“Ambasciata Usa a Gerusalemme?
L’ho fatto per gruppi cristiani”

Lo spostamento dell’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme e il riconoscimento di quest’ultima come capitale di Israele? Una decisione presa per far contente alcune frange cristiano evangeliche. È il concetto espresso da Donald Trump, intervenuto nelle scorse ore a un comizio in Wisconsin. Secondo il presidente degli Stati Uniti, che si è brevemente soffermato sull’argomento, i gruppi evangelici (che da sempre hanno un ruolo importante nella società e nella politica nazionale) si sarebbero dimostrati più entusiasti sostenitori di queste scelte rispetto agli ebrei. “È così, è incredibile”, ha detto a chi lo ascoltava.
Non è la prima volta che Trump o i suoi rappresentanti sollevano un tema del genere. Stando all’ambasciatore Usa in Israele David Friedman i cristiano evangelici sostengono Israele “con molto più fervore e con molta più devozione di tanti esponenti del mondo ebraico”. 
Quante ombre vi siano da dissipare lo aveva però mostrato la stessa cerimonia di inaugurazione dell’ambasciata. Su tutte due presenze. Quella del pastore Robert Jeffress, che aveva pronunciato l’intervento iniziale, in precedenza autore della seguente dichiarazione: “Non puoi essere salvato se sei ebreo”. O quella di un suo collega, John Hagee, che aveva concluso la cerimonia. La tesi sostenuta dal predicatore è che Hitler sarebbe stato uno strumento per avvicinare il ritorno degli ebrei alla terra di Israele. Due “amici”, in definitiva, un po’ problematici.
Entra intanto sempre più nel vivo la campagna per le presidenziali, con Trump che sulla carta ha un grande divario da colmare rispetto allo sfidante Biden. Ma ha dalla sua, tra le varie carte da giocare, l’accordo di pace in via di definizione tra Israele ed Emirati Arabi Uniti.
Dalla convention democratica è arrivato un duro attacco al presidente uscente: a lanciarlo l’ex candidato Bernie Sanders, cui Biden ha concesso il podio per un lungo intervento. L’accusa a Trump è di aver favorito il dilagare di odio, razzismo e tensioni sociali. Con ripercussioni dirette anche sulla vita degli ebrei americani, mai così sotto attacco.

 
(18 agosto 2020)