IL VERTICE A CASA DEL MINISTRO TRA APPREZZAMENTI E CONTESTAZIONI
Gantz-Abu Mazen, un nuovo incontro
"per rafforzare coordinamento e fiducia"

Non c’è giorno in Medio Oriente che non accada qualcosa di significativo. Di poche ore fa la notizia che il ministro della Difesa d’Israele Benny Gantz ha incontrato, nella sua casa di Rosh Ha’ayin, il leader palestinese Abu Mazen. Naftali Bennett, il primo ministro, sarebbe stato tra i pochissimi ad essere a conoscenza del vertice prima del suo effettivo inizio (al quale avrebbe dato il suo ok, anche se non troppo convinto).
L’incontro avrebbe messo al centro temi strategici come sicurezza, contrasto al terrorismo e una più stretta collaborazione economica. Gantz, si apprende dal ministero, avrebbe informato l’interlocutore dell’intenzione di “continuare a portare avanti misure di rafforzamento della fiducia”. Sempre secondo il ministero le parti condividerebbero “l’interesse ad approfondire il coordinamento di sicurezza al fine di mantenere la stabilità regionale e prevenire il terrorismo”.
Economia in cambio di sicurezza, che è anche il fondamento del piano predisposto dal ministro degli Esteri Yair Lapid, futuro premier secondo la rotazione prevista con Bennett alla formazione del governo, recentemente presentato in Egitto ad Al Sisi. Tra gli obiettivi la ricostruzione di Gaza in cambio del disarmo delle fazioni armate palestinesi, dai terroristi di Hamas a quelli della Jihad islamica.
Un confronto, quello in casa Gantz, che segue di alcuni mesi un precedente faccia a faccia avvenuto a Ramallah a ridosso del colloquio tenutosi alla Casa Bianca tra Bennett e il presidente Usa Joe Biden. Una scelta da molti interpretata come una possibile, anche se timida, svolta nelle relazioni. Una conferma insomma che il dialogo, pur a bassa intensità, procede.
All’oscuro apparentemente diversi membri del Consiglio dei ministri. Non sono mancate, al riguardo, delle contestazioni anche piuttosto vibranti. Il responsabile per gli Affari di Gerusalemme Ze’ev Elkin, del partito di destra Nuova Speranza, ha contestato la decisione di confrontarsi, legittimandolo, con chi “paga uno stipendio agli assassini di cittadini israeliani e sta cercando di incriminarci per crimini di guerra”. Contestazioni anche dall’opposizione guidata dall’ex premier Benjamin Netanyahu.
Hamas ha attaccato Abu Mazen parlando di “pugnalata alla schiena della intifada palestinese”. Proprio dalla Striscia è arrivata oggi una nuova dimostrazione di violenza: un civile israeliano impegnato in alcuni lavori di manutenzione al confine è stato raggiunto da colpi di arma da fuoco provenienti da postazioni del gruppo islamico. Ferito a una gamba, è stato trasportato nel vicino ospedale di Ashkelon. Le sue condizioni di salute non sarebbero gravi.
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DAL PREMIO NEL NOME DI COPPI ALLE NUOVE SCELTE DI CORSA
Israel Start Up Nation, un futuro nel segno dell'Italia

Il 2022 sarebbe dovuto iniziare all’insegna dell’Italia per la Israel Start Up Nation, la squadra professionistica di ciclismo che da qualche anno difende i colori di Israele nel World Tour. Un sodalizio sportivo che ha suscitato ammirazione anche per la forte valenza sociale del suo impegno nelle aree più a rischio del pianeta. Dal Ruanda ancora lacerato dal genocidio e dalle contrapposizioni etniche di metà Anni Novanta all’Afghanistan nuovamente ostaggio del fondamentalismo talebano. Sforzi costanti premiati con l’attribuzione, al suo presidente Sylvan Adams e per esteso a tutto il team, del premio internazionale Welcome Castellania assegnato ogni anno da Casa Coppi. Il prossimo 2 gennaio, nell’anniversario della scomparsa del leggendario Fausto, si sarebbe dovuta tenere la cerimonia ufficiale alla presenza di istituzioni, club e amici che tengono vivo il ricordo dell’Airone del ciclismo italiano scomparso nel 1960.
