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 18 Ottobre 2017 - 28 Tishri 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Giuseppe Momigliano,
rabbino
Introducendo il racconto del diluvio, la Torah usa nei riguardi di Noè l’espressione “Noè era un uomo giusto e integro nelle sue generazioni” ( Genesi 6,9), che viene variamente interpretata: come accentuazione di merito nei confronti di Noè, rispetto al fatto che, in tempi migliori, anche le sue qualità morali avrebbero avuto maggiori possibilità di emergere o, al contrario, di limitazione, in considerazione del fatto che egli si fosse distinto in senso positivo solo nei riguardi di generazioni così malvagie.

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Davide
Assael,
ricercatore
La cosa più vicina e più difficile a vedersi, diceva un famoso filosofo dello scorso secolo. Così, mentre in Europa eravamo impegnati ad elaborare strampalate teorie, paventando l’avvicinarsi di una fantomatica Eurabia, sulla scia di libri che avevano il solo obiettivo di far la fortuna di chi li editava, il dato evidente era un altro. La vecchia storia si stava ripetendo: in ogni periodo di crisi, il Vecchio Continente vira a destra. Prima l’Ungheria, poi la Polonia, poi l’intero gruppo di Visegrad, senza contare l’incredibile ascesa dei partiti lepenisti nei Paesi occidentali. Le elezioni austriache sono solo l’ultimo atto di questo percorso.

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Raqqa libera
La liberazione di Raqqa, città siriana considerata la capitale dell’Isis, è al centro delle analisi dei quotidiani italiani (sul Corriere un’ampia ricostruzione della liberazione). Dopo la vittoria del contingente guidato dai curdi, tante le domande sul futuro della Siria e della regione nonché su cosa accadrà all’Isis. Repubblica spiega che i jihadisti in ritirata dalla Siria cercheranno di riorganizzarsi in Libia: “dopo la cacciata dell’Isis da Sirte nel 2016, dopo i bombardamenti su Sabrata e a Sud di Sirte nel 2017, miliziani dell’Isis sono presenti in alcuni villaggi del Fezzan, il Sud della Libia”. Ma anche Iraq, Afghanistan, Filippine ed Egitto sono luoghi in cui gli uomini dell’Isis proveranno a trovare rifugio. Nel Sinai, in particolare, “i fondamentalisti appartenenti a tribù beduine hanno giurato fedeltà allo Stato Islamico: sono concentrati nella penisola del Sinai e da qui attaccano la polizia e le Forze armate egiziane. A loro sono attribuiti gli attentati contro la comunità cristiana copta, oltre al lancio di razzi contro Israele”. Sulla questione della spartizione invece, il Sole 24 Ore sottolinea che dopo la vittoria a Raqqa, “le truppe Usa sosterranno le forze di opposizione (ad Assad), contribuendo a creare una regione indipendente in Siria. Dietro le quinte i curdi siriani eserciterebbero una certa influenza. Uno scenario inaccettabile per Damasco”.
 
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  davar
l'omaggio del presidente del senato
"Fratelli Rosselli, i loro valori

un patrimonio dell'Italia intera"
“La loro vicenda umana e politica ci offre ancora oggi spunti di pensiero e riflessione profondissimi. L’orgoglio con cui scelsero di lottare contro il regime fascista e di battersi perché il popolo italiano diventasse padrone del proprio destino rappresenta infatti un grande patrimonio per tutti noi. E quindi facciamo tesoro della loro eredità spirituale”.
Con queste parole il Presidente Pietro Grasso ha inaugurato ieri, presso la Sala degli Atti Parlamentari della Biblioteca del Senato Giovanni Spadolini, una mostra storiografica e fotografica dedicata a Carlo e Nello Rosselli, frutto del lavoro del Circolo Rosselli di Firenze.
Una nuova significativa tappa nel percorso di valorizzazione dell’eredità dei due intellettuali antifascisti condotto dal circolo in questo 2017 segnato dall’ottantesimo anniversario dalla loro uccisione per mano del regime, che commissionò l’assassinio a sicari dell’estrema destra francese entrati in azione nel comune di Bagnoles de l’Orne il 7 giugno 1937. Alta solennità istituzionale a pochi mesi dal ritorno a casa, presso l’Archivio di Stato di Firenze, di un vasto patrimonio documentale (lettere, carteggi, foto) che permette di ricostruire i momenti fondamentali della loro vita e formazione. Anche in relazione alla loro origine e consapevolezza ebraica e al fecondo universo di relazioni che indirizzò, sin dalla gioventù, le scelte successive.
Afferma l’ex ministro Valdo Spini, presidente del Circolo Rosselli e anima di questa e molte altre iniziative: “Non si tratta solo del ricordo di una testimonianza di una battaglia antifascista coraggiosa e coerente spinta fino al sacrificio della vita. Anche se già questo sarebbe molto importante per il contributo che essi hanno dato alla storia d’Italia. Si tratta di sottolineare l’importanza del binomio ‘Giustizia e Libertà’ propugnato dai Rosselli nella società di oggi. È sull’attualità di questi due grandi valori, di questi due grandi obiettivi, e soprattutto sulla loro inscindibilità che vogliamo attirare l’attenzione. Non c’è giustizia senza libertà, ma non c’è vera libertà senza giustizia”.
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qui milano - presentata la nuova edizione
Da Umberto Eco a Primo Levi

