Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui   12 Dicembre 2021 - 8 Tevet 5782
DAFDAF DICEMBRE 2021 

Saul Steinberg, la grande arte raccontata ai bambini

Prendete un sacchetto di carta, uno normalissimo, uno di quelli di carta marrone in cui di solito si mette il pane. Disegnateci sopra una faccia. Mettetevelo in testa. Non è una maschera perfetta?.
Si aprono così le pagine dedicate a Saul Steinberg sul nuovo numero di DafDaf, che al protagonista di una grande mostra aperta in queste settimane dedica anche la copertina (dove compare ritratto da Evelyn Hofer). La mostra, a Milano in Triennale, si intitola “Saul Steinberg Milano New York” e raccoglie disegni a matita, a penna, a pastello; opere realizzate con timbri e ad acquerello, maschere di carta, oggetti e sculture, stoffe, collages… un insieme multiforme, capace di incuriosire anche i giovani lettori. Di se stesso Steinberg diceva: “Io sono una mano che disegna”.
Dai suoi personaggi, dopo l’introduzione del mese scorso quando per la prima volta sono comparsi sul giornale ebraico dei bambini i mostri113, “un po’ supereroi, un po’ pupazzi mostruosi”, passiamo ora ai Mangiapaure. Nati a Trieste grazie a Roberta, la giocattolaia un po’ artista e un po’ maga che li crea, hanno ognuno la sua specialità e un nome che si associa alla difficoltà da affrontare. Il Mangiabuio, il primo, è un mostro luminoso, paziente, protettore dei sogni e del sonno. Fa scorpacciate di brutti sogni e di presenze notturne. 

Per le ricette della consueta rubrica “in cucina”, curata da Claudia De Benedetti, serve questa volta un po’ di pazienza: sono due dolci a base di polenta. “Quando avrete versato a filo la farina nella pentola con acqua e sale – ci viene spiegato – il segreto per ottenere un composto omogeneo, senza grumi, è mescolare lentamente, a lungo, con una frusta, mentre piano piano il composto si addensa e cuoce. Dovrete resistere per almeno un’ora e se la costanza non vi appartiene invitate qualche amico e datevi il cambio così trascorrerete del buon tempo in allegria”. Intanto magari si può cercare qualcosa di interessante da fare mentre le torta cuoce: i materiali non mancano, e ritrovarli è più facile da quando è online il nuovo sito dell’Area Cultura e Formazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, presentato questo mese sulle pagine di DafDaf. Si chiama Zeraim perché zeraim sono i “semi” che una volta piantati possono crescere e fiorire grazie alle cure di chi vi si dedica. Quanto più ricche e appassionate saranno queste cure, tanto più dolci e numerosi saranno i suoi frutti. Oppure, mentre si gira con calma la polenta durante la cottura, si potrebbe leggere insieme qualcosa, magari a turno, qualche pagina ciascuno. La lettura di DafDaf, non dimentichiamolo, è facilitata, in tutti i suoi elementi, grazie all’adozione del carattere Leggimi che possiamo usare grazie alla collaborazione con Sinnos.
Sul giornale, per la rubrica Libri, questo mese presentiamo un volume appena pubblicato da Caissa, che si intitola Sassolino. Scritto da Marius Marcinkevičius, illustrato da Inga Dagile, è stato tradotto in italiano da Elena Montemaggi. L’autore ha spiegato di aver saputo ciò che è successo a Vilnius durante il nazismo grazie ai racconti della nonna e di sua sorella, zia Veronika. “Poi mi sono documentato a lungo. Ho scelto di raccontare come possono sentirsi i bambini che vivono una situazione del genere. Sono sempre stato interessato alla trasformazione della coscienza umana”.
Buone letture!

