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15 Novembre 2017 - 26 Cheshvan 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Giuseppe Momigliano,
rabbino
Invio questo testo nel tristissimo momento in cui ricevo la notizia della scomparsa del nostro Maestro Rav Giuseppe Laras z.tz.l. che per tutta la vita ha portato la “voce di Giacobbe” alta e distinta “leshem HASHEM”. Baruch Dayan Ha-Emet

La Torah descrive con accenti di particolare pathos il momento in cui il patriarca Isacco si accinge ad impartire la benedizione destinata al figlio primogenito, con l’intenzione di rivolgerla ad Esaù, mentre di fronte a lui si trovava invece Giacobbe; questi, come è noto, si era presentato al padre sotto le veci del fratello, a ciò sollecitato dalla madre Rebecca che, per intuito materno e per messaggio divino, era convinto che proprio Giacobbe fosse il più degno a ricevere la benedizione paterna.
 
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Davide
Assael,
ricercatore
Ci sarebbe da parlare delle grandi manovre che stiamo vedendo in Medio Oriente, con molti quotidiani (italiani ed esteri), che insistono su un'Arabia Saudita tesa a destabilizzare il Libano per favorire un intervento israeliano contro Hezbollah. Un gioco politico talmente infantile (in stile saudita, direi), da sperare non sia vero. Però, noi che scriviamo da questa parte del pianeta, non possiamo non parlare di Europa, dopo quanto avvenuto sabato scorso in Polonia.
 
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L'Onu attacca l'Italia
Unione Europea e Italia sotto accusa da parte delle Nazioni Unite per aver frenato gli arrivi di immigrati in Europa finanziando le autorità della Libia per bloccarli o riaccettarli sul suo territorio. A drammatizzare ulteriormente la denuncia dell’Alto commissario Onu per i diritti umani, scrive tra gli altri il Corriere, un video-choc diffuso dalla Cnn sui migranti venduti all’asta come schiavi in Libia.
Forte l’irritazione del governo per questa accusa. Scrive ancora il Corriere: “Nello staff del ministro Marco Minniti, come in quello del capo del governo, la posizione italiana è articolata in più punti, ma con una linea di confine che rivendica il lavoro fatto finora. Se oggi le organizzazioni internazionali sono in grado di fare ispezioni nei centri di detenzione libici ‘è anche merito di Roma’”.
Il video ha avuto comunque un forte impatto nell’opinione pubblica. Scrive su Repubblica Marco Belpoliti, in una riflessione intitolata “Se questo è un uomo” (che si apre tra l’altro con la riproposizione dell’incipit dell’opera di Primo Levi): “Di là dal mare che bagna le nostre coste, non lontano da noi, appena più a sud del mondo cosiddetto civilizzato, la guerra, i conflitti tribali e religiosi riportano d’attualità un costume obbrobrioso che credevamo cancellato. Tutto questo – osserva Belpoliti – ci riguarda direttamente, non è remoto, non è uno scherzo della storia”.

Repubblica Milano racconta la giornata nel capoluogo lombardo del presidente Mattarella. Tanti gli appuntamenti fissati con gli amministratori, cui ha aggiunto un fuori programma personale “riservato e lontano dai flash dei fotografi”: l’incontro con una delegazione della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea. Un appuntamento “fuori agenda e noto a pochissimi”, si legge su Repubblica, e che è stato l’occasione per la storica Liliana Picciotto (erroneamente definita presidente del Cdec) per far arrivare nelle mani del capo dello Stato il suo saggio di recente uscita “Salvarsi. Gli Ebrei d’Italia sfuggiti alla Shoah”.
 
