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19 settembre 2016 - 16 Elul 5776
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Paolo Sciunnach,
insegnante
Ritengo che non esista affatto il termine “ebreo laico” (“ebraismo laico”) nel mondo ebraico, perché non esiste una struttura ecclesiastica, siamo tutti parte del popolo di D-o, ministri di D-o, un popolo di sacerdoti.
Detto questo però è evidente che ci sono ebrei che, in buona fede, si sentono incapaci di sentirsi ebrei dal punto di vista religioso e, nondimeno, provano attaccamento per il popolo ebraico. Alcuni ebrei cercarono di fondare l’esistenza ebraica sulla sola appartenenza nazionale (secolare) al popolo di Israele e di operare così un distacco identitario tra il popolo di Israele e la Torah (come stile di vita religioso).
 
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Anna
Foa,
storica
Dice bene David Bidussa, l’Europa è già morta una volta (forse anche più d’una) ed ora assistiamo di nuovo alla sua agonia. Basta sostituire il Morire per Danzica al Morire per Aleppo, rallegrarsi dei muri che nascono come funghi per tenere lontani i fuggiaschi dalla morte e dalla miseria. Dalle piccole cose alle grandi, è un continuo di indifferenze, egoismi, chiusure a riccio sul proprio “particulare”. Eppure protestare serve. Non è un fatto enormemente importante, ma che di fronte alle proteste la giunta di Trieste sia stata costretta a rimangiarsi il suo rifiuto di commemorare la proclamazione delle leggi razziste è un fatto significativo. Dobbiamo essere attenti, lo dico anche per me, a non distrarci di fronte alle violenze ma nemmeno di fronte alle piccole e grandi ingiustizie.
 
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Francia, sondaggio shock
sul radicalismo islamico
È il risultato di un’inchiesta condotta in patria dall’Institut Montaigne che suscita non poche preoccupazioni. In questa categoria, riporta il Corriere, è stato indicizzato chi afferma la supremazia della legge islamica su quella della Repubblica ed è favorevole “a comportamenti vietati come la poligamia o l’indossare il burqa”. Per il 50 per cento dei giovani musulmani d’Oltralpe l’Islam sarebbe un mezzo “per affermarsi ai margini della società”.

Stati Uniti, torna l’incubo terrorismo. Scrive Gianni Riotta su La Stampa: “Dall’Europa è arrivata l’eco di Parigi, Bruxelles e Nizza, i massacri islamisti nati in casa, di Boston, Orlando e San Bernardino sono vivi nella coscienza del Paese, ma una settimana fa, alle celebrazioni per i 15 anni dall’11 settembre 2001 l’ombra del terrore sembrava in qualche modo esorcizzata, effimera, come la guerra dei droni che l’America combatte da un bunker in Nevada, con video e joystick, colpendo bersagli a migliaia di chilometri di distanza”.

Sinagoghe e Comunità a porte aperte per Giornata Europea della Cultura Ebraica celebrata ieri, che aveva in Milano la città capofila. Scrive il Corriere: “Tre feste in una si sono celebrate ieri nella sinagoga centrale di via della Guastalla. La 17esima Giornata Europea della Cultura, i 150 anni della Comunità ebraica milanese e i 70 del Centro di documentazione. Filo conduttore, la parola Pace, che nella lingua ebraica è Shalòm, un vocabolo quotidiano, un saluto”.
A Roma, i quotidiani mettono in rilievo la partecipazione della sindaca Virginia Raggi. Una visita che, osserva il Corriere, è arrivata “dopo alcune incomprensioni”. Ma che non ha mancato di suscitare vibranti commenti di odio (stigmatizzati dalla prima cittadina) da parte di alcuni suoi sostenitori in rete. Riguardo al Museo della Shoah, la sindaca ha annunciato: “Siamo riusciti finalmente a sbloccare i fondi che da anni probabilmente erano impantanati”. Dichiarazioni contestate da Carla Di Veroli, ex delegata alla Memoria di Roma Capitale: “La sindaca Raggi e la sua Giunta non hanno ‘sbloccato’ un bel niente. L’iter è stato sbloccato ad agosto, ma non è ancora definitivo” (Messaggero).