Ada Treves social @ada3ves

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L'ANNUNCIO DEL PRIMO MINISTRO 

Israele, storica visita nel Golfo:
Bennett oggi negli Emirati

Per la prima volta nella storia un Primo ministro israeliano visiterà gli Emirati Arabi Uniti. L’annuncio è arrivato dal diretto interessato, Naftali Bennett, durante il Consiglio dei ministri svoltosi stamane. “Quest’oggi stesso sarò negli Emirati” le parole del premier, che dovrebbe quindi riuscire in quello che, a causa della pandemia e di altre complicazioni impreviste, non fu possibile al suo predecessore (oltre che protagonista degli Accordi di Abramo di cui questa visita è il frutto) Benjamin Netanyahu. Tra i vari incontri il premier d’Israele si confronterà ad Abu Dhabi con lo sceicco Mohammed bin Zayed al-Nahyan. Si parlerà, annuncia il suo ufficio, di “rapporti bilaterali, con una particolare attenzione alla sfera economica come fonte di prosperità e benessere reciproci”. Una giornata quindi storica per Israele e per i suoi nuovi alleati del Golfo: sullo sfondo, con sentimenti di segno opposto, una crisi con l’Iran che potrebbe presto precipitare in uno scontro armato. È lo scenario ipotizzato da vari media che, al riguardo, citano un ordine che dal ministro della Difesa Benny Gantz (in visita in questi giorni negli Usa) sarebbe stato diramato all’esercito: quello, cioè, di “tenersi pronti” a colpire anche militarmente il regime degli ayatollah.

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IL PROGETTO EDITORIALE UCEI

Da Bereshit a Devarim, pagine di Torah per i giovani

Si completa, con la pubblicazione di Devarim, la collana La mia Torah curata dall’UCEI e volta ad offrire ai più giovani la lettura del testo biblico con un riadattamento rigorosamente fedele all’originale, affiancata da note, chiarimenti e glosse, nonché testi di letteratura midrashica e commenti dei saggi. Un libro diverso dagli altri, si evidenzia, perché “è il grande profeta Moshè a rivolgersi al popolo in prima persona”.
Il progetto nel suo insieme, scandito in cinque tappe come cinque sono i libri della Torah e frutto di una collaborazione con l’editore Giuntina, sarà al centro di un evento in programma mercoledì 15 alle 18 con diretta streaming sul canale Facebook e sulla webtv UCEI.
Interverranno, coordinati da Odelia Liberanome, la Presidente UCEI Noemi Di Segni, l’assessore all’Educazione Livia Ottolenghi, il direttore dell’Area Cultura e Formazione rav Roberto Della Rocca, le autrici Anna Coen e Mirna Dell’Ariccia.

LA SCOMPARSA DELL'ULTIMO TESTIMONE DI SANT'ANNA DI STAZZEMA

Enrico Pieri (1934-2021)

“Penso spesso a Sant’Anna di Stazzema, con tutti i suoi poveri morti”. È quanto racconterà, in una delle sue ultime interviste, il rav Elio Toaff. Un ricordo indelebile per chi come lui, partigiano di una brigata attiva in quella zona, vi arrivò poche ore dopo l’eccidio. “La prima casa che trovammo – la sua testimonianza al Corriere – era alla Vaccareccia: fumava ancora. Dentro c’erano i corpi di un centinaio di persone, in maggioranza donne e bambini. Le Ss, quattro colonne da 100 uomini ciascuna di quella stessa XVI divisione che ha agito poi a Marzabotto, li avevano chiusi lì dentro, poi avevano dato fuoco alla paglia e avevano gettato dentro delle bombe. Vedemmo un ammasso irriconoscibile…”.
Su quella drammatica vicenda si chiude ora un capitolo, quello della testimonianza diretta. Profondo il dolore del Capo dello Stato Sergio Mattarella e delle istituzioni nell’apprendere della scomparsa di Enrico Pieri, uno dei pochissimi sopravvissuti, l’ultimo a lasciarci. “Un infaticabile custode della memoria e un uomo di pace”, il ricordo di Mattarella.
Pieri è stato il volto, la voce di quell’orrore. E il protagonista di molte battaglie appassionate, anche al fianco del mondo ebraico. Significativo l’incontro, nel 70esimo anniversario della strage, con l’allora Presidente UCEI Renzo Gattegna in visita a Sant’Anna. Una giornata storica e un chiaro messaggio rivolto anche ai tanti giovani presenti: “Gli orrori del passato non torneranno a verificarsi nelle nostre vite e in quelle dei nostri figli soltanto se saremo capaci di apprendere la terribile lezione di quel 12 agosto”.
Sia il suo ricordo di benedizione.