Bookcity per lasciare il segno
Dal 16 al 19 novembre torna a Milano Bookcity, la manifestazione dedicata a libri e scrittori arrivata alla sesta edizione. “Bookcity – ha dichiarato il sindaco di Milano Giuseppe Sala durante la conferenza stampa tenutasi a Palazzo Marino – è senza dubbio una delle manifestazioni più apprezzate dalla nostra città, perché con i suoi appuntamenti diffusi sa renderla partecipe e protagonista di una passione forte e duratura come quella per i libri e la lettura. Capace di raccontare il passato così come di affrontare i temi dell’attualità, quest’anno, per la prima volta, aprirà una sezione dal titolo ‘Pari Opportunità. Come cambia la vita delle donne’”. Saranno oltre 200 i luoghi che ospiteranno i più di 1000 eventi al centro della quattro giorni di manifestazione. Significativa anche quest'anno l'attenzione al mondo ebraico. “Bookcity è la festa diffusa, metropolitana, partecipata, del libro e della lettura, frutto di un lavoro collettivo in cui ciascuno fa la sua parte per costruirne il cartellone” ha spiegato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno in conferenza stampa, affiancato, oltre che dal sindaco, dal presidente dell’edizione 2017 Luca Formenton, dal presidente della Fondazione Corriere Piergaetano Marchetti e dal presidente dell’AIE Riccardo Franco Levi.
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italia ebraica ottobre 2017
Fiume ebraica, c'è un futuro
La Comunità ebraica di Fiume ha da poco celebrato il settantesimo anniversario dalla (ri)fondazione postbellica attraverso una giornata a porte aperte, la “Giornata del patrimonio ebraico”, invitando i cittadini a curiosare nella traccia di cultura ebraica che la città ha saputo conservare (e non solo). Dedicando grande cura e sforzo all’iniziativa di rilancio di una presenza ebraica in città, Capitale della Cultura europea per il 2020 (col motto Port of diversity – Porto della diversità), la Comunità ha declinato questo impegno attraverso una mostra-evento di Tobia Ravà, noto artista, matematico, esperto di cultura ebraica, Cabala e Ghematrià. L’iniziativa ha riscontrato grande eco, favore e supporto. Più di centocinquanta persone hanno assistito all’apertura nel tempio della piccola sinagoga ortodossa.


Rina Brumini, Italia Ebraica ottobre 2017
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qui roma - la presentazione 
"Non c'è ebraismo senza Legge"
“Un libro che ha un grande merito, quello di portare al centro l’Halakhah. La Legge ebraica fino a non molto tempo fa sconosciuta persino all’élite culturale ebraica. È un libro fondamentale e attuale, perché un ebraismo senza Halakhah è un ebraismo senza senso”.
Così il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni sul nuovo saggio di Massimo Giuliani, La giustizia seguirai (ed. Giuntina), nelle cui pagine il rapporto tra etica e Halakhah viene indagato alla luce degli antichi dibattiti rabbinici fino alle discussioni contemporanee.
Se ne è discusso ieri al Centro Bibliografico dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, nel corso di un incontro cui hanno preso parte, in dialogo con l’autore, lo stesso rav, Raffaella Di Castro e Orietta Ombrosi, ricercatrice in Filosofia Morale e insegnante di Antropologia Filosofica presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università La Sapienza di Roma.


