Giuseppe Momigliano,
rabbino
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Introducendo
il racconto del diluvio, la Torah usa nei riguardi di Noè l’espressione
“Noè era un uomo giusto e integro nelle sue generazioni” ( Genesi 6,9),
che viene variamente interpretata: come accentuazione di merito nei
confronti di Noè, rispetto al fatto che, in tempi migliori, anche le
sue qualità morali avrebbero avuto maggiori possibilità di emergere o,
al contrario, di limitazione, in considerazione del fatto che egli si
fosse distinto in senso positivo solo nei riguardi di generazioni così
malvagie.
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Davide
Assael,
ricercatore
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La
cosa più vicina e più difficile a vedersi, diceva un famoso filosofo
dello scorso secolo. Così, mentre in Europa eravamo impegnati ad
elaborare strampalate teorie, paventando l’avvicinarsi di una
fantomatica Eurabia, sulla scia di libri che avevano il solo obiettivo
di far la fortuna di chi li editava, il dato evidente era un altro. La
vecchia storia si stava ripetendo: in ogni periodo di crisi, il Vecchio
Continente vira a destra. Prima l’Ungheria, poi la Polonia, poi
l’intero gruppo di Visegrad, senza contare l’incredibile ascesa dei
partiti lepenisti nei Paesi occidentali. Le elezioni austriache sono
solo l’ultimo atto di questo percorso.
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Raqqa libera
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La
liberazione di Raqqa, città siriana considerata la capitale dell’Isis,
è al centro delle analisi dei quotidiani italiani (sul Corriere
un’ampia ricostruzione della liberazione). Dopo la vittoria del
contingente guidato dai curdi, tante le domande sul futuro della Siria
e della regione nonché su cosa accadrà all’Isis. Repubblica spiega che
i jihadisti in ritirata dalla Siria cercheranno di riorganizzarsi in
Libia: “dopo la cacciata dell’Isis da Sirte nel 2016, dopo i
bombardamenti su Sabrata e a Sud di Sirte nel 2017, miliziani dell’Isis
sono presenti in alcuni villaggi del Fezzan, il Sud della Libia”. Ma
anche Iraq, Afghanistan, Filippine ed Egitto sono luoghi in cui gli
uomini dell’Isis proveranno a trovare rifugio. Nel Sinai, in
particolare, “i fondamentalisti appartenenti a tribù beduine hanno
giurato fedeltà allo Stato Islamico: sono concentrati nella penisola
del Sinai e da qui attaccano la polizia e le Forze armate egiziane. A
loro sono attribuiti gli attentati contro la comunità cristiana copta,
oltre al lancio di razzi contro Israele”. Sulla questione della
spartizione invece, il Sole 24 Ore sottolinea che dopo la vittoria a
Raqqa, “le truppe Usa sosterranno le forze di opposizione (ad Assad),
contribuendo a creare una regione indipendente in Siria. Dietro le
quinte i curdi siriani eserciterebbero una certa influenza. Uno
scenario inaccettabile per Damasco”.
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l'omaggio del presidente del senato "Fratelli Rosselli, i loro valori
un patrimonio dell'Italia intera"
“La
loro vicenda umana e politica ci offre ancora oggi spunti di pensiero e
riflessione profondissimi. L’orgoglio con cui scelsero di lottare
contro il regime fascista e di battersi perché il popolo italiano
diventasse padrone del proprio destino rappresenta infatti un grande
patrimonio per tutti noi. E quindi facciamo tesoro della loro eredità
spirituale”.
Con queste parole il Presidente Pietro Grasso ha inaugurato ieri,
presso la Sala degli Atti Parlamentari della Biblioteca del Senato
Giovanni Spadolini, una mostra storiografica e fotografica dedicata a
Carlo e Nello Rosselli, frutto del lavoro del Circolo Rosselli di
Firenze.
Una nuova significativa tappa nel percorso di valorizzazione
dell’eredità dei due intellettuali antifascisti condotto dal circolo in
questo 2017 segnato dall’ottantesimo anniversario dalla loro uccisione
per mano del regime, che commissionò l’assassinio a sicari dell’estrema
destra francese entrati in azione nel comune di Bagnoles de l’Orne il 7
giugno 1937. Alta solennità istituzionale a pochi mesi dal ritorno a
casa, presso l’Archivio di Stato di Firenze, di un vasto patrimonio
documentale (lettere, carteggi, foto) che permette di ricostruire i
momenti fondamentali della loro vita e formazione. Anche in relazione
alla loro origine e consapevolezza ebraica e al fecondo universo di
relazioni che indirizzò, sin dalla gioventù, le scelte successive.
