Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui    13 Dicembre 2020 - 27 Kislev 5781 Saved
MAESTRA DI GENERAZIONI DI BAMBINI E DIVULGATRICE INSTANCABILE 

Nedelia Tedeschi (1929-2020)

È scomparsa all’età di 91 anni Nedelia Tedeschi, storica insegnante della Comunità ebraica di Torino e instancabile divulgatrice. Anima in passato di Per Noi, giornalino per l’infanzia che fu un riferimento didattico per molte generazioni di ebrei italiani, è stata per anni anche una delle colonne di DafDaf. Tedeschi era infatti la morà Dafdafà, uno dei personaggi più amati dai lettori del giornale ebraico dei e per i bambini. 
Incrollabile il suo impegno per far conoscere a un vasto pubblico feste, tradizioni e specificità dell’ebraismo. Anche attraverso la delicata e complessa arte della poesia. Non voltarti mai indietro, la raccolta pubblicata nel 2013 con Giuntina, ne è stata una dimostrazione. Mentre in un suo precedente libro, A domanda rispondo, si era confrontata con le domande su ebrei ed ebraismo che più spesso si è sentita rivolgere nelle scuole. 
Dario Disegni, il presidente degli ebrei torinesi, ricorda Nedelia come “una persona di straordinario valore, umanità e generosità che ha dedicato l’intera sua vita al bene della famiglia e della Comunità”. Maestra eccezionale, ma anche “testimone infaticabile della memoria nelle scuole torinesi, guida dei gruppi e delle scolaresche in visita al Beth haKnesset, creatrice del giornalino Per Noi, innovativo e stimolante strumento per i bambini di tutta l’Italia ebraica, e molto altro ancora”. Una figura che, aggiunge Disegni in un messaggio inviato ai figli, “resterà per tutti noi un altissimo punto di riferimento”. 
La nonna ideale di migliaia di nipotini cui ha cercato di trasmettere amore per la vita, conoscenza, studio. Tutto quello che l’antisemitismo di Stato aveva cercato di rubarle nel ’38 con l’entrata in vigore delle Leggi razziste. “Due miei zii – avrebbe raccontato Nedelia in una intervista – erano già scappati in Colombia. Decidemmo di raggiungerli e la casa si riempì di bauli camuffati da arredo: non fu facile chiuderci le nostre vite dentro, accettare l’idea di abbandonare tutto per chissà quanto tempo. La partenza era prevista il 21 giugno 1940″. 

Purtroppo, con l’entrata in guerra dell’Italia, quel piano svanì. Davanti ancora anni difficili, tormentati. E con l’occupazione nazista il pericolo della vita. Il padre Enzo è deportato e ucciso ad Auschwitz. Lei invece si salva grazie alla mano tesa dall’ingegnere Dalmiro Costa, che insieme alla moglie Verbena la accoglie nella casa di montagna di Sauze d’Oulx presentandola agli estranei come istitutrice assunta per curare l’educazione dei figlioletti Giorgio e Marcello. 
Una prova di coraggio onorata nel 2011 con la consegna ai figli di un certificato di benemerenza da parte della Comunità ebraica di Torino. E nuovamente nel 2017 con l’iscrizione dei genitori nell’elenco dei Giusti tra le nazioni dello Yad Vashem. 
Purtroppo Nedelia aveva infatti dimenticato i nomi propri dei suoi salvatori e ai Costa, emigrati a Buenos Aires dopo la guerra, di quel periodo erano rimaste solo un paio di fotografie. Recuperate dalla moglie di Giorgio all’inizio degli anni Duemila, avrebbero spinto il marito alla ricerca della sua istitutrice d’infanzia. Il giorno della cerimonia avrebbe affermato: “Yad Vashem ci ha chiesto dove volevamo ricevere questa onorificenza: a Buenos Aires dove vivo io, ad Adelaide dove vive mio fratello. Entrambi siamo stati d’accordo: andava fatto a Torino, la città di Nedelia”. 
Sia il ricordo di Nedelia Tedeschi di benedizione.

