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9 maggio  2016 - 1 Iyar 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Paolo Sciunnach,
insegnante
Da qualche anno, a Yom HaShoah come nel Giorno della Memoria, di fronte ai fiumi di parole nelle cerimonie alle quali assisto, di fronte alle sinfonie di immagini multimediali alle quali vengo sottoposto, difronte alla tempesta di emozioni che mi travolgono, mi viene in mente la reazione di Aaron alla sofferenza per la morte improvvisa e immotivata dei suoi figli: il silenzio. Il silenzio redime, il silenzio è lode a D-o, forse più delle molte parole. Il silenzio trascende la sofferenza.
 
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Anna
Foa,
storica
Mentre i commenti dei media sul nuovo sindaco musulmano di Londra mi sembrano equilibrati, mi è capitato di trovare sul social network delle affermazioni aberranti. In un post un tale dava dell’antisemita e del fondamentalista islamico a Khan. Il nuovo sindaco di Londra è laburista, cioè appartiene a un partito politico che recentemente ha espresso con alcuni suoi esponenti posizioni molto vicine all’antisemitismo. Ma Khan si è dichiarato pubblicamente e con chiarezza contrario al boicottaggio di Israele, ha avuto il sostegno di una parte importante del mondo ebraico, ha giurato in una cattedrale cristiana ed ha una moglie che gira a capo scoperto. È laico, ostile a qualunque forma di antisemitismo, come a qualunque fondamentalismo islamico.
 
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Migranti, in Grecia e Italia controlli antiterrorismo
Nei centri di identificazione e smistamento in Italia e Grecia arriveranno nelle prossime ore almeno 150 agenti dell'Europol. Il loro compito, controllare l'identità dei migranti che si trovano nei centri. La missione, spiega il Corriere, rientra nelle strategie di intelligence internazionale per contrastare il terrorismo. “Di ieri la notizia dell'arresto in Slovenia di un foreign fighter scoperto grazie alla collaborazione tra polizia locale e carabinieri del Ros, annunciato dal ministro Angelino Alfano”. Unica preoccupazione del Viminale, che la presenza degli agenti dell'Europol non interferisca con le attività di polizia italiane, che rimanga una collaborazione e non una forma di controllo sull'operato italiano sulle verifiche riguardo ai profughi. Per il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli Affari europei Sandro Gonzi e il segretario di Stato portoghese per gli Affari europei 
Margarida Marques il contrasto al terrorismo e le politiche sul diritto d'asilo sono il futuro dell'Europa: “agli euroscettici rispondiamo con fermezza: non abbiamo bisogno di meno Europa ma di un’Europa migliore e più efficace” (Corriere).

Far studiare i rifugiati conviene. Fabio Rugge, rettore dell’Università degli Studi di Pavia, spiega sul Corriere perché è importante il progetto del corridoio formativo per i rifugiati, iniziativa a cui ha aderito il ministero dell'Istruzione italiano. “Perché pagare gli studi ai rifugiati, quando le risorse spesso mancano per le borse di studio agli italiani?”, l'interrogativo di Rugge che spiega che al dovere morale si aggiunge un ritorno economico: “tra i profughi sono presenti un alto tasso di scolarizzazione e una buona quota di talenti. Coltivandoli, metti amo i migliori a disposizione della nostra società” e,  “Anche se poi tornassero nelle loro terre d’origine ci guarderebbero con riconoscenza”.

Roma, l'asta per i migranti. Le opere donate da 70 artisti italiani e internazionali, da Enrico Baj a Daniel Libeskind, saranno battute all'asta domani al Maxxi di Roma con lo scopo di raccogliere fondi per il Progetto Migrazioni del Cipmo, il Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente. A raccontare l'iniziativa, diretta a migliorare le politiche d'accoglienza coinvolgendo, chi già conosce, per averlo vissuto in prima persona, il dramma della migrazione,   sul Corriere Roma, Paolo Conti. “A presiedere la serata saranno gli organizzatori, cioè il presidente del Cipmo, Jani d Cingoli, e Simonetta Della Seta, giornalista e studiosa, già Direttore dell'Istituto italiano di cultura a Tel Aviv e neo direttore del MEIS, Museo nazionale dell'ebraismo italiano e della Shoah”. La cura delle opere scelte è stata affidata ai collezionisti Arturo Schwarz e Ermanno Tedeschi.

Roma, da Gerusalemme un calcio alle discriminazioni. I pulcini, ebrei e arabi, israeliani e palestinesi, della Scuola di Calcio Roma Club Gerusalemme sono stati nella Capitale per partecipare al torneo organizzato dal Maccabi Italia e rappresentano, scrive Ariela Piattelli su La Stampa, “un caso virtuoso di 'convivenza pacifica', nel rettangolo verde, in cui l'esperienza sportiva diventa metafora della speranza per il futuro”.
 
