“Italia e Israele, legame forte”

“Benvenuto in Israele, Ambasciatore Sergio Barbanti. I legami italo-israeliani sono fiorenti in una serie di campi e non vedo l’ora di approfondire i nostri rapporti su questioni importanti per i nostri popoli e paesi”. Così il Presidente d’Israele Isaac Herzog, accogliendo le credenziali del nuovo ambasciatore d’Italia in Israele Sergio Barbanti. “Sono lieto di rappresentare l’Italia in Israele, terra ove si incrociano strade, fedi e idee. Una profonda amicizia unisce i nostri due Paesi, lambiti dallo stesso mare. – le parole del diplomatico in occasione dell’avvio del suo nuovo incarico – L’Ambasciata d’Italia continuerà ad essere un luogo di incontro tra Italia e Israele, un luogo in cui italiani e israeliani si sentano ugualmente a casa”.
Oltre a Barbanti, sono diversi i diplomatici che nelle ultime ventiquattro ore hanno presentato le proprie credenziali al Presidente Herzog. Tra questi, Thomas Nides, nuovo ambasciatore degli Stati Uniti in Israele, che avrà il compito di fare da tramite rispetto a un tema pressante per Gerusalemme: il pericolo Iran. “Siamo pronti ad accogliere positivamente una soluzione diplomatica ampia che risolva la minaccia nucleare iraniana. – ha sottolineato Herzog parlando con il diplomatico Usa – Ma se non si riuscisse ad arrivare a questa soluzione, sappiate che Israele avrà sempre tutte le opzioni aperte. Se la comunità internazionale non prenderà una posizione vigorosa su questo tema, Israele lo farà. Israele si proteggerà”.
Secondo i media israeliani, il capo del Mossad, David Barnea, è volta a Washington per presentare la possibilità di un’azione militare contro l’Iran. Azione più volte presentata come inevitabile da Gerusalemme nel caso in cui il regime di Teheran si avvicini all’atomica. E soprattutto nel caso in cui la via negoziale fallisca. Un’eventualità non così remota, considerando le difficoltà dei colloqui di Vienna, dove Iran e i firmatari dell’accordo sul nucleare del 2015 stanno da mesi ridiscutendo l’intesa. A riguardo, il Primo ministro israeliano Naftali Bennet ha chiesto “ad ogni Paese impegnato nei colloqui con l’Iran a Vienna di assumere una rigida linea e chiarire che Teheran non può arricchire l’uranio e al tempo stesso negoziare”.