Per via dell’intensificarsi dell’emergenza sanitaria le iniziative previste per domenica sono state tutte rimandate, con probabile slittamento a marzo. Resta l’idea di fare qualcosa di non convenzionale. “Condividiamo la scelta dell’amministrazione e ci stiamo attivando per definire la nuova data” ha affermato Massimo Merlano, il presidente di Casa Coppi. L’obiettivo, ha poi annunciato, sarà quello di realizzare “un momento superlativo” e di dare la giusta accoglienza a “un benefattore che crede nello sport come messaggio di pace”. Valore testimoniato, tra gli altri, dal progetto Racing for Change lanciato in estate nel villaggio ruandese di Bugesera al più recente ponte aereo che ha permesso ad alcune cicliste afghane di mettersi in salvo.
Per il nuovo anno il team punta intanto a fare bene anche sul piano più strettamente agonistico, confermando i significativi traguardi raggiunti nel 2021 (tra cui la maglia rosa indossata per due tappe al Giro) e se possibile entrando in gioco, nelle corse più importanti, per un piazzamento d’onore in classifica generale. Di certo ci si aspetta molto di più da Chris Froome, l’atleta più rappresentativo della Israel, che ha deluso l’attesa di chi sperava in qualche sua impresa sulle strade di quel Tour de France di cui è stato, per ben quattro volte, trionfatore. L’organico, in ogni caso, dovrebbe essere ancora più competitivo. Ancora una volta, a conferma di un legame ormai acclarato, ci sarà molta Italia.
Uno dei nuovi innesti sarà infatti il 32enne Giacomo Nizzolo, velocista tra i più forti in circolazione, che in carriera può vantare due titoli di campione nazionale conquistati nel 2016 e nel 2020 e soprattutto il titolo campione europeo del 2020, oltre alla vittoria di due classifiche a punti al Giro (2015 e 2016). “Da fuori – le sue prime parole dopo l’ufficializzazione dell’accordo – mi è sempre sembrata una gran bella squadra: unirmi a loro è davvero speciale”.
Sarà l’uomo degli sprint. Con licenza di attaccare anche in alcune grandi classiche, come la Milano-Sanremo che è uno dei suoi obiettivi da sempre.
(Nell’immagine l’ex campione nazionale italiano Giacomo Nizzolo, tra le nuove frecce all’arco della Israel Start Up Nation per il 2022)
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LA NOMINA
Giovani ebrei d'Italia, David Fiorentini presidente
Nato a Siena, studente di Medicina all’Humanitas University di Milano, David Fiorentini è il nuovo presidente dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia. L’indicazione arriva, all'unanimità, dal nuovo Consiglio Ugei riunitosi per la prima volta nelle scorse ore.
Ne fanno parte, oltre al neo presidente, anche Dafna Terracina (Roma), Beatrice Hirsch (Torino), Ioel Arturo Roccas (Roma), Joshua Remigio Bonfante (Genova), Nathan Greppi (Milano) e Andrea Luzzatto Voghera (Padova). I due vicepresidenti del nuovo mandato saranno Terracina e Bonfante.
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Ticketless - Le terzine di un cuore israelita
 L’anno “straniero” su cui ha ragionato con finezza in questo portale Anna Linda Callow è stato anche l’anno di Dante. Mi è capitato di occuparmene in più occasioni nel 2021 come mai era accaduto in passato. Ne ho scritto più volte su questo portale. Non sono un dantista e conosco la storia della ricezione della Commedia in ambito ebraico solo in minima parte, per l’800 e il 900. Ho pensato e ripetuto in giro in varie conferenze cose assai generiche e ovvie, ma un’idea buona (forse) mi è venuta solo alla fine dell’anno straniero.
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Periscopio - Guida nella teologia dantesca
 Abbiamo sollevato, nelle scorse puntate, la questione dell’eventuale valore antiebraico della scelta di Dante di chiamare Giudecca la zona più bassa del più profondo cerchio dell’inferno. Una volta preso atto che quel nome, nelle intenzioni del poeta, deriva evidentemente da Giuda, abbiamo osservato che resta comunque da chiedersi in che misura il poeta fosse consapevole che tale denominazione, inevitabilmente, era ed è destinata a veicolare odio e disprezzo verso qualcosa di più ampio.
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Le pietre cantano
 L’autorità militare dei lager aveva pianificato nei dettagli l’impatto fisico e psicologico del campo sul deportato; nei campi di sterminio della Aktion Reinhardt (Bełżec, Sobibòr, Treblinka), a fasi di estremo rigore e ordini perentori urlati in tedesco in faccia ai deportati appena sbarcati dal treno, si alternavano momenti di rassicurazione e quasi di cordialità.
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