Afferma l’ex ministro Valdo Spini, presidente del Circolo Rosselli e
anima di questa e molte altre iniziative: “Non si tratta solo del
ricordo di una testimonianza di una battaglia antifascista coraggiosa e
coerente spinta fino al sacrificio della vita. Anche se già questo
sarebbe molto importante per il contributo che essi hanno dato alla
storia d’Italia. Si tratta di sottolineare l’importanza del binomio
‘Giustizia e Libertà’ propugnato dai Rosselli nella società di oggi. È
sull’attualità di questi due grandi valori, di questi due grandi
obiettivi, e soprattutto sulla loro inscindibilità che vogliamo
attirare l’attenzione. Non c’è giustizia senza libertà, ma non c’è vera
libertà senza giustizia”. Leggi
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qui milano - presentata la nuova edizione
Da Umberto Eco a Primo Levi
Bookcity per lasciare il segno
Dal
16 al 19 novembre torna a Milano Bookcity, la manifestazione dedicata a
libri e scrittori arrivata alla sesta edizione. “Bookcity – ha
dichiarato il sindaco di Milano Giuseppe Sala durante la conferenza
stampa tenutasi a Palazzo Marino – è senza dubbio una delle
manifestazioni più apprezzate dalla nostra città, perché con i suoi
appuntamenti diffusi sa renderla partecipe e protagonista di una
passione forte e duratura come quella per i libri e la lettura. Capace
di raccontare il passato così come di affrontare i temi dell’attualità,
quest’anno, per la prima volta, aprirà una sezione dal titolo ‘Pari
Opportunità. Come cambia la vita delle donne’”. Saranno oltre 200 i
luoghi che ospiteranno i più di 1000 eventi al centro della quattro
giorni di manifestazione. Significativa anche quest'anno l'attenzione
al mondo ebraico. “Bookcity è la festa diffusa, metropolitana,
partecipata, del libro e della lettura, frutto di un lavoro collettivo
in cui ciascuno fa la sua parte per costruirne il cartellone” ha
spiegato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno in conferenza
stampa, affiancato, oltre che dal sindaco, dal presidente dell’edizione
2017 Luca Formenton, dal presidente della Fondazione Corriere
Piergaetano Marchetti e dal presidente dell’AIE Riccardo Franco Levi. Leggi
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italia ebraica ottobre 2017 Fiume ebraica, c'è un futuro
La
Comunità ebraica di Fiume ha da poco celebrato il settantesimo
anniversario dalla (ri)fondazione postbellica attraverso una giornata a
porte aperte, la “Giornata del patrimonio ebraico”, invitando i
cittadini a curiosare nella traccia di cultura ebraica che la città ha
saputo conservare (e non solo). Dedicando grande cura e sforzo
all’iniziativa di rilancio di una presenza ebraica in città, Capitale
della Cultura europea per il 2020 (col motto Port of diversity – Porto
della diversità), la Comunità ha declinato questo impegno attraverso
una mostra-evento di Tobia Ravà, noto artista, matematico, esperto di
cultura ebraica, Cabala e Ghematrià. L’iniziativa ha riscontrato grande
eco, favore e supporto. Più di centocinquanta persone hanno assistito
all’apertura nel tempio della piccola sinagoga ortodossa.
Rina Brumini, Italia Ebraica ottobre 2017 Leggi
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qui roma - la presentazione
16 ottobre, raccontare il dopo
Un’approfondita
indagine sulle dinamiche che caratterizzarono le diverse fasi delle
deportazioni e una più ampia comprensione del modo in cui molti ebrei
riuscirono a sfuggire alla caccia all’uomo organizzata dai
nazifascisti. Ad aprire nuovi scenari il saggio Dopo il 16 ottobre. Gli
ebrei a Roma tra occupazione, resistenza, accoglienza e delazioni
(1943-1944), pubblicato da Viella e presentato ieri a Roma alla Casina
dei Vallati, sede della Fondazione Museo della Shoah.
Proprio dalla Fondazione nasce questo lavoro, lanciato alcuni anni fa
con la collaborazione della Comunità ebraica di Roma e in particolare
del suo archivio storico. Un lavoro complesso, durante il quale sono
state incrociate fonti orali e documentali. “Il punto era questo:
riuscire a cogliere l’ultimo treno per raccontare per bene la salvezza.
