Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui    22 Dicembre 2021 - 18 Tevet 5782

LA MISSIONE A GERUSALEMME DEL RAPPRESENTANTE DEGLI STATI UNITI

"Usa e Israele, serve una strategia comune
per garantire la sicurezza in Medio Oriente"

Il messaggio pubblico più chiaro per gli Stati Uniti è arrivato dal Presidente d'Israele Isaac Herzog. "L'Iran è una bomba a orologeria che minaccia Israele e tutto il Medio Oriente”, ha dichiarato Herzog durante la cerimonia per i diplomati dell'aeronautica militare. “Sto seguendo i negoziati sull'accordo nucleare, e invito la comunità internazionale a non farsi sviare e a non sottovalutare la gravità della minaccia”, ha aggiunto. “La minaccia nucleare iraniana deve essere neutralizzata una volta per tutte, con o senza un accordo. All'Iran non deve essere permesso di acquisire la capacità di costruire armi nucleari”. Parole molto chiare che arrivano dopo un l'incontro con il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, in visita a Gerusalemme per parlare soprattutto della questione iraniana con la controparte israeliana. Controparte che, come dimostrano le parole di Herzog, non è disposta a fare sconti a Teheran e chiede ai suoi alleati di non cedere alle richieste del regime degli Ayatollah. 
Sullivan ha spiegato di essere stato inviato in Israele dal presidente Joe Biden “perché, in un momento critico per entrambi i nostri paesi su una serie di questioni di sicurezza rilevanti, è importante che ci sediamo insieme e sviluppiamo una strategia comune, una prospettiva comune”. Sul versante opposto, il Primo ministro Naftali Bennett ha ricordato a Sullivan che “ciò che accade a Vienna ha profonde ramificazioni per la stabilità del Medio Oriente e la sicurezza di Israele per i prossimi anni”. Un riferimento ai negoziati in corso a Vienna che, secondo i diplomatici europei, stanno "rapidamente raggiungendo la fine del percorso".

LA PROTESTA DI AMBASCIATA ISRAELIANA E UCEI PER L'AUDIZIONE ALLA CAMERA

"Non semplici ong palestinesi, ma sponsor del terrore.
L'Italia presti ascolto alle indicazioni da Israele"

Scioccati “dal fatto che un terrorista condannato e due organizzazioni terroristiche come Al-Haq e Addameer, entrambe parte dell’organizzazione terroristica Fronte popolare per la liberazione della Palestina, siano state formalmente invitate a parlare” alla Camera. È il duro messaggio di protesta inviato dall’ambasciata d’Israele a seguito dell’audizione del direttore generale di Al-Haq, Shawan Jabarin, e della rappresentante di Addameer, Sarah Francis, di fronte al Comitato della Camera sui diritti umani, presieduto da Laura Boldrini. Una presa di posizione condivisa dalla presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, che, intervistata dal Tg2, ha ribadito come “ospitare in audizione due associazioni che rappresentano non ong, ma associazioni di terrorismo, ci sorprende, colpisce e fa male. La nostra aspettativa è che il governo italiano e le istituzioni più alte, come la Camera e il Comitato per i diritti umani, diano ascolto alle informazioni che vengono trasmesse da Israele”. In particolare, secondo la rappresentanza diplomatica israeliana, “nel 2009 la Corte Suprema d'Israele ha descritto Jabarin come un ‘dottor Jekyll e Mister Hyde’, che agisce a volte quale responsabile di un’organizzazione per i diritti umani, a volte come ‘attivista di un’organizzazione terroristica’”. L’ambasciata ha poi evidenziato che l'organizzazione “Addameer ha rappresentato in tribunale Samer Arbid, un terrorista palestinese che lavorava in quell’organizzazione e che ha ucciso in modo crudele e disumano Rina Shnerb, una giovane donna israeliana innocente il cui unico ‘crimine’ era la sua identità ebraica”.