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LA CERIMONIA IN CAMPO DEL GHETTO NOVO 

Venezia, la ferita e il ricordo

Fra il 5 e il 6 dicembre del 1943, per ordine del questore, presero avvio anche a Venezia gli arresti e i rastrellamenti di cittadini ebrei. Nei campi di sterminio nazisti finiranno in tutto in 246. Come ogni anno, la Comunità ebraica veneziana ha scelto di onorarne il ricordo con una cerimonia che si è svolta davanti alla lapide posta in loro memoria in Campo del Ghetto Novo, insieme al monumento commemorativo della Shoah opera dello scultore Arbit Blatas (1908-1999). Ad officiare la cerimonia il rav Roberto Della Rocca.

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IL DOCUFILM CHE RACCONTA ANCHE LO STORICO CONCERTO DI TEL AVIV

Toscanini, l'arte del Maestro e quelle scelte di libertà

Indelebile, nella memoria ebraica e d’Israele, resta il gesto di Arturo Toscanini. Quella sua scelta di recarsi a Tel Aviv, a proprie spese, per dirigere il concerto inaugurale dell’appena costituita Filarmonica israeliana (nota allora, in assenza di uno Stato, come Palestine Orchestra) al cui interno operavano diversi artisti in fuga dalla Germania nazista. “Toscanini portava, oltre alla sua impareggiabile Arte interpretativa, il senso altissimo di libertà, di dignità umana e di uguaglianza sociale” la sintesi di un grande Maestro contemporaneo come Riccardo Muti, che avrebbe fatto rivivere quel programma nell’ottantesimo anniversario dalla sua esecuzione. C’è anche quel memorabile concerto al centro del docufilm “Io, Arturo Toscanini”, realizzato da Paola Severini Melograni e Maurizio Gianotti e tratto dalla biografia Toscanini. La vita, le passioni, la musica di Piero Melograni e dallo spettacolo teatrale ad essa ispirato, con protagonista Arnoldo Foà.

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La sacralità del Monte del Tempio e il voto all'Onu
Il recente voto all’Assemblea generale dell’Onu che ha visto ancora una volta l’Italia votare a favore della mozione che prescrive per l’area del Monte del Tempio di Gerusalemme l’uso della sola espressione in arabo (al Haram al Sharif), negando con ciò ogni rapporto con la storia e la tradizione ebraica, ha provocato delusione e rabbia in misura superiore rispetto al passato. Questo perché il contesto internazionale e, soprattutto, il nuovo quadro politico nazionale avevano fatto sperare in un comportamento della delegazione italiana diverso.
                                                                          Valentino Baldacci
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La rabbia e l'orgoglio
Mercoledì 12 dicembre 2001, venti anni fa, usciva in libreria La rabbia e l’orgoglio di Oriana Fallaci. La forza di un libro forse, più che nelle idee, sta nel linguaggio che fonda. La sua durata nel tempo sta nel fatto che un altro libro, e dunque un altro linguaggio, in grado di tenergli testa, ancora oggi, venti anni dopo, non c’è.
 
                                                                          David Bidussa
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Fantasmi della libertà
C’è uno spettro che si aggira per l’Europa è non è quello del comunismo e neanche del fascismo bensì quel fantasma della libertà che è costituito dall’aggrapparsi al discorso della «identità». Soprattutto quando quest’ultima è millantata per una qualche forma di un diritto proprio, assoluto, inderogabile, insindacabile («io sono ciò che dichiaro di essere, punto e basta») mentre nei fatti è invece un dovere imposto a terzi, in nessun modo negoziabile («avete l’obbligo di piegarvi alla signoria della mia persona, altrimenti siete in fallo»).
                                                                          Claudio Vercelli
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