Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

7 marzo 2016 - 27 Adar 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Paolo Sciunnach,
insegnante
Ama il lavoro, odia la rabbanut (grandezza) e non desiderare l’amicizia delle autorità (Pirkei Avoth I, 10). Siate cauti con le autorità politiche, perché non vi si avvicinano se non quando hanno bisogno di voi, vi mostrano amicizia quando fa loro comodo, ma non vi assistono nel momento del bisogno (Pirkei Avoth II, 3). Maestri, state attenti alle vostre parole, perché potreste essere condannati alla pena dell’esilio, emigrare in un luogo di acque cattive, da cui potrebbero bere i discepoli che vengono dietro di voi e morirne, e così il nome di D-o verrebbe profanato (Pirkei
Avoth I, 11).
 
Anna Foa, storica
La notizia è scivolata via senza rumore, fino a che qualcuno non se n'è accorto e l'ha denunciata, ma anche qui senza ricevere il clamore mediatico che meritava. Un signore di 94 anni, Wilhelm Kusterer, ha ricevuto una medaglia d'onore dal sindaco della cittadina tedesca dove vive per essere "un cittadino che ha reso grandi servigi al suo comune di origine", Engelbrand. Il signore in questione, però, è stato condannato in Italia in via definitiva nel 2008 e nel 2009 a due ergastoli per aver partecipato attivamente a due stragi naziste, la prima a San Terenzo Monti, la seconda a Marzabotto. In tutto, più di mille civili assassinati, molti dei quali bambini. Il più piccolo aveva due settimane. Come nel caso di molti altri criminali nazisti, l'Italia non ne ha ottenuto l'estradizione.
 
Leggi

Libia, il premier Renzi:
"No all'invasione"
“L’Italia non invaderà la Libia”, la posizione del Primo ministro Matteo Renzi rispetto alla richiesta degli alleati, americani e francesi su tutti, di intervenire nel paese nordafricano, nel caos dopo la caduta del dittatore Gheddafi. L’Italia, ha affermato il Premier, “agirà solo quando ci sarà un governo formalmente riconosciuto, che chiederà un aiuto alla comunità internazionale, e lo farà in un contesto internazionale, multilaterale, insieme agli alleati, certamente non da sola” (Corriere della Sera). Intanto i due italiani rapiti da un gruppo islamista in Libia lo scorso 19 luglio e liberati nelle scorse ore, raccontano i lunghi e duri mesi di prigionia. I due hanno scoperto solo una volta arrivati a Roma la sorte degli altri due italiani, amici e anche loro ostaggi, rimasti uccisi probabilmente durante uno scontro a fuoco tra carcerieri e miliziani libici (Corriere).

Le primarie, D’Alema e i complottismi. A Roma e Napoli vincono i candidati alle primarie Pd appoggiati da Renzi, ovvero Giachetti e Valente. Ma, racconta Maria Teresa Meli sul Corriere, all’interno del partito di centrosinistra c’è una guerra sotterranea guidata, tra gli altri, da Massimo D’Alema. Secondo quanto riporta la giornalista D’Alema nel corso di una cena sarebbe arrivato a dire: “Renzi è un uomo del Mossad, bisogna sconfiggerlo”.

Milano, le donne giuste e l’eroe siriano. Continuano le iniziative della Giornata europea dei Giusti – nata su impulso dell’associazione Gariwo e del suo presidente Gabriele Nissim – celebrata ieri in tutta Italia e in alcuni paesi europei e con appuntamenti che proseguiranno fino a domani (con la piantumazione alle 11.00 di sei ceppi in onore di altrettante donne al Giardino dei Giusti del Monte Stella). Come riporta il Corriere, ieri è stato svelato un murales dedicato all’archeologo Khaled Al Assad, eroe di Palmira, che ha visto tra gli altri l’intervento del Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Giorgio Mortara. Oggi pomeriggio in Sala Alessi, a Palazzo Marino, si terrà invece il convegno, “Conquiste e sconfitte nella legislazione sulla condizione femminile nel mondo”.

