Raqqa libera e Isis sconfitto,
ma è caos per la spartizione

rassegnaLa liberazione di Raqqa, città siriana considerata la capitale dell’Isis, è al centro delle analisi dei quotidiani italiani (sul Corriere un’ampia ricostruzione della liberazione). Dopo la vittoria del contingente guidato dai curdi, tante le domande sul futuro della Siria e della regione nonché su cosa accadrà all’Isis. Repubblica spiega che i jihadisti in ritirata dalla Siria cercheranno di riorganizzarsi in Libia: “dopo la cacciata dell’Isis da Sirte nel 2016, dopo i bombardamenti su Sabrata e a Sud di Sirte nel 2017, miliziani dell’Isis sono presenti in alcuni villaggi del Fezzan, il Sud della Libia”. Ma anche Iraq, Afghanistan, Filippine ed Egitto sono luoghi in cui gli uomini dell’Isis proveranno a trovare rifugio. Nel Sinai, in particolare, “i fondamentalisti appartenenti a tribù beduine hanno giurato fedeltà allo Stato Islamico: sono concentrati nella penisola del Sinai e da qui attaccano la polizia e le Forze armate egiziane. A loro sono attribuiti gli attentati contro la comunità cristiana copta, oltre al lancio di razzi contro Israele”. Sulla questione della spartizione invece, il Sole 24 Ore sottolinea che dopo la vittoria a Raqqa, “le truppe Usa sosterranno le forze di opposizione (ad Assad), contribuendo a creare una regione indipendente in Siria. Dietro le quinte i curdi siriani eserciterebbero una certa influenza. Uno scenario inaccettabile per Damasco”.

Netanyahu avvisa i russi sull’Iran. Israele “non accetterà mai una presenza militare permanente dell’Iran in Siria”. È quanto ha dichiarato il Premier israeliano Benjamin Netanyahu al ministro degli Esteri russo Sergei Shoygu. “L’aviazione israeliana – ricorda La Stampa – osserva le mosse dell’esercito di Bashar al-Assad, degli Hezbollah, dei ‘consiglieri’ iraniani sul Golan, dove si apprestano a schiacciare l’ultima sacca di ribelli e a riprendere la città di Quneitra. Le forze israeliane e siriane si troveranno presto quasi a contatto, per la prima volta dal 1967, perché il cuscinetto dei Caschi Blu dell’Onu, cacciati dai jihadisti nel 2014, non c’è più. Il Mossad è convinto che Teheran sta costruendo una base aerea a proprio uso vicino a Damasco e si appresta a realizzare un attracco navale accanto a quello russo a Tartus”. Una presenza permanente e ben radicata. L’Iran “deve capire che Israele non lo consentirà”, ha ribadito il premier israeliano a Shoygu.

Israele e l’algoritmo per gli scienziati. Sull’inserto Tuttoscienze de La Stampa si parla di un software israeliano che aiuta scienziati e divulgatori a migliorare gli articoli e a renderli più comprensibili: “si chiama De-Jargonizer ed è il risultato della collaborazione tra professori e ricercatori israeliani del Technion e dell’Holon Institute of Technology con lo scopo di segnalare agli autori di testi di argomento scientifico il livello di accessibilità per un pubblico di non addetti ai lavori”.

La Sicilia e il 16 ottobre. Repubblica Palermo, in concomitanza con il ricordo del rastrellamento nazifascista a Roma, racconta le vicende di alcuni ebrei siciliani. “Più di 20 partirono da Palermo e Catania, e quest’ultima fu tanto zelante da internare anche tre intere famiglie. Negli archivi del Cdec troviamo infatti la famiglia Levi costituita da sette persone tra cui il piccolo Beniamino Levi, nato nel 1940 e internato nel 1941 insieme ai fratellini; la famiglia Takoni, con i figli tra cui Salomone internato a poco più di 10 anni e la famiglia Labi, da Messina, una decina di persone. Il palermitano Antonio Briganti (non ebreo), sposato con l’ebrea Giorgina Ajò assisté alla retata del ghetto. La moglie scampò al rastrellamento”.

Halloween e l’offesa alla Memoria. Dopo le tante proteste, il sito HalloweenCostumes.com ha tolto l’annuncio per un costume che prometteva di “trasformare le vostre bambine in Anne Frank”. “Da più parti HalloweenCostumes.com – racconta La Stampa – è stata accusata di aver messo in piedi ‘un’operazione disgustosa’, uno ‘sfruttamento vergognoso’ e un modo ‘assurdo di ricordare una vittima dell’Olocausto’, morta di tifo a 15 anni nel campo di concentramento di Bergen-Belsen. Travolta dalla valanga di critiche l’azienda che distribuisce costumi da Halloween ha cancellato la pagina in tutta fretta e tolto dal mercato il costume”.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked