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2 febbraio 2016 - 23 Shevat 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Le ipotesi esegetiche sui motivi che abbiano spinto Ytrò, il suocero di Moshè, a convertirsi sono molteplici anche se per nulla contraddittorie. “E ascoltò Ytrò...” (Shemòt,18; 1). Ma cosa avrebbe ascoltato Ytrò di così sconvolgente da spingerlo a rivoluzionare la sua vita? Qualcuno sostiene che avrebbe ascoltato e compreso a fondo la storia dell’esodo dall’Egitto, altri, invece, la guerra contro Amalék, paradigma dell’antigiudaismo, e altri ancora il Dono della Torah. Nell’accettare la legge ebraica, il convertito riceve anche la storia ebraica.
 
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Dario
Calimani,
anglista
I professori e ricercatori universitari in Italia sono oltre 50.000 (dati Istat). Di questi, dice la stampa di questi giorni, 168 hanno firmato per la sospensione dei rapporti con il Technion di Haifa, 'A sostegno della campagna palestinese per il boicottaggio accademico delle istituzioni israeliane', quindi nell'ambito di una strategia politica ben più ampia e di stampo ideologico, che di scientifico e di etico ha ben poco. Ma la notizia, per il 70% circa, è falsa. Nessun organo di stampa, infatti, si è preoccupato di verificarla. L'ho fatto io a campione. Esiste un sito del MIUR (Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca) sul quale si può verificare l'organico. Bene, fra i firmatari, gli universitari, quelli veri, sono una esigua minoranza, diciamo il 20%. La 'folla' degli aderenti alla petizione è costituita da contrattisti annuali, assegnisti, qualche dottorando di passaggio, pensionati non più in organico che con la politica degli scambi culturali e della ricerca non hanno più nulla a che fare. Tutta gente che il sito del Ministero non riconosce come 'universitari'. Chi ha pensato la raccolta di firme ha certamente contato sul fatto che nessuno controlla la veridicità delle notizie e dei numeri. Il Technion di Haifa non ha nulla da temere, anche se sul piano dell'immagine, l'antisemitismo anti-israeliano ha colpito ancora, colpendo la cultura.
 
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MILANO - Tra terra e cielo. L’albero nella spiritualità ebraica: Meditazioni ed esperienze intorno a Tu BiShevàt, il Capodanno degli Alberi è questo il tema della rassegna curata da Davide Assael, Miriam Camerini, Alisa Luzzattoin che sarà protagonista a Milano fino a domenica 7 febbraio. Tra gli appuntamenti, la proiezione domani sera all'Università Bicocca di The Fountain - L’albero della vita, di Darren Aronofsky, 2006, con al termine un dibattito moderato da Francesca Antonacci. Giovedì invece andrà in scena al Refettorio Ambrosiano Danzare dentro. Meditazione in concerto. Domenica si chiude con l'incontro a tre voci Frutti: Davide Assael, Alisa Luzzatto e Miriam Camerini accompagneranno i partecipanti, mezz’ora ciascuno, in un viaggio dentro testi antichi e nuovi, scelti da ognuno dei tre per raccontare l’albero e i molti diversi modi di accostarsi a un testo.

FIRENZE - La voce dei sommersi allo Stensen: il libro di Carlo Saletti e “Il figlio di Saul”. Giovedì 4 febbraio all'Auditorium Stensen (viale Don Minzoni 25) giornata dedicata ai Sonderkommando con la presentazione del libro La voce dei sommersi e la proiezione de Il figlio di Saul
A coloro che vissero l’inferno del Lager nel ruolo negletto dei ‘corvi neri del crematorio’, come li definì Primo Levi, è dedicata l’intera giornata del 4 febbraio allo Stensen, con la presentazione alla libreria Alzaia alle 18,30 del libro La voce dei sommersi con l’autore Carlo Saletti e il giornalista dell’Espresso Wlodek Goldkorn, e la proiezione alle 21,00 del film Il figlio di Saul di László Nemes, seguita dall’incontro con Saletti.
Entrambe le opere, libro e film, hanno per oggetto i ‘Sonderkommando’, le ‘Unità speciali’ dei campi di sterminio nazisti composte per lo più da ebrei, che, prima di venire uccisi a loro volta, erano obbligati ad occuparsi della rimozione e cremazione dei cadaveri delle camere a gas.
 
