
Paolo Sciunnach,
insegnante
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Ama
il lavoro, odia la rabbanut (grandezza) e non desiderare l’amicizia
delle autorità (Pirkei Avoth I, 10). Siate cauti con le autorità
politiche, perché non vi si avvicinano se non quando hanno bisogno di
voi, vi mostrano amicizia quando fa loro comodo, ma non vi assistono
nel momento del bisogno (Pirkei Avoth II, 3). Maestri, state attenti
alle vostre parole, perché potreste essere condannati alla pena
dell’esilio, emigrare in un luogo di acque cattive, da cui potrebbero
bere i discepoli che vengono dietro di voi e morirne, e così il nome di
D-o verrebbe profanato (Pirkei
Avoth I, 11).
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Anna Foa, storica | La
notizia è scivolata via senza rumore, fino a che qualcuno non se n'è
accorto e l'ha denunciata, ma anche qui senza ricevere il clamore
mediatico che meritava. Un signore di 94 anni, Wilhelm Kusterer, ha
ricevuto una medaglia d'onore dal sindaco della cittadina tedesca dove
vive per essere "un cittadino che ha reso grandi servigi al suo comune
di origine", Engelbrand. Il signore in questione, però, è stato
condannato in Italia in via definitiva nel 2008 e nel 2009 a due
ergastoli per aver partecipato attivamente a due stragi naziste, la
prima a San Terenzo Monti, la seconda a Marzabotto. In tutto, più di
mille civili assassinati, molti dei quali bambini. Il più piccolo aveva
due settimane. Come nel caso di molti altri criminali nazisti, l'Italia
non ne ha ottenuto l'estradizione.
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Libia, il premier Renzi:
"No all'invasione"
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“L’Italia
non invaderà la Libia”, la posizione del Primo ministro Matteo Renzi
rispetto alla richiesta degli alleati, americani e francesi su tutti,
di intervenire nel paese nordafricano, nel caos dopo la caduta del
dittatore Gheddafi. L’Italia, ha affermato il Premier, “agirà solo
quando ci sarà un governo formalmente riconosciuto, che chiederà un
aiuto alla comunità internazionale, e lo farà in un contesto
internazionale, multilaterale, insieme agli alleati, certamente non da
sola” (Corriere della Sera). Intanto i due italiani rapiti da un gruppo
islamista in Libia lo scorso 19 luglio e liberati nelle scorse ore,
raccontano i lunghi e duri mesi di prigionia. I due hanno scoperto solo
una volta arrivati a Roma la sorte degli altri due italiani, amici e
anche loro ostaggi, rimasti uccisi probabilmente durante uno scontro a
fuoco tra carcerieri e miliziani libici (Corriere).
Le primarie, D’Alema e i complottismi. A Roma e Napoli vincono i
candidati alle primarie Pd appoggiati da Renzi, ovvero Giachetti e
Valente. Ma, racconta Maria Teresa Meli sul Corriere, all’interno del
partito di centrosinistra c’è una guerra sotterranea guidata, tra gli
altri, da Massimo D’Alema. Secondo quanto riporta la giornalista
D’Alema nel corso di una cena sarebbe arrivato a dire: “Renzi è un uomo
del Mossad, bisogna sconfiggerlo”.
Milano, le donne giuste e l’eroe siriano. Continuano le iniziative
della Giornata europea dei Giusti – nata su impulso dell’associazione
Gariwo e del suo presidente Gabriele Nissim – celebrata ieri in tutta
Italia e in alcuni paesi europei e con appuntamenti che proseguiranno
fino a domani (con la piantumazione alle 11.00 di sei ceppi in onore di
altrettante donne al Giardino dei Giusti del Monte Stella). Come
riporta il Corriere, ieri è stato svelato un murales dedicato
all’archeologo Khaled Al Assad, eroe di Palmira, che ha visto tra gli
altri l’intervento del Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Giorgio Mortara. Oggi pomeriggio in Sala Alessi, a Palazzo
Marino, si terrà invece il convegno, “Conquiste e sconfitte nella
legislazione sulla condizione femminile nel mondo”.
