Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui      18 Agosto 2020 - 28 Av 5780
LE DICHIARAZIONI DI TRUMP DURANTE UN COMIZIO

"Gerusalemme capitale d'Israele,
l'ho fatto per gruppi cristiani" 

Lo spostamento dell’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme e il riconoscimento di quest’ultima come capitale di Israele? Una decisione presa per far contente alcune frange cristiano evangeliche. È il concetto espresso da Donald Trump, intervenuto nelle scorse ore a un comizio in Wisconsin. Secondo il presidente degli Stati Uniti, che si è brevemente soffermato sull'argomento, i gruppi evangelici (che da sempre hanno un ruolo importante nella società e nella politica nazionale) si sarebbero dimostrati più entusiasti sostenitori di queste scelte rispetto agli ebrei. “È così, è incredibile”, ha detto a chi lo ascoltava.
Non è la prima volta che Trump o i suoi rappresentanti sollevano un tema del genere. Stando all'ambasciatore Usa in Israele David Friedman i cristiano evangelici sostengono Israele “con molto più fervore e con molta più devozione di tanti esponenti del mondo ebraico”. 
Quante ombre vi siano da dissipare lo aveva però mostrato la stessa cerimonia di inaugurazione dell’ambasciata. Su tutte due presenze. Quella del pastore Robert Jeffress, che aveva pronunciato l’intervento iniziale, in precedenza autore della seguente dichiarazione: “Non puoi essere salvato se sei ebreo”. O quella di un suo collega, John Hagee, che aveva concluso la cerimonia. La tesi sostenuta dal predicatore è che Hitler sarebbe stato uno strumento per avvicinare il ritorno degli ebrei alla terra di Israele. Due “amici”, in definitiva, un po’ problematici.
Entra intanto sempre più nel vivo la campagna per le presidenziali, con Trump che sulla carta ha un grande divario da colmare rispetto allo sfidante Biden. Ma ha dalla sua, tra le varie carte da giocare, l’accordo di pace in via di definizione tra Israele ed Emirati Arabi Uniti.
Dalla convention democratica è arrivato un duro attacco al presidente uscente: a lanciarlo l’ex candidato Bernie Sanders, cui Biden ha concesso il podio per un lungo intervento. L’accusa a Trump è di aver favorito il dilagare di odio, razzismo e tensioni sociali. Con ripercussioni dirette anche sulla vita degli ebrei americani, mai così sotto attacco.

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PAGINE EBRAICHE - DOSSIER LIBRI IN VALIGIA

Il brillante libro degli uccelli

Per chi è in partenza, quali libri porterete in valigia? Come redazione, con l'aiuto di alcuni amici e collaboratori, ci siamo permessi di darvi qualche suggerimento nel dossier di agosto di Pagine Ebraiche, “Libri in valigia”, spaziando su vari temi e fronti. Di seguito il suggerimento di Daniel Reichel. 

Nel 2008 lo Stato d’Israele indisse un sondaggio nazionale per decidere quale uccello eleggere come simbolo nazionale. In gara c’erano il bulbul giallo, il cardellino europeo, il grifone, la pavoncella spinosa, il grillaio, il barbagianni, la nettarinia della Palestina, la prinia gracile e l’upupa (che alla fine vinse). Non conoscevo quasi nessuno di questi volatili, che attraversano e sostano in continuazione in Israele. Ho imparato a farlo grazie a un libro ironico, divertente, che fotografa in maniera brillante la società israeliana, raccontandola attraverso le dinamiche di uccellini parlanti e irriverenti. Il libro si intitola Sefer HaTziporim (Libro degli uccelli) ed è firmato dall’illustratrice israeliana Noa Katz. È un volume figlio di questi tempi: sia perché l’ebraico dei protagonisti – che parlano di relazioni amorose, sessuali, di rapporti genitoriali, di amicizia – è moderno ed è quello usato dagli under 30 israeliani (Katz ha 28 anni), sia perché è nato come un progetto sui social network. Su Facebook infatti la giovane illustratrice ha avviato il suo progetto, facendo il corrispettivo di una striscia più o meno al giorno e pubblicandola sul proprio profilo. In breve tempo è stato condiviso da centinaia di utenti: tutti hanno apprezzato il suo modo di raccontare la vita trasfigurata sotto forma di uccelli, tanto che quando Katz ha lanciato un crowdfunding per fare delle strisce un libro stampato in poche ore ha ottenuto il 300% in più della cifra necessaria.
In questo volume di veloci racconti c’è il pavone che per corteggiare si pavoneggia, nello stile un po’ rude israeliano. C’è il cuculo, l’opportunista che brama e ruba il nido degli altri come, nella società degli umani, lo spregiudicato uomo d’affari che inganna e ruba ai clienti. Non c’è una stucchevole morale in questi parallelismi ma un ironico gioco a svelare la vita come l’evoluzione di tanti piccoli rapporti, tra uccelli come tra uomini.


