Paolo Sciunnach,
insegnante | Da
qualche anno, a Yom HaShoah come nel Giorno della Memoria, di fronte ai
fiumi di parole nelle cerimonie alle quali assisto, di fronte alle
sinfonie di immagini multimediali alle quali vengo sottoposto, difronte
alla tempesta di emozioni che mi travolgono, mi viene in mente la
reazione di Aaron alla sofferenza per la morte improvvisa e immotivata
dei suoi figli: il silenzio. Il silenzio redime, il silenzio è lode a
D-o, forse più delle molte parole. Il silenzio trascende la sofferenza.
| |
Leggi
|
Anna
Foa,
storica | Mentre
i commenti dei media sul nuovo sindaco musulmano di Londra mi sembrano
equilibrati, mi è capitato di trovare sul social network delle
affermazioni aberranti. In un post un tale dava dell’antisemita e del
fondamentalista islamico a Khan. Il nuovo sindaco di Londra è
laburista, cioè appartiene a un partito politico che recentemente ha
espresso con alcuni suoi esponenti posizioni molto vicine
all’antisemitismo. Ma Khan si è dichiarato pubblicamente e con
chiarezza contrario al boicottaggio di Israele, ha avuto il sostegno di
una parte importante del mondo ebraico, ha giurato in una cattedrale
cristiana ed ha una moglie che gira a capo scoperto. È laico, ostile a
qualunque forma di antisemitismo, come a qualunque fondamentalismo
islamico.
| |
Leggi
|
 |
Migranti, in Grecia e Italia controlli antiterrorismo
|
Nei
centri di identificazione e smistamento in Italia e Grecia arriveranno
nelle prossime ore almeno 150 agenti dell'Europol. Il loro compito,
controllare l'identità dei migranti che si trovano nei centri. La
missione, spiega il Corriere, rientra nelle strategie di intelligence
internazionale per contrastare il terrorismo. “Di ieri la notizia
dell'arresto in Slovenia di un foreign fighter scoperto grazie alla
collaborazione tra polizia locale e carabinieri del Ros, annunciato dal
ministro Angelino Alfano”. Unica preoccupazione del Viminale, che la
presenza degli agenti dell'Europol non interferisca con le attività di
polizia italiane, che rimanga una collaborazione e non una forma di
controllo sull'operato italiano sulle verifiche riguardo ai profughi.
Per il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli
Affari europei Sandro Gonzi e il segretario di Stato portoghese per gli
Affari europei
Margarida Marques il contrasto al terrorismo e le politiche sul diritto
d'asilo sono il futuro dell'Europa: “agli euroscettici rispondiamo con
fermezza: non abbiamo bisogno di meno Europa ma di un’Europa migliore e
più efficace” (Corriere).
Far studiare i rifugiati conviene. Fabio Rugge, rettore dell’Università
degli Studi di Pavia, spiega sul Corriere perché è importante il
progetto del corridoio formativo per i rifugiati, iniziativa a cui ha
aderito il ministero dell'Istruzione italiano. “Perché pagare gli studi
ai rifugiati, quando le risorse spesso mancano per le borse di
studio agli italiani?”, l'interrogativo di Rugge che spiega che al
dovere morale si aggiunge un ritorno economico: “tra i profughi sono
presenti un alto tasso di scolarizzazione e una buona quota di talenti.
Coltivandoli, metti amo i migliori a disposizione della nostra società”
e, “Anche se poi tornassero nelle loro terre d’origine ci
guarderebbero con riconoscenza”.
Roma, l'asta per i migranti. Le opere donate da 70 artisti italiani e
internazionali, da Enrico Baj a Daniel Libeskind, saranno battute
all'asta domani al Maxxi di Roma con lo scopo di raccogliere fondi per
il Progetto Migrazioni del Cipmo, il Centro Italiano per la Pace in
Medio Oriente. A raccontare l'iniziativa, diretta a migliorare le
politiche d'accoglienza coinvolgendo, chi già conosce, per averlo
vissuto in prima persona, il dramma della migrazione, sul
Corriere Roma, Paolo Conti. “A presiedere la serata saranno gli
organizzatori, cioè il presidente del Cipmo, Jani d Cingoli, e
Simonetta Della Seta, giornalista e studiosa, già Direttore
dell'Istituto italiano di cultura a Tel Aviv e neo direttore del MEIS,
Museo nazionale dell'ebraismo italiano e della Shoah”. La cura delle
opere scelte è stata affidata ai collezionisti Arturo Schwarz e Ermanno
Tedeschi.