Su Repubblica ampia intervista all’ex arbitro israeliano Abraham Klein, che diresse tra le altre la celeberrima Italia-Brasile al Mondiale del 1982. Per Klein la direzione di quella partita, senza supporti tecnologici, fu “un capolavoro”. Anche se fece discutere l’annullamento di un goal regolare a Giancarlo Antognoni che avrebbe chiuso il match sul 4-2 evitando l’assedio finale carioca. Episodio che i due protagonisti, come vi abbiamo svelato su Pagine Ebraiche di luglio, avrebbero poi chiarito molti anni dopo durante un incontro informale a Tel Aviv.
 
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  davar
milano - di segni al memoriale della shoah  
Cultura, Memoria e solidarietà
Il Binario 21 protagonista

Ore intense di incontri e di interventi hanno contrassegnato questa Giornata europea della cultura ebraica a Milano, la città capofila 2016. La presenza nella città lombarda della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, che in mattinata ha aperto la manifestazione assieme al ministro della Difesa Roberta Pinotti, al sindaco di Milano Giuseppe Sala, al rabbino capo Alfonso Arbib e ai presidenti della Comunità milanese Raffaele Besso e Milo Hasbani, si è conclusa con un sopralluogo al Memoriale della Shoah Binario 21.
Guidata dal vicepresidente della Fondazione Roberto Jarach, la Presidente UCEI ha visitato la struttura assieme al Segretario generale Gloria Arbib soffermandosi sui grandi lavori realizzati che fanno di Binario 21 una struttura d’avanguardia per la tutela e la diffusione della Memoria e della coscienza civile, sui progetti ancora da completare, a cominciare dalla realizzazione del grande polo bibliotecario che farà del Memoriale un centro di cultura viva. Molta attenzione è stata dedicata alle enormi potenzialità delle strutture, ma anche ai contenuti già accessibili, fra cui gli allestimenti dedicati all’educazione alla Memoria, così come un’affascinante esposizione temporanea, visitabile fino al prossimo 15 dicembre, realizzata in collaborazione con l’istituto di cultura cinese Confucio e dedicata agli ebrei rifugiati a Shangai durante la Shoah.
La presidente dell’Unione ha apprezzato anche le attività del Memoriale per l’accoglienza dei rifugiati, un impegno delicato e importante che si protrae ormai da molti mesi e coinvolge la grande struttura interna al corpo della Stazione centrale con una vasta area temporaneamente destinata al pernottamento, l’assistenza e la cura delle popolazioni che provengono in condizioni di enorme difficoltà dalle zone di crisi. Con questo impegno per l’assistenza e l’aiuto dei rifugiati, hanno convenuto Di Segni e Jarach, il Memoriale trova un utilizzo solo apparentemente lontano dalla sua destinazione originaria, ma in realtà quantomai vicino alla vocazione di perseguire la tutela di chi soffre, la giustizia e i valori delle società plurali che hanno sempre contrassegnato il percorso bimillenario dell’ebraismo italiano.

Qui Milano - Otto per Mille 
Una giornata per la cultura,
ogni giornata per le risorse

Qualcosa si muove. E non solo per i temi forti della cultura che nei diversi linguaggi espressi dal mondo ebraico ha trovato, in occasione della Giornata europea della cultura ebraica, una grande, felice occasione di incontro con la cittadinanza italiana e con le Istituzioni. Ma anche sul piano della maturità che si fa strada nel comprendere che per una minoranza la sfida delle risorse, la capacità di finanziare i propri progetti e i propri sogni, resta il nodo essenziale da sciogliere, il passaggio inevitabile di tutti coloro che vogliono garantire un futuro all’ebraismo italiano.
Grazie quindi a tutti gli italiani che hanno compreso come la cultura e la comunicazione ebraica, essenziali a tutta la società italiana e non solo agli ebrei, ha bisogno di risorse e in questa stagione di scelte per l’Otto per mille 2016 ha bisogno di attenzione, di sensibilità, di scelte attente e responsabili.
Grazie ai leader comunitari e a tutti gli amici dell’ebraismo italiano che danno ascolto all’appello congiunto della presidente e dell’assessore alle Finanze dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni e Guido Guetta, a una maggiore sensibilità riguardo al problema delle risorse.
E grazie al copresidente della Comunità ebraica di Milano Milo Hasbani, che intervenendo a fianco del copresidente Raffaele Besso all’inaugurazione della Giornata della cultura ha ricordato a tutti come l’impegno per le risorse e per l’otto per mille sia una priorità di tutti coloro che credono all’ebraismo italiano e lavorano per il suo futuro.
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qui milano - giornata della cultura ebraicA 
"Grazie ai milanesi per l'affetto
e la grande partecipazione"