Israele blinda Ramallah
“A fronte di “futuri concreti attentati”, l'esercito israeliano ha deciso di bloccare il transito non autorizzato da e per Ramallah, in Cisgiordania. Fonti delle esercito parlano di una misura presa per “motivi operativi” e per scongiurare nuovi attacchi, in particolare alla luce dell'attentato compiuto domenica da un agente delle forze di sicurezza palestinesi che ha aperto il fuoco contro un posto di blocco israeliano. Da Ramallah, dopo il blocco, accusano Gerusalemme di operare “una punizione collettiva”. Intanto a Gaza si parla di nuovi tunnel realizzati dal movimento terroristico di Hamas per colpire Israele: “se ci colpiranno dai tunnel sotterranei risponderemo con una forza maggiore rispetto a quella usata durante l'operazione Margine Protettivo (2014)” ha avvisato il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu (Avvenire).

A Firenze il Memoriale italiano di Auschwitz. Dopo le polemiche e la richiesta di rimozione da parte della direzione del Museo di Auschwitz, il Memoriale italiano, originariamente posto proprio nel complesso museale dell'ex campo di sterminio, è arrivato nelle scorse ore a Firenze. Il Memoriale, realizzato negli anni '80 con la collaborazione di diversi artisti e scrittori tra cui Primo Levi, sorgerà nel Centro per l’arte contemporanea EX3 di Firenze. I tempi per la ricostruzione sono stimati in circa due anni (Corriere Fiorentino e Repubblica Firenze).

Urtisti, la revoca dello stop a San Pietro. Per quattro giorni, (lunedì, martedì, giovedì e venerdì) dieci tra camion bar e urtisti, storici venditori di souvenir appartenenti per lo più alla comunità ebraica romana, potranno tornare a vendere i loro prodotti in piazza San Pietro. A sancirlo, riportano Corriere e Repubblica nelle proprie pagine romane, un'ordinanza del commissario Francesco Paolo Tronca, che modifica parzialmente il blocco imposto dalla giunta Marino sulla presenza di ambulanti nell'area. Una decisione di buon senso, dichiara a Repubblica Fabio Gigli, presidente degli urtisti di Roma “anche se, spiega parliamo nel nostro caso di poche postazioni mentre il resto della categoria da mesi fa i conti con la carenza più totale di soste, di luoghi dove lavorare".
 
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  davar
parlano gli studenti italiani dell'università
Tra eccellenza e integrazione,
la realtà del Technion di Haifa

“Per quattro anni ho visto con i miei occhi ragazzi ebrei, musulmani, cristiani e drusi sedersi nelle stesse aule e passeggiare l’uno di fianco all'altro nel pieno rispetto del prossimo”. Questa la frase che sintetizza l'esperienza di Nathan Nacamulli, laureato in Ingegneria Civile e Ambientale, al Technion di Haifa. Come lui, sono molti gli studenti ed ex studenti italiani dell'ateneo pronti a smentire l’appello per il boicottaggio lanciato negli scorsi giorni da un gruppo di accademici italiani. “Collaborare con il Technion significa rendersi attivamente partecipi del regime di occupazione, colonialismo e apartheid d’Israele e in questo modo essere complici del sistema di oppressione che nega ai palestinesi i loro diritti umani più fondamentali”, il delirante atto di accusa dei firmatari.
Personalmente posso dire di aver studiato in complete sintonia in classe con studenti arabi israeliani residenti a Gerusalemme est, oppure di aver lavorato in gruppo con studenti cinesi, tibetani e indiani che non hanno mai posto barriere politiche alla collaborazione negli studi”, sottolinea Manuela Vaturi, che da un anno lavora come ingegnere civile dopo aver concluso i suoi studi al politecnico israeliano.
“Come italiano, non mi identifico quando sento queste accuse
dettate dall'ignoranza, la cui falsità è testimoniata dall'alta percentuale di studenti arabi israeliani che frequentano con profitto il Technion”, aggiunge Dan Terracini, che dopo la mechinah inizia ora i suoi studi di ingegneria elettrica.
“Ricordo che amavo pregare a Minchah, la preghiera pomeridiana, in un angolo poco frequentato della facoltà”, la testimonianza di Nacamulli.
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qui milano - il vicesindaco di tel aviv in visita 
"Keillah, impegno che emoziona"
“È sempre emozionante vedere come l'ebraismo della Diaspora conserva e custodisce le proprie tradizioni, costruisce le proprie Comunità, creando asili, scuole ebraiche, case di riposo. In Israele queste cose sono date per scontate mentre qui a Milano, come altrove nella Diaspora, ci si rende conto di come non lo siano. Si sente la solidarietà, quel senso di responsabilità comunitario”. Parole del vicesindaco di Tel Aviv Mehereta Baruch-Ron, che nelle scorse ore ha visitato la Scuola ebraica di Milano. In città per diversi impegni istituzionali, Baruch-Ron sarà presente alla cerimonia a Palazzo Marino per il premio di “uomo dell'anno 2016” consegnato dagli Amici del Museo d’Arte di Tel Aviv a don Virginio Colmegna (presidente della Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”), alla presenza dei sindaci di Milano e Tel Aviv Giuliano Pisapia e Ron Huldai. Il vicesindaco della città israeliana porterà una testimonianza personale sulla condizione di migrante, raccontando la propira esperienza dall'Etiopia ad Israele, viaggio difficile e pericolo percorso a 10 anni assieme alla sua famiglia.
Nel corso della mattinata il vicesindaco Baruch-Ron ha visitato le strutture della Comunità ebraica milanese, salutando alcuni studenti della scuola. A rappresentare la Keillah, tra gli altri, i presidenti Milo Hasbani e Raffaele Besso e del rabbino capo della città Alfonso Arbib.
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l'installazione italiana di auschwitz  
Il Memoriale accolto a Firenze
“Ricordo e impegno vivo”

