Giuseppe Momigliano,
rabbino
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Invio
questo testo nel tristissimo momento in cui ricevo la notizia della
scomparsa del nostro Maestro Rav Giuseppe Laras z.tz.l. che per tutta
la vita ha portato la “voce di Giacobbe” alta e distinta “leshem
HASHEM”. Baruch Dayan Ha-Emet
La Torah descrive con accenti di particolare pathos il momento in cui
il patriarca Isacco si accinge ad impartire la benedizione destinata al
figlio primogenito, con l’intenzione di rivolgerla ad Esaù, mentre di
fronte a lui si trovava invece Giacobbe; questi, come è noto, si era
presentato al padre sotto le veci del fratello, a ciò sollecitato dalla
madre Rebecca che, per intuito materno e per messaggio divino, era
convinto che proprio Giacobbe fosse il più degno a ricevere la
benedizione paterna.
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Davide
Assael,
ricercatore
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Ci sarebbe da parlare delle grandi manovre
che stiamo vedendo in Medio Oriente, con molti quotidiani (italiani ed
esteri), che insistono su un'Arabia Saudita tesa a destabilizzare il
Libano per favorire un intervento israeliano contro Hezbollah. Un gioco
politico talmente infantile (in stile saudita, direi), da sperare non
sia vero. Però, noi che scriviamo da questa parte del pianeta, non
possiamo non parlare di Europa, dopo quanto avvenuto sabato scorso in
Polonia.
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L'Onu attacca l'Italia
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Unione
Europea e Italia sotto accusa da parte delle Nazioni Unite per aver
frenato gli arrivi di immigrati in Europa finanziando le autorità della
Libia per bloccarli o riaccettarli sul suo territorio. A drammatizzare
ulteriormente la denuncia dell’Alto commissario Onu per i diritti
umani, scrive tra gli altri il Corriere, un video-choc diffuso dalla
Cnn sui migranti venduti all’asta come schiavi in Libia.
Forte l’irritazione del governo per questa accusa. Scrive ancora il
Corriere: “Nello staff del ministro Marco Minniti, come in quello del
capo del governo, la posizione italiana è articolata in più punti, ma
con una linea di confine che rivendica il lavoro fatto finora. Se oggi
le organizzazioni internazionali sono in grado di fare ispezioni nei
centri di detenzione libici ‘è anche merito di Roma’”.
Il video ha avuto comunque un forte impatto nell’opinione pubblica.
Scrive su Repubblica Marco Belpoliti, in una riflessione intitolata “Se
questo è un uomo” (che si apre tra l’altro con la riproposizione
dell’incipit dell’opera di Primo Levi): “Di là dal mare che bagna le
nostre coste, non lontano da noi, appena più a sud del mondo cosiddetto
civilizzato, la guerra, i conflitti tribali e religiosi riportano
d’attualità un costume obbrobrioso che credevamo cancellato. Tutto
questo – osserva Belpoliti – ci riguarda direttamente, non è remoto,
non è uno scherzo della storia”.
Repubblica Milano racconta la giornata nel capoluogo lombardo del
presidente Mattarella. Tanti gli appuntamenti fissati con gli
amministratori, cui ha aggiunto un fuori programma personale “riservato
e lontano dai flash dei fotografi”: l’incontro con una delegazione
della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea. Un
appuntamento “fuori agenda e noto a pochissimi”, si legge su
Repubblica, e che è stato l’occasione per la storica Liliana Picciotto
(erroneamente definita presidente del Cdec) per far arrivare nelle mani
del capo dello Stato il suo saggio di recente uscita “Salvarsi. Gli
Ebrei d’Italia sfuggiti alla Shoah”.
