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Le terzine di un cuore israelita

L’anno “straniero” su cui ha ragionato con finezza in questo portale Anna Linda Callow è stato anche l’anno di Dante. Mi è capitato di occuparmene in più occasioni nel 2021 come mai era accaduto in passato. Ne ho scritto più volte su questo portale. Non sono un dantista e conosco la storia della ricezione della Commedia in ambito ebraico solo in minima parte, per l’800 e il 900. Ho pensato e ripetuto in giro in varie conferenze cose assai generiche e ovvie, ma un’idea buona (forse) mi è venuta solo alla fine dell’anno straniero, leggendo, su consiglio di un caro amico, un bel libro, forse tra i più originali che siano usciti nelle ultime settimane. Lo ha scritto Lino Pertile e s’intitola “Dante popolare” (Longo ed.).
D’un tratto, leggendo Pertile, dall’anticamera della memoria è spuntato un ricordo e dal ricordo è germinata un’ipotesi di lavoro. Mi capita spesso. Nel riordinare la biblioteca della mia nonna materna, che era nata a Vercelli nel 1902, mi aveva colpito la vicinanza (e l’uguale logorio per eccesso d’uso) di due piccoli libri ingialliti e tenuti insieme da un elastico. Le “Preghiere di un cuore israelita”, il celeberrimo Imré Lev, reso disponibile al pubblico italiano dal rav Marco Tedeschi a partire dalla seconda metà del XIX, vero best e long seller per l’ebraismo nostrano e il “Prontuario del dantofilo” edito nel 1891: raccolta di versi celebri, rimario, concentrato di saggezza dantesca quanto l’Imré Lev in forma egualmente rapsodica offre al lettore la quintessenza della morale ebraica, un rapido prontuario delle preghiere. Non ho più ritrovato ma faceva parte di questa biblioteca ebraico-popolare anche un’antologia delle migliori arie del melodramma, da Verdi a Puccini. Sorridono il melomane e il dantista filologo sfogliando il prontuario del dantofilo arriccia il naso, così come sorride l’ebreo osservante odierno vedendo così annacquata la sapienza dei Maestri. Ma questa è stata l’Italia bambina: in un saggio famoso ce lo aveva insegnato Asor Rosa. Non ha mai perso i connotati di un’Italia bambina nemmeno l’ebraismo italiano fra Otto e Novecento. Spesso se ne dimenticano i dantisti accademici e gli ebraisti superciliosi.

Alberto Cavaglion

(29 dicembre 2021)