Per sistemarlo nel modo più adeguato ci vorranno un paio di anni, ma è intanto è arrivato. E Firenze l’ha ricevuto con tutti gli onori. Auditorium EX3, piazza Bartali: una sala gremita dà il benvenuto a quello che fu il Memoriale italiano ad Auschwitz e che, nel capoluogo toscano, tornerà protagonista all’interno di un vero e proprio polo di Memoria che sorgerà nel quartiere Gavinana.
A fare gli onori di casa e a illustrare il significato di questo impegno il sindaco di Firenze Dario Nardella, il presidente della Regione Enrico Rossi, il sottosegretario ai beni culturali Ilaria Borletti Buitoni, la vicepresidente della Regione Monica Barni, il presidente dell’Aned Dario Venegoni e l’architetto Alberico Belgiojoso. “Mi auguro che tutte le scuole possano presto venire a visitare questo luogo che diventerà un vero e proprio polo del ricordo e del rifiuto di ogni atrocità. Non un semplice museo ma un centro vivo dove imparare e conoscere, dove costruire un futuro più giusto” ha sottolineato nell’occasione il primo cittadino.
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qui roma 
Urtisti, futuro ancora in bilico
"Situazione resta drammatica"

“Una goccia nel mare. Mi ripeto, come ho più volte fatto in questi mesi, la situazione è drammatica. E provvedimenti come quello appena approvato, pur significativi, hanno un peso davvero marginale, riguardando soltanto tre postazioni e soltanto in determinati giorni della settimana. Il problema è che la nostra categoria nel suo insieme si fa carico di circa duecento famiglie da sfamare. Ma da tempo questo non è più possibile”.
Si dice “preoccupato” e “sfiduciato” Fabio Gigli (nell’immagine), storico presidente degli urtisti. La notizia che la sua e altre categorie professionali potranno tornare a presidiare alcune zone limitrofe a piazza San Pietro, disposta nelle scorse ore dal commissario straordinario Francesco Paolo Tronca, non sembra scaldarlo più di tanto.
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oltreconfine - francia
Nizza celebra Angelo Donati,
Il suo nome sulla Promenade

