Lisetta Carmi (1924-2022)

È scomparsa all’età di 98 anni Lisetta Carmi, tra le più importanti fotografe italiane. Fu Leo Levi, il grande musicologo, ad instradarla verso quest’arte durante un viaggio in Puglia il cui obiettivo era quello di registrare melodie e canti della tradizione ebraica. Con l’occasione Carmi acquistò la sua prima macchina fotografica ed ebbe un doppio innamoramento: verso quell’oggetto e le sue infinite potenzialità. Ma anche verso la Puglia, dove viveva da molti anni.
Carmi era nata a Genova e a causa delle leggi razziste del ’38 aveva dovuto abbandonare la scuola pubblica per poi rifugiarsi in Svizzera. Alla fine della guerra si era diplomata al conservatorio di Milano come pianista e aveva intrapreso, con successo, una serie di concerti in Italia e all’estero.
La carriera di fotografa, iniziata nella sua Genova, l’avrebbe portata a molte esperienze significative. Tra cui due viaggi per documentare la realtà di Israele, svolti negli Anni Sessanta e da poco ripercorsi in una suggestiva mostra ospitata nei locali della Comunità ebraica di Casale Monferrato per il Festival di Fotografia MonFest 2022 (a curarla Daria Carmi e Giovanni Battista Martini).
Tra i protagonisti dell’allestimento, come già raccontavamo su Pagine Ebraiche, “giocatori di carte yemeniti che potrebbero essere usciti da un film neorealista, lo sguardo fiducioso di un immigrato da San Nicandro, campi beduini, un giovanissimo e magrissimo militare: mitra, peot, una divisa che sembra di due taglie in più…”. E poi bambini, moltissimi bambini. La fotografia di un Paese in crescita, proteso verso il futuro.
Una mostra come omaggio e come atto di riconoscimento, sottolineava Daria Carmi nell’inaugurarla, “alla sua ricerca e produzione fotografica in molti anni di attività, dove cifra estetica e valore documentale si sommano restituendo un lavoro prezioso e significante”.
Sia il suo ricordo di benedizione.

Israele visto da Lisetta

Il complesso ebraico di Casale Monferrato ha ospitato, dal 25 marzo al 12 giugno scorso, una fra le ultime mostre di Lisetta Carmi che l’ha vista attivamente coinvolta. Trentacinque scatti inediti più otto già pubblicati, esposti in Sala Carmi. Un corpus di opere fotografiche su Israele finalmente entrato come percorso espositivo nell’Archivio Lisetta Carmi, frutto di due viaggi in Israele, nel 1962 e nel 1967. Per la prima volta quelle immagini e quella esperienza biografica erano esposti in un ambiente ebraico.
Un successo misurabile in migliaia di visitatori, in recensioni entusiaste di quotidiani nazionali e servizi TV, che ha segnato per tanti la scoperta di un’artista immensa per la capacità di raccontare i mondi con cui si interfacciava. E che a me, curatrice dell’evento insieme a Giovanni Battista Martini, ha dato la possibilità e l’onore di entrare in contatto una persona meravigliosa.
Certo avremmo voluto che Lisetta avesse ancora avuto la possibilità di seguire altre cento mostre, dopo la nostra, ma mi piace pensare che questa, allestita in una sala che, per pura combinazione, è dedicata a persone con il suo stesso cognome, sia stata in qualche modo un ritorno alle origini.
L’ebraismo per Lisetta, nata dalle più antiche famiglie ebraiche di Genova, era diventato nell’età adulta solo uno dei tanti elementi della sua identità cosmopolita. Con la mostra di Casale, però, l’ebraismo italiano era tornato ad incontrala, dedicandole articoli e pensieri d’affetto ed oggi mi piace pensare che quelle fotografie esposte a pochi metri da una sinagoga siano state un saluto reciproco tra lei e le sue radici.

Daria Carmi – Young Curator presso la Fondazione Arte, Storia e Cultura Ebraica di Casale Monferrato e del Piemonte Orientale Onlus

(5 luglio 2022)