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14 Settembre 2018 - 5 Tishri 5778
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Ephraim Mirvis, rabbino capo d'Inghilterra
Nostro compito, fino all'ultima energia, è anche quello di contrastare i perpetratori di odio, crudeltà e violenza.
 
Gadi
Luzzatto
Voghera,
direttore
Fondazione CDEC
Il voto di monito espresso dal Parlamento Europeo nei confronti dell’Ungheria per le ripetute violazioni dello stato di diritto in quel paese è un passaggio cruciale di maturazione dell’intera Unione Europea, ma rischia di arrivare troppo tardi. Siamo infatti a pochi mesi dalle elezioni che rinnoveranno proprio quel Parlamento, e non c’è più tempo per far seguire al voto delle efficaci azioni politiche. Al contrario, questa netta contrapposizione rischia di portare acqua al mulino dei populismi antieuropeisti alimentandone la campagna elettorale. Quando un governo come quello di Viktor Orban si contrappone in maniera così netta ai più elementari principi di democrazia liberale e viene isolato a livello internazionale, il rischio di derive sempre più estreme è dietro l’angolo. Quando Mussolini decise di imbarcarsi nell’impresa coloniale africana muovendo guerra all’Etiopia, la Società delle Nazioni decretò le famose sanzioni all’Italia che ebbero come effetto da un lato una decisiva spinta verso l’alleanza del fascismo italiano con la Germania nazista, e dall’altro una moltiplicazione delle retoriche nazionaliste che sfociarono – fra l’altro – nella promulgazione delle leggi antiebraiche del 1938.

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L'Iron Dome a Riad?
L’Arabia Saudita sarebbe pronta ad acquistare da Israele il sistema anti-missile Iron Dome per proteggere la sua frontiera meridionale dall’attacco (tramite Scud) dei ribelli sciiti in Yemen. L’annuncio dell’accordo, sottolinea La Stampa, è stato dato dai media del Golfo. E se confermato, viene spiegato, “segnerebbe un balzo storico nelle relazioni fra il Regno saudita e lo Stato ebraico, due Paesi che collaborano in segreto da anni nel campo dell’Intelligence e della sicurezza ma che non hanno ancora relazioni diplomatiche”. Sempre a proposito di Israele, il Corriere segnala in breve il congedo del portavoce del Primo ministro per la stampa estera David Keyes, accusato di molestie da dodici donne. “Alla luce delle accuse false e menzognere nei miei confronti – le sue parole – ho chiesto di prendere una pausa per ristabilire il mio buon nome. Sono certo che la verità verrà alla luce”.

“In giro non c’è Hitler ma forse dei piccoli Mussolini”. Le parole del commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, che ieri ha espresso preoccupazione per la situazione europea e in particolare per quella italiana, anche su questioni economico-finanziarie, hanno suscitato forti reazioni nel governo. A partire dai ministri Di Maio e Salvini, con quest’ultimo che ha commentato: “Si deve sciacquare la bocca”. Il governo gialloverde, scrive il Corriere, “è visto da molte cancellerie come populista e pericoloso”.
 
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  davar
il ricordo delle leggi razziste al senato
"1938, una ferita sempre aperta

