Roberto
Della Rocca,
rabbino
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La Torah indica con tre verbi differenti la tragica missione esplorativa in Eretz Israèl.
Il primo è “latùr” (Bemidbàr, 13; 2), “esplorare”, “fare turismo”. Una
paradossale somiglianza con “tour”, la parola con cui la lingua inglese
indica il turismo. Poi abbiamo il verbo “lachpòr” (Devarìm,1; 22)
“scavare”, che per i Maestri del Talmud (Sotà 35 a) è riconducibile
all’azione di “svergognare”. E infine il verbo “leraghèl” (Devarìm, 1;
24), che significa “spiare”, da cui “meraghelim”, “esploratori, spie”,
i protagonisti della disastrosa spedizione.
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
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Si
chiamava Janusz Korczak. Fu il famoso pedagogo polacco che a inizio
’900 fondò a Varsavia un orfanotrofio sperimentale per bambini ebrei
condotto sulla base di teorie innovative. Nel 1940, l’orfanotrofio fu
spostato all’interno del Ghetto, e quando al dottor Korczak fu proposto
di salvarsi scappando dal Ghetto egli si rifiutò, per condividere il
destino dei duecento bambini che vennero deportati a Treblinka e lì
sterminati.
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Capitali nel terrore
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“Capitali
nel terrore”. Titola così Repubblica, parlando degli ultimi attacchi a
Parigi e Londra. L’attentatore di Parigi, un 31enne francese di origini
tunisine, è morto; nessun ferito tra agenti e passanti.
Ma l’auto con la quale ha speronato un furgone di gendarmi, è stato
fatto sapere dalle forze dell’ordine, era piena di armi, bombole di gas
e sostanze esplosive. “L’attacco – scrive il Corriere – era destinato
ad avere conseguenze molto più gravi”.
Un lupo solitario che avrebbe potuto agire in qualsiasi momento ed in
ogni luogo perché non c’è bisogno di andare in Iraq o in Siria per fare
il jihad: si può anche rimanere in Italia, “per redimere gli infedeli”,
ai quali va “tagliata la gola”. È questo, scrive il Messaggero,
l’identikit di Hussien Abss Hamyar, 29enne iracheno arrestato dalla
Digos di Crotone per apologia del terrorismo internazionale e
istigazione a delinquere.
“I libici ci hanno rubato il motore in mare”. E così sono morti in 126,
affogati nelle acque del Mediterraneo. La nuova tragedia è denunciata
da due sopravvissuti sudanesi sbarcati ieri in Sicilia all’Oim,
l’Organizzazione internazionale per le migrazioni. “Negli ultimi 2-3
mesi si registrano sempre più casi di trafficanti nordafricani che
avvicinano le imbarcazioni per rubarne i motori” sottolinea il
portavoce dell’Oim Flavio Di Giacomo al Corriere.
Ok a erogazioni liberali in contanti a enti religiosi, deducibili dal
reddito complessivo, purché sia rilasciata quietanza di pagamento con
numero progressivo dell’attestazione, dati del donante, importo e
causale dell’erogazione liberale. Il chiarimento interpretativo, scrive
Italia Oggi, arriva da una risoluzione dell’Agenzia delle entrate
emanata ieri.
Una situazione correttiva, che elimina una discrepanza fino ad oggi in atto a favore della Tavola Valdese.
Per l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, viene spiegato, è
possibile dedurre dal reddito complessivo sia i contributi annuali
versati alle comunità sia le erogazioni liberali in denaro
Intitolare una via a Ho Feng-Shan, il console cinese a Vienna che, tra
il 1938 e il 1940, aiutò migliaia di ebrei a fuggire dall’Austria
invasa dai nazisti. A chiederlo formalmente con una lettera l’Unione
imprenditori Italia Cina, insieme ad Associna, sostenuti anche dal
Giardino dei giusti con Gabriele Nissim (Corriere Milano).