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  davar
qui torino
Tra lingue, linguaggi e identità
Al Salone con Pagine Ebraiche

Fervono i preparativi, a Torino, dove giovedì aprirà la ventinovesima edizione del Salone del libro e come ogni anno, da quel maggio del 2009 quando venne presentato il numero zero, il giornale dell’ebraismo italiano si prepara a quella che in molti, a partire da Nicola Gallino, capo ufficio stampa del Salone chiamano con affettuosa ironia “la tradizionale inondazione biblica di Pagine Ebraiche”. Sono in effetti migliaia ogni anno le copie distribuite dalla squadra di giovani che si mette a disposizione di chi cerca un contatto e informazioni. La redazione lavora direttamente dagli spazi del Lingotto e, a testimoniare la sinergia con la rassegna torinese, anche quest’anno ha organizzato alcuni appuntamenti presenti nel programma ufficiale, in collaborazione con gli organizzatori del Salone. Il primo incontro si terrà giovedì 12, giorno di apertura, nel nuovo Spazio internazionale – Babel, luogo scelto dalla Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura per ospitare “Lingue e linguaggi. Dal Talmud al grande romanzo ebraico e yiddish” (
clicca qui), incontro dedicato ai temi affrontati nel dossier del numero di maggio di Pagine Ebraiche, attualmente in distribuzione, in cui vengono raccontate le molte sfaccettature di un mestiere, quello del traduttore, che va ben al di là del semplice rendere parole in un’altra lingua, arrivando spesso a porsi come mediazione fra culture e tradizioni anche molto lontane.
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la presidente boldrini alla camera 
L'Italia e le ferite del terrorismo 
"I nostri anticorpi sono forti"

“Abbiamo ascoltato parole molto toccanti. Parole di dolore, ma non di odio. Di giustizia, ma non di vendetta. Nell’ascoltarle si può apprezzare innanzitutto la sensibilità democratica e la forza morale di coloro che le hanno pronunciate e che ringrazio a nome di voi tutti. Ma si comprende anche la solidità di un Paese come l’Italia che ha attraversato prove durissime, che ha dovuto fronteggiare un’aggressione sanguinosa contro le proprie istituzioni, che ha visto morire centinaia di persone sotto i colpi dei terroristi, e che alla fine li ha sconfitti. Ma non ha mai rinunciato ai valori e ai principi dello Stato di diritto e a quelle libertà duramente conquistate con la Liberazione dal nazifascismo”. Così la presidente della Camera dei deputati nell'intervento tenuto oggi in occasione del “Giorno della memoria” dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi, tra cui Stefano Gaj Taché, la giovanissima vittima dell'attentato palestinese alla sinagoga di Roma del 9 ottobre 1982 citata nel suo discorso di insediamento dal capo dello Stato Sergio Mattarella (nell'immagine, durante la cerimonia odierna alla Camera).
Uno Stato democratico non può mai far propria la logica violenta e disumana dei suoi nemici. E questa è una lezione che vale anche oggi, ha affermato Boldrini, “di fronte agli attacchi del terrorismo di matrice islamista”.
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Identità - Rav Korsia scrive a rav Di Segni
Vicino a figli di madre non ebrea ma serve un Ghiur completo
Il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni ha fatto pervenire alla redazione la nota seguente:
"Desidero segnalare una nota di chiarimento che il rabbino capo di Francia, rav Haim Korsia, mi ha inviato a proposito della sua posizione sui figli di madre non ebrea e padre ebreo.
Il chiarimento segue la citazione delle parole dello stesso rav Korsia in occasione della presentazione di un programma per le elezioni dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane da parte di un candidato".
Egregio Rabbino Capo,
desidero precisare alcune cose concernenti la 'regolarizzazione' di cui parlo riguardo ai figli di padre ebreo e madre non ebrea. Bisogna attribuire loro rispetto poiché portano un nome ebraico e fanno anch'essi parte del popolo ebraico. Ma questo segno di rispetto per la loro storia, il loro impegno e il loro desiderio di sentirsi ebrei deve essere ratificato da un percorso di Ghiur (conversione) completo, che saprà, ovviamente, riconoscere il cammino già compiuto nella pratica delle mitzvòt e della partecipazione comunitaria. (...)
Rav Haim Korsia

ucei - verso le elezioni
Trieste, Firenze e Livorno,
la parola ai candidati

Ampio approfondimento sul numero di maggio di Pagine Ebraiche in distribuzione dedicato all'appuntamento elettorale del 19 giugno, quando saranno definiti gli organici del Consiglio dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in carica per il prossimo quadriennio. A confronto con la redazione capolista e delegati delle diverse formazioni in lizza a Roma e Milano oltre che i diversi candidati presentatisi a Trieste, Firenze e Livorno.

