Un anno in una parola

Una parola per raccontare un anno. È l’idea lanciata nel 2020 dall’Accademia della Lingua ebraica e ripetuta anche per questo 2021. Agli israeliani viene chiesto sostanzialmente di votare una parola in ebraico che ritengono riassuma nel modo più preciso l’anno civile passato. Il sondaggio è ancora aperto e terminerà il prossimo 24 dicembre con la chiusura della settimana dedicata alla lingua ebraica. Al momento al primo posto c’è טרלול, tirlul, traducibile con follia e scelta dal 35 per cento dei votanti. Un chiaro riferimento alla complicata situazione che viviamo tutti a causa della pandemia. Al secondo posto, tra le parole dell’anno, c’è invece vaccino, חיסון (hisun), che racchiude in sé un’accezione più positiva. Al terzo posto, c’è variante, תשנית, e si parla quindi ancora di pandemia. Tra i termini invece non legati alla crisi sanitaria, אקלים (Aklim), clima, è al quarto posto, nel segno di un’altra emergenza che coinvolge il pianeta. Ma ci sono anche termini meno impegnativi come l’olimpica מדליית זהב (medaliat zaav), medaglia d’oro che ricorda gli storici risultati ai Giochi di Tokyo di Israele.
Per celebrare la lingua, l’Accademia ha inoltre deciso di affidare ad un cantautore una dedica musicale all’ebraico. Ne è venuta fuori “Una canzone in ebraico”, firmata dal rapper Omer HaBaron e cantata assieme alla Shalva band, gruppo di musicisti con disabilità diventato celebre in Israele. “La richiesta dell’Accademia, per me un grande onore, è arrivato dopo che ho scritto canzoni legate all’ebraico. – ha raccontato HaBaron in un’intervista – Una di queste era dedicata alla parola ‘fare’ (עשיתי – Asiti). Un’altra canzone, ‘Hatulim’ (gatti), racconta di un uomo che voleva scrivere lunghi messaggi alla sua amante e invece alla fine le manda un video di… gatti”. Un modo per prendere un po’ in giro chi non sfrutta a pieno “la bellezza della lingua”. Una bellezza, aggiunge HaBaron, che ha cercato di raccontare nella sua “Una canzone in ebraico”.

Di seguito la traduzione

Una canzone in ebraico
Che mi cantava la mamma
Una canzone in ebraico
Che studiavamo in classe

Una canzone per la lingua che è nomade, tra sacro e il profano, nelle generazioni
Canzone che si scrive in 22 lettere.
Tu (ndt=lingua) che hai fatto l’alyà (sei venuta in Israele) da tutti i lembi del mondo
Dalla Cheit gutturale dii mio fratello allo Yiddush con pronuncia “mil-el” (ndt = pronuncia sull’ultima sillaba)
Tu che ci ha dato i nomi da Cnaan a Israele, affinché non ci sparpagliassimo nella diaspora
Come la Torre di Babele

Una canzone in ebraico
Che mi cantava la mamma
Una canzone in ebraico
Che studiavamo in classe

E oggi sei leggera come la Shin fischiettante di un bambino che passa per strada
A volte sei rigorosa come la Reish di un ancor man (ndr=deve essere R pronunciata come in italiano e non come in francese)
E quando ti vuoi riposare sai prendere in prestito le parole dalle altre lingue
Una parola buona
Ma anche un po di parolacce generose…

Ebraico: la gente lotte per te ogni giorno, tutto il tempo
Ancora credono che la penna sia più forte della spada
Discutono se si dice Calzini rosa o Calzine Rosa (nel testo garbaim vrudim o vrudot)
Ma è lo stesso calzino.
Ho visto un poddle che correggeva un Sanbernardo che abbaiava WofWof in inglese a BenYehuda verso sera, che in ebraico si deve dire “HavHav”
hai ragione disse, ma adesso, allora?
Forse “qui è seppellito il cane?” (ndr -riferito ad una espressione di origine tedesca significa “questa è la vera ragione, la vera questione”)
Ebraico: la lotta su di te non è facile
Te lo dico “dugri” (ndr – lo dico con sincerità), che è una parola in arabo, e non sto facendo la parte del polacco (modo di dire di chi fa il pungolo e dice le cose senza peli sulla lingua)
Come hanno detto prima di me Yossi Banai (noto cantante e attore) e Rivka Michaeli (nota attrice storica) l’ebraico è una “difficile lingua”
In uno studio (televisivo o radiofonico) vuoi raccogliere (comprendere) tutti, ma è difficile comprendere te!
C’è qualcosa in te che è fuori dal comune
Sei come un chef yemenita che all’insalata aggiunge il formaggio bulgaro e con un “voilà” in francese dice “adesso è un’insalata greca”!

Una canzone in ebraico
Che mi cantava la mamma
Una canzone in ebraico
Che studiavamo in classe