L'AMBASCIATORE ITALIANO BARBANTI DAL PRESIDENTE HERZOG
“Italia e Israele, legame forte"

“Benvenuto in Israele, Ambasciatore Sergio Barbanti. I legami italo-israeliani sono fiorenti in una serie di campi e non vedo l'ora di approfondire i nostri rapporti su questioni importanti per i nostri popoli e paesi”. Così il Presidente d'Israele Isaac Herzog, accogliendo le credenziali del nuovo ambasciatore d'Italia in Israele Sergio Barbanti. “Sono lieto di rappresentare l’Italia in Israele, terra ove si incrociano strade, fedi e idee. Una profonda amicizia unisce i nostri due Paesi, lambiti dallo stesso mare. - le parole del diplomatico in occasione dell'avvio del suo nuovo incarico - L’Ambasciata d’Italia continuerà ad essere un luogo di incontro tra Italia e Israele, un luogo in cui italiani e israeliani si sentano ugualmente a casa”.
Oltre a Barbanti, sono diversi i diplomatici che nelle ultime ventiquattro ore hanno presentato le proprie credenziali al Presidente Herzog. Tra questi, Thomas Nides, nuovo ambasciatore degli Stati Uniti in Israele, che avrà il compito di fare da tramite rispetto a un tema pressante per Gerusalemme: il pericolo Iran. “Siamo pronti ad accogliere positivamente una soluzione diplomatica ampia che risolva la minaccia nucleare iraniana. - ha sottolineato Herzog parlando con il diplomatico Usa - Ma se non si riuscisse ad arrivare a questa soluzione, sappiate che Israele avrà sempre tutte le opzioni aperte. Se la comunità internazionale non prenderà una posizione vigorosa su questo tema, Israele lo farà. Israele si proteggerà”.
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IL PROBLEMA CHE TOCCA L'INTERO PAESE
Dalle case al cibo, la costosa vita degli israeliani

Nei primi anni dello scorso decennio gli israeliani riempirono per alcuni mesi le piazze per protestare contro il caro-vita, in particolare contro il caro-abitazioni: per molte giovani coppie la prima casa era proibitiva, a meno di non abitare lontano dai luoghi di lavoro e passare lunghe ore imbottigliati nel traffico. Da quelle proteste scaturirono due importanti provvedimenti del governo Netanyahu: un pacchetto di misure mirate ad aumentare l’offerta di alloggi e contenerne i prezzi; una legge che imponeva lo smantellamento dei conglomerati industriali e finanziari, posseduti da “oligarchi” come i Dankner e gli Arison, che dominavano l’economia israeliana impedendo la concorrenza e tenendo artificiosamente alti i prezzi in molti settori.
Quei due importanti provvedimenti hanno purtroppo avuto, a distanza di anni, effetti trascurabili: il costo degli immobili ha continuato a galoppare, anche per effetto del bassissimo livello dei tassi d’interesse a livello mondiale; le restrizioni agli oligarchi e ai conglomerati hanno rafforzato la democrazia israeliana e hanno reso più etica l’economia ma non hanno avuto effetti apprezzabili sulle tasche dei consumatori.
Israele continua a essere un paese dove il costo della vita è molto elevato rispetto al potere d’acquisto e al reddito medio. Questo vale non solo per Tel Aviv, dove il turista italiano rimane spiazzato dai prezzi degli hotel, dei ristoranti e dei supermercati, ma per tutto il paese. Negli ultimi mesi l’israeliano medio si lamenta di un ulteriore perdita di potere d’acquisto: nonostante il recente apprezzamento dello shekel, che in teoria dovrebbe ridurre il costo dei beni importati, è accaduto che i prezzi nei supermercati, che erano già alti, sono aumentati ulteriormente. A provocare questo nuovo rialzo dei prezzi è, come in altri paesi, l’aumento dei prezzi internazionali dell’energia e delle materie prime.
Aviram Levy
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LA SIMBOLICA ACCENSIONE A ROMA
Al Colosseo, otto lumi simbolo di vita

Per costruire il Colosseo l’imperatore Vespasiano impiegò i denari sottratti al Tempio di Gerusalemme appena distrutto e migliaia di prigionieri di guerra ebrei condotti in catene a Roma. Un luogo quindi di dolore, afflizione, negazione dell’altrui identità già prima che entrasse in funzione.
“Erano anni che avevo questa idea: portare la festa ebraica della luce davanti a questo edificio così drammaticamente significativo nella storia del nostro popolo” racconta rav Menachem Lazar, rabbino della sezione di Piazza Bologna del movimento Chabad. Ieri sera, in occasione dell’ultima accensione della Chanukkiah, è riuscito in questo suo simbolico proposito. Otto lumi accesi sopra un candelabro di ghiaccio, con lo sfondo proprio del Colosseo. La vita, sottolinea, “che vince sulla morte”.
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IL CICLO "FESTE EBRAICHE - APPUNTAMENTI TRA LE GENERAZIONI"
Chanukkah e l'educazione alla differenza

“Chanukkah significa educazione. Viene dalla radice chinuch che significa educare. E per noi è un'educazione alla differenza. Noi siamo testimoni di una cultura di minoranza che lotta affinché ci siano sempre minoranze all'interno della società”. Di fronte al pericolo della perdita di identità, l'ebraismo propone la difesa della propria cultura, del diritto di essere diversi, e lo fa attraverso l'educazione. È uno dei significati di Chanukkah ricordati da rav Roberto Della Rocca, direttore dell'Area Cultura UCEI, in occasione del primo evento del ciclo di incontri “Feste Ebraiche - Appuntamenti tra le generazioni" promosso dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, dal Centro Ebraico il Pitigliani e dall'Unione Giovani Ebrei d'Italia. Un primo incontro dedicato proprio a Chanukkah, nel giorno conclusivo della festa.
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L'ULTIMA ACCENSIONE CON LA PARTECIPAZIONE DELLE ISTITUZIONI CITTADINE
Casale, una luce da condividere

