Migranti, l’Onu attacca l’Italia

rassegnaUnione Europea e Italia sotto accusa da parte delle Nazioni Unite per aver frenato gli arrivi di immigrati in Europa finanziando le autorità della Libia per bloccarli o riaccettarli sul suo territorio. A drammatizzare ulteriormente la denuncia dell’Alto commissario Onu per i diritti umani, scrive tra gli altri il Corriere, un video-choc diffuso dalla Cnn sui migranti venduti all’asta come schiavi in Libia.
Forte l’irritazione del governo per questa accusa. Scrive ancora il Corriere: “Nello staff del ministro Marco Minniti, come in quello del capo del governo, la posizione italiana è articolata in più punti, ma con una linea di confine che rivendica il lavoro fatto finora. Se oggi le organizzazioni internazionali sono in grado di fare ispezioni nei centri di detenzione libici ‘è anche merito di Roma’”.
Il video ha avuto comunque un forte impatto nell’opinione pubblica. Scrive su Repubblica Marco Belpoliti, in una riflessione intitolata “Se questo è un uomo” (che si apre tra l’altro con la riproposizione dell’incipit dell’opera di Primo Levi): “Di là dal mare che bagna le nostre coste, non lontano da noi, appena più a sud del mondo cosiddetto civilizzato, la guerra, i conflitti tribali e religiosi riportano d’attualità un costume obbrobrioso che credevamo cancellato. Tutto questo – osserva Belpoliti – ci riguarda direttamente, non è remoto, non è uno scherzo della storia”.

Repubblica Milano racconta la giornata nel capoluogo lombardo del presidente Mattarella. Tanti gli appuntamenti fissati con gli amministratori, cui ha aggiunto un fuori programma personale “riservato e lontano dai flash dei fotografi”: l’incontro con una delegazione della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea. Un appuntamento “fuori agenda e noto a pochissimi”, si legge su Repubblica, e che è stato l’occasione per la storica Liliana Picciotto (erroneamente definita presidente del Cdec) per far arrivare nelle mani del capo dello Stato il suo saggio di recente uscita “Salvarsi. Gli Ebrei d’Italia sfuggiti alla Shoah”.

Lazio deferita, Lotito archiviato. È il primo risultato, sotto forma di giustizia sportiva, del caso Anna Frank. Per il presidente della società biancoceleste, scrive il Corriere dello sport, si tratta di un successo. Anche se Malagò non ha gradito e – si legge – “la Super Procura del Coni, a cui spetterà l’ultima valutazione, potrebbe ancora intervenire e ribaltare il caso”.

Di pallone e di lotta all’odio nelle curve si è parlato ieri a Roma anche in occasione di un confronto su “Ebrei nel calcio durante le Leggi Razziali” promosso dalla Fondazione Museo della Shoah insieme al Centro di Cultura della Comunità ebraica romana e a Delet – Assessorato ai giovani in occasione dell’uscita di Presidenti, il saggio di Adam Smulevich dedicato alle figure degli ex patron Raffaele Jaffe, Giorgio Ascarelli e Renato Sacerdoti. A parlarne sulla Gazzetta dello sport è Valerio Piccioni, uno dei protagonisti del confronto, che segnala anche l’emozione della presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello per il ritrovamento di una valigia appartenuta a Leone Efrati, pugile di fama che trovò la morte ad Auschwitz.

Insegnanti, ambasciatori, consoli, deputati, sindaci, membri delle istituzioni. Da tutta Italia, ma anche dalla Polonia, da Israele, dal Ruanda e dalla Tunisia. Saranno loro i protagonisti – scrive il Corriere – del primo incontro internazionale per il lancio di GariwoNetwork, “la rete pensata per unire tutti i soggetti impegnati nella diffusione del messaggio dei Giusti”.

Una lettera-appello nella quale si invitano i deputati austriaci a rafforzare il loro impegno contro ogni forma di razzismo, antisemitismo e nazionalismo è stata rivolta dal consiglio nazionale del parlamento e dalle Chiese cattolica, evangelica e ortodossa, in unione con i vertici della comunità ebraica, in occasione del settantanovesimo anniversario del pogrom nazista del novembre 1938. L’iniziativa è segnalata dall’Osservatore Romano.

Sempre il quotidiano della Santa Sede pubblica alcune riflessioni di monsignor Bruno Forte sullo stato dei lavori della Commissione bilaterale fra il Gran Rabbinato di Israele e il Vaticano. Un intervento che mette in evidenza i diversi passi avanti compiuti all’interno di questo approfondito percorso e che è stato pronunciato in occasione dell’ultima riunione, svoltasi nelle scorse ore a Gerusalemme.

Su La Stampa Arrigo Levi ricorda l’ex vicedirettore del quotidiano torinese Carlo Casalegno, ucciso 40 anni fa dalle Brigate Rosse. Sottolinea Levi, che a quell’epoca era il direttore: “Dopo la sua morte ci siamo ritrovati i nostri sensi di colpa. Ma abbiamo fatto, abbiamo scritto. Cioè abbiamo fatto il nostro mestiere, il nostro dovere, difendendo lo Stato e le sue leggi democratiche. E abbiamo vinto noi”.

(15 novembre 2017)