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13 Aprile 2018 - 28 Nissan 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Presentare un libro che parla della Napoli ebraica a Gerusalemme significa attraversare paradigmi identitari eterni. E che fatica essere figli dell’eternità: figli di un popolo che dal deserto ha dato la Torà al mondo e figli di un mare che ha insegnato la filosofia all’Occidente. A volte mi chiedo se una sola testa possa mai bastare per tutta questa Storia. Ed altre volte mi sembra di non avere affatto una testa, di essere una semplice zucca vuota e quando proprio non decodifico il mio presente mi sento davvero un carciofo.
 
Gadi
Luzzatto
Voghera,
direttore
Fondazione CDEC
A Vercelli, in piazza Massimo d’Azeglio 10, nel negozio di Linda Jona Verona si potevano acquistare salami d’oca, salsicce, coscette e durelli salati Casher, ma anche Matzod, piuma e piumino d’oca. A Milano in via san Giovanni in Conca 9, nella pensione e restaurant condotti da Umberto Ancona si mangiavano amaretti, sfogliate e salumi Casher. A Torino in via Roma 14 il signor Vittorio Valobra nella sua orificeria eseguiva Shaddai e Maghen David, e in via san Massimo 49 alla pensione di Virgilio Ancona si mangiava e si dormiva. A Milano in via Monte Napoleone il signor M. Subert conduceva l’azienda “Alla città di Venezia”, una Fabbrica italiana di Taledot di seta con “ziziod di seta e di lana”. Se ci si voleva curare i denti si andava ad Alessandria dal dott. G. Osimo che nel suo gabinetto modernissimo “con trapano elettrico” eseguiva qualsiasi dentiera “anche in giornata”.
Erano alcune delle piccole pubblicità che aiutavano – nel 1918, cent’anni fa – la gloriosa rivista “Il Vessillo Israelitico” ad essere scritta, stampata e diffusa a decine di migliaia di famiglie ebraiche italiane.
 
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"L'Italia sostegna gli Usa"
La crisi siriana e il possibile intervento di Stati Uniti e altri paesi occidentali continua a tener banco. Una crisi che, viene sottolineato, riguarda molto da vicino anche Israele. Anche se per il momento tutto è in sospeso. Scrive tra gli altri il Corriere: “Le opzioni militari per l’attacco sono tutte complicate. Gli alleati di Assad, russi e iraniani, hanno mobilitato le difese, attivando le batterie anti missili e mettendo al riparo i velivoli dell’aviazione siriana”.
Appoggio politico e non militare. Questa la richiesta degli Usa all’Italia, nel retroscena raccontato da La Stampa. “Gli Usa capiscono che il governo Gentiloni è in uscita, ma al momento è in carica e gli eventi richiedono che dia un segnale. Stesso discorso – si legge – per i partiti che hanno vinto le elezioni, cioè M5S e Lega”.

Repubblica segnala in breve lo scontro ieri ad Auschwitz, in occasione dello Yom haShoah, tra il presidente israeliano Reuven Rivlin e il suo omologo polacco Andrzej Duda. “Abbiamo un profondo rispetto per l’esame di coscienza compiuto dal popolo polacco ma anche un profondo disaccordo ci divide. Esigiamo che la Polonia si assuma la responsabilità di uno studio completo dell’Olocausto e degli eventi di allora” ha sottolineato Rivlin, con un chiaro riferimento alla controversa legge approvata dal Parlamento di Varsavia. Dal canto suo Duda ha replicato: “Non abbiamo intenzione di bloccare le testimonianze dei superstiti, sappiamo che la macchina della morte nazista non avrebbe realizzato il suo piano tremendo senza trovare il suolo fertile dell’odio contro gli ebrei”. Duda ha anche parlato di singoli cittadini polacchi che “meritano solo condanna”, per poi aggiungere: “Ma i campi di sterminio non erano polacchi”.
 
