
Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Una
volta raggiunta la stabilità politica ed economica, cioè una volta
raggiunta la terra di Israele dopo il peregrinare nel deserto l'ebreo
avrebbe dovuto raccogliere in un cesto le proprie primizie e avrebbe
dovuto offrirle a Dio salendo verso il Beit HaMikdash (Deut.26-29,8).
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
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Vorrei
provare a discutere una certa l’idea di boicottaggio che si va
affermando qui da noi. Si tratta di una versione per lo più figlia di
un’estremizzazione del principio che diversi anni fa funzionò per
mettere alle strette il regime di apartheid in Sudafrica.
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La replica di Pacifici:
"Non strumentalizzo
i sopravvissuti"
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"Respingo
con forza qualunque accusa di strumentalizzazione: sono persone che per
anni hanno seminato memoria e che adesso vorrebbero un luogo per il
museo”. Così il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo
Pacifici in una intervista al Corriere della Sera dopo che ieri, sulla
stessa testata, il presidente della Fondazione Museo della Shoah Leone
Paserman aveva denunciato la strumentalizzazione dei sopravvissuti che
alcuni opererebbero per perseguire i propri fini.
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giornata europea della cultura ebraica
Ferrara, porte aperte all'incontro
"Pur
nella sua ridotta consistenza numerica, Ferrara ospita diverse attività
culturali e vive in questi anni una vera e propria rinascita per la
cultura ebraica divenendo punto di riferimento per tutto l’ebraismo
italiano”. Lo ha affermato il vicepresidente e assessore alla Cultura
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach
intervenendo questa mattina alla conferenza stampa di presentazione
della 15esima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica.
Nel tema di questa edizione, “Donna sapiens”, la sfida di inquadrare il
ruolo della donna nell’ebraismo a cavallo tra tradizione e modernità.
Trenta i paesi europei coinvolti, 77 le località che in Italia
apriranno porte di sinagoghe, musei e istituzioni comunitarie. Nella
Sala degli Arazzi, cuore pulsante di Ferrara (città capofila per il
2014), sono intervenuti anche il vicesindaco e assessore alla Cultura
Massimo Maisto, il presidente della Comunità ebraica ferrarese Michele
Sacerdoti e il rabbino capo Luciano Meir Caro. Da tutti gli oratori un
invito a godere di questa giornata non solo di festa ma anche di
consapevolezza.
“A questa tappa – ha ricordato Jarach – arriviamo dopo 15 anni di
continuo sviluppo dell’iniziativa, nata da un’idea dell’allora
presidente dello European Council of Jewish Communities Cobi Benatoff,
già presidente della Comunità ebraica di Milano e oggi consigliere
UCEI. L’idea nasceva dalla sempre più sentita esigenza di abbattere le
barriere di incomprensione e pregiudizio nei confronti degli ebrei che
si possono superare solo con la conoscenza dei nostri valori e delle
nostre tradizioni, aprendo le porte delle nostre istituzioni e dei
luoghi di culto per ospitare conferenze, dibatitti, scambi di idee e
progetti per una società sempre più multietnica e multiculturale”.
Riferendosi al tema della Giornata Jarach ha quindi sottolineato:
“Tutti siamo moralmente impegnati nello stigmatizzare discriminazioni e
soprusi che ancora oggi affliggono le donne in molte parti del mondo e
qui voglio sottolineare l’amorevole attività svolta in questa direzione
dall’Adei Wizo, l’associazione delle donne ebree in Italia”. Sulla
stessa lunghezza d’onda il messaggio fatto diffondere negli scorsi
giorni dal presidente UCEI Renzo Gattegna: “Sono sempre presenti, in
Italia e nel mondo, preoccupanti manifestazioni di discriminazione e
pregiudizio, e recrudescenze di antisemitismo, che ci hanno lasciati
costernati, e ci hanno riconfermato nella fermezza di voler contrastare
ogni forma di razzismo, di xenofobia e di intolleranza contro chiunque.
In particolare in una giornata che ha come tema 'la donna' – il monito
del presidente UCEI – vogliamo manifestare la nostra solidarietà a
tutte le donne vittime di discriminazioni e soprusi, e denunciare le
inaccettabili condizioni in cui ancora oggi le donne vivono in molte
parti del mondo”.
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La delibera della comunità ebraica di roma
Museo della Shoah, fare presto
tutelando i costi e la dignità
Tempi
rapidi di attuazione; bilancio contenuto in considerazione della
difficoltà economica in cui versa il paese; decoro e dignità della
struttura. Sono le istanze formulate in una delibera votata
all'unanimità dopo un ampio dibattito dal Consiglio della Comunità
ebraica di Roma relativamente al futuro del Museo della Shoah.
