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20 giugno 2017 - 26 Sivan 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
La Torah indica con tre verbi differenti la tragica missione esplorativa in Eretz Israèl.
Il primo è “latùr” (Bemidbàr, 13; 2), “esplorare”, “fare turismo”. Una paradossale somiglianza con “tour”, la parola con cui la lingua inglese indica il turismo. Poi abbiamo il verbo “lachpòr” (Devarìm,1; 22) “scavare”, che per i Maestri del Talmud (Sotà 35 a) è riconducibile all’azione di “svergognare”. E infine il verbo “leraghèl” (Devarìm, 1; 24), che significa “spiare”, da cui “meraghelim”, “esploratori, spie”, i protagonisti della disastrosa spedizione.
 
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
Si chiamava Janusz Korczak. Fu il famoso pedagogo polacco che a inizio ’900 fondò a Varsavia un orfanotrofio sperimentale per bambini ebrei condotto sulla base di teorie innovative. Nel 1940, l’orfanotrofio fu spostato all’interno del Ghetto, e quando al dottor Korczak fu proposto di salvarsi scappando dal Ghetto egli si rifiutò, per condividere il destino dei duecento bambini che vennero deportati a Treblinka e lì sterminati. 
 
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Capitali nel terrore
“Capitali nel terrore”. Titola così Repubblica, parlando degli ultimi attacchi a Parigi e Londra. L’attentatore di Parigi, un 31enne francese di origini tunisine, è morto; nessun ferito tra agenti e passanti.
Ma l’auto con la quale ha speronato un furgone di gendarmi, è stato fatto sapere dalle forze dell’ordine, era piena di armi, bombole di gas e sostanze esplosive. “L’attacco – scrive il Corriere – era destinato ad avere conseguenze molto più gravi”.

Un lupo solitario che avrebbe potuto agire in qualsiasi momento ed in ogni luogo perché non c’è bisogno di andare in Iraq o in Siria per fare il jihad: si può anche rimanere in Italia, “per redimere gli infedeli”, ai quali va “tagliata la gola”. È questo, scrive il Messaggero, l’identikit di Hussien Abss Hamyar, 29enne iracheno arrestato dalla Digos di Crotone per apologia del terrorismo internazionale e istigazione a delinquere.

“I libici ci hanno rubato il motore in mare”. E così sono morti in 126, affogati nelle acque del Mediterraneo. La nuova tragedia è denunciata da due sopravvissuti sudanesi sbarcati ieri in Sicilia all’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni. “Negli ultimi 2-3 mesi si registrano sempre più casi di trafficanti nordafricani che avvicinano le imbarcazioni per rubarne i motori” sottolinea il portavoce dell’Oim Flavio Di Giacomo al Corriere.

Ok a erogazioni liberali in contanti a enti religiosi, deducibili dal reddito complessivo, purché sia rilasciata quietanza di pagamento con numero progressivo dell’attestazione, dati del donante, importo e causale dell’erogazione liberale. Il chiarimento interpretativo, scrive Italia Oggi, arriva da una risoluzione dell’Agenzia delle entrate emanata ieri.
Una situazione correttiva, che elimina una discrepanza fino ad oggi in atto a favore della Tavola Valdese.
Per l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, viene spiegato, è possibile dedurre dal reddito complessivo sia i contributi annuali versati alle comunità sia le erogazioni liberali in denaro

Intitolare una via a Ho Feng-Shan, il console cinese a Vienna che, tra il 1938 e il 1940, aiutò migliaia di ebrei a fuggire dall’Austria invasa dai nazisti. A chiederlo formalmente con una lettera l’Unione imprenditori Italia Cina, insieme ad Associna, sostenuti anche dal Giardino dei giusti con Gabriele Nissim (Corriere Milano).

Proprio Nissim su Avvenire presenta oggi la Carta delle responsabilità realizzata da Gariwo. “La Carta – scrive – non vuole essere soltanto una dichiarazione di intenti, o di più o meno lucide analisi, ma vuole diventare uno specchio per rendere visibili dei comportamenti esemplari che cercheremo di fare conoscere nei Giardini dei Giusti in Italia e in Europa, nelle scuole e in ogni ambito di educazione. Il compito della Carta è quello di creare un movimento di emulazione attorno a quanti operano per l’integrazione, per l’accoglienza, contro la politica dell’odio, contro il terrorismo”.

In una intervista al Corriere l’italianista Stefano Carrai riflette su Umberto Saba, al quale ha dedicato una monografia pubblicata da Sellerio.
 