Allarme Slovacchia, antisemiti in parlamento. Nelle elezioni slovacche preoccupante exploit del partito neonazista Nostra Slovacchia guidata da Marian Kotleba che ha raggiunto l’8, 4 per cento. “La formazione di Kotleba è diretta emanazione della Fratellanza slovacca bandita nel 2006 – scrive il Corriere – e nota per le parate con le uniformi nere della Guardia di Hlinka, il gruppo paramilitare che gestì la sicurezza interna sotto il regime filonazista di Jozef Tiso. Su quelle radici storiche Kotleba ha innestato sprezzo delle minoranze (primi i rom), linguaggio antisemita, estremo conservatorismo sociale, campagne per l’uscita dalla Ue”.
 
Leggi

  davar
Conferenza stampa – I 500 anni del Ghetto 
“Insieme per la libertà”
“I cinque secoli del primo ghetto del mondo. Dai diritti negati all’emancipazione”.
È una riflessione di ampio respiro e a più voci quella che sarà sviluppata mercoledì 9 marzo alle 11.30, presso la sede dell’Associazione Stampa Estera a Roma, nel corso della conferenza organizzata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane per far conoscere e divulgare il ricco programma di iniziative che si svolgeranno a Venezia in occasione del Cinquecentenario del Ghetto lagunare.
Interverranno nel corso della conferenza stampa Renzo Gattegna, presidente UCEI; Luca Zaia, presidente Regione Veneto; Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia; Shaul Bassi, coordinatore scientifico comitato per i 500 anni del Ghetto; Donatella Calabi, curatrice della mostra “Venezia, gli Ebrei, l’Europa”; Toto Bergamo Rossi, fondazione Venetian Heritage Onlus; Cristiano Chiarot, sovrintendente della Fondazione Teatro La Fenice; Mariacristina Gribaudi, presidente Fondazione Musei Civici; Paolo Gnignati, presidente Comunità ebraica di Venezia.
L’incontro costituirà inoltre l’occasione per presentare i numerosi servizi e approfondimenti che appaiono sul numero di marzo del giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche. A partire dal dossier “Venezia – I 500 anni del ghetto”, curato da Ada Treves, che costituisce un prezioso riferimento per meglio cogliere il significato di questo impegno attraverso approfondimenti e pagine ricche di memoria ma anche di futuro.

Il cinquecentesimo anniversario del Ghetto di Venezia, il più antico al mondo, segna uno spartiacque di consapevolezza fondamentale. Si tratta infatti di un’occasione, davvero unica, per approfondire una storia secolare che parla la lingua amara della negazione, della sopraffazione e del disprezzo. E soltanto molto dopo – con l’abbattimento di mura e cancelli – quella dolce del riscatto e della libertà.
Il Ghetto è il paradigma dell’esclusione: la sospensione del diritto, il rifiuto estremo dell’Altro. Come ci insegna la Storia, è un atteggiamento che viene sempre pagato a caro prezzo. E a pagare non sono soltanto le comunità perseguitate, ma anche quelle società che – istituendo i ghetti, serrandone convintamente le porte – finiscono per incamminarsi verso un abisso che ha come esito le più feroci abiezioni e barbarie.
A provarlo sono le inquisizioni e i pogrom dei secoli passati. O ancora, in tempi più recenti, i diversi stadi della catena persecutoria forgiata dal nazifascismo. Se i Ghetti nazisti poterono funzionare in modo così efficace, almeno dal punto di vista dei loro fautori, è perché gli stessi vollero ispirarsi in tutto e per tutto a quell’infamia varata ed entusiasticamente affinata molte generazioni prima da papi, capi di governo, dogi e amministratori locali.
Interrogarsi sul Ghetto, e in particolare su quello di Venezia, significa anche approfondire il tema della resilienza. E cioè della capacità umana di adattarsi alle situazione più complesse e di superare traumi e ostacoli.