Costituzione nostra garanzia"
“Da Auschwitz non si esce mai. La missione che mi sono posta mi accompagnerà pertanto fin quando avrò le energie necessarie, con una particolare attenzione al mondo della scuola. Senso della storia e valori costituzionali sono il nostro più importante baluardo contro coloro che hanno la forza, ma non la ragione”.
Un lungo applauso della platea saluta le parole della senatrice a vita Liliana Segre, intervenuta stamane con una nuova straordinaria testimonianza su quei giorni, nell’aula Koch di Palazzo Madama, in occasione della presentazione del volume Razza e inGiustizia, curato da Antonella Meniconi e Marcello Pezzetti, che rappresenta il contributo congiunto di Consiglio Superiore della Magistratura, Consiglio Nazionale Forense e Unione delle Comunità Ebraiche Italiane per una riflessione su legalità e responsabilità nell’80esimo anniversario dalla promulgazione delle Leggi razziste.
Anniversario che, ha esordito la presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati, impone l’obbligo morale di fare i conti con la propria storia. “A maggior ragione – spiega – questo vale per i rappresentanti delle istituzioni di questo paese”. Una stringente responsabilità, la chiama: l’obbligo di affiancare all’indignazione e alla condanna legate alla memoria di avvenimenti e di comportamenti intollerabili, il coraggio dello studio, dell’approfondimento, della ricerca”.
Giovanni Legnini, vicepresidente del Csm, ha parlato di pubblicazione “unica” e “polifonica”. E ciò in ragione della varietà di contributi che hanno coinvolto storici, studiosi, esperti di diritto. “Uno dei momenti più alti e significativi – ha sottolineato – del nostro mandato”.
Andrea Mascherin, presidente del Consiglio Nazionale Forense, ha sottolineato l’urgenza di una riflessione sul presente, a difesa dello Stato di diritto. “Si parla spesso di linguaggio dell’odio, ma – il suo allarme – non ci si sofferma forse a sufficienza sulla sua pericolosità. I segnali purtroppo non sono soltanto degli ultimi quattro, cinque mesi. È qualcosa che sta maturando da tempo e contro il quale dobbiamo reagire”.
Un anniversario, il messaggio della presidente UCEI Noemi Di Segni, “da tenere a mente con molta lucidità, così come teniamo a mente attraverso altri momenti del calendario ebraico i tentativi di annientamento del nostro popolo e della nostra cultura avvenuti nei secoli e nei millenni”. Una Memoria che non deve affievolirsi, “nonostante le grida e le pretese di chi oggi pensa di poter imporne l’oblio”.
A concludere la prima sessione di interventi Esther Hayut, presidente della Corte Suprema di Israele. “La Shoah – ha detto – è un evento senza precedenti nella storia, ma non nasce in uno spazio vuoto. È infatti l’esito di un odio radicato, che nei secoli cambia forma ma che da sempre accompagna le vicende del popolo ebraico. L’odio più antico che esista”. Ad essere ricordata la figura di Guido Tedeschi, cacciato nel ’38 dall’Università di Siena e quindi protagonista delle istituzioni giuridiche israeliane. Per quanto concerne il tradimento subito dagli ebrei italiani con l’entrata in vigore delle Leggi, Hayut ha inoltre invitato alla lettura degli scritti di Primo Levi e Giorgio Bassani. “Tra tanta indifferenza e complicità – ha poi aggiunto – voglio ricordare anche i meriti di chi si oppose: tra gli altri il ciclista Gino Bartali, che lo Yad Vashem ha voluto tra i suoi Giusti”.
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il ricordo delle quattro giornate
"Napoli, una lezione di libertà"
“Pizza, spaghetti e mandolino è lo stereotipo per i napoletani e per estensione degli italiani, ma in quei giorni i napoletani non avevano niente eppure sono il popolo che si è liberato da sé dell’occupazione, prima dell’arrivo degli Alleati”.
È il messaggio che Giovanni Nistri, Comandante generale dell’Arma dei carabinieri, ha voluto trasmettere alla platea in occasione dell’incontro ‘L’eccidio dei carabinieri della stazione Porto e la liberazione della città’ organizzato nel 75esimo anniversario delle Quattro Giornate di Napoli nell’aula magna dell’Università Federico II. Un momento di confronto tra storia, necessità del ricordo e impegno proiettato al futuro che ha raccolto un significativo interesse.
“L’8 settembre del ’43 – ha osservato la Presidente UCEI Noemi Di Segni – rappresenta uno spartiacque. Tra un’Italia che ha scelto di resistere e un’Italia che ha scelto di assistere e subire l’occupazione tedesca. Napoli, città medaglia d’oro al valore militare, sperimentò una precocissima sommossa popolare, di reazione, alle violenze, alla distruzione e i bombardamenti, ai rastrellamenti, alle deportazioni dei militari, di civili, di comuni cittadini, tra cui i cittadini ebrei”.
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il progetto ucei realizzato dall'ari
Prodotti casher, ecco la lista
Dalle bevande agli alimentari, la lista dei prodotti casher stilata dall’Assemblea Rabbinica Italiana in raccordo con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che ha coordinato il progetto, è fruibile sul sito istituzionale UCEI.
Un utile strumento, sottolinea il presidente dell’Ari rav Alfonso Arbib, per aiutare i consumatori a orientarsi nelle loro scelte. “Non è stato facile, c’è stato un grosso lavoro di controllo e di revisione e la lista dovrà essere costantemente aggiornata. Succede spesso che i certificati di kashrùt scadano e non vengano rinnovati. Siamo però convinti dell’utilità di questo sforzo – osserva il rav – e speriamo che questo possa aiutare più persone a mangiare kasher”.
All’interno della lista, che sarà costantemente aggiornata, si trovano essenzialmente tre categorie di prodotti: “Quelli che hanno un hekhshèr ortodosso e in corso di validità; quelli di aziende che pur non riportando l’hekhshèr sulla confezione, sono stati attentamente verificati; quelli, infine, per lo più provenienti dall’estero, che compaiono nelle liste kasher delle Rabbanuiòt locali”.