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  davar
cosa rappresentano le parole di luigi di maio
"Almirante riferimento grillino?
Non possiamo sorprenderci"

“Nella politica, come nella vita, bisogna fare delle scelte. E invece, purtroppo, si ha la conferma che talvolta fare politica è come andare al supermercato. Si mette tutto insieme, un grande ammasso. Questo specifico riferimento rivela inoltre una concezione totalitaristica del proprio mandato, cosa che non mi sorprende più di tanto a onor del vero”.
Lo storico sociale delle idee David Bidussa commenta così le dichiarazioni di Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera dei deputati e tra gli esponenti più in vista del Movimento 5 Stelle, che nelle scorse ore ha sostenuto l'esistenza di un'eredità delle idee di Giorgio Almirante tra i valori su cui si basa l'azione di alcuni aderenti al Movimento.
Ricordiamo le sue idee, allora. “Non c'è che un attestato col quale si possa imporre l'altolà al meticciato e all'ebraismo: l'attestato del sangue” scrive il futuro segretario del Movimento Sociale Italiano su La Difesa della razza, il 5 maggio del 1942. E ancora: “Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti, se veramente vogliamo che in Italia ci sia, e sia viva in tutti, la coscienza della razza”. Due stralci, tra i tanti che potrebbero essere citati, che segnano il percorso di Almirante nell'estrema destra italiana.
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qui bologna - la conferenza ex nihilo
Il mondo ebraico e i cinque papi Storia di un percorso complicato 
È stata la Lectio di Dina Porat, storica israeliana in forze allo Yad Vashem e docente presso la Tel Aviv University, a chiudere la prima giornata di lavori di "Ex Nihlo - Zero Conference", un intervento molto applaudito dalle centinaia di delegati giunti da tutto il mondo, e intitolato "Five Popes – four visits – two declarations: The Israeli - Jewish perspective on the changes in the Vatican towards the Jewish people", ossia Cinque papi, quattro visite, due dichiarazioni: la prospettiva israeliana ed ebraica sulle modifiche della posizione del Vaticano nei confronti del popolo ebraico. Un intervento impegnativo, che, a partire dalla conferenza stampa del dicembre 2015 in cui la Commissione Pontificia sulle relazioni religiose con gli ebrei ha presentato una dichiarazione di importanza fondamentale, ha ripercorso a ritroso il lungo cammino dei rapporti fra la Chiesa e gli ebrei. La relazione di Dina Porat, incentrata sui più recenti sforzi della Chiesa Cattolica volti alla riduzione dell'antisemitismo ha chiuso il primo giorno di lavori della European Academy of Religion, che in questi giorni raccoglie a Bologna centinaia di delegati provenienti da ogni parte del mondo, riunitisi in una conferenza programmatica che per cinque giorni e in decine di panel sta mettendo in pratica e allo stesso tempo verificando la fattibilità del progetto: creare una Accademia europea delle religioni che sia allo stesso tempo piattaforma comune e condivisa per la ricerca e struttura utile a mettere in rete conoscenze e competenze.
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qui bologna - la conferenza ex nihilo
I musei e il ruolo delle religioni
Nell'ambito della conferenza “Ex Nihilo - A Zero Conference on Research in the Religious Fields”, organizzata dall'European Academy of Religion 2017, si è svolto stamani il panel promosso dal Meis sul tema “Jewish Museums - The Role of Religion”. All’incontro, coordinato dal Direttore del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, Simonetta Della Seta, hanno partecipato Hetty Berg (Jewish Cultural Quarter, Amsterdam), Tania Coen-Uzzielli (The Israel Museum, Jerusalem) e Rav Amedeo Spagnoletto (Collegio Rabbinico Italiano e Museo Ebraico di Roma), che hanno illustrato come i rispettivi musei interpretino la religione.
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il comitato scientifico del museo a ferrara
Meis, il progetto viaggia spedito

A dicembre la grande apertura 
“Un lavoro impressionante”. È con queste parole che il Comitato Scientifico del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, riunitosi a Ferrara, ha fotografato lo stato di avanzamento del MEIS negli ultimi sei mesi, ovvero a partire dal dicembre 2016, data del proprio insediamento.
Alla presenza del presidente del Museo, Dario Disegni, e del direttore, Simonetta Della Seta, le prestigiose figure che compongono il Comitato – esperti in materia di ebraismo, museologia, beni culturali, ricerca storica, sociologia, dialogo interreligioso e comunicazione – hanno dapprima visitato il cantiere di Rampari San Paolo, quindi la mostra “Lo Spazio delle Domande”, allestita fino al 27 settembre prossimo, e il giardino.
Il confronto si è focalizzato sui principali progetti che coinvolgono il Museo, a partire dall’inizio del percorso museale che verrà inaugurato nel dicembre 2017, incentrato sui primi mille anni dell’insediamento ebraico in Italia. In un secondo momento, si è poi passati a parlare della mission – nazionale e internazionale – del MEIS e della programmazione dei prossimi tre anni.
Il Comitato – rappresentato da Donatella Calabi, Enzo Campelli, rav Luciano Caro, Tania Coen-Uzzielli, Manuela Consonni, rav Roberto Della Rocca, Gadi Luzzatto Voghera, Saul Meghnagi, Mauro Perani, Michele Sarfatti e rav Amedeo Spagnoletto (assenti per concomitanti impegni Alain Elkann, Aldo Grasso, Alberto Melloni e Paolo Mieli) – ha concluso i propri lavori presso il Comune di Ferrara, dove è stato ricevuto dal sindaco Tiziano Tagliani.
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sport e memoria - la nazionale di calcio 
L’Italia Under 21 ad Auschwitz
“Sempre con noi questa giornata”