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  davar
la scomparsa del grande maestro
Rav Giuseppe Laras (1935-2017)
Grande dolore e cordoglio nel mondo ebraico italiano per la scomparsa a 82 anni di rav Giuseppe Laras, guida spirituale per intere generazioni di italiani. Laras, Presidente emerito dell’Assemblea Rabbinica Italiana e Presidente del Tribunale rabbinico del Centro Nord-Italia, ha lasciato con i suoi insegnamenti una impronta significativa nella realtà ebraica italiana contemporanea. Nato a Torino il 6 aprile 1935, il rav è stato una delle figure chiave per l’avvio del Dialogo tra ebraismo e cristianesimo nel dopoguerra, assieme al cardinale Carlo Maria Martini, a cui era legato da un’amicizia personale. “Durante la mia vita ho potuto vivere in prima persona il tramontare e il sorgere di mondi diversi, con inquietudini e speranze. La distruzione degli ebrei d’Europa ha sfiorato la mia esistenza, segnandola per sempre. Misteriosamente, grazie alla forza e al coraggio di mia madre, il Santo e Benedetto ha voluto che sopravvivessi agli orrori e alle ceneri della Shoah”, le parole del rav in un’ultimo testo pubblicato in queste ore dalla Comunità ebraica di Milano, di cui è stato rabbino capo dal 1980 al 2005. Docente emerito di Storia del Pensiero ebraico nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano, Laras è stato autore di diversi e importanti saggi sul pensiero e la tradizione ebraica, tra cui La mistica ebraica (Jaca Book 2012); Onora il padre e la madre (Il Mulino 2010); Meglio in due che da soli. L’amore nel pensiero di Israele (Garzanti 2009).
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il cordoglio dell'ebraismo italiano
"Rav Laras, i tuoi insegnamenti
non saranno mai dimenticati"

Con la scomparsa del rav Giuseppe Laras, avvenuta quest'oggi, l'ebraismo italiano perde uno dei suoi più grandi Maestri. Un rabbino che è stato guida formidabile per molte generazioni, ma anche un uomo che ha saputo trasformare il dolore in forza vitale e trainante per lasciare al prossimo e ai suoi discepoli un formidabile messaggio di impegno, rigore, coraggio. Un costante stimolo alla riflessione, in una vita segnata da tanti importanti riconoscimenti. Dal mondo ebraico, e non solo.
Ti saremo per sempre grati, rav Laras, per tutto quello che ci hai insegnato e lasciato come dono di forza e di saggezza per affrontare il nostro quotidiano e i nostri giorni di festa e celebrazione, per vivere i momenti difficili e i momenti di gioia, per apprezzare i momenti di riflessione e quelli di lavoro, per essere più accoglienti e dedicati in quelli trascorsi in seno alle nostre famiglie e di impegno istituzionale, per saper vivere quelli che avviano al nuovo nascente e sopravvivere a quelli che terminano il nostro lungo viaggio. Per quello che ci hai trasmesso come individui e come Comunità del popolo ebraico. Il tuo nome, la tua forza, il tuo magistero, non saranno dimenticati.
 
Che il tuo ricordo sia di benedizione. Baruch Dayan ha Emet

Noemi Di Segni
Presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
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il CDEC Assieme al PRESIDENTE MATTARELLA
L’Italia fra eroismo e vergogna
Una Storia ancora da leggere