Elezioni UCEI / Trieste - Continuità, ricambio
“Mi candido per dare continuità, perché ritengo sia quello che serve sia alla Comunità che all’Unione”. Così l’attuale Consigliere UCEI Mauro Tabor, che torna a riproporsi con l’obiettivo di “dare di più” a una realtà che, a suo dire, “ha fatto fatica a ingranare”. “Quello che si aprirà in estate – afferma Tabor – è un mandato di consolidamento del ruolo dell’Unione, anche nella relazione con le piccole e medie comunità, che costituiscono l’ossatura dell’ebraismo italiano".
“Avverto l’esigenza di poter rappresentare la mia Comunità e di creare una connessione tra noi, un’estremità anche geografica, con il cuore dell’ebraismo italiano” dice Joram Bassan, candidatosi per portare in UCEI la sua esperienza di revisore e uditore.
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Elezioni UCEI/Firenze - Conferme, new entry, ritorni
"Mi candido per continuare il raccordo tra le Comunità e tra Comunità e Unione in ogni parte della vita ebraica singola e collettiva” dice Dario Bedarida, Consigliere UCEI di riferimento per la Comunità fiorentina.
“Convinta che per crescere e rafforzare il nostro essere ebrei si debba andare oltre i confini della propria comunità, ho cercato di rafforzare e migliorare i rapporti con tutte le altre. Dobbiamo ampliare i nostri orizzonti, anche guardando all’Europa” dice la presidente della Comunità Sara Cividalli.
“Mi candido perché voglio portare la mia lunga esperienza ebraica, iniziata da ragazzo e proseguita fino ai giorni nostri” afferma Ugo Caffaz, ex probiviro UCEI e Consigliere ai tempi della presidenza Tullia Zevi.
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Elezioni UCEI / Livorno - Tre volti nuovi per l'Unione
“La mia idea è che all’Unione ciascuna Comunità debba essere rappresentata ai massimi livelli. Siccome aspiro a dare continuità al mandato che va concludendosi, eccomi qua”. Tra i candidati livornesi, l’attuale presidente della Comunità ebraica Vittorio Mosseri. “Mi candido – afferma – perché è importante che i presidenti siano nel Consiglio e ancora più protagonisti dell’ebraismo nazionale. Una candidatura dettata anche dal pragmatismo: meno passaggi ci saranno tra l’UCEI e leadership comunitaria, più facile sarà prendere decisioni e agire per il bene di entrambe”.
“Vorrei una UCEI sempre più vicina alle Comunità, specialmente per quanto riguarda il rafforzamento del sociale, per sostenere ancora di più chi è in difficoltà”. Questo ha spinto Daniel Polacco a presentarsi.
“Son cinquant’anni che abito a Livorno. Non ho mai lavorato in Consiglio, ma ho sempre partecipato attivamente alla vita comunitaria. Anche come presidente di sezione dell’Adei, l’associazione donne ebree d’Italia. Mi è stato proposto di farmi avanti e io, lusingata, ho accettato”. Tra le caratteristiche che sono state riconosciute a Daniela Sarfatti, ci spiega, quella di “saper parlare” e il suo animo battagliero
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l'ex ct della nazionale a pagine ebraiche
Prandelli: “Apprezzo la diversità
Israele, realtà che mi entusiasma”

Se c’è una qualità che proprio non manca al mister è la capacità di far sentire a suo agio l’interlocutore. L’intervista inizia infatti con un caloroso “Shalom” e con l’orgoglio della compagna, Novella, per le proprie origini ebraiche: “Ci tengo particolarmente. E Cesare si lascia coinvolgere, imparando molte cose”. Dove con Cesare si intende “il” Cesare nazionale. E cioè Prandelli, uomo immagine di un calcio pulito di cui si sente, mai come adesso, un gran bisogno. Tra poco tornerà in panchina: le sirene di radiomercato lo danno nuovamente in pista. E lui conferma. Si tratta adesso di capire come, dove e con quali obiettivi. Ma la strada è segnata. Troppo forte la nostalgia del campo. Nel frattempo è comunque piacevole godersi le tante belle cose della vita. Viaggiare. Rilassarsi. Sognare nuove mete. Come una casa a Tel Aviv. Una città che, dice l’ex ct azzurro, “ho amato a prima vista”.

