “Esodo: ritorno al futuro?” il tema-interrogativo che andrà a scandire l’appuntamento per il 2021 (clicca qui per il programma completo).
“Nella cultura ebraica – è stato ricordato durante la conferenza stampa tenutasi stamane – l’esodo ha il suo significato biblico-storico. Il popolo ebraico abbandona la schiavitù in Egitto e dopo 40 anni nel deserto giunge alla terra di Canaan, promessa ai figli d’Israele. Ma l’esodo ha anche un significato universale, oggi rilevante più che mai”. In un mondo alle prese con pandemie e cambiamenti climatici parlare di esodo significa infatti “parlare di speranza in un futuro migliore, uno sguardo verso la terra promessa di ciascuno”.


Uno sguardo e una prospettiva che vedranno Nessiah sdoppiarsi, con spettacoli dal vivo come di consueto ma anche una finestra digitale aperta al mondo. “Abbiamo cercato di fare tesoro della passata edizione, interamente online e con migliaia di visualizzazioni a ogni evento. Depauperare questo piccolo tesoretto ci sembrava un peccato. Da qui questa scelta inedita” spiega Gottfried a Pagine Ebraiche.
Il doppio palinsesto è una novità assoluta, preziosa per fare “di un festival di nicchia qualcosa di goduto e percepito anche fuori dal nostro territorio di riferimento”. Racconta ancora Gottfried: “Al tempo della pandemia l’istinto di sopravvivenza mi ha riportato a una pratica che avevo un po’ sospeso, e cioè quella di suonare. La musica è stata la mia salvezza, soprattutto di testa. Ho capito ancora di più quanto sia importante seguire le passioni, le cose che ci fanno stare bene. Sono loro, in fondo, a determinare il nostro benessere”. Di passione è fortemente intriso Nessiah: un festival della radici solide, ma capace ogni anno di rimodularsi e crescere. “È un festival che piace e che attrae sempre nuovi amici. Grazie a Nessiah in tanti hanno imparato a conoscerci, soprattutto nell’intimo: questa – sottolinea Maurizio Gabbrielli, presidente degli ebrei pisani e Consigliere UCEI – è una Comunità che ha tanta voglia di includere”.

(Nell'immagine in basso: Andrea Gottfried, ideatore e direttore di Nessiah)

Leggi

L'ESPERIENZA DI SERVIZIO PRESENTATA A REDAZIONE APERTA

Linea d'Ombra e l'aiuto ai migranti, archiviate le accuse

Dal 2015 ad oggi Gian Andrea Franchi e Lorena Fornasir – 85 anni lui, 68 lei – hanno scelto di dedicare tutto il loro tempo libero a una causa: offrire un primo conforto sia fisico che morale ai profughi che raggiungono Trieste, vera e propria porta d’Europa, dalla cosiddetta “rotta balcanica”. Un’esperienza di servizio che è stata al centro di un loro incontro con la redazione di Pagine Ebraiche in occasione dell’ultima edizione del laboratorio giornalistico Redazione Aperta. “Affrontano un viaggio drammatico e hanno storie terribili alle spalle. Noi però non chiediamo nulla. Non è questo il nostro compito. Noi cerchiamo di aiutarli, in silenzio”, la loro testimonianza relativa al presidio medico animato ogni giorno, con incrollabile dedizione personale e dei volontari dell’associazione Linea d’Ombra, all’esterno della stazione ferroviaria.
Attività che non è piaciuta a tutti a Trieste tanto da costare ad entrambi un processo con l’accusa di favoreggiamento del soggiorno di migranti clandestini. Un motivo di angoscia e turbamento, ma non al punto da farli desistere. “Noi – raccontavano infatti a Pagine Ebraiche – andiamo avanti comunque. Anche durante il Covid abbiamo continuato a presentarci in piazza. Curiamo le ferite di queste persone, i loro piedi martoriati dal viaggio interminabile. È un gesto politico che si scontra con l’indifferenza”.
Su questa vicenda è arrivato ora il lieto fine: il Tribunale di Bologna incaricato della pratica (non si è potuto procedere a Trieste perché Franchi è giudice onorario presso il locale tribunale dei minori) ha archiviato la causa “non emergendo elementi che consentano la sostenibilità dibattimentale dell’accusa”. Esultano Franchi e Fornasir: “Noi non ci siamo mai fermati in questi anni, neppure un giorno, ma è chiaro che la sentenza favorevole ci dia maggior impulso. Giustizia è fatta”.

(Nell'immagine: volontari di Linea d'Ombra in azione a Trieste)

Leggi

IL NUOVO SITO UCEI

Educazione e cultura ebraica, la sfida di Zeraim 

Proporre percorsi educativi per giovani e adulti che vogliano accrescere le proprie conoscenze. Offrire materiali utili a educatori, insegnanti e a tutti i cultori della materia che attraverso percorsi specifici potranno aggiornare le loro competenze. È la mission di www.zeraim.it, il primo sito di educazione e cultura ebraica italiana a cura dell’Area Cultura e Formazione UCEI diretta dal rav Roberto Della Rocca. In rete da qualche settimana, Zeraim nasce per essere “un luogo raccordo unitario, dinamico e interattivo, tra i vari protagonisti della vita e della cultura ebraica in Italia”. Non un archivio chiuso e statico, “ma piuttosto un laboratorio continuo di creazione e rielaborazione di informazioni, materiali e relazioni”.
Clicca qui per un video di presentazione dell’iniziativa.

Leggi

Machshevet Israel - A cento anni dalla "Stella"
Sì, un altro anniversario, e la “Stella”, per chi studia pensiero ebraico non solo in lingua ebraica, è Der Stern der Erlösung ossia La stella della redenzione, che il filosofo ebreo tedesco Franz Rosenzweig (Kassel 1986-Francoforte 1929) pubblicò con una piccola casa editrice ebraica nel 1921. In italiano essa circola solo dal 1985 grazie alla traduzione di Gianfranco Bonola, edita da Marietti (allora in Casale Monferrato, 460 pagine complessive), il cui saggio introduttivo è ancora oggi uno studio fondamentale per comprendere e collocare storicamente non solo quest’opera ma anche il suo autore. La filosofia ebraica del Novecento non sarebbe quella che è senza Rosenzweig (e il suo maestro Hermann Cohen).
Massimo Giuliani
Leggi
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Le testate giornalistiche non sono il luogo idoneo per la definizione della Legge ebraica, ma costituiscono uno strumento di conoscenza di diverse problematiche e di diverse sensibilità. L’Assemblea dei rabbini italiani e i suoi singoli componenti sono gli unici titolati a esprimere risoluzioni normative ufficialmente riconosciute. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo comunicazione@ucei.it Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: comunicazione@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.
Twitter
Facebook
Website