Relatori illustri, tra cui il celebre cacciatore di nazisti Serge Klarsfeld, prenderanno la parola in occasione delle celebrazioni che la città di Nizza ha organizzato il 3 e 4 febbraio in ricordo di Angelo Donati, diplomatico ebreo della Repubblica di San Marino che si distinse per il salvataggio di molti correligionari nella parte di Francia occupata dagli italiani tra il 1942 e il 1943. Un appuntamento solenne, che si aprirà in sinagoga – alla presenza della più alte autorità cittadine – per concludersi con lo svelamento di una targa commemorativa sulla mitica Promenade des anglais. A ripercorrere l’avvincente biografia di Donati, che fu banchiere, filantropo e diplomatico, sarà tra gli altri la responsabile del centro sanmarinese di ricerca del Museo dell’emigrante Patrizia Di Luca.
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ANTISEMITISMO - I RISULTATI DEL SONDAGGIO IPSOs
In Francia vince la diffidenza
È una Francia diffidente quella che viene ritratta dal sondaggio appena reso pubblico dal settimanale francese Le journal du dimanche intitolato
"Percezioni e aspettative della popolazione ebraica. Il rapporto con gli altri e con le minoranze", realizzato dall'Ipsos e commissionato dalla Fondation du judaïsme français (nell'immagine il presidente Ariel Goldman) per affrontare il tema del "vivere insieme". Diffidano i francesi, il 60 percento dei quali crede che una parte della responsabilità della crescita dell'antisemitismo nel paese sia degli ebrei stessi, ritenendo fondati molti dei più comuni pregiudizi. Diffidano gli ebrei, di cui uno su dieci afferma di essere stato vittima di un'aggressione fisica. E diffidano anche i musulmani, il 41 percento dei quali afferma di aver ricevuto insulti o discriminazioni.
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qui verona
“Noi, la Memoria, il futuro”
Si sono concluse a Verona le cerimonie ufficiali organizzate con il patrocinio del prefetto Salvatore Mulas e del sindaco Flavio Tosi. Le iniziative hanno coinvolto, oltre alla Comunità ebraica e ad altre associazioni, anche Aned, Appia, Anpi e Istituto Storico della Resistenza. 
Per l’ultimo evento un folto pubblico si è ritrovato in una giornata nebbiosa e fredda di fronte al grande monumento raffigurante un nodo di filo spinato opera del Maestro Pino Castagna, dove è stata deposta una corona dall’assessore Gian Arnaldo Caleffi in rappresentanza del Comune di Verona (Caleffi ha portato i saluti del sindaco e della città). Dario Basevi, in rappresentanza del comitato che aveva promosso la realizzazione dell’imponente monumento realizzato dal Maestro, presente alla cerimonia, ha ricordato l’importanza di tale opera per la città (che purtroppo durante l’ultima guerra è stata sede delle truppe tedesche del Nord Italia e ha coordinato le deportazioni verso i campi di sterminio).  Basevi ha poi invitato il rabbino Yosef Labi e il sacerdote don Carlo Merlo, incaricato per i rapporti con le altre religioni e in rappresentanza del vescovo, a leggere l’uno in ebraico e l’altro in italiano il salmo 23 che avevano scelto per l’occasione.

Bruno Carmi, presidente Comunità ebraica di Verona
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qui milano -  il bando della fondazione
Il Cdec cerca il nuovo direttore
La Fondazione del Centro di Documentazione Ebraica di Milano è in cerca di un nuovo direttore. Nelle scorse settimane è infatti stato pubblicato il bando per sostituire l’attuale direttore del Cdec Michele Sarfatti, storico autorevole e tra più apprezzati esperti delle vicende degli ebrei nell’Italia fascista, che ha deciso di lasciare l’incarico il prossimo agosto. Il concorso è rivolto sia all’Italia sia all’estero e il candidato, si legge nel bando, deve possedere “la capacità di ispirare e condurre il CDEC a raggiungere i suoi obiettivi accademici, di cura del patrimonio documentario, educativi e di ricerca”.
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pilpul
Il Memoriale viaggiante
Doppiata anche per quest'anno la Giornata della Memoria, giunge in Italia il Memoriale italiano di Auschwitz, da anni al centro di polemiche, equivoci e incertezze. L'opera, installata nel 1980 nella sezione italiana del campo di sterminio, si deve alla collaborazione interdisciplinare tra architetti, artisti, scrittori e musicisti: Primo Levi, Lodovico Belgiojoso, Luigi Nono, Gianfranco Maris, Pupino Samonà. Certamente il complesso rappresenta la sensibilità artistica e politico-sociale dell'epoca in cui fu concepita, ivi compresi i simboli del comunismo e una concezione della Memoria basata sull'impatto impressionistico dell'arte e non sulla tecnica didattica e pedagogica.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie - L’arte “degenerata”
Fino al 5 febbraio è in corso nel comune di Bisuschio (Varese) l’esposizione “Propaganda degenerata - L'arte tra persecuzione e propaganda dalla collezione Gianfranco Moscati”. Tra la seconda metà dell’800 e la fine degli anni ‘30, “degenerato” era tutto ciò che si allontanava (in termini estetici e razziali, nella “forma” e nella “sostanza”) dalla tradizione culturale germanica e in seguito da quella nazista.
Il 15 novembre del 1933 il ministro della Propaganda nazista Joseph Goebbels costituì la Camera della Cultura del Reich, che di fatto stabiliva quali artisti potevano lavorare e cosa si potesse mostrare al pubblico.


Mario Avagliano
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Technion, progresso e umanità
Studiare al Technion è stata un’esperienza costruttiva, non solo dal punto di vista accademico ma anche umano. Non voglio parlare del livello accademico dell’università, che si sa, è molto alto tanto che il Technion compare sempre tra gli istituti migliori nelle classifiche mondiali. Vorrei più che altro parlare del contributo ‘umano’ che il Technion continua a dare alla società israeliana e a quella palestinese, ma anche a livello mondiale.

Hannah Levy
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