“Grazie per essere qui così numerosi”. A parlare dal palco dell’auditorium del Museo della Scienza e della Tecnologia, l’assessore alla Cultura della Comunità ebraica di Milano Davide Romano. Davanti, una sala gremita di milanesi, accorsi per partecipare alle iniziative pomeridiane del programma della Giornata Europea della Cultura Ebraica di cui Milano in questa diciassettesima edizione è stata città capofila. Dal divertente scambio tra il rabbino e sofer Amedeo Spagnoletto e lo storico dell’arte Philippe Daverio sul rapporto tra l’ebraismo e la scrittura, alle riflessioni di rav Roberto Della Rocca, direttore dell’area Cultura e formazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, assieme al filologo Giulio Busi e alla traduttrice Sara Ferrari, fino allo spettacolo musicale Caffè Odessa, il pubblico ha seguito con grande partecipazione e coinvolgimento i diversi incontri organizzati in questo giorno di festa e di apertura del mondo ebraico alla società italiana. A inaugurare la Giornata, l’incontro in sinagoga dedicato al Potere della parola – titolo con cui a Milano è stato declinato il tema di questa edizione, “Lingue e dialetti ebraici” – con ospite d’onore il ministro della Difesa Roberta Pinotti e con gli interventi tra gli altri del sindaco di Milano Beppe Sala, della presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni e del rabbino capo Alfonso Arbib. “È stata una giornata lunga e impegnativa – ha sottolineato in chiusura Gadi Schoenheit, viceassessore alla Cultura della Keillah milanese e tra gli ideatori, insieme all’assessore Romano, del fitto programma di ieri – Siamo contenti e orgogliosi per la risposta del pubblico. Abbiamo addirittura dovuto mandare via molta gente in fila perché la sala era già strapiena. Ci dispiace per chi non è riuscito a entrare ma siamo felici di tanta partecipazione”.
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QUI ROMA - IL FESTIVAL DI LETTERATURA EBRAICA 
Da Israele al giudaico-romanesco
l'arte di giocare con le parole

Un’indagine sul linguaggio come entità sfaccettata, composta di forme ed espressioni diverse. Così nel corso dell’incontro intitolato “La forma delle parole: libri di letteratura israeliana rivisitati da artisti italiani”, svoltosi nel pomeriggio di ieri a Roma, si è sviluppato il tema portante della Giornata Europea della Cultura Ebraica, quest’anno dedicata a “Lingue e dialetti ebraici”. Al centro il progetto ExLibris, raccontato dal suo curatore, l’architetto David Palterer, il quale lo ha ideato per raccogliere fondi a finanziamento dell’IIFCA, la Fondazione Italia Israele per la Cultura e le Arti. Ne hanno discusso con lui il critico d’arte Marco Tonelli e l’artista Alfredo Pirri, moderati dall’assessore alla Cultura della Comunità ebraica di Roma Giorgia Calò. Nato come stimolo per riflettere sul potere dei libri, mediatori tra culture diverse, ExLibris ha coinvolto numerosi artisti italiani e internazionali, che hanno rielaborato le copie di opere di altrettanti scrittori israeliani lavorando sulla copertina o tra le pagine e realizzando, in alcuni casi, vere e proprie sculture. L’evento era patrocinato dall’IIFCA stessa, dalla Comunità ebraica di Mantova e dal Politecnico di Milano – Polo Territoriale di Mantova, promotori dell’iniziativa e della mostra “Gerusalemme di Lettere” allestita presso il Museo di Palazzo Bondoni Pastorio di Castiglione delle Stiviere (Mantova), che era stata inaugurata proprio in occasione della scorsa Giornata della cultura ebraica.
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la giornata della cultura ebraica in italia  
Da Torino a Trieste fino a Napoli una Giornata di grandi incontri
Settantaquattro le città, in tutta Italia, coinvolte in questa 17esima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica. Incontri, tavole rotonde, mostre, concerti: un'offerta variegata, che ha raggiunto un folto pubblico in tutto il paese. Da Torino a Trieste, da Merano a Napoli, visitatori e curiosi hanno potuto conoscere i vari aspetti della cultura ebraica, comprendere l'impronta lasciata dagli ebrei nella Penisola e la vitalità e il legame tuttora forte delle Comunità con il territorio. Pubblichiamo alcune immagine, testimonianza del grande successo in tutta Italia dell'iniziativa della Giornata della Cultura.