Daniel Reichel, Dossier Libri in valigia, Pagine Ebraiche Agosto 2020

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PAGINE DI STORIA CON GIACOMO TODESCHINI

Il Medioevo e gli ebrei, un approccio da ripensare

Nel nuovo appuntamento con “pagine di storia” Giacomo Todeschini parte da un libro sul quale molti suoi colleghi si sono formati: Medioevo cristiano, di Raffaello Morghen. Considerato il fondatore della storia medievale in Italia, l’autore trasmette in queste pagine l’idea che la civiltà europea si sia sviluppata all’insegna del solo cristianesimo. All’interno di questa rappresentazione esistono anche gli “altri”, come gli ebrei, ma la loro presenza è ritenuta residuale.
È una narrazione corretta? O forse, come suggerisce Todeschini, è giunto il tempo di rivedere in modo critico un’opera fortemente condizionata da un approccio teologico e quindi ideologico?

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Rassegna stampa

"Pace tra Libano e Israele?
Sono stato citato male"

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Tra speranza e pessimismo
La storia di Gerusalemme, nelle sue alterne e tormentate vicende, è stata una storia di passaggi di proprietà. Ebrei, babilonesi, persiani, macedoni, romani, bizantini, arabi, cristiani, turchi se la sono contesa a prezzo di guerre, devastazioni e massacri. Scalzando popoli e sovrapponendo una sacralità a un’altra. Storia e civiltà schiacciate e rimpiazzate a forza. Una storia di scorribande e torture che Simon Sebag Montefiore ripercorre – talora sin troppo puntigliosamente – nella sua bella e mastodontica biografia della città. Biografia di civiltà, in effetti.
 
Dario Calimani
Le reazioni all'accordo
L’accordo fra Israele e gli Emirati Arabi Uniti per normalizzare i loro rapporti, provvedendo ad allacciare rapporti diplomatici, finirà per sortire gli stessi effetti di un Rorschach.
Risulta per tabulas che vi sono movimenti, perfettamente legittimi, che considerano di dover accompagnare il popolo israeliano affinché faccia le scelte giuste a beneficio dei suoi veri interessi.
Emanuele Calò
La difficile preghiera dell'uomo contemporaneo
È impossibile ignorare il forte monito lanciato da Rav Somekh all’ebraismo italiano (“Una lezione dalla pandemia”, in Pagine Ebraiche luglio 2020). Come una cartina di tornasole del nostro modo di essere ebrei, la pandemia ha evidenziato virtù e mancanze del nostro atteggiamento, in questo periodo e non solo.
David Sorani
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L'unione è una mitzvah
Nella parashà Aharé Moth troviamo una serie di divieti di unioni tra uomo e donna: una buona parte di questi divieti vengono confermati e ribaditi nella successiva parashà di Kedoshim. È una lunga lista di combinazioni di cui è difficile cogliere il significato.
 
Roberto Jona
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