Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Presentare
un libro che parla della Napoli ebraica a Gerusalemme significa
attraversare paradigmi identitari eterni. E che fatica essere figli
dell’eternità: figli di un popolo che dal deserto ha dato la Torà al
mondo e figli di un mare che ha insegnato la filosofia all’Occidente. A
volte mi chiedo se una sola testa possa mai bastare per tutta questa
Storia. Ed altre volte mi sembra di non avere affatto una testa, di
essere una semplice zucca vuota e quando proprio non decodifico il mio
presente mi sento davvero un carciofo.
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Gadi
Luzzatto
Voghera, direttore
Fondazione CDEC
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A
Vercelli, in piazza Massimo d’Azeglio 10, nel negozio di Linda Jona
Verona si potevano acquistare salami d’oca, salsicce, coscette e
durelli salati Casher, ma anche Matzod, piuma e piumino d’oca. A Milano
in via san Giovanni in Conca 9, nella pensione e restaurant condotti da
Umberto Ancona si mangiavano amaretti, sfogliate e salumi Casher. A
Torino in via Roma 14 il signor Vittorio Valobra nella sua orificeria
eseguiva Shaddai e Maghen David, e in via san Massimo 49 alla pensione
di Virgilio Ancona si mangiava e si dormiva. A Milano in via Monte
Napoleone il signor M. Subert conduceva l’azienda “Alla città di
Venezia”, una Fabbrica italiana di Taledot di seta con “ziziod di seta
e di lana”. Se ci si voleva curare i denti si andava ad Alessandria dal
dott. G. Osimo che nel suo gabinetto modernissimo “con trapano
elettrico” eseguiva qualsiasi dentiera “anche in giornata”.
Erano alcune delle piccole pubblicità che aiutavano – nel 1918,
cent’anni fa – la gloriosa rivista “Il Vessillo Israelitico” ad essere
scritta, stampata e diffusa a decine di migliaia di famiglie ebraiche
italiane.
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"L'Italia sostegna gli Usa"
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La
crisi siriana e il possibile intervento di Stati Uniti e altri paesi
occidentali continua a tener banco. Una crisi che, viene sottolineato,
riguarda molto da vicino anche Israele. Anche se per il momento tutto è
in sospeso. Scrive tra gli altri il Corriere: “Le opzioni militari per
l’attacco sono tutte complicate. Gli alleati di Assad, russi e
iraniani, hanno mobilitato le difese, attivando le batterie anti
missili e mettendo al riparo i velivoli dell’aviazione siriana”.
Appoggio politico e non militare. Questa la richiesta degli Usa
all’Italia, nel retroscena raccontato da La Stampa. “Gli Usa capiscono
che il governo Gentiloni è in uscita, ma al momento è in carica e gli
eventi richiedono che dia un segnale. Stesso discorso – si legge – per
i partiti che hanno vinto le elezioni, cioè M5S e Lega”.
Repubblica segnala in breve lo scontro ieri ad Auschwitz, in occasione
dello Yom haShoah, tra il presidente israeliano Reuven Rivlin e il suo
omologo polacco Andrzej Duda. “Abbiamo un profondo rispetto per l’esame
di coscienza compiuto dal popolo polacco ma anche un profondo
disaccordo ci divide. Esigiamo che la Polonia si assuma la
responsabilità di uno studio completo dell’Olocausto e degli eventi di
allora” ha sottolineato Rivlin, con un chiaro riferimento alla
controversa legge approvata dal Parlamento di Varsavia. Dal canto suo
Duda ha replicato: “Non abbiamo intenzione di bloccare le testimonianze
dei superstiti, sappiamo che la macchina della morte nazista non
avrebbe realizzato il suo piano tremendo senza trovare il suolo fertile
dell’odio contro gli ebrei”. Duda ha anche parlato di singoli cittadini
polacchi che “meritano solo condanna”, per poi aggiungere: “Ma i campi
di sterminio non erano polacchi”.
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qui firenze - l'annuncio "Una via per Enzo Bonaventura" A
80 anni dalla cacciata da quelle aule con l’entrata in vigore delle
Leggi antiebraiche promulgata dal fascismo, l’insigne psicologo Enzo
Bonaventura torna protagonista nell’ateneo fiorentino. L’occasione una
giornata di studio che gli è stata dedicata, svoltasi quest’oggi
nell’aula magna del Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia,
Arte e Spettacolo su iniziativa di Patrizia Guarnieri, docente Storia
contemporanea dell’ateneo, e David Meghnagi, docente dell’Università di
Roma Tre e assessore alla cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane. Diversi qualificati interventi, che hanno permesso di
ricostruire le principali tappe dell’impegno scientifico e accademico
di Bonaventura. E un significativo annuncio, giunto in apertura dalla
vicesindaca Cristina Giachi: la città di Firenze gli dedicherà presto
una strada, come disposto nelle scorse ore dalla commissione
toponomastica competente. Leggi
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segnalibro Da Napoli a Gerusalemme,
storie di vita e identità
“Che
forse, era colpa della città, del mare, del sole se delle leggi infami
mi stavano spingendo dall’altra parte del mondo? Non era certamente
colpa loro, ma il loro silenzio ai miei occhi li rendeva conniventi e
colpevoli”.