“Vorrei che dicessimo insieme la parola ‘luce’, non è una preghiera, ma una esortazione”. È tardo pomeriggio e si sta concludendo l'ultimo giorno della festa di Chanukkah, quando Elio Carmi, presidente della Comunità ebraica di Casale Monferrato (nell'immagine con il sindaco della città Federico Riboldi) fa questa richiesta al pubblico che si è radunato nel complesso di vicolo Salomone Olper. A partecipare, persone arrivate da Israele, dalle altre Comunità ebraiche italiane e naturalmente da Casale. Autorità, amici, sostenitori, curiosi e turisti.
Chanukkah è in momento dell’anno che rende forse meglio di tutti il lavoro compiuto dalla Comunità ebraica di Casale Monferrato sul territorio e la sua capacità di essere polo di aggregazione, culturale ma non solo.
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IL PREMIO CONFERITO ALL'ASSESSORE DELLA CULTURA DELA CITTÀ
Livorno ebraica, un grazie nel segno della festa
Un'ultima sera di Chanukkah segnata a Livorno da un ringraziamento alle istituzioni della città. Nell'occasione il Benè Berith "Isidoro Kahn" ha conferito infatti all'assessore alla Cultura del Comune, Simone Lenzi, la "Chanukkiah d'oro". Un ringraziamento per l'impegno svolto nella promozione della cultura ebraica in città. La cerimonia di premiazione, svoltasi con il patrocinio della Comunità ebraica di Livorno, ha avuto luogo dinanzi alla Chanukkiah posta di fronte alla sinagoga di piazza Benamozegh. Ad introdurre l'evento, spiegando il significato della festa, il rabbino capo Avraham Dayan.
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OTTO GIORNI, OTTO LUMI / 8
Figli dell’intendimento
Nel famoso canto Maoz Tzur composto nella Germania del 13° secolo da un autore sconosciuto di nome “Mordekhay” è scritto: ‘I greci si erano riuniti contro di me, al tempo degli Asmonei, sfondarono le mura delle mie torri e resero impuri tutti gli oli. Ma da ciò che rimase nelle giare venne fatto un grande miracolo. Coloro che ebbero intendimento, per otto giorni, stabilirono melodia e canti di gioia’. Per quale ragione per i saggi che fissarono la festa di Chanukkà dopo quegli avvenimenti meritarono l’appellativo di “Benè Binà/figli dell’intendimento”? C’è un verso del Cantico dei Cantici che dice (7:14): “Le mandragole effondono la loro fragranza, e sulle nostre porte ci sono frutti squisiti di ogni genere…”. Il Midrash spiega che “le mandragole effondono la loro fragranza” rappresenta Ruben, il primogenito di Giacobbe e Lea e “sulle nostre porte ci sono frutti squisiti di ogni genere” è un’allusione alle nostre Chanukkyot. Il Chatam Sofer (Moses Schreiber 1762–1839) spiega il collegamento tra il patriarca Ruben e la festa di Chanukkà.
Rav Adolfo Locci, rabbino capo di Padova
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Complottisti, prendiamoli sul serio

David Bidussa ha citato il rapporto Censis sul Pensiero irrazionale. Brividi e tremori. Pare infatti dovremo abituarci a vivere in mezzo a ogni sorta di persone convinte che esistano i poteri forti, che il COVID non esista e via discorrendo, a finire con i terrapiattisti e i seguaci di streghe e stregoni.
Il complottismo ha una lunga storia. È esploso dopo la rivoluzione francese, di nuovo in vicinanza di quella russa (vedi i Protocolli dei Savi di Sion), per citarne solo i momenti più acuti. Se è l’esito delle rivoluzioni, lo è pare anche delle pandemie.
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Oltremare - Nomi

Da qualche settimana a questa parte ci trapassa le orecchie senza pietà ad ogni ora possibile la pubblicità via radio di una compagnia del Gas, in cui, per dire che con il loro gas si può avere l'acqua calda senza limiti e senza mai aspettare, una bambina urla dalla porta alla mamma chiedendo se tutta una serie di amici possono andare a far la doccia da loro. E gli amici, compagni di scuola o di giochi si suppone, si chiamano quasi tutti con il nome e poi la specifica "maschio" o "femmina". Questo non perché la mamma non darebbe il permesso ai maschietti o alle femminucce, ma perché in Israele pullulano i nomi di persona neutri, e quindi per comodità la bambina - con il pragmatismo assoluto dei bambini - specifica. Può fare la doccia da noi Amit-la-femmina? E Amit-il-maschio?
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Storie di Libia - Ariel Arbib

Ariel Arbib, ultimo di cinque figli e l’unico nato in Italia da una famiglia ebraica di Libia. È una delle persone più influenti della Comunità ebraica tripolina. L’intervista si svolge nel Tempio Spagnolo, situato sotto il Tempio Maggiore in via Catalana a Roma. Tutta la famiglia Arbib, partendo dai suoi avi, ha sempre vissuto a Tripoli. Almeno fino al 1948.
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