Allarme Slovacchia, antisemiti in parlamento. Nelle elezioni slovacche
preoccupante exploit del partito neonazista Nostra Slovacchia guidata
da Marian Kotleba che ha raggiunto l’8, 4 per cento. “La formazione di
Kotleba è diretta emanazione della Fratellanza slovacca bandita nel
2006 – scrive il Corriere – e nota per le parate con le uniformi nere
della Guardia di Hlinka, il gruppo paramilitare che gestì la sicurezza
interna sotto il regime filonazista di Jozef Tiso. Su quelle radici
storiche Kotleba ha innestato sprezzo delle minoranze (primi i rom),
linguaggio antisemita, estremo conservatorismo sociale, campagne per
l’uscita dalla Ue”.
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Conferenza stampa – I 500 anni del Ghetto
“Insieme per la libertà”
“I cinque secoli del primo ghetto del mondo. Dai diritti negati all’emancipazione”.
È una riflessione di
ampio respiro e a più voci quella che sarà sviluppata mercoledì 9 marzo
alle 11.30, presso la sede dell’Associazione Stampa Estera a Roma, nel
corso della conferenza organizzata dall’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane per far conoscere e divulgare il ricco programma di iniziative
che si svolgeranno a Venezia in occasione del Cinquecentenario del
Ghetto lagunare.
Interverranno nel corso
della conferenza stampa Renzo Gattegna, presidente UCEI; Luca Zaia,
presidente Regione Veneto; Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia; Shaul
Bassi, coordinatore scientifico comitato per i 500 anni del Ghetto;
Donatella Calabi, curatrice della mostra “Venezia, gli Ebrei,
l’Europa”; Toto Bergamo Rossi, fondazione Venetian Heritage Onlus;
Cristiano Chiarot, sovrintendente della Fondazione Teatro La Fenice;
Mariacristina Gribaudi, presidente Fondazione Musei Civici; Paolo
Gnignati, presidente Comunità ebraica di Venezia.
L’incontro costituirà
inoltre l’occasione per presentare i numerosi servizi e approfondimenti
che appaiono sul numero di marzo del giornale dell’ebraismo italiano
Pagine Ebraiche. A partire dal dossier “Venezia – I 500 anni del
ghetto”, curato da Ada Treves, che costituisce un prezioso riferimento
per meglio cogliere il significato di questo impegno attraverso
approfondimenti e pagine ricche di memoria ma anche di futuro.
Il
cinquecentesimo anniversario del Ghetto di Venezia, il più antico al
mondo, segna uno spartiacque di consapevolezza fondamentale. Si tratta
infatti di un’occasione, davvero unica, per approfondire una storia
secolare che parla la lingua amara della negazione, della sopraffazione
e del disprezzo. E soltanto molto dopo – con l’abbattimento di mura e
cancelli – quella dolce del riscatto e della libertà.
Il Ghetto è il paradigma dell’esclusione: la sospensione del diritto,
il rifiuto estremo dell’Altro. Come ci insegna la Storia, è un
atteggiamento che viene sempre pagato a caro prezzo. E a pagare non
sono soltanto le comunità perseguitate, ma anche quelle società che –
istituendo i ghetti, serrandone convintamente le porte – finiscono per
incamminarsi verso un abisso che ha come esito le più feroci abiezioni
e barbarie.
A provarlo sono le inquisizioni e i pogrom dei secoli passati. O
ancora, in tempi più recenti, i diversi stadi della catena persecutoria
forgiata dal nazifascismo. Se i Ghetti nazisti poterono funzionare in
modo così efficace, almeno dal punto di vista dei loro fautori, è
perché gli stessi vollero ispirarsi in tutto e per tutto a
quell’infamia varata ed entusiasticamente affinata molte generazioni
prima da papi, capi di governo, dogi e amministratori locali.
Interrogarsi sul Ghetto, e in particolare su quello di Venezia,
significa anche approfondire il tema della resilienza. E cioè della
capacità umana di adattarsi alle situazione più complesse e di superare
traumi e ostacoli.