L’Italia dei carnefici, l’Italia degli eroi. Il paese di chi per malvagità o per vigliaccheria si piegò all’orrore delle persecuzioni e della Shoah e quello che attraverso una catena di atti piccolo e grandi di giustizia e di compassione si attese. È stato un alto e sincero momento di confronto sulle ferite della storia e sui valori nazionali, quei valori costantemente minacciati e costantemente riscoperti che soli possono salvare l’Italia, l’incontro fra il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la delegazione della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea. Nelle sale della Prefettura di Milano, dove il Presidente ha accolto gli ospiti assieme al Commissario di governo Luciana Lamorgese, sono intervenuti la storica del Cdec Liliana Picciotto, autrice della recentissima “Salvarsi – Gli ebrei d’Italia sfuggiti alla Shoah 1943-1945” pubblicata da Einaudi Storia, il presidente e la vicepresidente del Centro di documentazione Giorgio Sacerdoti e Raffaella Mortara, il direttore Gadi Luzzatto Voghera. Con loro anche il presidente della Associazione italiana editori Ricardo Franco Levi.
Proprio la consegna nelle mani del Presidente del libro ha aperto la riflessione sulla necessità di fare i conti con la Storia e sul ritardo italiano nel difficile lavoro di riconoscimento e di interpretazione del proprio passato. Nel corso del colloquio Liliana Picciotto e Raffaella Mortara hanno rievocato molti episodi che segnarono quegli anni di sofferenze e quelle storie del bene e del male, tutte riconducibili a responsabilità o a meriti di italiani. Un flusso di vicende complesse dove talvolta i sentimenti dell’onore nazionale si espressero in una concatenazione di atti di valore che si concretizzarono spesso senza una direzione o senza un coordinamento, ma solo al fine di proteggere la dignità umana.
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qui roma - segnalibrO
Voci a confronto sui Presidenti
che il fascismo volle cancellare

Tre figure scomode del passato cancellate dal fascismo e finite nel vortice delle persecuzioni hanno fatto assieme al libro che le racconta da punto di partenza per riflettere a più ampio raggio sul calcio di oggi, sui valori in crisi e su quelli da difendere ad ogni costo mentre il tasso di inciviltà e odio nelle curve raggiunge picchi sempre più significativi. È stato questo l’oggetto del confronto "Ebrei nel calcio durante le Leggi Razziali" promosso dalla Fondazione Museo della Shoah di Roma insieme al Centro di Cultura della Comunità ebraica romana e a Delet - Assessorato ai giovani in occasione dell'uscita di Presidenti (Giuntina), il saggio di Adam Smulevich dedicato alle figure degli ex patron Raffaele Jaffe (Casale), Giorgio Ascarelli (Napoli) e Renato Sacerdoti (Roma). Interventi qualificati, sala gremita, numerose le domande dal pubblico. Ad aprire la serata le parole del presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia, che ha ricordato come proprio allo sport sia dedicata una delle sezioni più importanti della mostra sulle leggi razziste del 1938 allestita nella Casina dei Vallati. Un allestimento che presto sarà arricchito da un ulteriore e commovente ritrovamento: una valigetta con alcuni oggetti appartenenti a Leone Efrati, pugile romano che fu tra i grandi della sua epoca e che, per via della sua identità ebraica, fu prima deportato e poi barbaramente ucciso ad Auschwitz.
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jciak 
La signora dello zoo di Varsavia
Esce domani nelle sale il film La signora dello zoo di Varsavia, diretto dalla regista neozelandese Niki Caro e interpretato dalla due volte candidata all’Oscar Jessica Chastain. Il lungometraggio racconta la storia vera di Antonina Żabińska, che con il marito Jan (Johan Heldenbergh) rappresentò un barlume di speranza nella capitale polacca occupata dai nazisti. Ambedue dopo la guerra furono riconosciuti da Israele Giusti tra le Nazioni, per aver nascosto ebrei salvandoli dalle razzie e dalle deportazioni.
Il film è tratto dal romanzo del 2007 della scrittrice americana Diane Ackerman, edito in Italia da Sperling & Kupfer e basato a sua volta sui diari di Antonina.
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qui roma - centro bibliografico ucei
Come si studia il Talmud
Un nuovo appuntamento per “Il popolo dei libri”, il ciclo di incontri che si svolge al Centro Bibliografico UCEI con l’obiettivo di introdurre ai testi fondamentali della tradizione ebraica e al tempo stesso di fornire strumenti metodologici per dare chiavi di orientamento in questa vasta letteratura.
Giovedì prossimo, alle 18, ospite dell’iniziativa sarà il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni. Il suo intervento sarà dedicato allo studio del Talmud, pilastro e fondamento della vita ebraica.
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qui roma
I nodi della Memoria
Da più di un decennio il Master internazionale in didattica della Shoah di Roma Tre forma e prepara docenti e professionisti nel campo educativo e della comunicazione a divulgare, spiegare, approfondire un tema che è di enorme complessità. I diplomati del Master hanno costituito negli anni e rappresentano oggi una risorsa significativa nel campo della ricerca e della educazione sulla Shoah in Italia e all’estero, sia per la loro preparazione tecnico-scientifica che per la serietà e la professionalità nel trattare un tema la cui conoscenza talvolta risulta approssimativa. Si tratta di studiosi che condividono la consapevolezza dell’esigenza di affrontare lo studio della Shoah nei suoi diversi specifici aspetti, nei suoi nodi fondamentali che implicano anche una riflessione sulle strategie di ricerca e di educazione. In questo modo essi hanno offerto il loro contributo in entrambi questi campi, con scritti, conferenze, lezioni nelle scuole dimostrando la necessità di trattare della Shoah in modo specialistico e didatticamente efficace.