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qui roma - la presentazione 
16 ottobre, raccontare il dopo
Un’approfondita indagine sulle dinamiche che caratterizzarono le diverse fasi delle deportazioni e una più ampia comprensione del modo in cui molti ebrei riuscirono a sfuggire alla caccia all’uomo organizzata dai nazifascisti. Ad aprire nuovi scenari il saggio Dopo il 16 ottobre. Gli ebrei a Roma tra occupazione, resistenza, accoglienza e delazioni (1943-1944), pubblicato da Viella e presentato ieri a Roma alla Casina dei Vallati, sede della Fondazione Museo della Shoah.
Proprio dalla Fondazione nasce questo lavoro, lanciato alcuni anni fa con la collaborazione della Comunità ebraica di Roma e in particolare del suo archivio storico. Un lavoro complesso, durante il quale sono state incrociate fonti orali e documentali. “Il punto era questo: riuscire a cogliere l’ultimo treno per raccontare per bene la salvezza. Finalmente, grazie anche a centinaia di iscritti che sono stati coinvolti per una testimonianza, abbiamo un quadro d’insieme soddisfacente” ha sottolineato Claudio Procaccia, uno degli autori del libro oltre che direttore del Dipartimento per i Beni e le Attività Culturali della Comunità ebraica, intervenuto assieme agli storici Gabriele Rigano e Amedeo Osti Guerrazzi e all’archivista Silvia Haia Antonucci (anche lei curatrice dell’opera).
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pilpul
Ticketless - Manzoni sionista
Ci sono autori del Novecento che possono vantare un numero elevato di biografie intellettuali. A ciascuno verrà in mente questo o quell’altro personaggio pluribiografato. Altri Maestri hanno dovuto attendere un secolo per essere degnamente ricordati. La bella biografia intellettuale che Andrea Frangioni, un giovane studioso, ha appena dedicato a Francesco Ruffini (Il Mulino, con pref. di Roberto Pertici, fresca di stampa) ha molti meriti, primo fra tutti quello di riparare a un torto. Sfido un docente di scuole superiori a trovare il nome di Ruffini in un manuale di storia contemporanea fra i molti in circolazione. Senatore, grande studioso di Cavour e di Manzoni fu uno dei padri del diritto ecclesiastico, oltre che ministro dell’Istruzione subito dopo la Grande Guerra. Nel 1931 sarà tra i pochi docenti a rifiutare il giuramento al fascismo. Gli ebrei italiani non sono stati da meno e lo hanno dimenticato, tanto meno hanno fatto tesoro del suo libro più famoso: La libertà religiosa. Storia dell’idea, pubblicato nel 1901, ma ancora lodevolmente ristampato da Feltrinelli a cura di Francesco Margiotta Broglio. Quel libro, nei miei scaffali, sta accanto alla Bibbia di Sciaddàl e alla Storia di Attilio Milano. Al sionismo e filosemitismo del Senatore, ultimo difensore del separatismo religioso, Frangioni dedica il giusto rilievo, ma la “notizia” del libro riguarda “Il sionismo di Manzoni”. Apprendiamo che Ruffini avrebbe voluto intitolare così il capitolo della sua famosa monografia sulla vita religiosa dell’autore dei Promessi sposi, le cui considerazioni filosemitiche attirarono l’attenzione, negli anni Trenta di molti intellettuali e storici antifascisti, dai fratelli Rosselli a Piero Treves.

Alberto Cavaglion 

Periscopio - Il nodo Unesco
Le recenti notizie, rapidamente susseguitesi l’una all’altra, relative all’elezione del nuovo Presidente dell’Unesco sollecitano diverse considerazioni. Ricordiamo soltanto, rapidamente, che era candidato, in “pole position”, per la copertura del prestigioso incarico, un tale Hamad ben Abdulaziz Kawari, ex ministro degli Esteri del Qatar, un signore distintosi per avere personalmente promosso e curato molteplici edizioni del “Mein Kampf”, dei Protocolli dei Savi di Sion e di analoghi libri spazzatura, allegramente distribuiti, con “imprimatur” statale, nel suo felice Paese; che gli Stati Uniti hanno ufficialmente dichiarato di ritirarsi dall’organizzazione (a cui, fra l’altro, già da tempo non contribuivano più economicamente), per il conclamato pregiudizio anti-israeliano, restando nel puro ruolo di osservatori, in ciò subito seguiti dal governo di Gerusalemme; che le votazioni hanno visto, a sorpresa, prevalere, con uno strettissimo margine di soli due voti di maggioranza (grazie anche al voto italiano), la Signora Azoulay, cittadina francese di origini marocchine e di religione ebraica, sulle cui posizioni relativamente allo spinoso fascicolo mediorientale (la “titolarità” dei luoghi santi, l’ebraicità del Muro occidentale e di Hebron ecc.) c’è, comprensibilmente, molta attesa e curiosità.

Francesco Lucrezi, storico
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Vedere, ascoltare, studiare
La creazione musicale procede di pari passo con la sua anima critica ossia la musicologia; durante la Seconda Guerra Mondiale la produzione musicologica nei Campi di deportazione civile e militare non fu da meno della produzione musicale e, in un certo senso, ne solidificò linguaggi e pensieri che diversamente si sarebbero dispersi all’indomani della liberazione dei Campi.
Nel 1921 il francese Émile Gouéottenne ottenne il baccellierato di scienze e filosofia e a partire dal 1924 studiò composizione con Charles Koechlin e Albert Roussel; dal 1935 al 1939 ricoprì l’incarico di docente di Fisica presso il Lycée Buffon di Parigi e nel 1939 presso il Lycée Louis–le–Grand di Parigi ma non occupò mai la cattedra a causa dello scoppio della Guerra.
Arruolato come tenente d’artiglieria, nel giugno 1940 Goué fu fatto prigioniero e trasferito presso l’Oflag XB Nienburg am Weser, ivi scrisse opere di grande sperimentalità artistica come le sue opere “cerebrali” ossia gli oratorii mimati Renaissance su testo di René Christian–Frogé (magistrale per modernità e linguaggio scenico) e L’Apotre (incompleto) per voce e orchestra su testi di Georges–André Martin, da allestirsi in 2 giorni; il primo giorno è intitolato “subire”, il secondo giorno ”reagire”.


Francesco Lotoro
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