Finalmente, grazie anche a centinaia di iscritti che sono stati
coinvolti per una testimonianza, abbiamo un quadro d’insieme
soddisfacente” ha sottolineato Claudio Procaccia, uno degli autori del
libro oltre che direttore del Dipartimento per i Beni e le Attività
Culturali della Comunità ebraica, intervenuto assieme agli storici
Gabriele Rigano e Amedeo Osti Guerrazzi e all’archivista Silvia Haia
Antonucci (anche lei curatrice dell’opera). Leggi
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Ticketless - Manzoni sionista
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Ci
sono autori del Novecento che possono vantare un numero elevato di
biografie intellettuali. A ciascuno verrà in mente questo o quell’altro
personaggio pluribiografato. Altri Maestri hanno dovuto attendere un
secolo per essere degnamente ricordati. La bella biografia
intellettuale che Andrea Frangioni, un giovane studioso, ha appena
dedicato a Francesco Ruffini (Il Mulino, con pref. di Roberto Pertici,
fresca di stampa) ha molti meriti, primo fra tutti quello di riparare a
un torto. Sfido un docente di scuole superiori a trovare il nome di
Ruffini in un manuale di storia contemporanea fra i molti in
circolazione. Senatore, grande studioso di Cavour e di Manzoni fu uno
dei padri del diritto ecclesiastico, oltre che ministro dell’Istruzione
subito dopo la Grande Guerra. Nel 1931 sarà tra i pochi docenti a
rifiutare il giuramento al fascismo. Gli ebrei italiani non sono stati
da meno e lo hanno dimenticato, tanto meno hanno fatto tesoro del suo
libro più famoso: La libertà religiosa. Storia dell’idea, pubblicato
nel 1901, ma ancora lodevolmente ristampato da Feltrinelli a cura di
Francesco Margiotta Broglio. Quel libro, nei miei scaffali, sta accanto
alla Bibbia di Sciaddàl e alla Storia di Attilio Milano. Al sionismo e
filosemitismo del Senatore, ultimo difensore del separatismo religioso,
Frangioni dedica il giusto rilievo, ma la “notizia” del libro riguarda
“Il sionismo di Manzoni”. Apprendiamo che Ruffini avrebbe voluto
intitolare così il capitolo della sua famosa monografia sulla vita
religiosa dell’autore dei Promessi sposi, le cui considerazioni
filosemitiche attirarono l’attenzione, negli anni Trenta di molti
intellettuali e storici antifascisti, dai fratelli Rosselli a Piero
Treves.
Alberto Cavaglion
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Periscopio - Il nodo Unesco
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Le
recenti notizie, rapidamente susseguitesi l’una all’altra, relative
all’elezione del nuovo Presidente dell’Unesco sollecitano diverse
considerazioni. Ricordiamo soltanto, rapidamente, che era candidato, in
“pole position”, per la copertura del prestigioso incarico, un tale
Hamad ben Abdulaziz Kawari, ex ministro degli Esteri del Qatar, un
signore distintosi per avere personalmente promosso e curato molteplici
edizioni del “Mein Kampf”, dei Protocolli dei Savi di Sion e di
analoghi libri spazzatura, allegramente distribuiti, con “imprimatur”
statale, nel suo felice Paese; che gli Stati Uniti hanno ufficialmente
dichiarato di ritirarsi dall’organizzazione (a cui, fra l’altro, già da
tempo non contribuivano più economicamente), per il conclamato
pregiudizio anti-israeliano, restando nel puro ruolo di osservatori, in
ciò subito seguiti dal governo di Gerusalemme; che le votazioni hanno
visto, a sorpresa, prevalere, con uno strettissimo margine di soli due
voti di maggioranza (grazie anche al voto italiano), la Signora
Azoulay, cittadina francese di origini marocchine e di religione
ebraica, sulle cui posizioni relativamente allo spinoso fascicolo
mediorientale (la “titolarità” dei luoghi santi, l’ebraicità del Muro
occidentale e di Hebron ecc.) c’è, comprensibilmente, molta attesa e
curiosità.
Francesco Lucrezi, storico
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Vedere, ascoltare, studiare |
La
creazione musicale procede di pari passo con la sua anima critica ossia
la musicologia; durante la Seconda Guerra Mondiale la produzione
musicologica nei Campi di deportazione civile e militare non fu da meno
della produzione musicale e, in un certo senso, ne solidificò linguaggi
e pensieri che diversamente si sarebbero dispersi all’indomani della
liberazione dei Campi.
Nel 1921 il francese Émile Gouéottenne ottenne il baccellierato di
scienze e filosofia e a partire dal 1924 studiò composizione con
Charles Koechlin e Albert Roussel; dal 1935 al 1939 ricoprì l’incarico
di docente di Fisica presso il Lycée Buffon di Parigi e nel 1939 presso
il Lycée Louis–le–Grand di Parigi ma non occupò mai la cattedra a causa
dello scoppio della Guerra.
Arruolato come tenente d’artiglieria, nel giugno 1940 Goué fu fatto
prigioniero e trasferito presso l’Oflag XB Nienburg am Weser, ivi
scrisse opere di grande sperimentalità artistica come le sue opere
“cerebrali” ossia gli oratorii mimati Renaissance su testo di René
Christian–Frogé (magistrale per modernità e linguaggio scenico) e
L’Apotre (incompleto) per voce e orchestra su testi di Georges–André
Martin, da allestirsi in 2 giorni; il primo giorno è intitolato
“subire”, il secondo giorno ”reagire”.
Francesco Lotoro
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