“Usa-Israele, serve
una strategia comune”

Il messaggio pubblico più chiaro per gli Stati Uniti è arrivato dal Presidente d’Israele Isaac Herzog. “L’Iran è una bomba a orologeria che minaccia Israele e tutto il Medio Oriente”, ha dichiarato Herzog durante la cerimonia per i diplomati dell’aeronautica militare. “Sto seguendo i negoziati sull’accordo nucleare, e invito la comunità internazionale a non farsi sviare e a non sottovalutare la gravità della minaccia”, ha aggiunto. “La minaccia nucleare iraniana deve essere neutralizzata una volta per tutte, con o senza un accordo. All’Iran non deve essere permesso di acquisire la capacità di costruire armi nucleari”. Parole molto chiare che arrivano dopo un l’incontro con il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, in visita a Gerusalemme per parlare soprattutto della questione iraniana con la controparte israeliana. Controparte che, come dimostrano le parole di Herzog, non è disposta a fare sconti a Teheran e chiede ai suoi alleati di non cedere alle richieste del regime degli Ayatollah.
Sullivan ha spiegato di essere stato inviato in Israele dal presidente Joe Biden “perché, in un momento critico per entrambi i nostri paesi su una serie di questioni di sicurezza rilevanti, è importante che ci sediamo insieme e sviluppiamo una strategia comune, una prospettiva comune”.
Sul versante opposto, il Primo ministro Naftali Bennett ha ricordato a Sullivan che “ciò che accade a Vienna ha profonde ramificazioni per la stabilità del Medio Oriente e la sicurezza di Israele per i prossimi anni”. Un riferimento ai negoziati in corso a Vienna che, secondo i diplomatici europei, stanno “rapidamente raggiungendo la fine del percorso”. Ovvero il ritorno a un’intesa sul nucleare sembra sempre più difficile. Soprattutto quando di fronte si ha un Iran sempre più in mano ai falchi, che prosegue con la sua aggressiva politica espansionistica in Medio Oriente, oltre a continuare la sua corsa verso l’atomica. Da settimane le massime autorità israeliane mostrano i muscoli e avvertono che l’esercito del paese è pronto ad agire militarmente contro il regime di Teheran. Era già accaduto in Siria e in Iraq, con operazioni che erano state clamorosi successi. Con l’Iran però la situazione sul terreno è diversa. Sarà ancor più complicato raggiungere gli obiettivi, evitando di subire danni significativi. E non ha aiutato il lungo articolo pubblicato sul New York Times, in cui fonti interne all’esercito israeliano mettono in dubbio la capacità dell’esercito stesso di avviare un azione militare contro le centrali nucleari iraniane. “Il danno di questo pezzo è così grande che penso che dovrebbe essere avviata un’indagine per trovare le persone citate e prendere provvedimenti contro di loro. Hanno minato la sicurezza nazionale israeliana”, ha dichiarato un ex ufficiale al giornalista israeliano Ben Caspit. Secondo Nitzan Alon, incaricato del portafoglio Iran come capo delle operazioni dell’esercito d’Israele, il paese “ha la capacità di attaccare in Iran e ha continuato a svilupparla anche negli ultimi anni. Mentre le priorità dell’esercito si sono spostate nel tempo in base alle indicazioni del corpo politico e ad altre minacce emergenti, è importante ricordare che anche oggi abbiamo l’abilità di danneggiare significativamente la capacità nucleare dell’Iran e penso che Israele debba continuare ad aggiornare questa capacità e migliorarla costantemente”.