Roma, da Gerusalemme un calcio alle discriminazioni. I pulcini, ebrei e
arabi, israeliani e palestinesi, della Scuola di Calcio Roma Club
Gerusalemme sono stati nella Capitale per partecipare al torneo
organizzato dal Maccabi Italia e rappresentano, scrive Ariela Piattelli
su La Stampa, “un caso virtuoso di 'convivenza pacifica', nel
rettangolo verde, in cui l'esperienza sportiva diventa metafora della
speranza per il futuro”.
|
|
Leggi
|
|
|
qui torino
Tra lingue, linguaggi e identità Al Salone con Pagine Ebraiche
Fervono
i preparativi, a Torino, dove giovedì aprirà la ventinovesima edizione
del Salone del libro e come ogni anno, da quel maggio del 2009 quando
venne presentato il numero zero, il giornale dell’ebraismo italiano si
prepara a quella che in molti, a partire da Nicola Gallino, capo
ufficio stampa del Salone chiamano con affettuosa ironia “la
tradizionale inondazione biblica di Pagine Ebraiche”. Sono in effetti
migliaia ogni anno le copie distribuite dalla squadra di giovani che si
mette a disposizione di chi cerca un contatto e informazioni. La
redazione lavora direttamente dagli spazi del Lingotto e, a
testimoniare la sinergia con la rassegna torinese, anche quest’anno ha
organizzato alcuni appuntamenti presenti nel programma ufficiale, in
collaborazione con gli organizzatori del Salone. Il primo incontro si
terrà giovedì 12, giorno di apertura, nel nuovo Spazio internazionale –
Babel, luogo scelto dalla Fondazione per il Libro, la Musica e la
Cultura per ospitare “Lingue e linguaggi. Dal Talmud al grande romanzo
ebraico e yiddish” (clicca qui), incontro dedicato ai temi affrontati nel dossier
del numero di maggio di Pagine Ebraiche, attualmente in distribuzione,
in cui vengono raccontate le molte sfaccettature di un mestiere, quello
del traduttore, che va ben al di là del semplice rendere parole in
un’altra lingua, arrivando spesso a porsi come mediazione fra culture e
tradizioni anche molto lontane. Leggi
|
la presidente boldrini alla camera
L'Italia e le ferite del terrorismo
"I nostri anticorpi sono forti"
“Abbiamo
ascoltato parole molto toccanti. Parole di dolore, ma non di odio. Di
giustizia, ma non di vendetta. Nell’ascoltarle si può apprezzare
innanzitutto la sensibilità democratica e la forza morale di coloro che
le hanno pronunciate e che ringrazio a nome di voi tutti. Ma si
comprende anche la solidità di un Paese come l’Italia che ha
attraversato prove durissime, che ha dovuto fronteggiare un’aggressione
sanguinosa contro le proprie istituzioni, che ha visto morire centinaia
di persone sotto i colpi dei terroristi, e che alla fine li ha
sconfitti. Ma non ha mai rinunciato ai valori e ai principi dello Stato
di diritto e a quelle libertà duramente conquistate con la Liberazione
dal nazifascismo”. Così la presidente della Camera dei deputati
nell'intervento tenuto oggi in occasione del “Giorno della memoria”
dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi, tra cui Stefano
Gaj Taché, la giovanissima vittima dell'attentato palestinese alla
sinagoga di Roma del 9 ottobre 1982 citata nel suo discorso di
insediamento dal capo dello Stato Sergio Mattarella (nell'immagine,
durante la cerimonia odierna alla Camera).
Uno Stato democratico non può mai far propria la logica violenta e
disumana dei suoi nemici. E questa è una lezione che vale anche oggi,
ha affermato Boldrini, “di fronte agli attacchi del terrorismo di
matrice islamista”. Leggi
|
Identità - Rav Korsia scrive a rav Di Segni
Vicino a figli di madre non ebrea ma serve un Ghiur completo
Il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni ha fatto pervenire alla redazione la nota seguente:
"Desidero segnalare una nota di chiarimento che il rabbino capo di
Francia, rav Haim Korsia, mi ha inviato a proposito della sua posizione
sui figli di madre non ebrea e padre ebreo.
Il chiarimento segue la citazione delle parole dello stesso rav Korsia
in occasione della presentazione di un programma per le elezioni
dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane da parte di un candidato".
Egregio Rabbino Capo,
desidero precisare alcune
cose concernenti la 'regolarizzazione' di cui parlo riguardo ai figli
di padre ebreo e madre non ebrea. Bisogna attribuire loro rispetto
poiché portano un nome ebraico e fanno anch'essi parte del popolo
ebraico. Ma questo segno di rispetto per la loro storia, il loro
impegno e il loro desiderio di sentirsi ebrei deve essere ratificato da
un percorso di Ghiur (conversione) completo, che saprà, ovviamente,
riconoscere il cammino già compiuto nella pratica delle mitzvòt e della
partecipazione comunitaria. (...)
