Otto giorno otto lumi / 3 e 4
Il dovere della Tzedakah

Nella diciannovesima benedizione della ‘Amidà affermiamo che “grazie alla luce del Tuo volto hai concesso a noi Torah di vita, amore e bontà, giustizia, benedizione e pace”. La “luce del volto” allude alla luce nascosta delle prime 36 ore della Creazione che, grazie ai 36 lumi di Channukkah, torna e ci dà la possibilità di essere meritevoli della “Torah di vita”. I giorni di Chanukkah, inoltre, possono amplificare l’amore e la bontà che dimostriamo con la Tzedakah, atti di sostegno per i bisognosi in generale e in particolare per aiutare coloro che studiano Torah. Questo dovere, fondante per una collettività, assume una valenza maggiore in questi giorni, soprattutto per coloro che hanno bisogno di restaurare il proprio spirito.

Nel Talmud (Sotà 14a) è detto che “l’inizio della Torah è Chesed/bontà e la sua fine è Chesed/bontà”. Questo principio talmudico si trova compiutamente nell’azione di Rabbì Yosef Shelomò Kahaneman di Ponevitch (1888-1969) il quale edificò prima una casa di riposo per anziani e poi la Yeshivah, la casa di studio. Fare Tzedakah nel periodo penitenziale tra Rosh Hashanah e Kippur è essenziale per allontanare un cattivo giudizio divino, ma praticarla nei giorni di Chanukkah ci fa essere meritevoli della Torah e della sua luce più luminosa.

Rav Adolfo Locci, rabbino capo di Padova

(13 dicembre 2020)