Mister Prandelli, lei è alfiere di un certo modo di intendere lo sport: etica, fair play, messaggi profondi. C’è ancora spazio per questi valori nel nostro calcio?
Farne a meno vorrebbe dire ampliare la forbice che separa tifosi e calciatori, far scemare ulteriormente una passione che fatica ad accendersi in modo sano. La mia impressione è che, alla base di tutto, ci sia un gap comunicativo non di poco conto: per tutta la settimana tifosi e addetti ai lavori non hanno contatti. Due mondi distanti, che non si incontrano mai. È il momento di invertire il trend. Serve che tutti, nessuno escluso, si diano da fare. E guardo oltre il campo di gioco, molto oltre. Chi ha il privilegio di muoversi in questo mondo non può sottrarsi dal compito di essere protagonista della società in cui vive, e al tempo stesso deve sforzarsi di capirne le dinamiche, le sfide, le difficoltà che l’attraversano. Servono messaggi forti. Serve normalità.
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il PRESIDENTE del museo DISEGNi a new york
"Meis, una sfida affascinante"
Ampia intervista su La voce di New York per il presidente del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah Dario Disegni, impegnato negli scorsi giorni in una importante missione negli Stati Uniti che l’ha portato sia alle Nazioni Unite che al Consolato italiano. Per illustrare la sfida del Meis, cui il governo ha accordato lo stanziamento necessario a concludere i lavori. Ma anche per riflettere attorno alla figura di Primo Levi, nella veste in questo caso di vicepresidente del centro internazionale di studi a lui dedicato.
Relativamente al futuro del Meis, Disegni sottolinea l’importanza di un museo nazionale dedicato all’ebraismo italiano, “perché la presenza ebraica in Italia è una presenza assolutamente straordinaria e che dura da 2200 anni”. È la diaspora più antica del mondo, riflette ancora, “e ha dato un apporto alla storia e alla cultura della civiltà italiana”.
“Per l’estate dell’anno prossimo – afferma Disegni – sarà terminato il recupero del carcere, che diventerà un luogo di apprendimento, di confronto e di dibattito, cioè una funzione opposta da quella per cui era stato costruito. Nel settembre del 2017 è in programma una prima mostra per evocare la presenza ebraica in Italia dalle origini. Nel 2018 ci sarà l’inaugurazione della palazzina di ingresso e poi nel 2020 il completamento dell’intero museo”.
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il protagonista dello spin OFF DI STAR WARS
Da un Bat Mitzvah a Hollywood,
come Alden conquistò Spielberg

Dodicenni festanti, parenti troppo affettuosi, balli convulsi, centrotavola estrosi. Questo più o meno è quello che ci si aspetta andando a una festa di bat mitzvah, non certo che cambi la propria vita. E invece all’attore Alden Ehrenreich (nell'immagine) – scelto in questi giorni ufficialmente per interpretare il ruolo di Han Solo nello spin off di Star Wars in uscita nel 2018 – è successo proprio così. Quando dodici anni fa ha proiettato un cortometraggio un po’ improvvisato, girato quasi per scherzo insieme ad alcuni compagni, al bat mitzvah di un’amica, in sala c’era anche Steven Spielberg e da quel giorno la sua carriera è decollata.
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informazione - international edition
Cultura ebraica a primavera
La primavera all’insegna della cultura, per l’Italia ebraica e non solo, è raccontata questa settimana nella nuova uscita dell’edizione internazionale di Pagine Ebraiche. Un fondamentale passo avanti nella realizzazione del Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara, l’appuntamento con il Salone del Libro di Torino, un ulteriore capitolo nel viaggio che esplora la storia di Venezia e del suo Ghetto nell’anno del cinquecentenario dalla sua fondazione sono alcuni degli spunti offerti ai lettori non di lingua italiana.
Nell’ambito dello stanziamento di un miliardo di euro da dedicare alla cultura, il governo italiano ha assegnato al Meis i 25 milioni di euro necessari al suo completamento, previsto entro il 2020. A commentare la decisione per Pagine Ebraiche, il ministro Dario Franceschini, che ha sottolineato la valenza dell’istituto per l’intero paese e il presidente del Meis Dario Disegni, il quale, esprimendo profonda soddisfazione, ha ricordato come questa notizia rappresenti un ulteriore stimolo per il nuovo direttore della struttura, Simonetta Della Seta.
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pilpul

 Oltremare - Beit Italia
Offerte per il KKL e per il Beit Italia dell’Adei-Wizo, cosí son cresciuta nel’Italia ancora molto poco colorata e di fine anni Settanta e inizio Ottanta.
Il KKL piantava alberi, questo era chiarissimo a tutti, anche a noi bambini che provavamo la buona calligrafia su quei cartoncini con il posto per il nome cui dedicare alberi e piccoli boschi. Dove esattamente non era noto, ma neanche ci importava: all’epoca Israele era quel paese caldo e secco di là del mare pieno di cugini mai conosciuti, da cui arrivavano inviati a insegnarci canzoncine in ebraico e qualche rudimento di sionismo.


Daniela Fubini, Tel Aviv
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