Lacrime, raccoglimento e una promessa: non dimenticheremo questa giornata.
Una voce unisona quella degli azzurrini dell’Italia Under 21 protagonista agli Europei di categoria in Polonia, che oggi ha visitato il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.
Nel gruppo anche Andrea Petagna, attaccante triestino dell’Atalanta con una significativa storia familiare ebraica alle spalle. “Neanche nell’immaginario più crudele, un inferno che non deve succedere mai più” ha twittato Petagna al termine della visita. Aggiungendo poi la parola Shalom, pace, scritta anche in ebraico.
Una sfida condivisa dai suoi compagni di squadra, che fortemente hanno voluto questa visita assieme alla federazione, ai dirigenti, allo staff tecnico.
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qui firenze
Balagan, quarta edizione al via con le note del Mediterraneo
Dal 22 giugno al 10 settembre sei appuntamenti per la quarta edizione del Balagan Cafè, il festival culturale organizzato dalla Comunità ebraica di Firenze in collaborazione con il Comune.
Ad aprire il Balagan, presentato oggi nel corso di una conferenza stampa, un concerto-viaggio sulle note del Mediterraneo dei due celebri jazzisti livornesi Mauro Grossi e Matteo Scarpettini.
“Viaggi, migrazioni, diaspore”, il tema di questa edizione. Una riflessione che, pur partendo dall’esperienza ebraica, si allarga ad osservare un mondo la cui evoluzione è segnata a ogni livello dalla mobilità, dal viaggio o l’annullamento delle frontiere come opportunità per le società con più mezzi. Protagonisti grandi nomi della cultura italiana ed internazionale da David Krakauer a Giancarlo Schiaffini, passando per Zeno de Rossi, Mauro Grossi e Giovanni Seneca.
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qui milano
In Israele, la tutela dei diritti
non ha un orientamento

Di recente a Tel Aviv duecentomila persone hanno sfilato per l'annuale manifestazione dedicata al mondo LGBTQ. Un appuntamento definito dal Comune della città bianca - che da anni ne è promotore - come il “più grande mai organizzato in Medio Oriente”. Un corteo possibile in Israele, democrazia che tutela i diritti di tutti, non così in quasi tutti gli altri Paesi della Regione, come hanno sottolineato ieri i protagonisti dell'appuntamento “Israele, Lgbt: ben oltre il pink washing” organizzato al Teatro Franco Parenti di Milano dall’Ampi - Associazione milanese pro Israele.
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Qui vercelli
Le note dei Maestri in sinagoga
Sinagoga di Vercelli gremita per il concerto «Paradiso infernal, celeste inferno. Amori e cuori infranti fra tardo Rinascimento e Barocco” ad opera della Camerata polifonica G.B. Viotti. Un appuntamento inquadrato all’interno della rassegna Via Foa in concerto, incontro con la cittadinanza fortemente voluto dalla presidente della Comunità ebraica Rossella Bottini Treves, e che ha portato sul palco tra gli altri i brani composti da due maestri vercellesi del passato mai dimenticati: Bonajut Treves ed Ezechiello Levi.
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informazione - international edition
Per le strade di Roma
La città di Roma e due gruppi di visitatori con origine, nazionalità e obiettivi differenti, ma che dimostrano come la Capitale italiana rimanga una città centrale per la realtà ebraica mondiale. Come raccontato nella più recente uscita di Pagine Ebraiche International Edition, è stato a Roma negli scorsi giorni un gruppo di rebbetzen provenienti dal Regno Unito e guidate da Valerie Mirvis, moglie del rabbino capo del Commonwealth Ephraim Mirvis, in giornate fitte di visite, dibattiti e incontri con i leader ebraici della Penisola (per i dettagli, la rubrica Italics propone il resoconto della visita pubblicato sul sito di rav Mirvis chiefrabbi.com). È in Vaticano che si è invece riunita la Commissione permanente per i rapporti tra Santa Sede e Stato d’Israele: soddisfazione è stata espressa da entrambe le parti nel comunicato congiunto, in cui si sottolinea come un accordo stabile potrebbe essere raggiunto presto, che possa tra l’altro regolare il rapporto tra i due Stati in materia fiscale.
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ACCADDE DOMANI
Informazione: 50 anni di storia
e il dovere di progettare il futuro

