
Elia Richetti,
rabbino
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Dopo
l’elenco degli animali permessi e vietati, la Torah conclude
l’argomento dicendo che queste regole sono “per distinguere fra
l’impuro e il puro”; acutamente, i Maestri notano che distinguere fra
animali permessi e vietati è facile, perché i caratteri fisici di
ognuno sono evidenti. Ma se è così, dove sta la difficoltà nel
“distinguere fra l’impuro ed il puro”?
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Giorgio Berruto, Hatikwà
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L’infanzia
berlinese disegnata da Gershom Scholem nel suo “Da Berlino a
Gerusalemme”, ripubblicato da poche settimane da Einaudi, è il ritratto
di una formazione culturale molto prima che politica. Il libro
tratteggia una società e un ambiente che sono berlinesi ed ebraici –
verrebbe da dire: berlinesi perché ebraici, ebraici perché berlinesi –,
e compone un giardino zoologico che forse stava già finendo nel momento
dello splendore massimo, agli albori del Novecento, ma senza dubbio è
stato sepolto nei lager della morte del regime nazista.
È un libro che racconta un itinerario autobiografico, da Berlino a
Gerusalemme appunto, e che con non rara ironia interseca vicende e vite
di quel mondo di ieri.
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“Israele ha il diritto
di difendersi”
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“Israele
non è disposto a nessun compromesso sulla sua sicurezza: noi abbiamo il
diritto assoluto a proteggere noi stessi. Se i nostri amici vogliono
essere presi sul serio, dovranno prendere atto della reale situazione.
Ma dovranno fare anche un’altra cosa: intervenire in Siria”.
È quanto scrive Yair Lapid, ex ministro israeliano, in un intervento pubblicato dal Corriere.
“Israele – prosegue Lapid – ha passato gli ultimi sette anni a mettere
in atto iniziative umanitarie efficaci, di cui però si sa ben poco: noi
andiamo a prendere feriti in Siria, specie i bambini, e li curiamo nei
nostri ospedali. Nello stesso momento a Gaza i capi di Hamas,
un’organizzazione terroristica sanguinaria, si servono dei civili per
tentare di far breccia in territorio israeliano e sferrare attacchi. È
innegabilmente un doppio crimine. Contro Israele e contro la loro
stessa popolazione. E su questo l’Europa non solo tace, ma anziché
condannare gli aggressori, condanna gli aggrediti”.
La riflessione, pubblicata per Yom HaShoah, è intitolata “Perché il
mondo civile tace come fece con l’Olocausto. E dopo, ci chiederete
scusa?”.
Sempre più complessa e drammatica la situazione. “Americani e russi
duellano a colpi di tweet e dichiarazioni ma la reazione ai raid
americani potrebbe arrivare dall’Iran e trascinare la Siria in una
guerra aperta con Israele” scrive tra gli altri La Stampa.
Si inaugura oggi a Torino una nuova edizione di Cartoons on the Bay,
con una speciale mostra dedicata all’ottantesimo anniversario
dall’entrata in vigore delle Leggi razziste. Dice Roberto Genovesi,
direttore artistico del festival, a La Stampa (Ada Treves): “Gli autori
di fumetti, spesso considerati rappresentanti di un’arte minore, quasi
una ruota di scorta culturale rispetto ad altri media e altri linguaggi
sono invece molto sensibili e attenti”. Conferma Dario Disegni,
presidente della Comunità ebraica torinese: “È un’iniziativa certamente
interessante e originale, un modo un po’ diverso di richiamare
l’attenzione sulle Leggi, sulle quali tra l’altro nei prossimi mesi
verrà avviato un sostanzioso programma di attività che vede impegnati,
insieme alla Comunità, il Polo del 900 e l’Università di Torino”.
“A oltre 70 anni dalla Shoah, l’antisemitismo c’è ancora, non è
scomparso, la percezione è che sia addirittura in aumento. Si nasconde
in un gesto, in una parola, in una frase. A volte è aperto e a volte
persino inconscio, e si può celare, ad esempio, in una critica alla
politica israeliana”.
È quanto emerge dal rapporto annuale sull’antisemitismo del Centro
Kantor, presentato ieri a Tel Aviv e analizzato oggi da Avvenire.
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qui torino - la mostra sulle leggi del 1938
Cartoons on the Bay, disegni
contro l'odio razzista
Le
celle, il freddo, le inferriate. E la potenza delle immagini.