Proprio Nissim su Avvenire presenta oggi la Carta delle responsabilità
realizzata da Gariwo. “La Carta – scrive – non vuole essere soltanto
una dichiarazione di intenti, o di più o meno lucide analisi, ma vuole
diventare uno specchio per rendere visibili dei comportamenti esemplari
che cercheremo di fare conoscere nei Giardini dei Giusti in Italia e in
Europa, nelle scuole e in ogni ambito di educazione. Il compito della
Carta è quello di creare un movimento di emulazione attorno a quanti
operano per l’integrazione, per l’accoglienza, contro la politica
dell’odio, contro il terrorismo”.
In una intervista al Corriere l’italianista Stefano Carrai riflette su
Umberto Saba, al quale ha dedicato una monografia pubblicata da
Sellerio.
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cosa rappresentano le parole di luigi di maio
"Almirante riferimento grillino?
Non possiamo sorprenderci"
“Nella
politica, come nella vita, bisogna fare delle scelte. E invece,
purtroppo, si ha la conferma che talvolta fare politica è come andare
al supermercato. Si mette tutto insieme, un grande ammasso. Questo
specifico riferimento rivela inoltre una concezione totalitaristica del
proprio mandato, cosa che non mi sorprende più di tanto a onor del
vero”.
Lo storico sociale delle idee David Bidussa commenta così le
dichiarazioni di Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera dei
deputati e tra gli esponenti più in vista del Movimento 5 Stelle, che
nelle scorse ore ha sostenuto l'esistenza di un'eredità delle idee di
Giorgio Almirante tra i valori su cui si basa l'azione di alcuni
aderenti al Movimento.
Ricordiamo le sue idee, allora. “Non c'è che un attestato col quale si
possa imporre l'altolà al meticciato e all'ebraismo: l'attestato del
sangue” scrive il futuro segretario del Movimento Sociale Italiano su
La Difesa della razza, il 5 maggio del 1942. E ancora: “Il razzismo ha
da essere cibo di tutti e per tutti, se veramente vogliamo che in
Italia ci sia, e sia viva in tutti, la coscienza della razza”. Due
stralci, tra i tanti che potrebbero essere citati, che segnano il
percorso di Almirante nell'estrema destra italiana. Leggi
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qui bologna - la conferenza ex nihilo
Il mondo ebraico e i cinque papi Storia di un percorso complicato
È
stata la Lectio di Dina Porat, storica israeliana in forze allo Yad
Vashem e docente presso la Tel Aviv University, a chiudere la prima
giornata di lavori di "Ex Nihlo - Zero Conference", un intervento molto
applaudito dalle centinaia di delegati giunti da tutto il mondo, e
intitolato "Five Popes – four visits – two declarations: The Israeli -
Jewish perspective on the changes in the Vatican towards the Jewish
people", ossia Cinque papi, quattro visite, due dichiarazioni: la
prospettiva israeliana ed ebraica sulle modifiche della posizione del
Vaticano nei confronti del popolo ebraico. Un intervento impegnativo,
che, a partire dalla conferenza stampa del dicembre 2015 in cui la
Commissione Pontificia sulle relazioni religiose con gli ebrei ha
presentato una dichiarazione di importanza fondamentale, ha ripercorso
a ritroso il lungo cammino dei rapporti fra la Chiesa e gli ebrei. La
relazione di Dina Porat, incentrata sui più recenti sforzi della Chiesa
Cattolica volti alla riduzione dell'antisemitismo ha chiuso il primo
giorno di lavori della European Academy of Religion, che in questi
giorni raccoglie a Bologna centinaia di delegati provenienti da ogni
parte del mondo, riunitisi in una conferenza programmatica che per
cinque giorni e in decine di panel sta mettendo in pratica e allo
stesso tempo verificando la fattibilità del progetto: creare una
Accademia europea delle religioni che sia allo stesso tempo piattaforma
comune e condivisa per la ricerca e struttura utile a mettere in rete
conoscenze e competenze. Leggi
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il
comitato scientifico del museo a ferrara
Meis,
il progetto viaggia spedito
A dicembre la grande apertura
“Un
lavoro impressionante”. È con queste parole che il Comitato Scientifico
del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, riunitosi a
Ferrara, ha fotografato lo stato di avanzamento del MEIS negli ultimi
sei mesi, ovvero a partire dal dicembre 2016, data del proprio
insediamento.