(Nell'immagine in alto, Nedelia Tedeschi ritratta per Pagine Ebraiche da Vanessa Belardo; nell'immagine in basso, Nedelia 14enne durante il periodo trascorso in clandestinità a Sauze d’Oulx, dove trovò un aiuto nei coniugi Dalmiro e Verbena Costa)

Leggi 

IL RITRATTO SU PAGINE EBRAICHE

Coraggio e gentilezza, Nedelia
maestra di giornalismo

Quando il direttore della redazione ha annunciato pieno d’entusiasmo “Possiamo contare su un nuovo collaboratore: Nedelia Tedeschi” molti di noi giovani hanno fatto fatica a capirlo. “Non possiamo costruire nuove iniziative – è stata la risposta – senza conoscere e senza partire dalle esperienze di chi ci ha preceduto”.
Il riferimento era al progetto di un nuovo giornale per bambini e alla straordinaria esperienza di Nedelia, che fu animatrice del mitico Giornale per Noi. Non nasce oggi la voglia dei piccoli di conoscere e capire il mondo dei grandi, di instaurare con loro un dialogo, di essere come loro, insomma di leggere un giornale. Già dall’inizio del ‘900 nel mondo ebraico italiano c’è stato chi si è cimentato nella difficile e appassionante impresa di comunicare con i bambini. E Nedelia non ha mai smesso di farlo: una vocazione straordinaria a parlare coi bambini, a capirne i pensieri, ad interpretarne le esigenze intellettuali e ludiche e gestire la genuina sovrapposizione di questi due piani. Un nuovo giornalino ambisce certamente ad essere un mezzo di comunicazione fresco e innovativo, è consapevole della sfida che rappresenta rivolgersi ad un pubblico infantile radicalmente differente da quello della generazione precedente, che naviga in internet piuttosto che giocare con le macchinine; tuttavia non potrà dimenticare quel ricco retroterra di pedagogia dell’ebraismo e di giornalismo per l’infanzia che il mondo ebraico italiano ha saputo produrre nel passato. È per questo che la redazione conta sulla collaborazione e sull’esperienza di persone come Nedelia.
La morah della scuola ebraica di Torino questa passione ce l’ha nel sangue: un indiscusso talento per dialogare coi bambini. “Ci vuole soprattutto creatività – spiega – non c’è niente di più gratificante e divertente che svolgere attività creative”. Intere generazioni sono cresciute con le filastrocche della maestra Nedelia, cantando le canzoni per le feste che componeva, oppure leggendo le avventure del Nano Lunino, uno dei suoi mitici personaggi, lungo i momenti salienti del calendario lunare. Leggendari sono i suoi travestimenti di Purim: ogni anno Nedelia si nasconde puntualmente dietro la maschera più stravagante. Se anche si fatica a riconoscerla e rimane qualche dubbio, questo viene sciolto non appena si fa caso alla scia di bambini attirati come uno sciame d’api dalle caramelle e dai dolcetti che dispensa a piene mani.
Alla fine degli anni Settanta Nedelia Tedeschi fu chiamata a dirigere Il giornale per Noi, periodico di cultura ebraica per bambini e ragazzi fondato dalla morah milanese Italia Friedenthal Calabresi. “Non mi sono mai sentita a mio agio nei panni del direttore – racconta Nedelia – non sono brava a far lavorare le altre persone, preferisco farlo io”. All’epoca Nedelia collaborava già da tempo con la redazione. Curò, tra i molti numeri del periodico, un intero speciale dedicato alla Torah: scrisse un piccolo racconto accessibile anche ai più piccoli per ogni parashah dell’anno. Quel numero speciale è ancora utilizzato come testo didattico da molte classi elementari ebraiche in Italia.

