Capitali nel terrore

rass stampa“Capitali nel terrore”. Titola così Repubblica, parlando degli ultimi attacchi a Parigi e Londra. L’attentatore di Parigi, un 31enne francese di origini tunisine, è morto; nessun ferito tra agenti e passanti.
Ma l’auto con la quale ha speronato un furgone di gendarmi, è stato fatto sapere dalle forze dell’ordine, era piena di armi, bombole di gas e sostanze esplosive. “L’attacco – scrive il Corriere – era destinato ad avere conseguenze molto più gravi”.

Un lupo solitario che avrebbe potuto agire in qualsiasi momento ed in ogni luogo perché non c’è bisogno di andare in Iraq o in Siria per fare il jihad: si può anche rimanere in Italia, “per redimere gli infedeli”, ai quali va “tagliata la gola”. È questo, scrive il Messaggero, l’identikit di Hussien Abss Hamyar, 29enne iracheno arrestato dalla Digos di Crotone per apologia del terrorismo internazionale e istigazione a delinquere.

“I libici ci hanno rubato il motore in mare”. E così sono morti in 126, affogati nelle acque del Mediterraneo. La nuova tragedia è denunciata da due sopravvissuti sudanesi sbarcati ieri in Sicilia all’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni. “Negli ultimi 2-3 mesi si registrano sempre più casi di trafficanti nordafricani che avvicinano le imbarcazioni per rubarne i motori” sottolinea il portavoce dell’Oim Flavio Di Giacomo al Corriere.

Ok a erogazioni liberali in contanti a enti religiosi, deducibili dal reddito complessivo, purché sia rilasciata quietanza di pagamento con numero progressivo dell’attestazione, dati del donante, importo e causale dell’erogazione liberale. Il chiarimento interpretativo, scrive Italia Oggi, arriva da una risoluzione dell’Agenzia delle entrate emanata ieri.
Una situazione correttiva, che elimina una discrepanza fino ad oggi in atto a favore della Tavola Valdese.
Per l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, viene spiegato, è possibile dedurre dal reddito complessivo sia i contributi annuali versati alle comunità sia le erogazioni liberali in denaro

Intitolare una via a Ho Feng-Shan, il console cinese a Vienna che, tra il 1938 e il 1940, aiutò migliaia di ebrei a fuggire dall’Austria invasa dai nazisti. A chiederlo formalmente con una lettera l’Unione imprenditori Italia Cina, insieme ad Associna, sostenuti anche dal Giardino dei giusti con Gabriele Nissim (Corriere Milano).

Proprio Nissim su Avvenire presenta oggi la Carta delle responsabilità realizzata da Gariwo. “La Carta – scrive – non vuole essere soltanto una dichiarazione di intenti, o di più o meno lucide analisi, ma vuole diventare uno specchio per rendere visibili dei comportamenti esemplari che cercheremo di fare conoscere nei Giardini dei Giusti in Italia e in Europa, nelle scuole e in ogni ambito di educazione. Il compito della Carta è quello di creare un movimento di emulazione attorno a quanti operano per l’integrazione, per l’accoglienza, contro la politica dell’odio, contro il terrorismo”.

In una intervista al Corriere l’italianista Stefano Carrai riflette su Umberto Saba, al quale ha dedicato una monografia pubblicata da Sellerio.
“Rimaneva sempre un poeta appartato nella sua Trieste, dove era al centro di un cenacolo artistico numeroso e dove molti giovani andavano per conoscerlo, ma pur sempre un poeta che solo ogni tanto si faceva vedere negli ambienti che contavano. Tuttavia – dice Carrai – quanto fosse stimato e amato si vide dopo le leggi razziali e soprattutto dopo l’otto settembre del ’43, quando sarebbe certo finito in una camera a gas se non avesse potuto contare sull’aiuto di amici come Montale, Vittorini e altri”.

Sul Corriere Aldo Grasso parla di “Sei giorni, mille guerre”, il reportage che Piero Marrazzo, corrispondente della Rai per il Medio Oriente, ha realizzato per lo Speciale Tg1 di sabato scorso. “In tutta sincerità – scrive il critico televisivo – mi aspettavo qualcosa di più approfondito e non il solito compitino fatto di interviste, un colpo al cerchio e uno alla botte, della classica prudenza di chi o non si vuol sbilanciare o non conosce bene i fatti e la posta in gioco”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(20 giugno 2017)