Colpiscono, le tavole della mostra “1938-2018, Ottant’anni dalle Leggi
Razziali in Italia. Il mondo del fumetto ricorda l’orrore
dell’antisemitismo”, inaugurata questa mattina a Torino nel Museo delle
Nuove, le storiche carceri cittadine. Primo appuntamento di Cartoons on
the Bay, festival internazionale della televisione per ragazzi e
dell’animazione cross-mediale della Rai che – come ha sottolineato il
direttore artistico Roberto Genovesi – da qualche anno cerca la
contaminazione col fumetto, raccoglie tavole originali e inedite: il
lavoro di più di 150 autori che hanno voluto essere parte di una
iniziativa che ha avuto, da parte del mondo del fumetto, una risposta
straordinaria. “Si tratta di una mostra destinata a girare – ha
continuato Genovesi, che dell’iniziativa è anche ideatore – e nelle
prossime tappe la amplieremo: sto ancora ricevendo delle opere. Non è
più possibile mostrarle qui, ma sicuramente compariranno nelle prossime
tappe di una mostra di cui sono molto contento”. L’importanza
di non dimenticare, e la forza dell’idea di usare il linguaggio del
fumetto e dell’immagine per raggiungere chi dal 1938 è ormai molto
lontano sono idee sottolineate da tutti i rappresentanti delle
istituzioni che hanno scelto di essere presenti all’inaugurazione. Dopo
gli assessori alla Cultura della Regione Piemonte e del Comune di
Torino, Antonella Parigi e Francesca Leon, e il presidente di RaiCom
Roberto Nepote, ha preso la parola il vicepresidente dell’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane Giulio Disegni – erano presenti
all’inaugurazione anche i presidenti delle Comunità ebraiche di Torino
Dario Disegni e di Roma Ruth Dureghello, e la presidente della sezione
italiana dell’Agenzia ebraica Claudia De Benedetti – che ha voluto
ribadire l’importanza di una iniziativa che si rivolge soprattutto ai
giovani.
(Disegno di Bruno Bozzetto) Leggi
il presidente rivlin all'iniziativa in polonia
Auschwitz, una marcia silenziosa
per non dimenticare la Shoah
Oltre
12mila persone, sopravvissuti alla Shoah come giovani provenienti da
Israele e non solo, stanno partecipando in queste ore alla Marcia dei
vivi in Polonia. Un appuntamento annuale organizzato per Yom HaShoah,
il giorno della Memoria nel calendario ebraico, a cui ha preso parte
tra gli altri il Presidente d'Israele Reuven Rivlin. Da Auschwitz,
Rivlin, accompagnato dal presidente polacco Andrzjei Duda, ha ricordato
il glorioso passato ebraico della Polonia: “Questa terra è stata parte
integrante dell'anima della nazione ebraica, e con nostro profondo
dolore, anche il suo più grande cimitero. Non si può cancellare una
storia così ricca, piena e dolorosa”. Riferendosi alla controversa
legge votata da Varsavia sulle responsabilità polacche nella Shoah,
Rivlin ha sottolineato che Israele rende onore a quei polacchi che
hanno dato la vita per salvare gli ebrei, ma non dimentica quanto fosse
diffuso l'antisemitismo nella Polonia di allora e di come molti
polacchi parteciparono allo sterminio. Il sentimento antisemita, ha
ricordato il Presidente d'Israele, “ha permesso ai nazisti di fare ciò
che volevano, non solo in Polonia ma in tutta Europa”. Leggi
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qui roma
Israele, 70 anni d'Indipendenza
I Maestri a confronto
L’anniversario
dalla fondazione dei 70 anni dello Stato di Israele, che ricorrerà nei
prossimi giorni, è l’occasione per una stimolante riflessione tra
Maestri in programma questa domenica al Collegio Rabbinico Italiano.
Introdotti dal rav Gianfranco Di Segni, coordinatore del Collegio,
quattro rabbini si confronteranno sul significato di questo
appuntamento da diverse prospettive.