La serata, che ha messo a confronto i protagonisti della complessa
vicenda, si è aperta con una dettagliata ricostruzione del presidente
della Fondazione del Museo Leone Paserman del difficile iter fino a qui
affrontato per la realizzazione del museo e si è conclusa con
l’approvazione di un documento in cui tutti i Consiglieri si potessero
identificare.
Ecco il testo della delibera approvata:
“Il Consiglio della Comunità Ebraica di Roma riunito in seduta
straordinaria, dopo ampia e attenta discussione e preso anche atto
della petizione consegnata al presidente, ribadisce la necessità che la
città di Roma si doti di un Museo della Shoah il cui valore universale
è indiscutibile.
“La realizzazione dello stesso deve garantire: tempi rapidi di
attuazione, bilancio contenuto in considerazione della difficoltà
economica in cui versa il Paese, decoro e dignità della struttura.
“In ragione di quanto sopra invita i rappresentanti del Collegio dei
Soci Fondatori e del Cda della Fondazione Museo della Shoah a
considerare qualsiasi proposta concreta e immediata che rispetti queste
inderogabili esigenze”.
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qui roma
Come illustrare l'Halachà
L'Halachà
illustrata in nove volumi e un dvd con una intera biblioteca: questa
l'ultima imponente opera del maskil Moise Levy presentata ieri al
tempio monteverdino Bet Michael. “Ci troviamo di fronte a un lavoro
importante” introduce il maskil Gadi Piperno prima di lasciare la
parola al rav Roberto Colombo e al rabbino capo di Roma Riccardo Di
Segni. I volumi di Levy includono tutte le mitzvoth riportando note con
le fonti. Leggi
QUI TORINO
Disegnare Primo Levi
Il
Museo Diffuso della Resistenza di Torino, il cui nome completo è “Museo
Diffuso della Resistenza della Deportazione, della Guerra, dei Diritti
e della Libertà”, ha mostrato già in diverse occasioni una grande
attenzione per linguaggi normalmente ritenuti lontani dalla sua
vocazione. Il fumetto in particolare, già protagonista di un incontro
in occasione della Giornata della Memoria, è tornato ieri a parlare di
un tema importante. Il protagonista di “Una stella tranquila”, graphic
novel di Pietro Scarnera, è Primo Levi, scrittore convinto che
raccontare non sia solo un dovere morale, ma un bisogno fisico, simile
a quello di mangiare. Leggi
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Comunicazione in comune |
Ho
letto con un po’ di rammarico e invidia il pieghevole che informava sul
master in Cultura Ebraica e Comunicazione: rammarico per non essere
nata vent’anni dopo e non vivere a Roma in modo da poterlo frequentare,
invidia per coloro che in futuro potranno occuparsi di comunicazione
ebraica avendo a disposizione un ricco bagaglio di strumenti e
competenze.
Anna Segre
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Quale museo della Shoah |
L’idea
dell’annientamento del popolo ebraico e di altri ”diversi”, nel
ventesimo secolo, si è sviluppata nella “culla” dell’illuminismo, dei
valori di “libertà, uguaglianza, fratellanza”, dell’autodeterminazione
dei popoli, dello Stato di diritto, in quell’Europa che ascrive a sé i
valori fondamentali della democrazia.
Saul Meghnagi
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Di frume Kats |
Un
racconto di Itskhok L. Peretz dal titolo “Di frume Kats” (il pio gatto)
– pubblicato recentemente in “il tempo del messia e altri racconti”
(Edizioni Storia e Letteratura, 2014) - narra di come un bel gatto
bianco riesca a giustificare ed “elevare”, attraverso profonde
riflessioni morali e talmudiche, la crudele uccisione di tre indifesi
canarini presenti nella propria abitazione, preservando così sia la
propria devozione che il proprio naturale sadismo.
Francesco Moises Bassano, studente
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Ai confini di Gaza |
La
situazione in Israele, dopo la tregua del 26 agosto, sembra essersi
momentaneamente stabilizzata. Eppure il ricordo della guerra resta
ancora vivo nella mente della popolazione civile. Specie nel Sud del
paese, la vita degli israeliani è stata scossa profondamente dal
recente conflitto.
Michela Di Nola
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Valore donna |
“Rabbì
Israel di Salanter insegnava che ognuno dovrebbe sempre portare in
tasca due biglietti. Nel primo scrivere 'Per me è stato creato il
mondo' e nel secondo 'Io sono polvere e cenere'. Non è una
contraddizione. Dobbiamo sì essere umili, ma anche consapevoli del
nostro valore e del ruolo che ognuno ha nella storia”.
Ilana Bahbout
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