(Nell'immagine, il concerto tenutosi nella sinagoga di Casale Monferrato)
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Qui roma - Fondazione Museo della Shoah  
Memoria, un servizio per la città
Per una Fondazione che ha la sua sede in largo 16 ottobre, è un atto doveroso ripartire quest’anno proprio da quella data e da quell’evento che colpirono tragicamente la Comunità ebraica ma anche tutta la città di Roma. Con questa considerazione il presidente Mario Venezia ha presentato questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, il programma espositivo della Casina dei Vallati, che ospita la Fondazione Museo della Shoah. La prima mostra a introdurre la programmazione del 2016-2017, che apre al pubblico oggi, è infatti intitolata “16 ottobre 1943 – la razzia”, a cura dello storico Marcello Pezzetti, e racconta il giorno in cui ebbe luogo il rastrellamento di più di mille ebrei residenti nella Capitale, effettuato da unità tedesche. Molte altre le iniziative, tra mostre, viaggi, seminari e convegni, previste dalla Fondazione e descritte nel corso della conferenza, alla quale hanno partecipato, oltre a Venezia e Pezzetti, anche l’assessore alla Crescita culturale del Comune di Roma Luca Bergamo e la presidente del I municipio Sabrina Alfonsi. E per l’anno prossimo sono previsti anche alcuni passi avanti per quanto riguarda la costruzione del Museo della Shoah, la cui sede si troverà a Villa Torlonia, grazie all’avanzamento della predisposizione dei fondi necessari programmata per il 2016 da parte del Comune.
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NUMEROSI I LEADER EBRAICI PRESENTI  
Israele, Dialogo, minoranze
Al via la tre giorni di Assisi

Uno sguardo ampio, per abbracciare nella loro complessità le tante sfide che investono oggi i leader religiosi in tempi segnati da crescente odio, fanatismo, tensione sociale. Sono in pieno svolgimento i lavori dell'incontro in tre giornate “Assisi. Thirst for Peace” organizzato nella città umbra dalla Comunità di Sant'Egidio per riflettere sui punti di più stretta attualità dell'agenda internazionale ed elaborare strategie a breve e lungo termine che uniscano, andando oltre le diverse appartenenze.
Una sfida condivisa da alcune centinaia di rappresentanti comunitari arrivati o in arrivo ad Assisi, tra cui numerosi esponenti dell'ebraismo italiano e mondiale (per l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane partecipa ai lavori il rav Giuseppe Momigliano).
“Lo scontro con la violenza estremista è anche uno scontro culturale. E quindi la cultura può prevalere sull'oscurantismo” ha detto ieri il capo dello Stato Sergio Mattarella, dando il via al meeting. Domani invece i partecipanti incontreranno e si confronteranno con papa Bergoglio, che si fermerà ad Assisi l'intera giornata.
Tra i temi trattati in queste prime ore una riflessione sui punti fermi e le nuove domande nel dialogo tra ebrei e cristiani (sessione coordinata da David Rosen dell'American Jewish Committee, ad offrire una propria lettura anche il presidente dei rabbini italiani Alfonso Arbib), ma anche approfondimenti sulla convivenza tra religioni diverse in Israele, sul dramma dei migranti, sulla sfida dell'integrazione. A parlare dell'attualità dello “spirito di Assisi” è stato invece il rabbino argentino Abraham Skorka, amico personale di Bergoglio dai tempi di Buenos Aires.
Molto atteso, questo pomeriggio, l'intervento del rabbino Israel Meir Lau. Sopravvissuto ai campi di sterminio, il rav incontrerà alcune delegazioni studentesche e spiegherà loro perché “non c'è futuro senza Memoria”.

(Nell'immagine rav Momigliano con il responsabile della Comunità di Sant'Egidio a Genova Andrea Chiappori)
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IL CONVEGNO MEDICO IN CORSO A SALUZZO  
L'esperienza italiana e israeliana
a confronto sulle emergenze