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la scomparsa del grande maestro
Rav
Giuseppe Laras (1935-2017)
Grande
dolore e cordoglio nel mondo ebraico italiano per la scomparsa a 82
anni di rav Giuseppe Laras, guida spirituale per intere generazioni di
italiani. Laras, Presidente emerito dell’Assemblea Rabbinica Italiana e
Presidente del Tribunale rabbinico del Centro Nord-Italia, ha lasciato
con i suoi insegnamenti una impronta significativa nella realtà ebraica
italiana contemporanea. Nato a Torino il 6 aprile 1935, il rav è stato
una delle figure chiave per l’avvio del Dialogo tra ebraismo e
cristianesimo nel dopoguerra, assieme al cardinale Carlo Maria Martini,
a cui era legato da un’amicizia personale. “Durante la mia vita ho
potuto vivere in prima persona il tramontare e il sorgere di mondi
diversi, con inquietudini e speranze. La distruzione degli ebrei
d’Europa ha sfiorato la mia esistenza, segnandola per sempre.
Misteriosamente, grazie alla forza e al coraggio di mia madre, il Santo
e Benedetto ha voluto che sopravvivessi agli orrori e alle ceneri della
Shoah”, le parole del rav in un’ultimo testo pubblicato in queste ore
dalla Comunità ebraica di Milano, di cui è stato rabbino capo dal 1980
al 2005. Docente emerito di Storia del Pensiero ebraico nella Facoltà
di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano, Laras è
stato autore di diversi e importanti saggi sul pensiero e la tradizione
ebraica, tra cui La mistica ebraica (Jaca Book 2012); Onora il padre e
la madre (Il Mulino 2010); Meglio in due che da soli. L’amore nel
pensiero di Israele (Garzanti 2009).
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il cordoglio dell'ebraismo italiano
"Rav Laras, i tuoi insegnamenti
non saranno mai dimenticati"
Con
la scomparsa del rav Giuseppe Laras, avvenuta quest'oggi, l'ebraismo
italiano perde uno dei suoi più grandi Maestri. Un rabbino che è stato
guida formidabile per molte generazioni, ma anche un uomo che ha saputo
trasformare il dolore in forza vitale e trainante per lasciare al
prossimo e ai suoi discepoli un formidabile messaggio di impegno,
rigore, coraggio. Un costante stimolo alla riflessione, in una vita
segnata da tanti importanti riconoscimenti. Dal mondo ebraico, e non
solo.
Ti saremo per sempre grati, rav Laras, per tutto quello che ci hai
insegnato e lasciato come dono di forza e di saggezza per affrontare il
nostro quotidiano e i nostri giorni di festa e celebrazione, per vivere
i momenti difficili e i momenti di gioia, per apprezzare i momenti di
riflessione e quelli di lavoro, per essere più accoglienti e dedicati
in quelli trascorsi in seno alle nostre famiglie e di impegno
istituzionale, per saper vivere quelli che avviano al nuovo nascente e
sopravvivere a quelli che terminano il nostro lungo viaggio. Per quello
che ci hai trasmesso come individui e come Comunità del popolo ebraico.
Il tuo nome, la tua forza, il tuo magistero, non saranno dimenticati.
Che il tuo ricordo sia di benedizione. Baruch Dayan ha Emet
Noemi Di Segni
Presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
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il
CDEC Assieme al PRESIDENTE MATTARELLA
L’Italia
fra eroismo e vergogna
Una Storia ancora da leggere
L’Italia
dei carnefici, l’Italia degli eroi. Il paese di chi per malvagità o per
vigliaccheria si piegò all’orrore delle persecuzioni e della Shoah e
quello che attraverso una catena di atti piccolo e grandi di giustizia
e di compassione si attese. È stato un alto e sincero momento di
confronto sulle ferite della storia e sui valori nazionali, quei valori
costantemente minacciati e costantemente riscoperti che soli possono
salvare l’Italia, l’incontro fra il Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella e la delegazione della Fondazione Centro di documentazione
ebraica contemporanea. Nelle sale della Prefettura di Milano, dove il
Presidente ha accolto gli ospiti assieme al Commissario di governo
Luciana Lamorgese, sono intervenuti la storica del Cdec Liliana
Picciotto, autrice della recentissima “Salvarsi – Gli ebrei d’Italia
sfuggiti alla Shoah 1943-1945” pubblicata da Einaudi Storia, il
presidente e la vicepresidente del Centro di documentazione Giorgio
Sacerdoti e Raffaella Mortara, il direttore Gadi Luzzatto Voghera. Con
loro anche il presidente della Associazione italiana editori Ricardo
Franco Levi.