Alla presenza del presidente del Museo, Dario Disegni, e del direttore,
Simonetta Della Seta, le prestigiose figure che compongono il Comitato
– esperti in materia di ebraismo, museologia, beni culturali, ricerca
storica, sociologia, dialogo interreligioso e comunicazione – hanno
dapprima visitato il cantiere di Rampari San Paolo, quindi la mostra
“Lo Spazio delle Domande”, allestita fino al 27 settembre prossimo, e
il giardino.
Il confronto si è focalizzato sui principali progetti che coinvolgono
il Museo, a partire dall’inizio del percorso museale che verrà
inaugurato nel dicembre 2017, incentrato sui primi mille anni
dell’insediamento ebraico in Italia. In un secondo momento, si è poi
passati a parlare della mission – nazionale e internazionale – del MEIS
e della programmazione dei prossimi tre anni.
Il Comitato – rappresentato da Donatella Calabi, Enzo Campelli, rav
Luciano Caro, Tania Coen-Uzzielli, Manuela Consonni, rav Roberto Della
Rocca, Gadi Luzzatto Voghera, Saul Meghnagi, Mauro Perani, Michele
Sarfatti e rav Amedeo Spagnoletto (assenti per concomitanti impegni
Alain Elkann, Aldo Grasso, Alberto Melloni e Paolo Mieli) – ha concluso
i propri lavori presso il Comune di Ferrara, dove è stato ricevuto dal
sindaco Tiziano Tagliani.
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qui firenze
Balagan, quarta edizione al via con le note del Mediterraneo
Dal
22 giugno al 10 settembre sei appuntamenti per la quarta edizione del
Balagan Cafè, il festival culturale organizzato dalla Comunità ebraica
di Firenze in collaborazione con il Comune.
Ad aprire il Balagan, presentato oggi nel corso di una conferenza
stampa, un concerto-viaggio sulle note del Mediterraneo dei due celebri
jazzisti livornesi Mauro Grossi e Matteo Scarpettini.
“Viaggi, migrazioni, diaspore”, il tema di questa edizione. Una
riflessione che, pur partendo dall’esperienza ebraica, si allarga ad
osservare un mondo la cui evoluzione è segnata a ogni livello dalla
mobilità, dal viaggio o l’annullamento delle frontiere come opportunità
per le società con più mezzi. Protagonisti grandi nomi della cultura
italiana ed internazionale da David Krakauer a Giancarlo Schiaffini,
passando per Zeno de Rossi, Mauro Grossi e Giovanni Seneca. Leggi
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ACCADDE DOMANI
Informazione: 50 anni di storia
e il dovere di progettare il futuro
L’ebraismo
romano celebra oggi con orgoglio i primi 50 anni di una testata
comunitaria gloriosa, il mensile “Shalom”. Il drammatico 1967, infatti,
non è stato solo l’anno della guerra dei Sei giorni e della definitiva
cacciata degli ebrei dai paesi arabi che si affacciano sul bacino del
Mediterraneo, l’anno che ha segnato l’arrivo in Italia degli ebrei di
Libia sopravvissuti a lunghe e spaventose persecuzioni. È stato anche
l’anno della riscossa dell’ebraismo italiano, l’anno della solidarietà,
la stagione in cui fu necessario decidere che per il nostro futuro, per
la nostra dignità, per Israele, non era più possibile tacere.