Manuel Disegni, Pagine Ebraiche agosto 2010

(Nell'immagine, Nedelia Tedeschi durante la consegna del riconoscimento di Giusti tra le Nazioni ai coniugi Dalmiro e Verbena Costa)

Leggi 

DAFDAF, ANNI DI UNA PREZIOSA COLLABORAZIONE

Grazie morà Dafdafà

“Ciao Ada, fra pochi mesi compirò 89 anni e non mi sento più di collaborare a DafDaf. Ti mando quindi le ultime due puntate delle parole che iniziano con le varie lettere per concludere la rubrica.”
Era il luglio del 2018, e con queste righe Nedelia Tedeschi, la morà Dafdafà, si accomiatava dal giornale ebraico dei bambini. Una collaborazione preziosa, iniziata nella primavera del 2012 con la creazione di un personaggio molto amato, che un mese dopo l’altro ha accompagnato i giovani lettori attraverso una continua scoperta, tra lezioni e indovinelli, giochi e invenzioni sempre piene di quello spirito cui tanto devono generazioni di ebrei italiani.
Su DafDaf aveva scelto di raccontarsi semplicemente così: “Ha insegnato per tanti anni a bambini di tutte le età, divertendosi a inventare giochi, racconti e poesie. Tra le mille cose che ha fatto c’è anche Il giornale Per Noi, che veniva pubblicato prima che nascesse DafDaf”. E per accompagnare questa mini biografia aveva fatto un disegno - che lei definiva “una sciocchezza, uno dei miei scarabocchi” - che la ritraeva in piedi, dietro una cattedra, con davanti a sé un libro aperto e il dito alzato.
Era uno spirito indomito, e generoso, piena di inventiva ma anche capace di una severità sorprendente, quando qualcosa non le andava bene. C’è voluto poco per capire che uno dei suoi scappellotti poteva arrivarmi davvero in qualsiasi momento. Che fosse una imperfezione nella pagina o che semplicemente non le avessi fatto sapere abbastanza in fretta che il materiale mi era arrivato, Nedelia si faceva sentire. All’inizio, non mi vergogno di confessarlo, i suoi rimproveri mi scocciavano, e non poco. Mi sembrava ingiusta, e un po’ rompiscatole...
C’è voluto qualche mese, ma abbiamo preso rapidamente le misure l’una dell’altra, un equilibrio bello fra le esigenze del giornale e i suoi desideri. Anche grazie a un piccolo gioco tra di noi: mi mandava i materiali con una buffa triangolazione che coinvolgeva sua figlia Irene, maestra alla primaria della scuola ebraica come era stata lei, e mio figlio, che era nella sua classe. E spesso suo genero - Beppe Segre, allora presidente della Comunità di Torino - era incaricato di stampare poesie, fotocopiare disegni, e più avanti fare scansioni. A casa mi arrivavano cartelline di illustrazioni (i suoi “scarabocchi”), collage, ritagli, e testi scritti a volte a mano e a volte a macchina. Immancabilmente seguiti da una telefonata - se non l’avevo chiamata subito io - per verificare: “Il mio piccolo messaggero ha fatto il suo dovere?“. E il passaggio a mezzi di comunicazione più tecnologici, avvenuto per la verità dopo parecchi mesi, è dispiaciuto un poco a tutti noi (e soprattutto al piccolo messaggero, che da Nedelia veniva spesso compensato con dei regalini). Casa sua era una incredibile miniera di libri, disegni, immagini, e lei era un vulcano di idee, e di materiali preziosi per far crescere il giornale dei bambini.
Quando ha deciso di fermarsi abbiamo ancora potuto pubblicare per qualche mese le sue cose, avevamo una piccola scorta, tale era stata la ricchezza di spunti e di materiali che aveva mandato. Ed è stato bello sapere che negli ultimi tempi le piaceva comunque sfogliare il giornale ebraico dei bambini, e che ancora si riconosceva in quelle pagine.
La generosità con cui ha proposto rubriche sempre nuove e inventato per così tanti mesi ogni volta un modo nuovo per avvicinare i giovanissimi lettori all’ebraismo è stata un regalo enorme.
E la sua amicizia qualcosa di prezioso.
Non ho mai avuto un lettore così attento come Nedelia.
Ed è giusto riconoscerlo anche pubblicamente: aveva sempre ragione lei.
Ciao, morà Dafdafà.
E grazie.

