Luce che vince sulla morte,
Chanukkah illumina il Colosseo
Per costruire il Colosseo l’imperatore Vespasiano impiegò i denari sottratti al Tempio di Gerusalemme appena distrutto e migliaia di prigionieri di guerra ebrei condotti in catene a Roma. Un luogo quindi di dolore, afflizione, negazione dell’altrui identità già prima che entrasse in funzione.
“Erano anni che avevo questa idea: portare la festa ebraica della luce davanti a questo edificio così drammaticamente significativo nella storia del nostro popolo” racconta rav Menachem Lazar, rabbino della sezione di Piazza Bologna del movimento Chabad. Ieri sera, in occasione dell’ultima accensione della Chanukkiah, è riuscito in questo suo simbolico proposito. Otto lumi accesi sopra un candelabro di ghiaccio, con lo sfondo proprio del Colosseo. La vita, sottolinea, “che vince sulla morte”.
“Il progetto – spiega rav Lazar – si è potuto concretizzare nell’arco di pochi giorni grazie all’impegno fondamentale di alcune persone: in particolare di Alfredo Ascalone, che per primo si è attivato per farci arrivare a questo traguardo così importante, e la vicepresidente del Primo municipio Alessandra Sermoneta che ci ha garantito tutti i permessi necessari in tempi rapidi”. Ad unirsi alla celebrazione, tra gli altri, il rav Roberto Colombo e l’ex presidente della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici. Adesione a distanza per il Testimone della Shoah Sami Modiano. “Purtroppo – dice rav Lazar – non è stato possibile averlo con noi. La sua disponibilità è stata però piena e toccante. Lo aspettiamo il prossimo anno”.
(6 dicembre 2021)