Rav Haim Korsia
|
ucei - verso le elezioni
Trieste, Firenze e Livorno,
la parola ai candidati
Ampio
approfondimento sul numero di maggio di Pagine Ebraiche in
distribuzione dedicato all'appuntamento elettorale del 19 giugno,
quando saranno definiti gli organici del Consiglio dell'Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane in carica per il prossimo quadriennio. A
confronto con la redazione capolista e delegati delle diverse
formazioni in lizza a Roma e Milano oltre che i diversi candidati
presentatisi a Trieste, Firenze e Livorno.
Elezioni UCEI / Trieste - Continuità, ricambio
“Mi
candido per dare continuità, perché ritengo sia quello che serve sia
alla Comunità che all’Unione”. Così l’attuale Consigliere UCEI Mauro
Tabor, che torna a riproporsi con l’obiettivo di “dare di più” a una
realtà che, a suo dire, “ha fatto fatica a ingranare”. “Quello che si
aprirà in estate – afferma Tabor – è un mandato di consolidamento del
ruolo dell’Unione, anche nella relazione con le piccole e medie
comunità, che costituiscono l’ossatura dell’ebraismo italiano".
“Avverto l’esigenza di poter rappresentare la mia Comunità e di creare
una connessione tra noi, un’estremità anche geografica, con il cuore
dell’ebraismo italiano” dice Joram Bassan, candidatosi per portare in
UCEI la sua esperienza di revisore e uditore. Leggi
Elezioni UCEI/Firenze - Conferme, new entry, ritorni
"Mi
candido per continuare il raccordo tra le Comunità e tra Comunità e
Unione in ogni parte della vita ebraica singola e collettiva” dice
Dario Bedarida, Consigliere UCEI di riferimento per la Comunità
fiorentina.
“Convinta che per crescere e rafforzare il nostro essere ebrei si debba
andare oltre i confini della propria comunità, ho cercato di rafforzare
e migliorare i rapporti con tutte le altre. Dobbiamo ampliare i nostri
orizzonti, anche guardando all’Europa” dice la presidente della
Comunità Sara Cividalli.
“Mi candido perché voglio portare la mia lunga esperienza ebraica,
iniziata da ragazzo e proseguita fino ai giorni nostri” afferma Ugo
Caffaz, ex probiviro UCEI e Consigliere ai tempi della presidenza
Tullia Zevi. Leggi
Elezioni UCEI / Livorno - Tre volti nuovi per l'Unione
“La
mia idea è che all’Unione ciascuna Comunità debba essere rappresentata
ai massimi livelli. Siccome aspiro a dare continuità al mandato che va
concludendosi, eccomi qua”. Tra i candidati livornesi, l’attuale
presidente della Comunità ebraica Vittorio Mosseri. “Mi candido –
afferma – perché è importante che i presidenti siano nel Consiglio e
ancora più protagonisti dell’ebraismo nazionale. Una candidatura
dettata anche dal pragmatismo: meno passaggi ci saranno tra l’UCEI e
leadership comunitaria, più facile sarà prendere decisioni e agire per
il bene di entrambe”.
“Vorrei una UCEI sempre più vicina alle Comunità, specialmente per
quanto riguarda il rafforzamento del sociale, per sostenere ancora di
più chi è in difficoltà”. Questo ha spinto Daniel Polacco a presentarsi.
“Son cinquant’anni che abito a Livorno. Non ho mai lavorato in
Consiglio, ma ho sempre partecipato attivamente alla vita comunitaria.
Anche come presidente di sezione dell’Adei, l’associazione donne ebree
d’Italia. Mi è stato proposto di farmi avanti e io, lusingata, ho
accettato”. Tra le caratteristiche che sono state riconosciute a
Daniela Sarfatti, ci spiega, quella di “saper parlare” e il suo animo
battagliero.
Leggi
|
l'ex ct della nazionale a pagine ebraiche
Prandelli: “Apprezzo la diversità
Israele, realtà che mi entusiasma”
Se
c’è una qualità che proprio non manca al mister è la capacità di far
sentire a suo agio l’interlocutore. L’intervista inizia infatti con un
caloroso “Shalom” e con l’orgoglio della compagna, Novella, per le
proprie origini ebraiche: “Ci tengo particolarmente. E Cesare si lascia
coinvolgere, imparando molte cose”. Dove con Cesare si intende “il”
Cesare nazionale. E cioè Prandelli, uomo immagine di un calcio pulito
di cui si sente, mai come adesso, un gran bisogno. Tra poco tornerà in
panchina: le sirene di radiomercato lo danno nuovamente in pista. E lui
conferma. Si tratta adesso di capire come, dove e con quali obiettivi.
Ma la strada è segnata. Troppo forte la nostalgia del campo. Nel
frattempo è comunque piacevole godersi le tante belle cose della vita.
