Arturo Toscanini, l’arte di un Maestro
e quelle scelte di libertà

Indelebile, nella memoria ebraica e d’Israele, resta il gesto di Arturo Toscanini. Quella sua scelta di recarsi a Tel Aviv, a proprie spese, per dirigere il concerto inaugurale dell’appena costituita Filarmonica israeliana (nota allora, in assenza di uno Stato, come Palestine Orchestra) al cui interno operavano diversi artisti in fuga dalla Germania nazista. “Toscanini portava, oltre alla sua impareggiabile Arte interpretativa, il senso altissimo di libertà, di dignità umana e di uguaglianza sociale” la sintesi di un grande Maestro contemporaneo come Riccardo Muti, che avrebbe fatto rivivere quel programma nell’ottantesimo anniversario dalla sua esecuzione. C’è anche quel memorabile concerto al centro del docufilm “Io, Arturo Toscanini”, realizzato da Paola Severini Melograni e Maurizio Gianotti e tratto dalla biografia Toscanini. La vita, le passioni, la musica di Piero Melograni e dallo spettacolo teatrale ad essa ispirato, con protagonista Arnoldo Foà.
Prodotto da Luce Cinecittà e Superangeli2, “Io, Arturo Toscanini” sarà presentato questo mercoledì alle 16.30 al Teatro Regio di Parma sua città natale (ingresso libero, prenotazione obbligatoria su teatroregioparma.it). Tra i partecipanti il sindaco Federico Pizzarotti e la direttrice del teatro Anna Maria Meo.
Una nuova occasione per parlare di questo straordinario personaggio e del suo riverbero dentro e fuori i confini dell’arte. “Durante la rappresentazione – ricorda Paola Severini a proposito della pièce teatrale – Foà ad un certo momento non segue più il testo e, nella veste di Arturo Toscanini dice: ‘Oggi ho acceso radio Londra e hanno finalmente dato la notizia dell’armistizio dell’8 settembre: la voce era quella di un giovane attore italiano, una voce particolare: si chiama Arnoldo Foà!’, e qui dal pubblico, come da un sol uomo, un boato! Due sole serate, prima al TeatroValle di Roma poi al Politeama di Prato: quasi due ore, un one man show, come fosse stato un ragazzo di vent’anni”.
“In quella occasione – prosegue – nasce la nostra amicizia: noi quattro, Piero Melograni ed io, Arnoldo Foà e la sua ultima moglie Anna Procaccini. Sarà un periodo speciale, soprattutto per Anna e per me: ascoltare due uomini così particolari che costruiscono insieme un pezzo di teatro per ricordare il più grande direttore d’orchestra mai esistito”.