Stefania Zezza, Università Roma Tre
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pilpul
Ticketless - VNTNV
Lo vedi, si legge da destra a sinistra e da sinistra a destra: vuol dire che tutti possono dare e tutti possono restituire». Così, la memoria del Bund, il partito socialista ebraico, riaffiora nel personaggio di Se non ora, quando?, che con un pezzo di carbone scrive nell’intonaco bianco cinque grosse lettere: VNTNV. Un palindromo ebraico perfetto. V’natnu. Ed essi restituiranno. Il palindromo socialista resuscitato da Primo Levi mi è tornato in mente quando ho accettato di prendere parte alla giornata di studio in memoria di Styra Campos, che si è svolta giovedì scorso al Museo Ebraico di Bologna. Giustizia sociale e filantropia sono stati due temi forti dell’ebraismo secolarizzato di fine Ottocento: uno di quei terreni d’azione nel quale è possibile rinvenire ciò che lo storico inglese Trevor Ropper ha definito il moral deposit of faith, il residuo morale della fede dei Padri.

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Un'unica battaglia
Il recente, brutale pestaggio del giornalista Daniele Piervincenzi, avvenuto mercoledì scorso, non è che l'ultimo anello di una sinistra catena di attacchi e intimidazioni che, da ormai molti anni, vengono sistematicamente rivolti contro la libera informazione del nostro Paese. È ben comprensibile che siffatte aggressioni siano messe in atto dai poteri malavitosi, che, per la realizzazione dei loro loschi piani di sopraffazione, violenza e malaffare, vedono giustamente nei giornalisti liberi e coraggiosi un fastidioso intralcio (al pari di poliziotti e carabinieri: ma, tra i cronisti e gli esponenti delle forze dell'ordine, è naturale che i "cuor di leone" mafiosi preferiscano picchiare i primi). Non dovrebbe essere normale - e sarebbe inaudito in qualsiasi Paese civile -, invece, che tale proterva intolleranza, fino e oltre i confini dello scontro fisico, sia apertamente manifestata da importanti forze politiche, per le quali qualsiasi libera critica è considerata lesa maestà, e gli unici giornalisti bravi sono quelli servili o prezzolati.

Francesco Lucrezi, storico
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Speranza
Al progetto “Educare sul confine”, patrocinato tra l’altro anche dall’UCEI, si è aggiunto, alla serie di workshop sull’educazione al dialogo, il nuovo corso: “Strumenti di ricarica dell’energia”. Così oltre all’incontro settimanale con i ragazzi del Teatro multiculturale di Beresheet LaShalom, ai corsi per studenti di pedagogia, psicologia e sociologia al Tel Hai College e per le insegnanti ebree ortodosse di Zfat il Ministero dell’Istruzione ha chiesto di aprire un nuovo corso al centro di Israele. Questa volta su un altro confine: quello palestinese. Ieri si è svolto il primo incontro.

Edna Angelica Calò Livne
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