bilancio sociale 6 / musei ebraici 
Cultura, una leva strategica
Ambasciatori di cultura, luoghi di formazione, apertura e incontro, i musei ebraici hanno un ruolo sempre più importante in una società che si confronta con le minoranze con fatica sempre maggiore. Non più contenitori di oggetti pur preziosi e ricchi di storia, i grandi luoghi deputati a raccontare le tradizioni e la cultura dell’ebraismo si trasformano in vere e proprie istituzioni dedite alla formazione. Forti di principi didattici e pedagogici, capaci di grandi investimenti sul futuro, puntano sui giovani e sui giovanissimi.
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il riconoscimento della sissco
"Salvarsi, libro dell'anno"
“Sono molto contenta. È un riconoscimento importante e non mi era mai successo prima di essere applaudita da una platea di 130 storici e accademici. È stato molto emozionante”. L’applauso tributato alla storica Liliana Picciotto è quello arrivato in occasione del conferimento del prestigioso premio della Sissco – Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea all’opera Salvarsi. Gli ebrei d’Italia sfuggiti alla Shoah 1943-1945 (Einaudi 2017) come miglior libro di storia contemporanea dell’anno. “Con il volume Salvarsi Liliana Picciotto porta a compimento un’incredibile lavoro di scavo nei documenti e nella memoria”, si legge nella motivazione della giuria al lavoro frutto del grande progetto portato avanti dal Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano. “Credo che il premio rappresenti il giusto riconoscimento a un lavoro di un gruppo di studio, poi ottimamente sintetizzato dal libro di Liliana, a cui va tutta la nostra stima e gratitudine – commenta il direttore del Cdec Gadi Luzzatto Voghera – Si tratta di un progetto in cui è stato fatto un grandissimo lavoro di ricerca di documenti e testimonianze, e il nostro auspicio è che il premio sia una spinta per altri studiosi a venire al Cdec e studiare questo patrimonio storico”.
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Qui firenze - un compleanno speciale
Partigiano Jona, 106 candeline!
La Comunità ebraica di Firenze ha festeggiato oggi un compleanno davvero speciale.
Compie infatti 106 anni Ugo Sergio Jona, combattente partigiano e presidente dell’ANFIM Toscana fino al 2001.
Instancabile testimone presso le scuole per oltre 60 anni, dove ha raccontato le atrocità commesse per mano nazifascista in Italia, negli anni della dittatura e dell’occupazione, Jona è autore di numerosi volumi e dispense che ancora oggi, dopo decenni, rimangono punti di riferimento per la ricostruzione degli eccedi compiuti in Toscana fra il 1943 ed il 1944.
Il rabbino capo rav Amedeo Spagnoletto e il Consigliere Guidobaldo Passigli, a nome della Comunità, hanno consegnato a Jona un attestato in segno di stima e riconoscenza in cui viene ringraziato per l’opera appassionata svolta per oltre mezzo secolo per raccontare la Shoah e per diffondere i principi di democrazia e di libertà.



qui roma - la mostra
1938, le storie di famiglia
L’impatto delle Leggi razziste sugli ebrei italiani, e in particolare sulle vite degli ebrei romani, raccontato attraverso documenti, foto, ritagli di giornali dell’epoca. A raccontarlo è la mostra Italiani di razza ebraica: le leggi antisemite del 1938 e gli ebrei di Roma, curata da Yael Calò e Lia Toaff e inaugurata nelle scorse ore al Museo ebraico della Capitale.
Presenti tra gli altri, oltre alle curatrici, la direttrice del Museo Olga Melasecchi, la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello, il rabbino capo rav Riccardo Di Segni, la sindaca Virginia Raggi, il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali Lucia Borgonzoni.
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5779 - gli auguri 
Un anno per l'unità
Cari amici vicini e lontani,
Con l’inizio di un nuovo anno è necessario e corretto guardare al futuro e affrontare le nuove sfide con ottimismo e fiducia. Per questo desidero inviarvi i più sentiti auguri per l’anno che è appena iniziato.
Che sia un 5779 pieno di berachot, simhà e briut. Un nuovo anno pieno di obiettivi e progetti da portare avanti insieme, ricco di soddisfazioni da condividere con i vostri cari.
Un anno di unità per l’ebraismo italiano e per tutto il popolo d’Israele.
Shanà tovà umetukà e chatimà tovà a tutti voi e le vostre famiglie.