In apertura (il via ai lavori alle 10) l’intervento del rav Riccardo Di
Segni, rabbino capo di Roma e direttore del Collegio, che parlerà di
“sionismo e antisionismo nel mondo ortodosso”. Interverranno poi rav
Ron Klopstock, docente di Talmud alla Yeshivat Hakotel, che
approfondirà il precetto di risiedere in Eretz Israel; rav Alberto
Somekh, direttore della Scuola Rabbinica Margulies-Disegni di Torino,
su “minaccia collettiva e sopravvivenza individuale”; e ancora rav
Klopstock, che definirà le istituzioni statali di Israele secondo la
Halakhah, la Legge ebraica.
Ad inaugurare il seminario i saluti della presidente dell’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni e della presidente della
Comunità ebraica romana Ruth Dureghello.
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Qui Roma - l'iniziativa Zikaron BaSalon
Piero Terracina: "Memoria,
lezione contro l'indifferenza"
"Io
sono stato all’inferno. E quando sono tornato, della mia famiglia di
otto persone ero rimasto solo io. Ero disperato.” Anche dopo anni di
racconti, la voce del superstite della Shoah Piero Terracina si incrina
per l’emozione. Ad ascoltare la sua testimonianza, una trentina di
ragazzi della scuola media Celli e dei licei Democrito e Russel,
nell’ambito del progetto Zikaron BaSalon (in ebraico, “memorie in
salotto”), che ieri ha portato la Memoria in cinque case romane.
Nata in Israele nel 2010, l’iniziativa ha lo scopo di rendere più
accessibile e “vicino” ai giovani il modo di fare Memoria, grazie a
racconti fatti da Testimoni della Shoah in ambienti raccolti e intimi
quali i salotti di case ebraiche, che si aprono per l’occasione.
L’appuntamento è tornato ieri sera, alla vigilia di Yom Ha Shoah, il 27
del mese ebraico di Nissan, che quest’anno corrisponde al 12 aprile.
Oltre a Piero Terracina, hanno raccontato la loro esperienza Sami
Modiano, Edith Bruck, Alberto Sed e Marika Venezia, moglie del
compianto Shlomo, che con lui ha condiviso anni di impegno per la
Memoria.
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Setirot
- Indignazioni |
Giustamente,
ci indigniamo perché i moltissimi soldi donati ai palestinesi dalle
istituzioni internazionali vengono spesi, soprattutto dalla dittatura
che “governa” Gaza, in armi e tunnel anziché in cultura e
infrastrutture. Denunciamo che quelle leadership preferiscono lasciare
il proprio popolo inchiodato al ruolo di profughi piuttosto che
costruirsi un futuro. Poi capita che uno (io) posti sulla propria
pagina Facebook l’annuncio di un incontro a Firenze, la sera del 21
aprile, intitolato “I progressi delle neuroscienze in Palestina – La
sfida della Palestinian Neuroscience Initiative” al quale
parteciperanno due ricercatori che studiano e lavorano negli Stati
Uniti e che insieme hanno fondato e guidano, appunto, la Palestinian
Neuroscience Initiative.
Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - Shir Geshem |
Siamo
stati benedetti da una gran quantità di neve quest’inverno, abbiamo
sciato su montagne meravigliose e consumato grandi quantità di
cioccolata calda davanti al camino acceso, in una baita o in certi
locali in città. Poi il sole ha iniziato a fare capolino, sono spuntati
i germogli sugli alberi e nei giardini è fiorita la forsythia. E
proprio quando cominciavamo a progettare le prime passeggiate
primaverili, ecco che comincia a piovere. Piove. Ininterrottamente. Da
giorni.
La pioggia è ritmo: tamburella sui vetri, sulle auto, nelle
pozzanghere, sui tetti e sugli ombrelli e ogni suono è unico. È una
vera e propria sinfonia, che muta il proprio andamento seguendo
l’intensità dell’acqua e la superficie su cui si rovescia. E non per
nulla la musica si è lasciata affascinare dal potere sonoro della
pioggia.
Maria Teresa Milano
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Canto di speranza
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Inizio
settimana. Per colazione finiscono i biscotti di Pesach all'arancia, in
barba a chi sosteneva che i quasi due chili acquistati sarebbero durati
mesi (ma del resto anche le matzot, opportunamente acquistate di nuovo
di Chol HaMoed, sono avanzate in quantità assai limitata). Persino chi
ancora non parla ha imparato ad indicare i biscottini tondi della
scatola arancione urlando trionfante 'scottoooo', e sarà difficile
spiegarne l'improvvisa sparizione.
Sara Valentina Di Palma
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