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12 settembre 2014 - 17 Elul 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Una volta raggiunta la stabilità politica ed economica, cioè una volta raggiunta la terra di Israele dopo il peregrinare nel deserto l'ebreo avrebbe dovuto raccogliere in un cesto le proprie primizie e avrebbe dovuto offrirle a Dio salendo verso il Beit HaMikdash (Deut.26-29,8).
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
Vorrei provare a discutere una certa l’idea di boicottaggio che si va affermando qui da noi. Si tratta di una versione per lo più figlia di un’estremizzazione del principio che diversi anni fa funzionò per mettere alle strette il regime di apartheid in Sudafrica.
 
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La replica di Pacifici:
"Non strumentalizzo
i sopravvissuti"
"Respingo con forza qualunque accusa di strumentalizzazione: sono persone che per anni hanno seminato memoria e che adesso vorrebbero un luogo per il museo”. Così il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici in una intervista al Corriere della Sera dopo che ieri, sulla stessa testata, il presidente della Fondazione Museo della Shoah Leone Paserman aveva denunciato la strumentalizzazione dei sopravvissuti che alcuni opererebbero per perseguire i propri fini. 
 
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  davar

giornata europea della cultura ebraica
Ferrara, porte aperte all'incontro
"Pur nella sua ridotta consistenza numerica, Ferrara ospita diverse attività culturali e vive in questi anni una vera e propria rinascita per la cultura ebraica divenendo punto di riferimento per tutto l’ebraismo italiano”. Lo ha affermato il vicepresidente e assessore alla Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach intervenendo questa mattina alla conferenza stampa di presentazione della 15esima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica. Nel tema di questa edizione, “Donna sapiens”, la sfida di inquadrare il ruolo della donna nell’ebraismo a cavallo tra tradizione e modernità. Trenta i paesi europei coinvolti, 77 le località che in Italia apriranno porte di sinagoghe, musei e istituzioni comunitarie. Nella Sala degli Arazzi, cuore pulsante di Ferrara (città capofila per il 2014), sono intervenuti anche il vicesindaco e assessore alla Cultura Massimo Maisto, il presidente della Comunità ebraica ferrarese Michele Sacerdoti e il rabbino capo Luciano Meir Caro. Da tutti gli oratori un invito a godere di questa giornata non solo di festa ma anche di consapevolezza.
“A questa tappa – ha ricordato Jarach – arriviamo dopo 15 anni di continuo sviluppo dell’iniziativa, nata da un’idea dell’allora presidente dello European Council of Jewish Communities Cobi Benatoff, già presidente della Comunità ebraica di Milano e oggi consigliere UCEI. L’idea nasceva dalla sempre più sentita esigenza di abbattere le barriere di incomprensione e pregiudizio nei confronti degli ebrei che si possono superare solo con la conoscenza dei nostri valori e delle nostre tradizioni, aprendo le porte delle nostre istituzioni e dei luoghi di culto per ospitare conferenze, dibatitti, scambi di idee e progetti per una società sempre più multietnica e multiculturale”. Riferendosi al tema della Giornata Jarach ha quindi sottolineato: “Tutti siamo moralmente impegnati nello stigmatizzare discriminazioni e soprusi che ancora oggi affliggono le donne in molte parti del mondo e qui voglio sottolineare l’amorevole attività svolta in questa direzione dall’Adei Wizo, l’associazione delle donne ebree in Italia”. Sulla stessa lunghezza d’onda il messaggio fatto diffondere negli scorsi giorni dal presidente UCEI Renzo Gattegna: “Sono sempre presenti, in Italia e nel mondo, preoccupanti manifestazioni di discriminazione e pregiudizio, e recrudescenze di antisemitismo, che ci hanno lasciati costernati, e ci hanno riconfermato nella fermezza di voler contrastare ogni forma di razzismo, di xenofobia e di intolleranza contro chiunque. In particolare in una giornata che ha come tema 'la donna' – il monito del presidente UCEI – vogliamo manifestare la nostra solidarietà a tutte le donne vittime di discriminazioni e soprusi, e denunciare le inaccettabili condizioni in cui ancora oggi le donne vivono in molte parti del mondo”.

qui milano - jewish and the city
Pesach, il racconto infinito 
“Vi aspettano molte sorprese”, aveva promesso Andrée Ruth Shammah nel corso della presentazione della seconda edizione di Jewish and the city, il Festival internazionale di cultura ebraica che sarà protagonista a Milano dal 13 al 16 settembre. E tra ventiquattrore quelle sorprese verrano svelate perché andrà in scena, nella suggestiva cornice della rotonda della Besana, “Seder: che cosa è cambiato?”: una narrazione originale della liberazione degli ebrei dalla schiavitù d'Egitto ad opera della regista
Andrée Ruth Shammah e con la drammaturgia curata da Miriam Camerini.
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La delibera della comunità ebraica di roma
Museo della Shoah, fare presto
tutelando i costi e la dignità   