Ruth Dureghello, presidente Comunità ebraica di Roma 
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5779 - gli auguri
Un anno per la serenità
Augurarci un anno sereno è ovvio, ma non scontato e la serenità è difficile da raggiungere. La serenità di tutti noi dipende in grandissima parte dalla serenità di Israele.
In questo momento particolare, in quanto ebrei ed in quanto italiani abbiamo il compito di difendere i valori civili per la libertà di tutti. Il mio augurio è quello di essere all’altezza di questo non facile compito. Hag Sameach!


Lydia Schapirer, presidente Comunità ebraica di Napoli

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5779 - gli auguri
Un anno per la qualità
Viene spesso sottolineato e spiegato che la Torah e tutti i suoi dettagli sono un Horaa che significa “istruzione”: servono come indicazioni per la nostra vita quotidiana. Le nostre festività contengono i concetti più importanti e generali, ogni festività in base al suo contenuto.

Yosef Labi, rabbino di Verona  Leggi


qui torino - le mostre
Migranti, l'arte racconta
Storie di migrazioni tra arte e documenti d’archivio. Questo il filo rosso che collega le due mostre, Entire Life in a Package e Sentieri di carta per migranti nelle strade del mondo, inaugurate in contemporanea nella serata di ieri nei saloni dell’Archivio di Stato di Torino.
Ad aprire il percorso espositivo le opere scultoree dell’artista israeliana Orna Ben Amì, riunite nella personale Entire Life in a Package. Storie di migrazione. Si tratta di 24 opere organizzate per aree tematiche, che illustrano la solitudine, la moltitudine, il distacco dalla terra natale e il viaggio verso l’ignoto.


Alice Fubini
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pilpul
Maldicenza
A volte durante Kippur, con una mancanza di serietà – ammetto – non adatta al contesto (ma il digiuno è lungo e le ore da trascorrere sono molte), giochiamo a scorrere la lista dei peccati che si legge nel Viddui (confessione) dichiarando per ciascuno “Celo!” / “Manca!”, come facevamo da piccoli con le figurine. È un gioco poco serio perché la logica della confessione collettiva consiste appunto nell’assumersi la responsabilità per tutti i peccati, anche se non li abbiamo commessi personalmente, in quanto siamo parte di una collettività che li ha commessi e probabilmente non abbiamo fatto del nostro meglio per impedirli. Per esempio, anche se personalmente non abbiamo derubato nessuno, siamo parte di un sistema sociale in cui le ingiustizie non mancano, siamo cittadini di un’Europa ricca che si permette un certo tenore di vita probabilmente grazie al fatto che la maggior parte della popolazione mondiale non se lo può permettere. Quindi, in effetti, i “manca!” non sarebbero del tutto giustificati.
Il peccato che ottiene sempre il coro più convinto di “Celo!” è la maldicenza. E non c’è da stupirsi dato che spesso viene esercitata in tempo reale proprio durante Kippur, che, grazie all’incontro di molte persone che magari si vedono solo una o due volte all’anno, si rivela un’occasione straordinaria per scambiare pettegolezzi.


Anna Segre, insegnante
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Costantemente connessi
Coloro nati negli anni correnti o che nasceranno nei prossimi non saranno mai probabilmente granché consapevoli di com’era il mondo prima dell’avvento di internet e dei social network. A differenza di quelli della mia generazione, o delle precedenti, i quali invece hanno ben avvertito questo passaggio. In futuro saremo forse maggiormente in grado di confrontare i due casi, e di comprendere i risvolti di esistenze cresciute a contatto con una realtà virtuale onnipresente. Considerare le nuove tecnologie con un approccio “apocalittico” o “neo-luddista” è comunque insensato, se non quasi deleterio. Gli aspetti potenzialmente positivi di queste, con dei limiti e il dovuto raziocinio, sono inconfutabili. Ma altrettanto evidente è la demenza digitale e che ci circonda.
In un viaggio in treno vent’anni fa era più facile incontrare persone che parlavano col primo sconosciuto, o leggevano un libro o un quotidiano, adesso lo scenario quasi indistinto e di tanti individui con davanti il proprio smartphone o laptop.


Francesco Moises Bassano
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