silenzio…

Da qualche anno, a Yom HaShoah come nel Giorno della Memoria, di fronte ai fiumi di parole nelle cerimonie alle quali assisto, di fronte alle sinfonie di immagini multimediali alle quali vengo sottoposto, difronte alla tempesta di emozioni che mi travolgono, mi viene in mente la reazione di Aaron alla sofferenza per la morte improvvisa e immotivata dei suoi figli: il silenzio. Il silenzio redime, il silenzio è lode a D-o, forse più delle molte parole. Il silenzio trascende la sofferenza. “Ora Nadab e Abiu, figli di Aronne, presero ciascuno un braciere, vi misero dentro il fuoco e il profumo e offrirono davanti al Signore un fuoco illegittimo, che il Signore non aveva loro ordinato. Ma un fuoco si staccò dal Signore e li divorò e morirono così davanti al Signore. Allora Mosè disse ad Aronne: “Di questo il Signore ha parlato quando ha detto: A chi si avvicina a me mi mostrerò santo e davanti a tutto il popolo sarò onorato! Aronne tacque” (Levitico 10). Rashi: ricevette la ricompensa per il suo silenzio.

Paolo Sciunnach, insegnante

(9 maggio 2016)