Un gruppo di coraggiosi allestì così con pochi mezzi e con molta
passione quello che sarebbe presto divenuto il giornale comunitario più
in vista, ma soprattutto uno spazio importante a disposizione degli
ebrei italiani per restare uniti e per dichiarare in maniera ferma e
trasparente il loro impegno incessante per la vita e la libertà dello
Stato di Israele.
I cinquant’anni che ci stanno alle spalle ci parlano di un mezzo secolo
difficile, spesso in salita. E aver compiuto questo ciclo di lavoro
rappresenta una soddisfazione importante per tutti gli ebrei italiani.
Per restare fedeli alla lezione di coraggio e di determinazione che ci
donarono i leader del 1967 è ora il momento di progettare i prossimi 50
anni. E il compito, se possibile, è forse ancora più arduo di quello
che fu affrontato nel 1967.
Certo per quanto riguarda l’informazione di cui le istituzioni ebraiche
sono l’editore bisognerà inventare nuovi equilibri che portino i costi
di realizzazione in pareggio. La stampa ebraica è importante e ridurne
la portata sarebbe catastrofico, ma le istituzioni non potranno
sobbarcarsi da sole e in eterno dei gravosi costi industriali necessari
a produrre e distribuire i giornali in cui credono.
Certo bisognerà pensare a giornali capaci di essere la casa di tutti
gli ebrei italiani, il luogo di incontro in cui ognuno, nessuno
escluso, si possa sentire libero di essere se stesso e accolto, si
possa sentire a casa. Non sono in gioco solo i valori della democrazia
e del pluralismo, ma soprattutto una visione strategica capace di
creare entusiasmo e coinvolgimento in un’epoca che vede la voglia di
partecipazione e di coinvolgimento in forte calo.
Certo bisognerà impegnarsi a fare delle nostre redazioni uno spazio di
intensa formazione professionale delle nuove generazioni. Stimolare la
nascita di nuove professionalità giornalistiche è per una minoranza una
sfida strategica essenziale. Immettere in un mercato del lavoro sempre
più difficile professionalità solide e riconosciute è un passaggio
fondamentale.
Il mezzo secolo che ci sta alle spalle è certo molto importante. I
protagonisti di quegli anni devono essere doverosamente onorati. Per
dire loro un grazie sincero, per rendere loro l’omaggio dovuto,
possiamo progettare assieme i prossimi cinquant’anni e salvaguardare
con l’impegno, per noi e per i nostri figli, nuove pagine di un futuro
a testa alta per l’ebraismo italiano.
gv Leggi
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La Giornata del Rifugiato |
Ricorre
oggi la Giornata mondiale del Rifugiato. In Italia, la celebriamo con
la morte di 126 persone annegate nel Canale di Sicilia. Ci prepariamo
così a un’estate di naufragi, sbarchi e accoglienza difficile. Per
fortuna, basta accendere la televisione per rendersi conto di quanto il
dibattito pubblico in materia sia molto maturato, di come si ragioni in
un paese serio. Meno male, anche i politici di nuovo pelo
contribuiscono: Virginia Raggi e Beppe Grillo si appellano al Prefetto
di Roma per ridurre migranti (e Rom, mi pare giusto!) nella Capitale,
poi si oppongono a nuove leggi sull’integrazione.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Fairy Tales |
Vi
sono lodevoli iniziative da parte di benemerite organizzazioni
internazionali, con le quali ogni persona che abbia a cuore i diritti
umani sente di aver contratto un dovere di riconoscenza da tramandare
alle future generazioni, a meno che esse non considerino di rinunziare
all’eredità recandosi dal notaio oppure dal cancelliere.
Appare alquanto lusinghiero che traspaia una certa quale loro
preferenza per il popolo ebraico, preferenza che sappiamo di non
meritare ma alla quale costoro, generosamente, tengono parecchio,
specie quando si tratta di merci che non vogliono siano ricevute in
Italia perché, nella loro modestia, pensano di non meritare.
Emanuele Calò
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