Da Via Cappella Vecchia 31 a Rehov Hillel 25. Dal cuore della Napoli
ebraica, dove si trova la sinagoga della città partenopea e prendono
vita le storie dell’omonimo libro pubblicato da Belforte, al luogo di
ritrovo della vita e cultura italiana a Gerusalemme, il Museo Umberto
Nahon. A congiungere i due mondi è l’autore, il rabbino Pierpaolo
Pinhas Punturello, napoletano d’origine e gerosolimitano d’adozione,
che ha presentato la sua opera prima insieme a Samuele Rocca, storico e
responsabile Cultura per la Hevrat Yehude Italia be-Israel. Leggi
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qui firenze - la testimonianza "Vittorio Dan, ebreo fortunato" È
un libro che segna uno spartiacque, per tanti motivi. A partire dal
fatto che da allora per gli ebrei italiani raccontarsi, condividere
storia, tradizioni e prospettive con il resto della società, non fu più
un tabù. “Storia di un ebreo fortunato”, la straordinaria biografia di
Vittorio Dan Segre, è una pietra miliare nel Novecento letterario. Un
patrimonio di aneddoti, magistralmente esposti, attraverso cui è
possibile raccontare le vicende antiche e radicate di questa minoranza
in Italia.
Al Dan Segre scrittore, diplomatico e intellettuale, ma anche al
giornalista che ha accompagnato con tanti preziosi consigli la nascita
del giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche è stato dedicato un
partecipato intervento del direttore della redazione UCEI Guido Vitale,
ospite ieri del corso di Storia dell’Ebraismo tenuto da Alberto
Cavaglion all’Università degli Studi di Firenze.
(Disegno di Giorgio Albertini)
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qui torino - la conferenza "Bund, socialismo atipico" Una
serata di ricostruzione storica e di analisi politica sull’identità e
sul ruolo del Bund, l’Unione Generale dei Lavoratori Ebrei di Lituania,
Polonia e Russia. Ad organizzarla il Gruppo di Studi Ebraici, in
compagnia di Marco Brunazzi e Claudio Vercelli, entrambi esponenti
studiosi dell’Istituto di Studi Storici Gaetano Salvemini.
Un’occasione di studio, introduce Tullio Levi, per il Gruppo di Studi
Ebraici, che tenta di riprendere le fila di un importante convegno che
si era svolto sul tema nel 1984, organizzato dallo stesso Brunazzi,
assieme ad Anna Maria Fubini. Leggi
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Viva Napoleone!
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Tra
le pagine (di solito non pochissime) che i libri di testo di
letteratura dedicano ai vantaggi e agli svantaggi dell’arrivo di
Napoleone in Italia non trova spazio quasi per nulla l’apertura dei
ghetti. Eppure si tratta di pagine che hanno l’ambizione di inquadrare
la storia letteraria in un contesto che viene analizzato da ogni punto
di vista, spaziando dalla politica alla sociologia, dall’economia al
diritto. Evidentemente la liberazione degli ebrei da un’oppressione
secolare appare un dettaglio non significativo. Non so cosa accada nei
libri di storia perché è da un po’ di anni che non la insegno nel
triennio, ma, a giudicare dall’abituale caduta dalle nuvole degli
allievi (anche di quelli bravi), si direbbe che neppure lì se ne parli
molto, e certo non in modo approfondito. E così di anno in anno mi
ritrovo ad essere la prima a toccare l’argomento, con il rischio che
gli allievi ricavino l’impressione di un’insegnante ebrea ossessionata
da questioni che interessano solo agli ebrei.
Che Parini, Alfieri e Foscolo non abbiano scritto sui francesi cose
troppo lusinghiere è un dato di fatto (anche se non bisognerebbe
dimenticare che comunque Foscolo ha fatto una scelta di campo in loro
favore). Ma questo non implica che i libri di storia della letteratura
debbano necessariamente sposare in modo acritico l’immagine dei
francesi esclusivamente brutti e cattivi, né spiega perché si debba
considerare irrilevante il fatto che alcuni italiani siano diventati
per la prima volta italiani come gli altri.
È bastata un’ottantina di anni perché nelle scuole italiane si desse
importanza alla vicenda delle leggi razziali. I ghetti, a quanto pare,
hanno bisogno di qualche secolo in più.
Anna Segre, insegnante
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Happy Easter
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Una
giornata in un centro che ospita oltre un centinaio di rifugiati nel
nord della Baviera, un edificio prefabbricato costruito da un anno dove
non c’è né polizia e né controlli per entrare, a pochi passi dal centro
storico di un villaggio. Degli uffici nei quali sono anche ubicati un
pronto soccorso, due cucine condivise, e una scuola dove gli ospiti
imparano il tedesco, separano la parte dove vivono le famiglie dalle
camere in cui alloggiano i singoli. Su una porta di queste è scritto
“happy Easter” ed è attaccato un vistoso adesivo con i colori degli
LGBT. Vi abita un ragazzo siriano, “sì, qualcuno ha avuto dei problemi
con lui a causa del suo orientamento sessuale”, mi spiega un vicino di
stanza, ma in generale qui vivono in armonia curdi iraqueni, ezidi,
siriani cristiani e musulmani, afghani e famiglie del corno d’Africa in
attesa di una sistemazione migliore e delle pratiche per ottimizzare la
residenza in Germania.
Francesco Moises Bassano
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