LA GIORNATA DELLA LINGUA EBRAICA - LE INIZIATIVE DELL'ACCADEMIA ISRAELIANA

Un anno in una parola

Una parola per raccontare un anno. È l'idea lanciata nel 2020 dall'Accademia della Lingua ebraica e ripetuta anche per questo 2021. Agli israeliani viene chiesto sostanzialmente di votare una parola in ebraico che ritengono riassuma nel modo più preciso l'anno civile passato. Il sondaggio è ancora aperto e terminerà il prossimo 24 dicembre con la chiusura della settimana dedicata alla lingua ebraica. Al momento al primo posto c'è טרלול, tirlul, traducibile con follia e scelta dal 35 per cento dei votanti. Un chiaro riferimento alla complicata situazione che viviamo tutti a causa della pandemia. Al secondo posto, tra le parole dell'anno, c'è invece vaccino, חיסון (hisun), che racchiude in sé un'accezione più positiva. Al terzo posto, c'è variante, תשנית, e si parla quindi ancora di pandemia. Tra i termini invece non legati alla crisi sanitaria, אקלים (Aklim), clima, è al quarto posto, nel segno di un'altra emergenza che coinvolge il pianeta. Ma ci sono anche termini meno impegnativi come l'olimpica מדליית זהב (medaliat zaav), medaglia d'oro che ricorda gli storici risultati ai Giochi di Tokyo di Israele.
Per celebrare la lingua, l'Accademia ha inoltre deciso di affidare ad un cantautore una dedica musicale all'ebraico. Ne è venuta fuori “Una canzone in ebraico”, firmata dal rapper Omer HaBaron e cantata assieme alla Shalva band, gruppo di musicisti con disabilità diventato celebre in Israele.

L'INCONTRO DEL SINDACO GUALTIERI CON I VERTICI DELLA COMUNITÀ

“Ebrei di Roma, patrimonio di tutti”

“Una comunità antichissima che arricchisce la nostra città con i suoi valori, la sua cultura e le sue tradizioni: un patrimonio di tutti”. Così il sindaco di Roma Roberto Gualtieri nell’accogliere in Campidoglio la presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello e il rabbino capo rav Riccardo Di Segni. Insediatosi a fine ottobre, nel suo primo giorno di mandato il primo cittadino della Capitale aveva fatto sosta al Tempio Maggiore davanti alla lapide in ricordo dei deportati nei campi di sterminio. L’ultima tappa di un percorso che l’aveva portato in precedenza anche all’Altare della Patria, a Porta San Paolo, al Mausoleo delle Fosse Ardeatine. “Un giusto omaggio ai caduti della Resistenza, della Shoah e delle guerre. È molto importante perché il futuro si costruisce sempre con la memoria”, fu il suo commento. Recentemente Gualtieri è anche intervenuto alla prima accensione della Chanukkiah in piazza Barberini. “La Comunità ebraica – il suo messaggio in quella serata – è forse la più romana tra le componenti della città. Al tempo è stesso dotata di una proiezione internazionale che arricchisce tutti noi”. Il sindaco aveva anche esaltato il significato di una festa che dimostra come “la difesa della propria identità sia compatibile con l’apertura e il dialogo”.

Ticketless - Rileggere Chiaromonte
Molti anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, un grande giornalista Ugo Stille (Mickail Kamenetzky), di origine russa, esule per larga parte della vita, commemorando Nicola Chiaromonte fece appello a due versetti della Commedia nei quali si compendia per così dire una ritualità che coinvolse tanti ebrei dantofili: «Facesti come quei che va di notte/ che porta il lume a sé non giova/ ma dopo sé fa le persone dotte» (Purgatorio, XXII, 67-69). Non vedo come si possa finire meglio l’anno dantesco. 
Il Meridiano dedicato a Chiaromonte appena pubblicato è però un dono prezioso, per altre ragioni: si tratta di un omaggio a un grande dimenticato. Da Svevo, come Montale in Ossi di seppia, Chiaromonte ereditò il timore per gli “ordegni universali” capaci di rendere priva di senso l’idea di libertà. “Credere e non credere” è un suo libro di straordinaria attualità.
Alberto Cavaglion
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Periscopio - Il nono cerchio dell'Inferno
Come abbiamo ricordato nella nostra nota di mercoledì scorso, il nono cerchio dell’Inferno dantesco, il più profondo, è destinato all’eterno supplizio dei traditori, la cui colpa, evidentemente, è considerata la più grave di tutte. Questo cerchio è diviso, a sua volta, in quattro zone, la più bassa delle quali, la Giudecca, racchiude i traditori dei benefattori, ritenuti i più esecrabili in assoluto.
Francesco Lucrezi
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