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  davar
qui torino - cartoons on the bay
Andra e Tati, Memoria a colori
Molto particolare l’atmosfera che si respirava in sala dopo la proiezione del mediometraggio “La stella di Andra e Tati”, presentato questa mattina in anteprima mondiale a Torino nell’ambito della programmazione che Cartoons on the Bay – il festival internazionale della televisione per ragazzi e dell’animazione cross-mediale della Rai – dedica alle scuole. Se all’inizio della mattinata prevalevano l’entusiasmo e il vociare allegro di centinaia di bambini, dopo la proiezione e il lunghissimo applauso che ha accolto il lavoro di Rosalba Vitellaro, Alessandra Viola, e Alessandro Belli sono arrivati il silenzio e la commozione. Commozione soprattutto per Andra e Tatiana Bucci, che per la prima volta vedevano il lavoro completato e non hanno nascosto l’emozione: “Non ho parole, non riesco” e “È bellissimo. Per me è stato più difficile che tornare a Birkenau” sono state le loro prime reazioni.
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qui firenze - l'annuncio
"Una via per Enzo Bonaventura"
A 80 anni dalla cacciata da quelle aule con l’entrata in vigore delle Leggi antiebraiche promulgata dal fascismo, l’insigne psicologo Enzo Bonaventura torna protagonista nell’ateneo fiorentino. L’occasione una giornata di studio che gli è stata dedicata, svoltasi quest’oggi nell’aula magna del Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo su iniziativa di Patrizia Guarnieri, docente Storia contemporanea dell’ateneo, e David Meghnagi, docente dell’Università di Roma Tre e assessore alla cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Diversi qualificati interventi, che hanno permesso di ricostruire le principali tappe dell’impegno scientifico e accademico di Bonaventura. E un significativo annuncio, giunto in apertura dalla vicesindaca Cristina Giachi: la città di Firenze gli dedicherà presto una strada, come disposto nelle scorse ore dalla commissione toponomastica competente.
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qui roma - la serata
Israele 70, festa coi Maccabeats
Grande festa a Roma per i 70 anni dello Stato di Israele, con ospite d’eccezione il gruppo musicale Maccabeats. Per la sera del 18 aprile infatti la Comunità ebraica cittadina ha promosso e organizzato un evento che si svolgerà in tre luoghi chiave dell’ebraismo romano: il Palazzo della Cultura, via Catalana e piazza Gerusalemme.
Sul palco centrale in piazza Gerusalemme, come è stato annunciato quest’oggi nel corso di una conferenza stampa, daranno inizio alla festa il presidente della Comunità Ruth Dureghello, il rabbino capo rav Riccardo Di Segni, l’ambasciatore dello Stato ebraico Ofer Sachs, il sindaco di Roma Virginia Raggi e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. A presentare l’evento, il giornalista David Parenzo.
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yom ha shoah nelle comunità
"Ogni nome, una ferita"
"Ogni persona ha un nome” ricorda la poesia di Zelda Schneersohn Mishkovky, diventata il simbolo della Memoria della Shoah. E ieri l’Italia ebraica si è unita nel ricordare, in occasione di Yom HaShoah, i nomi delle migliaia di ebrei deportati dal nostro Paese verso i campi della morte nazisti o assassinati prima dagli aguzzini nazifascisti. Un lungo elenco di vittime innocenti risuonato nel Tempio centrale a Milano, come in altre sinagoghe. “In Israele in questi giorni si ricorda molto un verso del poeta Haim Nachman Bialik, ‘nella loro morte ci hanno comandato la vita’ e penso siano parole che continueranno ad essere sempre valide” ha ricordato rav Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano e presidente dell’Assemblea rabbinica italiana, parlando dalla sinagoga di via Guastalla. Tra coloro che hanno acceso il lume in memoria dei parenti uccisi dai nazifascisti, anche la senatrice a vita Liliana Segre.
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l'iniziativa ucei
Rosh Chodesh, festa e unità
Tutte le sinagoghe italiane aperte in contemporanea nel primo giorno di Rosh Chodesh, capomese di Iyar. Un momento di incontro, preghiera e condivisione voluto dalla Commissione Culto dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e recepito dalla Giunta UCEI e dalle 21 Comunità locali.
L’appuntamento è per questa domenica, con diversi orari di apertura ma unità di intenti.
Sottolinea il rav Giuseppe Momigliano: “Questo mese, in cui, proseguendo il conteggio dei giorni dell’Omer, progrediremo idealmente nel percorso di avvicinamento al Monte Sinai, in cui celebreremo anche il 70° anniversario della nascita dello Stato d’Israele, senza dimenticare le sofferenze e i caduti che questa rinascita ha comportato e tuttora purtroppo comporta”.
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segnalibro
Da Napoli a Gerusalemme,

storie di vita e identità
“Che forse, era colpa della città, del mare, del sole se delle leggi infami mi stavano spingendo dall’altra parte del mondo? Non era certamente colpa loro, ma il loro silenzio ai miei occhi li rendeva conniventi e colpevoli”.
Da Via Cappella Vecchia 31 a Rehov Hillel 25. Dal cuore della Napoli ebraica, dove si trova la sinagoga della città partenopea e prendono vita le storie dell’omonimo libro pubblicato da Belforte, al luogo di ritrovo della vita e cultura italiana a Gerusalemme, il Museo Umberto Nahon. A congiungere i due mondi è l’autore, il rabbino Pierpaolo Pinhas Punturello, napoletano d’origine e gerosolimitano d’adozione, che ha presentato la sua opera prima insieme a Samuele Rocca, storico e responsabile Cultura per la Hevrat Yehude Italia be-Israel.
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qui firenze - la testimonianza
"Vittorio Dan, ebreo fortunato"
È un libro che segna uno spartiacque, per tanti motivi. A partire dal fatto che da allora per gli ebrei italiani raccontarsi, condividere storia, tradizioni e prospettive con il resto della società, non fu più un tabù. “Storia di un ebreo fortunato”, la straordinaria biografia di Vittorio Dan Segre, è una pietra miliare nel Novecento letterario. Un patrimonio di aneddoti, magistralmente esposti, attraverso cui è possibile raccontare le vicende antiche e radicate di questa minoranza in Italia.
Al Dan Segre scrittore, diplomatico e intellettuale, ma anche al giornalista che ha accompagnato con tanti preziosi consigli la nascita del giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche è stato dedicato un partecipato intervento del direttore della redazione UCEI Guido Vitale, ospite ieri del corso di Storia dell’Ebraismo tenuto da Alberto Cavaglion all’Università degli Studi di Firenze.


