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Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Mia
moglie הי”ו è stata via per qualche giorno ed ovviamente io sono
rimasto a casa con i ragazzi הי”ו. Fin qui nulla di speciale, tranne
che giovedì avevo un appuntamento presso un bet din e durante una
conversazione con uno dei dayanim ho detto che mia moglie era fuori da
Israele ed io ero a casa con i nostri figli.
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Gadi
Luzzatto
Voghera, direttore
Fondazione CDEC
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La
balena blu, il fantomatico "gioco" virtuale che avrebbe spinto al
suicidio decine di ragazzini, è l'esempio perfetto di quel meccanismo
del complotto segreto che ha attraversato buona parte della storia
dell'Occidente fra Ottocento e Novecento. Un nemico invisibile ma
ramificato, un meccanismo incomprensibile e nuovo, un progetto di
epurazione e di dominio globale.
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La festa per Gerusalemme
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“Se
ne parla per la cronaca, per il conflitto arabo israeliano sul
riconoscimento dei luoghi sacri, quasi mai per raccontare la convivenza
tra religioni ed etnie diverse. È per questo – spiega sul Messaggero
Francesca Nunberg – che l’Unione delle Comunità ebraiche italiane e la
Comunità di Roma insieme con l’Ambasciata d’Israele in Italia e con
l’associazione Chevrat Yehudei Italia hanno messo in piedi un ricco
programma nell’anniversario della liberazione di Gerusalemme, avvenuta
con la Guerra dei sei giorni nel giugno ’67”. Un calendario ricco di
iniziative – che si apre martedì 23 maggio a Roma e prosegue i giorni
seguenti – è stato infatti realizzato per celebrare il 50esimo
anniversario della riunificazione di Gerusalemme. Ad aprire gli
appuntamenti, la serata “Yom Yerushalaim, suoni e luci di Gerusalemme
sotto il cielo di Roma”. Il programma, coordinato da Eyal Lerner,
inizia alle 21 con la proiezione del cortometraggio “Jerusalem” di
Emanuele Luzzati e Giulio Gianini, seguita da uno spazio musicale con
il Coro Nizzanim dei bambini degli Asili israelitici Rav Elio Toaff e
il Coro Ha-Kol, e dalla danza col maestro Mario Piazza e lo spettacolo
Yerushalaim Golden Roots degli studenti dell’Accademia Nazionale. In
chiusura performance live di Ilana Yahav.
Trump in Medio Oriente. Inizia oggi il viaggio del presidente degli
Stati Uniti Donald Trump in Medio Oriente. Prima tappa, l’Arabia
Saudita per incontrare i leader regionali e consolidare la coalizione
in funzione anti-Isis ma anche anti-Iran (Paese che oggi andrà al voto
e dovrà scegliere “tra il presidente uscente, il riformista Hassan
Rohani, e il conservatore Ebrahim Raisi”, spiega il Sole 24 Ore).
Seconda tappa, come racconta La Stampa, saranno Israele e territori
dell’Autorità nazionale “per rendere omaggio alla religione ebraica e
favorire la ripresa del negoziato di pace, attraverso gli incontri col
premier Netanyahu e il leader dell’Autorità palestinese Abu Mazen.
Quindi – ricorda il quotidiano – toccherà Roma, per l’udienza da papa
Francesco in cui sottolineare gli interessi comuni della Santa Sede e
gli Usa, e per l’incontro col presidente Mattarella volto a rafforzare
l’amicizia con l’Italia”. A chiudere il primo viaggio internazionale di
Trump, il G7 di Taormina. Il presidente Usa con questa prima missione
internazionele, si lascia per il momento alle spalle le polemiche
nazionali legate all’inchiesta riguardo i rapporti tra la sua campagna
elettorale e la Russia: la Casa Bianca ha nominato Robert S. Mueller
III, un ex direttore dell’FBI (Corriere della Sera) molto stimato sia
dai Democratici che dai Repubblicani, come procuratore speciale per
seguire il caso.
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gli eventi per yom yerushalaim
Gerusalemme, la città è unita
La festa per celebrarla
Una
celebrazione che renda omaggio alla città tutta, alla sua storia
millenaria, ai luoghi sacri, allo sviluppo dei suoi quartieri, abitanti
e popolazione, al suo essere centro di pensiero, sviluppo, cultura e
innovazione e quello che la città rappresenta oggi per se stessa, per
Israele e per il mondo intero. Perché per quanto nota, Gerusalemme
(specialmente in Italia) è in realtà ai molti sconosciuta. Al di là
della cronaca politica, incentrata sul conflitto arabo-israeliano e sul
riconoscimento dei luoghi sacri, c’è infatti una Gerusalemme vibrante
che sfida e dimostra che la convivenza tra religioni ed etnie pur
complessa e difficile è possibile.
Risponde a questa esigenza il programma di iniziative pensato da Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane, Comunità ebraica di Roma, Ambasciata
d’Israele in Italia e Chevrat Yehudei Italia per festeggiare il
cinquantesimo anniversario della riunificazione di Gerusalemme,
presentato ieri in occasione di una conferenza stampa convocata al
Centro Bibliografico UCEI con la partecipazione della Presidente
dell’Unione Noemi Di Segni, della Presidente della Comunità ebraica
capitolina Ruth Dureghello e dell’ambasciatore israeliano Ofer Sachs.
Al
centro delle iniziative per il Cinquantenario una grande serata,
martedì 23 maggio, ai Mercati di Traiano: “Suoni e luci di Gerusalemme
sotto il cielo di Roma”. Il simbolico incontro, nel segno della musica,
delle parole e della luce, tra due città che hanno fatto la Storia e
che insieme vogliono costruire un futuro di pace, libertà, progresso.