Tempi rapidi di attuazione; bilancio contenuto in considerazione della difficoltà economica in cui versa il paese; decoro e dignità della struttura. Sono le istanze formulate in una delibera votata all'unanimità dopo un ampio dibattito dal Consiglio della Comunità ebraica di Roma relativamente al futuro del Museo della Shoah.
La serata, che ha messo a confronto i protagonisti della complessa vicenda, si è aperta con una dettagliata ricostruzione del presidente della Fondazione del Museo Leone Paserman del difficile iter fino a qui affrontato per la realizzazione del museo e si è conclusa con l’approvazione di un documento in cui tutti i Consiglieri si potessero identificare.
Ecco il testo della delibera approvata:
“Il Consiglio della Comunità Ebraica di Roma riunito in seduta straordinaria, dopo ampia e attenta discussione e preso anche atto della petizione consegnata al presidente, ribadisce la necessità che la città di Roma si doti di un Museo della Shoah il cui valore universale è indiscutibile.
“La realizzazione dello stesso deve garantire: tempi rapidi di attuazione, bilancio contenuto in considerazione della difficoltà economica in cui versa il Paese, decoro e dignità della struttura.
“In ragione di quanto sopra invita i rappresentanti del Collegio dei Soci Fondatori e del Cda della Fondazione Museo della Shoah a considerare qualsiasi proposta concreta e immediata che rispetti queste inderogabili esigenze”.

j-ciak
Tutti a casa! C’è la Shivah
No, non si vive di solo cinema d’autore. E soprattutto in tempo di festival un sorriso più lieve è il benvenuto. Va dunque provato “This Is Where I Leave You”, diretto da Shawn Levy e appena presentato al Toronto Film Festival. Storia tratta dall’omonimo romanzo di Jonathan Tropper - tradotto in italiano con “Portami a casa” (Garzanti, 2010) - che narra di quattro fratelli che dopo anni si rincontrano per la Shivah del padre. In quei sette giorni, sul filo caustico di un’ironia tra Woody Allen e Philip Roth, si accendono nuovi e antichi affetti, risentimenti, scontri, dolori, che la figura ingombrante della madre non aiuta affatto a stemperare.

Daniela Gross
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qui roma
Come illustrare l'Halachà
L'Halachà illustrata in nove volumi e un dvd con una intera biblioteca: questa l'ultima imponente opera del maskil Moise Levy presentata ieri al tempio monteverdino Bet Michael. “Ci troviamo di fronte a un lavoro importante” introduce il maskil Gadi Piperno prima di lasciare la parola al rav Roberto Colombo e al rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni. I volumi di Levy includono tutte le mitzvoth riportando note con le fonti.
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QUI TORINO
Disegnare Primo Levi
Il Museo Diffuso della Resistenza di Torino, il cui nome completo è “Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà”, ha mostrato già in diverse occasioni una grande attenzione per linguaggi normalmente ritenuti lontani dalla sua vocazione. Il fumetto in particolare, già protagonista di un incontro in occasione della Giornata della Memoria, è tornato ieri a parlare di un tema importante. Il protagonista di “Una stella tranquila”, graphic novel di Pietro Scarnera, è Primo Levi, scrittore convinto che raccontare non sia solo un dovere morale, ma un bisogno fisico, simile a quello di mangiare.
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qui roma
Ferrara diventa Internazionale
Irrorare, questa la parola chiave di Internazionale a Ferrara. Non a caso il logo scelto raffigura la Terra che annaffia una piantina. Il festival organizzato dalla testata Internazionale e giunto alla sua ottava edizione si ritroverà il 3-4-5 ottobre per riunire quella che è definita “la redazione più bella del mondo”. Giornalisti di nazionalità e lingue diverse si incontreranno in città per fare il punto della situazione.
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pilpul

Comunicazione in comune
Ho letto con un po’ di rammarico e invidia il pieghevole che informava sul master in Cultura Ebraica e Comunicazione: rammarico per non essere nata vent’anni dopo e non vivere a Roma in modo da poterlo frequentare, invidia per coloro che in futuro potranno occuparsi di comunicazione ebraica avendo a disposizione un ricco bagaglio di strumenti e competenze.

Anna Segre
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Quale museo della Shoah
L’idea dell’annientamento del popolo ebraico e di altri ”diversi”, nel ventesimo secolo, si è sviluppata nella “culla” dell’illuminismo, dei valori di “libertà, uguaglianza, fratellanza”, dell’autodeterminazione dei popoli, dello Stato di diritto, in quell’Europa che ascrive a sé i valori fondamentali della democrazia.

Saul Meghnagi
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Di frume Kats
Un racconto di Itskhok L. Peretz dal titolo “Di frume Kats” (il pio gatto) – pubblicato recentemente in “il tempo del messia e altri racconti” (Edizioni Storia e Letteratura, 2014) - narra di come un bel gatto bianco riesca a giustificare ed “elevare”, attraverso profonde riflessioni morali e talmudiche, la crudele uccisione di tre indifesi canarini presenti nella propria abitazione, preservando così sia la propria devozione che il proprio naturale sadismo.

Francesco Moises Bassano, studente
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Ai confini di Gaza
La situazione in Israele, dopo la tregua del 26 agosto, sembra essersi momentaneamente stabilizzata. Eppure il ricordo della guerra resta ancora vivo nella mente della popolazione civile. Specie nel Sud del paese, la vita degli israeliani è stata scossa profondamente dal recente conflitto. 

Michela Di Nola
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Valore donna
“Rabbì Israel di Salanter insegnava che ognuno dovrebbe sempre portare in tasca due biglietti. Nel primo scrivere 'Per me è stato creato il mondo' e nel secondo 'Io sono polvere e cenere'. Non è una contraddizione. Dobbiamo sì essere umili, ma anche consapevoli del nostro valore e del ruolo che ognuno ha nella storia”.

 Ilana Bahbout
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