Renzo Gattegna
presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Pagine Ebraiche marzo 2016

Leggi

qui milano - la giornata europea dei giusti 
Khaled e il coraggio di sei donne
L'arte ricorda chi lotta per il bene

Sonita Alizadeh, Flavia Agnes, Halima Bashir, Vian Dakhil, Felicia Impastato e Azucena Villaflor. Sei donne che in diversi momenti e in diversi luoghi hanno alzato la testa contro l'oppressione, per lottare per la libertà e la democrazia. Donne a cui l'Associazione Giardino dei Giusti di Milano – di cui fanno parte Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Comune di Milano e Gariwo – ha voluto dedicare un albero sul Monte Stella (domani alle 11 la piantumazione) per ricordarne, in occasione della Giornata europea dei Giusti celebrata il 6 marzo, il coraggio e l'impegno contro l'odio e la violenza. Le loro storie, come ha dichiarato il presidente UCEI Renzo Gattegna, devono essere raccontate con l'auspicio che “illuminino il nostro percorso, aiutandoci a costruire un futuro di libertà, democrazia e diritti per tutti i popoli del mondo”. Figure che ci ricordano che la strada verso il bene è una scelta, ha ricordato Gabriele Nissim, presidente di Gariwo e anima della Giornata dei Giusti.
Dalla simbolica data dell'8 marzo, Festa delle Donne, il Giardino del Monte Stella conterà dunque sei giuste in più, andando ad affiancare, tra le altre grandi figure, l'albero dedicato a Khaled al-Asaad. A lui, l'archeologo siriano che ha pagato con la vita la difesa del patrimonio artistico di Palmira, Milano ha voluto dedicare anche un murale (nella foto) alla Fabbrica del Vapore realizzato dai writer Pao, Ivan, Orticanoodles e Piger. Ad intervenire all'inaugurazione anche il Consigliere UCEI Giorgio Mortara.
Leggi

Usa - Sanders tra primarie e identità ebraica 
"Orgoglioso di essere ebreo"
Sono molto orgoglioso di essere ebreo, ed essere ebreo è una parte essenziale di quello che sono come essere umano”. Per la prima volta Bernie Sanders, in corsa contro Hillary Clinton per le primarie democratiche negli Stati Uniti, ha parlato apertamente della sua identità ebraica. A stimolare le dichiarazioni, una provocazione rivoltagli nel corso di un dibattito con la sua avversaria svoltosi a Flint, in Michigan, (nell'immagine un momento del confronto tra Sanders e Clinton) legata al fatto che dall’inizio della campagna il candidato è stato più volte criticato per aver sempre tenuto la sua religione sullo sfondo senza parlarne troppo. “Era intenzionale?”. Negativa la risposta di Sanders, che ha così brevemente ripercorso le sue origini, spiegando quanto la vicenda dei suoi genitori emigrati negli Stati Uniti dalla Polonia per fuggire dalla Shoah abbia influito sulla sua visione della politica.
Leggi

usa - il rapper Mac Miller sfida il magnate
Jewish rap, in rima contro Trump
Per favore non votate per quel …”. Bip. Non conosce mezzi termini il rapper di Pittsburgh da 100 milioni di click Mac Miller quando deve schierarsi politicamente, professandosi in maniera colorita contro la scesa in campo del magnate Donald Trump, candidato alle primarie repubblicane nella lunga corsa per la Casa Bianca.
L’ultimo affondo in un duello che dura dal 2011, l’anno in cui il rapper ha pubblicato il suo terzo singolo intitolandolo, per l’appunto “Donald Trump” e scatenando le sue ire.
Ma andiamo con ordine: nato nel 1992 con il nome di Malcolm James McCormick, Mac Miller proviene da una famiglia ebraica di Pittsburgh, cresce nella congregazione reform di Rodef Shalom e sviluppa precocemente una predilezione per la musica che lo fa diventare un piccolo fenomeno per gli appassionati del genere. Ama la provocazione e si fa tatuare un enorme ‘chai’ (che significa ‘vita’ in ebraico sul braccio), nonostante i tatuaggi siano proibiti per la sua religione di appartenenza.
Leggi

qui roma - l'iniziativa dell'israelitico
Otto marzo, salute in rosa
L’Ospedale Israelitico di Roma festeggia l’8 marzo con una duplice iniziativa. Visite cardiologiche gratuite a tutte le donne. E inoltre l’avvio della campagna “La Salute in Rosa”, un percorso di prevenzione e cura con prestazioni specialistiche a tariffe agevolate in campo dermatologico, oncologico e ginecologico.
Quest’ultima iniziativa in particolare – si legge in una nota – si inserirebbe nel percorso di rilancio dell’ospedale “per diffondere la cultura della prevenzione” e avvicinarsi “alle esigenze di cittadini”.
“Il percorso di prevenzione e cura pensato per le donne è stato studiato per approcciare in modo completo e competente alle patologie femminili” afferma nella nota il direttore sanitario Amalia Allocca, segnalando in particolare i benefici del programma dedicato al tumore al seno.
Leggi