Ada Treves 

Leggi 

DAFDAF, LA RUBRICA DELLA MORÀ DAFDAFÀ

A lezione di ebraismo, tra filastrocche e indovinelli

“Cari ragazzi, sono la nuova morà, la morà Dafdafà. Mi hanno dato un incarico molto importante: ad ogni numero di DafDaf vi segnalerò una parashah (il brano della Torah che si legge ogni settimana) che si legge nel mese in cui ricevete il giornale. Ma non basta. Vi descriverò un personaggio, o un oggetto, o qualche cosa che particolarmente mi ha colpita. Cercherò di farlo nel modo più divertente possibile. Siete pronti? Allora... via!”. Si era presentata così, con il sorriso e con il suo formidabile entusiasmo, Nedelia Tedeschi nella sua prima apparizione nelle vesti della morà Dafdafà. Mese dopo mese, i piccoli lettori di DafDaf, il giornale ebraico per bambini, avevano imparato a conoscerla e ad amarla; ad affezionarsi ai suoi spunti sulle parashot e sulla tradizione ebraica, raccontati sempre con grande originalità e simpatia.

Leggi 

OTTO GIORNI OTTO LUMI  / 3 - 4

Il dovere della Tzedakah

Nella diciannovesima benedizione della ‘Amidà affermiamo che “grazie alla luce del Tuo volto hai concesso a noi Torah di vita, amore e bontà, giustizia, benedizione e pace”. La “luce del volto” allude alla luce nascosta delle prime 36 ore della Creazione che, grazie ai 36 lumi di Channukkah, torna e ci dà la possibilità di essere meritevoli della “Torah di vita”. I giorni di Chanukkah, inoltre, possono amplificare l’amore e la bontà che dimostriamo con la Tzedakah, atti di sostegno per i bisognosi in generale e in particolare per aiutare coloro che studiano Torah. Questo dovere, fondante per una collettività, assume una valenza maggiore in questi giorni, soprattutto per coloro che hanno bisogno di restaurare il proprio spirito.

Rav Adolfo Locci, rabbino capo di Padova

Leggi 

Nel nome di Zam
I totalitarismi non vanno mai a riposo. Ieri mattina, da qualche parte in Iran, è stato impiccato il giornalista iraniano dissidente Ruhollah Zam, fondatore del canale Telegram Amad News. Ogni giorno ha un nome.
Solo la giustizia e la verità continuano a non averlo. Come si addice a tutti i principi di universalità.
                                                                          David Bidussa
Radicalismo islamista: cosa è, cosa non è 
L’islamismo radicale è un fenomeno politico e, al medesimo tempo, ideologico destinato a durare nel tempo. Nella sua autonomia storica, in quanto prodotto della nostra contemporaneità, si intreccia tuttavia con le dinamiche che nella stessa storia europea, e non solo, hanno riguardato essenzialmente i movimenti fascisti. È illusorio, in una sorta di malintesa par condicio, cercare nella destra liberale così come nella sinistra democratica europea, altre analogie. Poiché l’islamismo – in quanto movimento totalitario – trova nel rifiuto dei diritti dell’individuo e in una visione radicalmente avversa a ogni forma di emancipazione personale e collettiva, il suo massimo fondamento.
Claudio Vercelli
Leggi
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Le testate giornalistiche non sono il luogo idoneo per la definizione della Legge ebraica, ma costituiscono uno strumento di conoscenza di diverse problematiche e di diverse sensibilità. L’Assemblea dei rabbini italiani e i suoi singoli componenti sono gli unici titolati a esprimere risoluzioni normative ufficialmente riconosciute. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo comunicazione@ucei.it Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: comunicazione@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.
Twitter
Facebook
Website