J-Ciak – Tutti a casa! C’è la Shivah

this-is-where-i-leave-youNo, non si vive di solo cinema d’autore. E soprattutto in tempo di festival un sorriso più lieve è il benvenuto. Va dunque provato “This Is Where I Leave You”, diretto da Shawn Levy e appena presentato al Toronto Film Festival. Storia tratta dall’omonimo romanzo di Jonathan Tropper – tradotto in italiano con “Portami a casa” (Garzanti, 2010) – che narra di quattro fratelli che dopo anni si rincontrano per la Shivah del padre. In quei sette giorni, sul filo caustico di un’ironia tra Woody Allen e Philip Roth, si accendono nuovi e antichi affetti, risentimenti, scontri, dolori, che la figura ingombrante della madre non aiuta affatto a stemperare.
Sulla carta il film – nelle sale statunitensi tra una settimana, giusto in tempo per propiziarci un benaugurale Rosh Hashanah – pare avere buone chance. Jonathan Tropper, che in Italia non ha finora avuto gran riscontri, è autore che negli Stati Uniti vanta una consolidata schiera di fan anche perché cosceneggiatore e produttore di “Banshee”, serie di buon successo sul canale Cinemax.
“This”, come lo ha ribattezzato la critica, conta inoltre sul mestiere collaudato di Shawn Levy , in passato alla regia di “Una scatenata dozzina”, “La pantera rosa” e “Una notte al museo” con Ben Stiller. Schiera un cast d’eccezione: un’inossidabile madre interpretata da Jane Fonda, una spumeggiante Tina Fey nel ruolo di sorella, Jason Bateman e Adam Driver. E gioca su uno spunto ebraico che inevitabilmente finisce per commuovere e strappare il sorriso.
Per quanto il regista cerchi di evitare con gran cura gli stereotipi consacrati da tanto cinema e tivù sul mondo ebraico americano, la sensazione di déjà vu però a tratti è inevitabile come d’altronde nel romanzo. E non aiuta, in questo senso, il fatto che il tema della rivelatrice riunione di famiglia – il filone dei “Parenti serpenti”, tanto per citare Monicelli – costelli la storia del cinema.
Ma “This Is Where I Leave You” vale comunque la pena di essere visto. Questa strana Shivah è comunque piacevole e alcuni personaggi strepitosi, in particolare Jane Fonda. Psicologa infantile divenuta celebre per aver immortalato i figli bambini nei suoi libri, nel corso della settimana li imbarazza con la sua recente chirurgia plastica e una sfavillante libertà sessuale e fino all’ultimo non smette di stupirli. E poi, in tempi di commedie fin troppo ragazzine come lasciarsi sfuggire questa bizzarra famiglia così decisamente over 18?

Daniela Gross

(12 settembre 2014)