L’ebraismo romano celebra oggi con orgoglio i primi 50 anni di una testata comunitaria gloriosa, il mensile “Shalom”. Il drammatico 1967, infatti, non è stato solo l’anno della guerra dei Sei giorni e della definitiva cacciata degli ebrei dai paesi arabi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo, l’anno che ha segnato l’arrivo in Italia degli ebrei di Libia sopravvissuti a lunghe e spaventose persecuzioni. È stato anche l’anno della riscossa dell’ebraismo italiano, l’anno della solidarietà, la stagione in cui fu necessario decidere che per il nostro futuro, per la nostra dignità, per Israele, non era più possibile tacere.
Un gruppo di coraggiosi allestì così con pochi mezzi e con molta passione quello che sarebbe presto divenuto il giornale comunitario più in vista, ma soprattutto uno spazio importante a disposizione degli ebrei italiani per restare uniti e per dichiarare in maniera ferma e trasparente il loro impegno incessante per la vita e la libertà dello Stato di Israele.
I cinquant’anni che ci stanno alle spalle ci parlano di un mezzo secolo difficile, spesso in salita. E aver compiuto questo ciclo di lavoro rappresenta una soddisfazione importante per tutti gli ebrei italiani.
Per restare fedeli alla lezione di coraggio e di determinazione che ci donarono i leader del 1967 è ora il momento di progettare i prossimi 50 anni. E il compito, se possibile, è forse ancora più arduo di quello che fu affrontato nel 1967.
Certo per quanto riguarda l’informazione di cui le istituzioni ebraiche sono l’editore bisognerà inventare nuovi equilibri che portino i costi di realizzazione in pareggio. La stampa ebraica è importante e ridurne la portata sarebbe catastrofico, ma le istituzioni non potranno sobbarcarsi da sole e in eterno dei gravosi costi industriali necessari a produrre e distribuire i giornali in cui credono.
Certo bisognerà pensare a giornali capaci di essere la casa di tutti gli ebrei italiani, il luogo di incontro in cui ognuno, nessuno escluso, si possa sentire libero di essere se stesso e accolto, si possa sentire a casa. Non sono in gioco solo i valori della democrazia e del pluralismo, ma soprattutto una visione strategica capace di creare entusiasmo e coinvolgimento in un’epoca che vede la voglia di partecipazione e di coinvolgimento in forte calo.
Certo bisognerà impegnarsi a fare delle nostre redazioni uno spazio di intensa formazione professionale delle nuove generazioni. Stimolare la nascita di nuove professionalità giornalistiche è per una minoranza una sfida strategica essenziale. Immettere in un mercato del lavoro sempre più difficile professionalità solide e riconosciute è un passaggio fondamentale.
Il mezzo secolo che ci sta alle spalle è certo molto importante. I protagonisti di quegli anni devono essere doverosamente onorati. Per dire loro un grazie sincero, per rendere loro l’omaggio dovuto, possiamo progettare assieme i prossimi cinquant’anni e salvaguardare con l’impegno, per noi e per i nostri figli, nuove pagine di un futuro a testa alta per l’ebraismo italiano.

gv
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pilpul
La Giornata del Rifugiato
Ricorre oggi la Giornata mondiale del Rifugiato. In Italia, la celebriamo con la morte di 126 persone annegate nel Canale di Sicilia. Ci prepariamo così a un’estate di naufragi, sbarchi e accoglienza difficile. Per fortuna, basta accendere la televisione per rendersi conto di quanto il dibattito pubblico in materia sia molto maturato, di come si ragioni in un paese serio. Meno male, anche i politici di nuovo pelo contribuiscono: Virginia Raggi e Beppe Grillo si appellano al Prefetto di Roma per ridurre migranti (e Rom, mi pare giusto!) nella Capitale, poi si oppongono a nuove leggi sull’integrazione. 

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Fairy Tales
Vi sono lodevoli iniziative da parte di benemerite organizzazioni internazionali, con le quali ogni persona che abbia a cuore i diritti umani sente di aver contratto un dovere di riconoscenza da tramandare alle future generazioni, a meno che esse non considerino di rinunziare all’eredità recandosi dal notaio oppure dal cancelliere.
Appare alquanto lusinghiero che traspaia una certa quale loro preferenza per il popolo ebraico, preferenza che sappiamo di non meritare ma alla quale costoro, generosamente, tengono parecchio, specie quando si tratta di merci che non vogliono siano ricevute in Italia perché, nella loro modestia, pensano di non meritare.


Emanuele Calò
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