DONATO DI VEROLI (1924-2022) - LA COMMOZIONE DEL QUARTIERE EBRAICO
Il saluto degli ebrei romani all'ultimo Testimone
È tradizione, tra gli ebrei romani, che prima della sepoltura la salma di una persona scomparsa transiti davanti al Tempio Maggiore e nelle strade limitrofe. L’ultimo saluto all’ombra del luogo che più rappresenta l’identità ebraica locale, perno e punto di riferimento di un quartiere che, tra tante prove, si è sempre risollevato. Un luogo caro anche a Donato Di Veroli, l’ultimo Testimone romano della Shoah a lasciarci, la cui scomparsa, avvenuta nelle scorse ore all’età di 98 anni, chiude definitivamente – almeno per quanto riguarda la Capitale – il capitolo della testimonianza diretta.
Catturato da fascisti e consegnato ai nazisti di via Tasso pochi giorni dopo l’eccidio delle Fosse Ardeatine, Di Veroli era sopravvissuto ad Auschwitz-Birkenau, Strutthof, Natzweiler e Dachau. Molti volti commossi l’hanno salutato quest’oggi, in questo suo ultimo passaggio in “Piazza”. Con l’impegno a non dimenticare la sua storia, il suo coraggio, i valori che l'hanno contraddistinto.
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IL FISCHIETTO ISRAELIANO OGGI PROTAGONISTA A ROMA
Italia-Brasile, quaranta anni dopo
Le emozioni del Paese e dell'arbitro Klein
In assenza di soddisfazioni dal campo e con l’imbarazzante sequel di una defezione “mondiale”, per l’Italia dal pallone non resta che accontentarsi di un tuffo nella nostalgia. E quale migliore occasione del quarantesimo anniversario della sfida che, a detta degli esperti, merita forse più di ogni altra, nella nostra pur gloriosa storia calcistica, l’articolo determinativo davanti: “la” partita, quindi.
Italia-Brasile dei Mondiali di Spagna scalda ancora il cuore. A confermarlo, insieme al sentimento popolare, le tante iniziative che stanno caratterizzando questa giornata di celebrazioni. Nel nome di Paolo Rossi, l’indimenticabile “Pablito” che con la sua tripletta spianò agli Azzurri la strada della finale. Ma anche degli altri eroi del Sarrià, dalla saracinesca Zoff in avanti.
È una giornata particolare anche per l’arbitro che diresse quella partita da leggenda, l’israeliano Abraham Klein, che sarà oggi protagonista di molti eventi (a partire da una mostra su “Pablito” organizzata a Roma dal Coni). “Una giornata che non posso dimenticare” ha detto appena pochi mesi fa, in visita al Museo del Calcio di Coverciano. Davanti ai suoi occhi molteplici testimonianze e cimeli di allora. Sul suo volto, inevitabile, qualche lacrima.
Arbitro dalla grande esperienza internazionale, Klein rischiò però di non esserci, anche se non certo per demeriti professionali. Quell’estate, a livello familiare, fu infatti segnata dalla drammatica guerra con il Libano che avrebbe portato il figlio Amit a partire per il fronte. Klein, angosciato per la sua sorte, fu in dubbio fino all’ultimo. Un giorno però, risolutivo, gli arrivò in albergo un telegramma: “Oggi, come sai, è il mio compleanno. Lo sto festeggiando qui, in Libano. Molti miei amici sono morti e il mio cuore è spezzato, ma parliamo molto della Coppa del Mondo e io sto aspettando con impazienza di vederti arbitrare una partita. Con amore”. E fu così che Klein fece il suo dovere di arbitro, entrando anche lui nella Storia.
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IL NUOVO PRIMO MINISTRO D'ISRAELE OGGI DA MACRON
Dall'Iran ad Hezbollah, l'agenda di Lapid
Cambiano i primi ministri, non le priorità. In cima all’agenda della missione in Francia del nuovo capo di governo d’Israele, Yair Lapid, c’è infatti l’Iran.
“La Francia è un importante partner strategico di Israele”, le parole di Lapid prima di intraprendere il suo primo viaggio all’estero da Premier. “Uno dei motivi del viaggio – ha poi affermato – è il fatto che la Francia è uno dei paesi coinvolti nell’accordo nucleare con l’Iran”. Obiettivo dichiarato, far sentire la voce di Gerusalemme in merito all’intesa con Teheran che ormai da tempo i firmatari vogliono ricucire. In continuità con i predecessori Bennett e Netanyahu, Lapid esprimerà, nelle sue parole, “il nostro parere contro questo pericoloso accordo”.
“Ne parlerò con il mio amico Presidente Macron. È importante che la comunità internazionale sappia che sulla questione iraniana la società israeliana è unita, con un’unica voce, con una sola posizione”. Un funzionario parte della delegazione del Premier ha spiegato a France 24 che Israele non si oppone all’idea di raggiungere un’intesa, ma alla formulazione che è stata fatta, considerata troppo morbida nei confronti di Teheran.
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LA SCOMPARSA DELLA GRANDE FOTOGRAFA
Lisetta Carmi (1924-2022)
È scomparsa all’età di 98 anni Lisetta Carmi, tra le più importanti fotografe italiane. Fu Leo Levi, il grande musicologo, ad instradarla verso quest’arte durante un viaggio in Puglia il cui obiettivo era quello di registrare melodie e canti della tradizione ebraica. Con l’occasione Carmi acquistò la sua prima macchina fotografica ed ebbe un doppio innamoramento: verso quell’oggetto e le sue infinite potenzialità. Ma anche verso la Puglia, dove viveva da molti anni.
Carmi era nata a Genova e a causa delle leggi razziste del ’38 aveva dovuto abbandonare la scuola pubblica per poi rifugiarsi in Svizzera. Alla fine della guerra si era diplomata al conservatorio di Milano come pianista e aveva intrapreso, con successo, una serie di concerti in Italia e all’estero.
La carriera di fotografa, iniziata nella sua Genova, l’avrebbe portata a molte esperienze significative. Tra cui due viaggi per documentare la realtà di Israele, svolti negli Anni Sessanta e da poco ripercorsi in una suggestiva mostra ospitata nei locali della Comunità ebraica di Casale Monferrato (a curarla Daria Carmi e Giovanni Battista Martini).
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Il rovescio della medaglia
Israele va nuovamente a elezioni. Il che dimostra la forza della democrazia, si è detto. Ed è vero: piuttosto che una dittatura, le elezioni sono un buon segno. Ma la medaglia ha il suo rovescio. È anche vero che in Israele c’è una spaccatura che impedisce al suo popolo di trovare un equilibrio politico, e sociale, che preoccupa non poco chi ama il paese e ricorda con nostalgia l’idealismo delle sue origini.
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Sopravvivenza minacciata
Nel 1823 il Presidente americano James Monroe enunciò la “Monroe doctrine”, sintetizzata in “America per gli americani” che, in teoria, comportava l’esclusione di ogni potenza non americana dalla colonizzazione o comunque da ogni interferenza negli affari del continente americano.
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Scegliere, non cancellare
I media ci hanno recentemente informato che la costruzione di un monumento dedicato a Guglielmo Marconi, padre della telegrafia senza fili e della radio nonché premio Nobel nel 1909, è stata sospesa e verrà probabilmente accantonata a Cardiff, nei cui paraggi (dall’isola di Flat Holm al largo della città, per la precisione) avvenne nel 1897 la prima trasmissione radiofonica in mare aperto.
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