Ma in calendario anche altri eventi, tra cui una densa giornata di
approfondimento (domenica 28) che spazierà dall’arte alla letteratura,
dalle nuove tecnologie al cinema. Leggi
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pagine ebraiche al salone di torino
Cosa ci insegna Primo Levi
Tra
i protagonisti della trentesima edizione del Salone del Libro di
Torino, uno scrittore che tanto ha dato al panorama culturale
internazionale, scomparso proprio trent'anni fa: Primo Levi. A lui sono
dedicate numerose iniziative all'interno del programma della rassegna
tra cui l'importante incontro promosso dalla Comunità ebraica di Torino
- all'interno del programma di Salone Off - e tenutosi ieri nelle sale
comunitarie di piazzetta Primo Levi: al centro, non tanto le opere
dell’autore, quanto tre realtà associative che gravitano, in modi
articolati e differenti, attorno alla sua figura. Si tratta del Centro
Internazionale di Studi Primo Levi di Torino, il Centro Primo Levi di
New York e infine il Centre Primo Levi di Parigi, riuniti proprio nel
contesto del Salone in un stand per creare un’occasione di dialogo e
approfondimento attorno a una delle figure più emblematiche e
inafferrabili del Novecento. “Nel nome di Primo Levi” quindi il titolo
scelto per la serata a cui hanno partecipato i rappresentanti dei
diversi centri, Fabio Levi per Torino, Alessandro Cassin per New York e
due esponenti per il centro di Parigi. A introdurre gli ospiti Dario
Disegni, presidente della Comunità ebraica di Torino. Leggi
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pagine ebraiche al salone di torino
Ogni fine ha sempre un inizio,
storia di una diaspora famigliare
“Un
torrente tumultuoso che trascina, coinvolge, travolge, porta con sé
gesti, balli, volti, fotografie, materiale sempre cangiante, esprimendo
un dinamismo che è raro in una storia di questo tipo e di questa
lunghezza”. Al Salone Internazionale del Libro di Torino, lo storico
Giovanni De Luna introduce così il film Diaspora. Ogni fine è un
inizio, in cui la produttrice Marina Piperno racconta la vicenda
complessa e tormentata, privata e al contempo universale, della propria
famiglia, ricostruendone lungo più di un secolo e in tre continenti le
pieghe più intime, tra scelte, strappi e ramificazioni.
Il regista Luigi Monardo Faccini ha seguito i rivoli, i brandelli e i
percorsi di questa saga componendo un’opera monumentale – dura quattro
ore e quaranta minuti –, che inizia all’alba delle leggi razziali
promulgate dal regime fascista nel 1938 e giunge fino ad oggi, quando i
cugini americani, israeliani ed europei che Marina rintraccia sono
ormai di terza generazione. Leggi
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qui milano
La Carta della responsabilità
“La
fase che viviamo interroga tutti noi, come individui, chiamando in
causa il nostro senso di responsabilità. Di fronte alle sfide della
nostra era, questa Carta può essere un punto di riferimento prezioso.
Una mappa in grado di indicarci la direzione da seguire per essere
protagonisti di un cambiamento positivo all’interno delle nostre
società”, così il Primo ministro Paolo Gentiloni nel suo messaggio di
adesione alla Carta delle responsabilità 2017, nata dalla riflessione
proposta dall'associazione Gariwo con il ciclo La crisi dell’Europa e i
Giusti del nostro tempo, organizzato in collaborazione con il Teatro
Franco Parenti e con il patrocinio della Fondazione Corriere della Sera
e dell’Università degli Studi di Milano. Proprio al Parenti è stata
presentata la Carta e a spiegarne il significato, il presidente di
Gariwo Gabriele Nissim assieme alla direttrice del teatro Andrée Ruth
Shammah. “Con questo documento ispirato all’esperienza di Charta ’77 –
le parole di Nissim - vogliamo riaffermare il valore della pluralità e
della non violenza in contrapposizione alla cultura dell’odio e del
nemico, il primo passo di un lungo cammino”. Tante le adesioni
importanti alla Carta, tra cui, oltre a quella citata del Premier
Gentiloni, quelle del sindaco di Milano Giuseppe Sala - primo
firmatario-, di Milena Santerini, presidente Alleanza parlamentare
contro l'intolleranza e il razzismo del Consiglio d’Europa, della
ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli e della presidente dell'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni.
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Tragedie |
Dopo
quattro ore di Orestea al Teatro Carignano mi trovo due mattine dopo a
raccontare agli allievi di quarta ginnasio le leggende relative alla
fondazione di Roma (con la variante riferita da Tito Livio secondo cui
Romolo viene ucciso dai senatori che poi fanno sparire il corpo
portandosi via pezzetti di re nascosti sotto la toga). Mi ritrovo a
domandarmi se siano più truculenti i miti dei Greci o quelli dei
Romani, ma è davvero difficile dire chi sia il vincitore in questa gara
di orrori.
È curioso come nella Torah vicende apparentemente simili abbiano
un’evoluzione del tutto diversa: gli odi tra fratelli ci sono, ma prima
o poi arriva la riconciliazione; le rivalità producono al massimo
allontanamenti e separazioni; l’incesto tra Lot e le figlie non
proietta una maledizione eterna sulla stirpe, anzi, proprio da Rut la
moabita discenderà il Messia.
Anna Segre, insegnante
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La vittima |
Di
fronte a una vittima non è sempre facile stabilire chi sia veramente il
colpevole. Nelle sue lettere al presidente Clinton, rabbi Genack mostra
come in fondo la Torah ce lo insegni fin dall’inizio: di chi è
veramente vittima Abele? Se cerchiamo un colpevole, Abele è vittima di
suo fratello Caino che lo ha ucciso?
Ilana Bahbout
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