Proprio
la consegna nelle mani del Presidente del libro ha aperto la
riflessione sulla necessità di fare i conti con la Storia e sul ritardo
italiano nel difficile lavoro di riconoscimento e di interpretazione
del proprio passato. Nel corso del colloquio Liliana Picciotto e
Raffaella Mortara hanno rievocato molti episodi che segnarono quegli
anni di sofferenze e quelle storie del bene e del male, tutte
riconducibili a responsabilità o a meriti di italiani. Un flusso di
vicende complesse dove talvolta i sentimenti dell’onore nazionale si
espressero in una concatenazione di atti di valore che si
concretizzarono spesso senza una direzione o senza un coordinamento, ma
solo al fine di proteggere la dignità umana.
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Ticketless
- VNTNV
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Lo
vedi, si legge da destra a sinistra e da sinistra a destra: vuol dire
che tutti possono dare e tutti possono restituire». Così, la memoria
del Bund, il partito socialista ebraico, riaffiora nel personaggio di
Se non ora, quando?, che con un pezzo di carbone scrive nell’intonaco
bianco cinque grosse lettere: VNTNV. Un palindromo ebraico perfetto.
V’natnu. Ed essi restituiranno. Il palindromo socialista resuscitato da
Primo Levi mi è tornato in mente quando ho accettato di prendere parte
alla giornata di studio in memoria di Styra Campos, che si è svolta
giovedì scorso al Museo Ebraico di Bologna. Giustizia sociale e
filantropia sono stati due temi forti dell’ebraismo secolarizzato di
fine Ottocento: uno di quei terreni d’azione nel quale è possibile
rinvenire ciò che lo storico inglese Trevor Ropper ha definito il moral
deposit of faith, il residuo morale della fede dei Padri.
Alberto Cavaglion
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Periscopio - Un'unica battaglia
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Il
recente, brutale pestaggio del giornalista Daniele Piervincenzi,
avvenuto mercoledì scorso, non è che l'ultimo anello di una sinistra
catena di attacchi e intimidazioni che, da ormai molti anni, vengono
sistematicamente rivolti contro la libera informazione del nostro
Paese. È ben comprensibile che siffatte aggressioni siano messe in atto
dai poteri malavitosi, che, per la realizzazione dei loro loschi piani
di sopraffazione, violenza e malaffare, vedono giustamente nei
giornalisti liberi e coraggiosi un fastidioso intralcio (al pari di
poliziotti e carabinieri: ma, tra i cronisti e gli esponenti delle
forze dell'ordine, è naturale che i "cuor di leone" mafiosi
preferiscano picchiare i primi). Non dovrebbe essere normale - e
sarebbe inaudito in qualsiasi Paese civile -, invece, che tale proterva
intolleranza, fino e oltre i confini dello scontro fisico, sia
apertamente manifestata da importanti forze politiche, per le quali
qualsiasi libera critica è considerata lesa maestà, e gli unici
giornalisti bravi sono quelli servili o prezzolati.
Francesco Lucrezi, storico
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Speranza |
Al
progetto “Educare sul confine”, patrocinato tra l’altro anche
dall’UCEI, si è aggiunto, alla serie di workshop sull’educazione al
dialogo, il nuovo corso: “Strumenti di ricarica dell’energia”. Così
oltre all’incontro settimanale con i ragazzi del Teatro multiculturale
di Beresheet LaShalom, ai corsi per studenti di pedagogia, psicologia e
sociologia al Tel Hai College e per le insegnanti ebree ortodosse di
Zfat il Ministero dell’Istruzione ha chiesto di aprire un nuovo corso
al centro di Israele. Questa volta su un altro confine: quello
palestinese. Ieri si è svolto il primo incontro.
Edna Angelica Calò Livne
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