Entrano nel vivo a Saluzzo i lavori del seminario binazionale che vede specialisti italiani e israeliani impegnati in quattro giorni dedicati alla gestione delle emergenze mediche. Il convegno, che da oggi propone anche esercitazioni pratiche, è stato organizzato dall’Associazione medica ebraica (Ame), dagli Amici del Magen David Adom (Mda) e dall’Azienda sanitaria di Cuneo, grazie all'appoggio del “Disaster Medicine Service” della Regione Piemonte. E proprio in apertura dei lavori il dottor Giorgio Mortara, nel suo multiplo ruolo di Presidente dell'Ame, Vicepresidente e Assessore alle politiche sociali dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha voluto sottolineare la proficua collaborazione ricordando all'ottantina di partecipanti medici, infermieri e paramedici del 118 - provenienti da Piemonte, Liguria e Lombardia - che, "è grazie all’esperienza e alla tenacia del dottor Mario Raviolo e della sua equipe del 118 se è stato possibile realizzare con l’Asl di Cuneo e Saluzzo, con la collaborazione con Mda, questo primo corso".
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INFORMAZIONE – INTERNATIONAL EDITION 
Legge contro il negazionismo,
la riforma spiegata all’estero 

"L’Italia ha una legge contro il negazionismo della Shoah: dopo un iter durato anni, il Parlamento italiano ha negli scorsi mesi ratificato la riforma definitiva. A spiegarne contenuto, impostazione e centralità, il giurista e presidente della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea Giorgio Sacerdoti, che traduce e commenta il testo nell’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition.
Una giornata a Ferrara, alla riscoperta di una comunità antica, radicata sul territorio, che ha annoverato iscritti illustri (come lo scrittore Giorgio Bassani) e che oggi raccoglie la grande sfida e opportunità di essere casa del futuro Museo dell’Ebraismo Italiano e della Shoah. La racconta nella sua rubrica Altrove/Elsewhere, il professor Daniel Leisawitz del Muhlenberg College (Allentown, Pennsylvania, USA), che riferisce anche di un felice incontro fortuito in yogurteria con Davide, un membro della Comunità, occasione per scambiarsi storie e esperienze sulla vita ebraica sulle due sponde dell’Atlantico.
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Qui Venezia – I 500 anni del ghetto 
Fotografia, passato prossimo
Ha aperto ieri, al Museo Ebraico di Venezia, in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica e nell’ambito delle iniziative per il cinquecentenario dall’istituzione del Ghetto diventato simbolo di tutte le esclusioni una mostra fotografica che racconta trent’anni di storia della città. Le immagini sono una selezione dell’immenso archivio di Graziano Arici, il fotografo che per decenni ha ritratto la città lagunare, i suoi abitanti e i tanti personaggi più o meno famosi che l’hanno visitata. Riprendiamo qui l’articolo dedicato alla mostra sul numero di settembre di Pagine Ebraiche, attualmente in distribuzione.
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sorgente di via 
Le lingue dell’Italia ebraica
Alla Giornata Europea della Cultura Ebraica è  dedicata la puntata di Sorgente di vita che va in onda eccezionalmente questa sera, lunedi 19 settembre, sempre su Raidue. Il nostro spazio di  domenica 18 è stato infatti destinato da Raidue alla finale delle Paralimpiadi. La nuova stagione di programmazione è iniziata il 4 settembre scorso, dopo una lunga pausa agostana a causa delle Olimpiadi. La puntata di questa sera si apre con le manifestazioni di Milano, città capofila dell’edizione di quest’anno, nella sinagoga di via Guastalla: tra gli intervistati il ministro della Difesa Roberta Pinotti e la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. E poi le immagini della mostra “Gran tour”, un viaggio fotografico nell’Italia ebraica che introduce allo spirito della Giornata all’insegna della conoscenza e del dialogo.
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pilpul
 Oltremare - Culture
La tenerezza che mi fanno, lo dico con vera spocchia da israeliana, tutte le Giornate della Cultura Ebraica e della Memoria e di cose ebraiche in generale nella diaspora. Mi fanno un effetto un po’ madeleine dell’intelletto, di cosa bella e perduta, di sapore che quando lo ritrovi per caso ti dà una frustata alle papille gustative e ti fermi lì in mezzo a una piazza a recuperare ricordi di passati lontani e tempi paralleli a volte non vissuti di persona ma soltanto studiati sui libri di storia e fatti propri; come se si potessero avere multipli passati e alberi genealogici tripli o quadrupli.
E mentre in Europa producono madeleine in abbondanza anche per il futuro, succede qui nel nostro angoletto di paradiso che compaiono trafiletti sui giornali per dare notizia di due nuovi corsi di studio in cultura ebraica nei paesi arabi, in coordinamento fra la Ben Gurion e la Tel Aviv University. Ma come nuovi? Metà della popolazione israeliana viene da paesi arabi, e un banale corso universitario sulla loro cultura geograficamente immensa e millenaria fa notizia?


Daniela Fubini, Tel Aviv
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