Viaggiare. Rilassarsi. Sognare nuove mete. Come una casa a Tel Aviv.
Una città che, dice l’ex ct azzurro, “ho amato a prima vista”.
Mister Prandelli, lei è
alfiere di un certo modo di intendere lo sport: etica, fair play,
messaggi profondi. C’è ancora spazio per questi valori nel nostro
calcio?
Farne a meno vorrebbe dire ampliare la forbice che separa tifosi e
calciatori, far scemare ulteriormente una passione che fatica ad
accendersi in modo sano. La mia impressione è che, alla base di tutto,
ci sia un gap comunicativo non di poco conto: per tutta la settimana
tifosi e addetti ai lavori non hanno contatti. Due mondi distanti, che
non si incontrano mai. È il momento di invertire il trend. Serve che
tutti, nessuno escluso, si diano da fare. E guardo oltre il campo di
gioco, molto oltre. Chi ha il privilegio di muoversi in questo mondo
non può sottrarsi dal compito di essere protagonista della società in
cui vive, e al tempo stesso deve sforzarsi di capirne le dinamiche, le
sfide, le difficoltà che l’attraversano. Servono messaggi forti. Serve
normalità. Leggi
|
il PRESIDENTE del museo DISEGNi a new york
"Meis, una sfida affascinante"
Ampia
intervista su La voce di New York per il presidente del Museo Nazionale
dell’Ebraismo Italiano e della Shoah Dario Disegni, impegnato negli
scorsi giorni in una importante missione negli Stati Uniti che l’ha
portato sia alle Nazioni Unite che al Consolato italiano. Per
illustrare la sfida del Meis, cui il governo ha accordato lo
stanziamento necessario a concludere i lavori. Ma anche per riflettere
attorno alla figura di Primo Levi, nella veste in questo caso di
vicepresidente del centro internazionale di studi a lui dedicato.
Relativamente al futuro del Meis, Disegni sottolinea l’importanza di un
museo nazionale dedicato all’ebraismo italiano, “perché la presenza
ebraica in Italia è una presenza assolutamente straordinaria e che dura
da 2200 anni”. È la diaspora più antica del mondo, riflette ancora, “e
ha dato un apporto alla storia e alla cultura della civiltà italiana”.
“Per l’estate dell’anno prossimo – afferma Disegni – sarà terminato il
recupero del carcere, che diventerà un luogo di apprendimento, di
confronto e di dibattito, cioè una funzione opposta da quella per cui
era stato costruito. Nel settembre del 2017 è in programma una prima
mostra per evocare la presenza ebraica in Italia dalle origini. Nel
2018 ci sarà l’inaugurazione della palazzina di ingresso e poi nel 2020
il completamento dell’intero museo”. Leggi
|
informazione - international edition
Cultura ebraica a primavera
La
primavera all’insegna della cultura, per l’Italia ebraica e non solo, è
raccontata questa settimana nella nuova uscita dell’edizione
internazionale di Pagine Ebraiche. Un fondamentale passo avanti nella
realizzazione del Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah
di Ferrara, l’appuntamento con il Salone del Libro di Torino, un
ulteriore capitolo nel viaggio che esplora la storia di Venezia e del
suo Ghetto nell’anno del cinquecentenario dalla sua fondazione sono
alcuni degli spunti offerti ai lettori non di lingua italiana.
Nell’ambito dello stanziamento di un miliardo di euro da dedicare alla
cultura, il governo italiano ha assegnato al Meis i 25 milioni di euro
necessari al suo completamento, previsto entro il 2020. A commentare la
decisione per Pagine Ebraiche, il ministro Dario Franceschini, che ha
sottolineato la valenza dell’istituto per l’intero paese e il
presidente del Meis Dario Disegni, il quale, esprimendo profonda
soddisfazione, ha ricordato come questa notizia rappresenti un
ulteriore stimolo per il nuovo direttore della struttura, Simonetta
Della Seta. Leggi
|
Oltremare
- Beit Italia |
Offerte
per il KKL e per il Beit Italia dell’Adei-Wizo, cosí son cresciuta
nel’Italia ancora molto poco colorata e di fine anni Settanta e inizio
Ottanta. Il KKL piantava alberi, questo era chiarissimo a tutti,
anche a noi bambini che provavamo la buona calligrafia su quei
cartoncini con il posto per il nome cui dedicare alberi e piccoli
boschi. Dove esattamente non era noto, ma neanche ci importava:
all’epoca Israele era quel paese caldo e secco di là del mare pieno di
cugini mai conosciuti, da cui arrivavano inviati a insegnarci
canzoncine in ebraico e qualche rudimento di sionismo.
Daniela Fubini, Tel Aviv
Leggi
|
|
|