(Disegno di Giorgio Albertini)

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qui torino - la conferenza
"Bund, socialismo atipico"
Una serata di ricostruzione storica e di analisi politica sull’identità e sul ruolo del Bund, l’Unione Generale dei Lavoratori Ebrei di Lituania, Polonia e Russia. Ad organizzarla il Gruppo di Studi Ebraici, in compagnia di Marco Brunazzi e Claudio Vercelli, entrambi esponenti studiosi dell’Istituto di Studi Storici Gaetano Salvemini.
Un’occasione di studio, introduce Tullio Levi, per il Gruppo di Studi Ebraici, che tenta di riprendere le fila di un importante convegno che si era svolto sul tema nel 1984, organizzato dallo stesso Brunazzi, assieme ad Anna Maria Fubini.
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qui firenze - l'incontro
Memoria, la didattica in aula
Dirigenti scolastici da diversi istituti toscani al seminario di studio sulle Linee guida nazionali per una didattica della Shoah organizzato a Firenze dall’Ufficio Scolastico in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia dell’Università degli Studi e con il patrocinio dell’International Holocaust Remembrance Alliance e del locale Centro Unesco. Insieme alla coordinatrice Silvia Guetta ad intervenire anche il direttore generale Domenico Petruzzo oltre a David Meghnagi e Michele Sarfatti. Al termine del confronto inoltre alcuni dirigenti scolastici hanno presentato le esperienze più significative effettuate nelle loro classi.
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pilpul
Viva Napoleone!
Tra le pagine (di solito non pochissime) che i libri di testo di letteratura dedicano ai vantaggi e agli svantaggi dell’arrivo di Napoleone in Italia non trova spazio quasi per nulla l’apertura dei ghetti. Eppure si tratta di pagine che hanno l’ambizione di inquadrare la storia letteraria in un contesto che viene analizzato da ogni punto di vista, spaziando dalla politica alla sociologia, dall’economia al diritto. Evidentemente la liberazione degli ebrei da un’oppressione secolare appare un dettaglio non significativo. Non so cosa accada nei libri di storia perché è da un po’ di anni che non la insegno nel triennio, ma, a giudicare dall’abituale caduta dalle nuvole degli allievi (anche di quelli bravi), si direbbe che neppure lì se ne parli molto, e certo non in modo approfondito. E così di anno in anno mi ritrovo ad essere la prima a toccare l’argomento, con il rischio che gli allievi ricavino l’impressione di un’insegnante ebrea ossessionata da questioni che interessano solo agli ebrei.
Che Parini, Alfieri e Foscolo non abbiano scritto sui francesi cose troppo lusinghiere è un dato di fatto (anche se non bisognerebbe dimenticare che comunque Foscolo ha fatto una scelta di campo in loro favore). Ma questo non implica che i libri di storia della letteratura debbano necessariamente sposare in modo acritico l’immagine dei francesi esclusivamente brutti e cattivi, né spiega perché si debba considerare irrilevante il fatto che alcuni italiani siano diventati per la prima volta italiani come gli altri.
È bastata un’ottantina di anni perché nelle scuole italiane si desse importanza alla vicenda delle leggi razziali. I ghetti, a quanto pare, hanno bisogno di qualche secolo in più. 


Anna Segre, insegnante
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Happy Easter
Una giornata in un centro che ospita oltre un centinaio di rifugiati nel nord della Baviera, un edificio prefabbricato costruito da un anno dove non c’è né polizia e né controlli per entrare, a pochi passi dal centro storico di un villaggio. Degli uffici nei quali sono anche ubicati un pronto soccorso, due cucine condivise, e una scuola dove gli ospiti imparano il tedesco, separano la parte dove vivono le famiglie dalle camere in cui alloggiano i singoli. Su una porta di queste è scritto “happy Easter” ed è attaccato un vistoso adesivo con i colori degli LGBT. Vi abita un ragazzo siriano, “sì, qualcuno ha avuto dei problemi con lui a causa del suo orientamento sessuale”, mi spiega un vicino di stanza, ma in generale qui vivono in armonia curdi iraqueni, ezidi, siriani cristiani e musulmani, afghani e famiglie del corno d’Africa in attesa di una sistemazione migliore e delle pratiche per ottimizzare la residenza in Germania.

Francesco Moises Bassano
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