Nessiah, doppio palinsesto:
“Un festival sempre più internazionale”

“In questo momento di grande difficoltà, in Italia in generale e nel settore della cultura in particolare, vogliamo cogliere una piccola opportunità: trasformare una eccellenza locale in un festival conosciuto e riconosciuto a livello nazionale e oltre”. Sono i propositi di Andrea Gottfried, direttore artistico e fondatore di Nessiah, per la nuova edizione del festival che prenderà il via nel fine settimana. Venticinquesima edizione, un quarto di secolo scandito da oltre 200 incontri che rendono questa storica iniziativa promossa dalla Comunità ebraica di Pisa una delle attività più longeve e riuscite nel suo genere. “Esodo: ritorno al futuro?” il tema-interrogativo che andrà a scandire l’appuntamento per il 2021 (clicca qui per il programma completo).
“Nella cultura ebraica – è stato ricordato durante la conferenza stampa tenutasi stamane – l’esodo ha il suo significato biblico-storico. Il popolo ebraico abbandona la schiavitù in Egitto e dopo 40 anni nel deserto giunge alla terra di Canaan, promessa ai figli d’Israele. Ma l’esodo ha anche un significato universale, oggi rilevante più che mai”. In un mondo alle prese con pandemie e cambiamenti climatici parlare di esodo significa infatti “parlare di speranza in un futuro migliore, uno sguardo verso la terra promessa di ciascuno”.
Uno sguardo e una prospettiva che vedranno Nessiah sdoppiarsi, con spettacoli dal vivo come di consueto ma anche una finestra digitale aperta al mondo. “Abbiamo cercato di fare tesoro della passata edizione, interamente online e con migliaia di visualizzazioni a ogni evento. Depauperare questo piccolo tesoretto ci sembrava un peccato. Da qui questa scelta inedita” spiega Gottfried a Pagine Ebraiche.
Il doppio palinsesto è una novità assoluta, preziosa per fare “di un festival di nicchia qualcosa di goduto e percepito anche fuori dal nostro territorio di riferimento”. Racconta ancora Gottfried: “Al tempo della pandemia l’istinto di sopravvivenza mi ha riportato a una pratica che avevo un po’ sospeso, e cioè quella di suonare. La musica è stata la mia salvezza, soprattutto di testa. Ho capito ancora di più quanto sia importante seguire le passioni, le cose che ci fanno stare bene. Sono loro, in fondo, a determinare il nostro benessere”. Di passione è fortemente intriso Nessiah: un festival dalle radici solide, ma capace ogni anno di rimodularsi e crescere. “È un festival che piace e che attrae sempre nuovi amici. Grazie a Nessiah in tanti hanno imparato a conoscerci, soprattutto nell’intimo: questa – sottolinea Maurizio Gabbrielli, presidente degli ebrei pisani e Consigliere UCEI – è una Comunità che ha tanta voglia di includere”. Essenziale in tal senso il contributo degli sponsor, “a partire da Comune e Fondazione Pisa”.
Presenti alla conferenza stampa, tra gli altri, Stefano Del Corso presidente della Fondazione Pisa; Cosimo Bracci Torsi presidente della commissione attività culturali; Pierpaolo Magnani, assessore alla Cultura del Comune. Un’edizione, quella al via domenica, che si apre ulteriormente alla città ampliando le collaborazioni e abbracciando ulteriori spazi: tra gli altri Sinagoga, Teatro Nuovo, Gipsoteca di Arte Antica, Cineclub Arsenale, Auditorium di Palazzo Blu. Il via sarà dato da un incontro sull’umorismo ebraico organizzato in memoria di uno dei “padri” di Nessiah: l’ex presidente della Comunità ebraica Armando Castro, scomparso poco meno di un anno fa. “Fu proprio lui – ricorda Gabbrielli – a raccogliere l’idea di un giovanissimo Gottfried: un’intuizione bellissima e che continua vivere. Non potevamo che partire da lui, da una persona così importante per la storia recente della nostra Comunità”.

(Nell’immagine in basso: Andrea Gottfried)

(25 novembre 2021)