Renzo Gattegna
presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Pagine Ebraiche marzo 2016 Leggi
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qui milano - la giornata europea dei giusti
Khaled e il coraggio di sei donne
L'arte ricorda chi lotta per il bene
Sonita
Alizadeh, Flavia Agnes, Halima Bashir, Vian Dakhil, Felicia Impastato e
Azucena Villaflor. Sei donne che in diversi momenti e in diversi luoghi
hanno alzato la testa contro l'oppressione, per lottare per la libertà
e la democrazia. Donne a cui l'Associazione Giardino dei Giusti di
Milano – di cui fanno parte Unione delle Comunità Ebraiche Italiane,
Comune di Milano e Gariwo – ha voluto dedicare un albero sul Monte
Stella (domani alle 11 la piantumazione) per ricordarne, in occasione
della Giornata europea dei Giusti celebrata il 6 marzo, il coraggio e
l'impegno contro l'odio e la violenza. Le loro storie, come ha
dichiarato il presidente UCEI Renzo Gattegna, devono essere raccontate
con l'auspicio che “illuminino il nostro percorso, aiutandoci a
costruire un futuro di libertà, democrazia e diritti per tutti i popoli
del mondo”. Figure che ci ricordano che la strada verso il bene è una
scelta, ha ricordato Gabriele Nissim, presidente di Gariwo e anima
della Giornata dei Giusti.
Dalla simbolica data dell'8 marzo, Festa delle Donne, il Giardino del
Monte Stella conterà dunque sei giuste in più, andando ad affiancare,
tra le altre grandi figure, l'albero dedicato a Khaled al-Asaad. A lui,
l'archeologo siriano che ha pagato con la vita la difesa del patrimonio
artistico di Palmira, Milano ha voluto dedicare anche un murale (nella
foto) alla Fabbrica del Vapore realizzato dai writer Pao, Ivan,
Orticanoodles e Piger. Ad intervenire all'inaugurazione anche
il Consigliere UCEI Giorgio Mortara. Leggi
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qui gerusalemme
Ye'ud, a scuola di leadership
Si
è aperta domenica a Gerusalemme la settima edizione di Ye’ud, il
seminario di formazione per la futura leadership ebraica italiana
promosso dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Il corso, con sede presso Kiryat Moriah, centro convegni dell’Agenzia
Ebraica, durerà una settimana e prevede un fitto programma di incontri
con figure di spicco del mondo ebraico, sia dall’Italia che da Israele,
oltre ad una serie di workshop con esperti del settore.
In serata, rav Roberto Della Rocca, direttore di Ye’ud, ha aperto il
seminario rimarcando l’importanza di tenere il corso in Israele
piuttosto che in Italia, definendo lo Stato Ebraico lo specchio della
società ebraica italiana, variegata ma unita sotto la medesima
organizzazione. È già il secondo anno che Ye’ud si tiene a Gerusalemme,
e i partecipanti, tra cui figura il corrispondente sottoscritto,
avranno occasione di confrontarsi con una moltitudine di idee, opinioni
e punti di vista sul tipo leadership necessaria in Italia e sul futuro
dell’ebraismo globale.
Simone Somekh Leggi
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INFORMAZIONE – INTERNATIONAL EDITION
Venezia e Biella. L’Italia ebraica e quel legame tra passato e futuro
Venezia
e Biella. L’Italia ebraica trascorre giornate importanti, guardando al
suo passato, alla sua storia di valori e cultura lungo i secoli, e al
suo presente, che di questa eredità porta il testimone. Così, la
sinagoga di Biella, sezione della Comunità di Vercelli, ha festeggiato
il ritorno del suo Sefer Torah, con un minian che mancava in città da
anni. A rendere l’appuntamento ancora più speciale, la recente notizia
della datazione dell’origine del Rotolo al 1250 circa, che lo rende
quindi il più antico Sefer Torah ancora in uso di cui si abbia notizia.
Riflettori puntati anche su Venezia, in attesa della conferenza stampa
del 9 marzo che presenterà il calendario di eventi in omaggio ai 500
anni dall’istituzione del Ghetto di Venezia.
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Oltremare
- Insulti
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La
ministra della Cultura israeliana, tale Miri Regev, del Likud, ha
aperto ieri il suo intervento nella Conferenza sulla cultura israeliana
a Tel Aviv con un insulto. Anche gli oratori più incalliti, che sanno
perfettamente quanto una parola forte, perfino una parolaccia, se ben
posizionata può svegliare un auditorium intero di narcolettici, hanno
storto il naso. E non per la portata della parola usata e reiterata con
impeto, e nemmeno perché l'israelianissima Regev ha scelto di dirla in
inglese in un consesso di israeliani al 100%. Più che altro per la
sorpresa di sentire la ministra, avvezza ad uscite un po' colorite, va
detto, insultare l'auditorium intero proprio a partire dall'incipit.
Quando cioè tutti erano ancora abbastanza svegli, si può supporre.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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