qui gerusalemme
Ye'ud, a scuola di leadership
Si è aperta domenica a Gerusalemme la settima edizione di Ye’ud, il seminario di formazione per la futura leadership ebraica italiana promosso dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Il corso, con sede presso Kiryat Moriah, centro convegni dell’Agenzia Ebraica, durerà una settimana e prevede un fitto programma di incontri con figure di spicco del mondo ebraico, sia dall’Italia che da Israele, oltre ad una serie di workshop con esperti del settore.
In serata, rav Roberto Della Rocca, direttore di Ye’ud, ha aperto il seminario rimarcando l’importanza di tenere il corso in Israele piuttosto che in Italia, definendo lo Stato Ebraico lo specchio della società ebraica italiana, variegata ma unita sotto la medesima organizzazione. È già il secondo anno che Ye’ud si tiene a Gerusalemme, e i partecipanti, tra cui figura il corrispondente sottoscritto, avranno occasione di confrontarsi con una moltitudine di idee, opinioni e punti di vista sul tipo leadership necessaria in Italia e sul futuro dell’ebraismo globale.

Simone Somekh
Leggi

Firenze – La Memoria in musica 
Le note per Chana ed Enzo
La sfida è di coinvolgere le nuove generazioni in una riflessione con una prospettiva di lunga durata. Lasciare una traccia, far sì che Memoria, arte e musica dialoghino in un groviglio di emozioni ma anche di spunti di riflessione.
Si presenta così “Che non abbiano fine mai. La Memoria ebraica tra musica e racconti”, lo spettacolo ideato dall’artista Eyal Lerner (nell’immagine) in scena domani a Firenze, al conservatorio Cherubini, in cui si sviluppa il tema della Shoah attraverso un racconto gli ultimi istanti di vita di Chana Senesh ed Enzo Sereni, poetessa la prima, fervente sionista il secondo, catturati entrambi dopo essere stati paracadutati in territorio nemico.
Leggi

INFORMAZIONE – INTERNATIONAL EDITION
Venezia e Biella. L’Italia ebraica e quel legame tra passato e futuro
Venezia e Biella. L’Italia ebraica trascorre giornate importanti, guardando al suo passato, alla sua storia di valori e cultura lungo i secoli, e al suo presente, che di questa eredità porta il testimone. Così, la sinagoga di Biella, sezione della Comunità di Vercelli, ha festeggiato il ritorno del suo Sefer Torah, con un minian che mancava in città da anni. A rendere l’appuntamento ancora più speciale, la recente notizia della datazione dell’origine del Rotolo al 1250 circa, che lo rende quindi il più antico Sefer Torah ancora in uso di cui si abbia notizia.
Riflettori puntati anche su Venezia, in attesa della conferenza stampa del 9 marzo che presenterà il calendario di eventi in omaggio ai 500 anni dall’istituzione del Ghetto di Venezia.
Leggi

pilpul
 Oltremare - Insulti
La ministra della Cultura israeliana, tale Miri Regev, del Likud, ha aperto ieri il suo intervento nella Conferenza sulla cultura israeliana a Tel Aviv con un insulto. Anche gli oratori più incalliti, che sanno perfettamente quanto una parola forte, perfino una parolaccia, se ben posizionata può svegliare un auditorium intero di narcolettici, hanno storto il naso. E non per la portata della parola usata e reiterata con impeto, e nemmeno perché l'israelianissima Regev ha scelto di dirla in inglese in un consesso di israeliani al 100%. Più che altro per la sorpresa di sentire la ministra, avvezza ad uscite un po' colorite, va detto, insultare l'auditorium intero proprio a partire dall'incipit. Quando cioè tutti erano ancora abbastanza svegli, si può supporre.

Daniela Fubini, Tel Aviv
Leggi


moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici su  FACEBOOK  TWITTER
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.