L'ANNUNCIO DELLA VISITA NEL CORSO DEL 2022

Israele e l'attesa per il presidente Biden 
 

La questione Iran, i rapporti con i palestinesi, le sfide di sicurezza poste dalla crisi globale. Sono alcuni dei temi toccati nel colloquio telefonico tra il Presidente Usa Joe Biden e il Primo ministro Naftali Bennett, terminato con la promessa di vedersi di persona nei prossimi mesi. Come infatti hanno reso noto i rispettivi uffici, Biden ha accettato l'invito di Bennett di venire in Israele in quella che sarebbe la prima visita nel paese del presidente americano dall'inizio del suo mandato nel gennaio 2021. Non è stata chiarita la data, ma fonti israeliane prevedono che possa arrivare prima delle elezioni di midterm, ovvero entro novembre. 

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25 APRILE - IL PRESIDENTE EMERITO DELLA CONSULTA GIOVANNI MARIA FLICK

“Aggressione russa all’Ucraina
un banco di prova per l’Europa” 

"Non si può sostenere che l’Italia è una Repubblica nata dalla Resistenza, fondata sull’antifascismo militante, e poi decidere chi altri abbia il diritto di fare o non fare la Resistenza e di scegliere o meno la libertà rispetto alla sopravvivenza e alla tirannide. Non si può prima inneggiare alla Resistenza vietnamita e ora negare quel diritto al popolo ucraino aggredito, che chiede aiuto. Ognuno mette la faccia e il suo destino sulla propria libertà, come singolo o come popolo. Gli altri possono decidere di aiutarlo o meno. Quel che non si può fare è dire agli altri (popoli e persone) come comportarsi senza rischiare nulla della propria pelle e del proprio benessere (materiale). O peggio, non si possono impartire loro delle ‘disposizioni’ allo scopo di evitare (magari illudendosi) rischi personali o riduttivi del proprio benessere. L’aggressione della Russia all’Ucraina è un primo e fondamentale banco di prova dell’unità e della solidarietà europee”.
Così Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte costituzionale, nella sua orazione per il 25 Aprile a Genova. Un tema tra i tanti che sono al centro di una intervista di prossima pubblicazione su Pagine Ebraiche in cui il professor Flick si sofferma, tra i vari argomenti, sulla possibilità che un giorno Putin risponda dei suoi crimini nell’aula di un tribunale, sulla legittimità della fornitura di armamenti all’Ucraina, sullo stato della Memoria in Italia, sull’algoritmo come nuovo “vitello d’oro”.

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ISRAELE - VATICANO, LA MOSTRA

Arte nella Shoah, arte per la vita 

Il prisma dell’arte per provare a raccontare l’indicibile. È la sfida della mostra “Arte nella Shoah” che sarà inaugurata giovedì mattina, in occasione di Yom HaShoah, presso la Pontificia Università Lateranense. L’iniziativa, che nasce dall’ambasciata d’Israele presso la Santa Sede, si caratterizzerà per l’esposizione di varie opere tratte dalla collezione dello Yad Vashem.
Opere che, evidenzia il Memoriale di Gerusalemme, “riflettono la tensione tra la propensione a documentare i tragici eventi subiti e il desiderio di affrancarsi attraverso l’arte per trascendere nelle dimensioni della bellezza, dell’immaginazione e della fede”.

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L'INCONTRO AL CENTRO PITIGLIANI 

Resistenza, il contributo ebraico 

Quanti ebrei hanno combattuto nella Resistenza in Italia e nel resto d’Europa? Quale il significato, quale l’impatto della loro partecipazione? Domande sulle quali era incentrato l’incontro “Storie di uomini e donne ebrei nella Resistenza” svoltosi al Centro Ebraico Il Pitigliani di Roma con gli interventi di Wlodek Goldkorn, Laura Quercioli Mincer e Marco Cavallarin, introdotti e moderati dalla storica Anna Foa.
Sullo sfondo un’immagine scelta da Foa che ritrae due figure chiave per intraprendere questo viaggio: Luciana Nissim e Vanda Maestro, entrambe vicine a Primo Levi. Accanto al giovane chimico torinese le due amiche condivisero la lotta antifascista e antinazista ma anche, purtroppo, la deportazione in campo di sterminio. La prima sopravvisse, la seconda invece restò assassinata.

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LE CELEBRAZIONI NEL COMUNE TOSCANO DI MASSAROSA

25 Aprile, una targa per la Memoria
 

Il convoglio della morte cui fu destinato partì per Auschwitz, il 30 gennaio del 1944, dal binario 21 della stazione centrale di Milano. Sullo stesso convoglio viaggiava tra gli altri Liliana Segre. Destinato alle miniere di carbone di Janinagrube-Libiaz Maly, Angelo Samaia morirà alcuni mesi dopo in una data che si ipotizza tra il 31 luglio e il 20 agosto. Non si sa nelle camere a gas di Birkenau oppure se per gli stenti di quella vita infernale.
Nel nome di questo ebreo pisano, nato nel 1917 e arrestato alla fine del ’43 in seguito a un inganno teso alla sua famiglia, le celebrazioni del 25 Aprile del Comune toscano di Massarosa. La sua storia è stata ricordata in due diverse circostanze. Prima nell’aula del Consiglio comunale, con gli interventi della sindaca Simona Barsotti, della presidente dell’Anpi Massarosa Gabriella Paolini e dei Consiglieri comunali Lucania Federico e Gilardetti Federico, a cui sono seguiti i saluti del presidente della Comunità ebraica di Pisa Maurizio Gabbrielli. 

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L'INAUGURAZIONE DELLO SPAZIO VOLUTO DAL COMUNE

Livorno, un giardino per i Giusti 

“In questo giardino si onorano gli uomini e le donne che hanno aiutato le vittime delle persecuzioni, difeso i diritti umani e salvaguardato la dignità dell’Uomo”. È il messaggio che accompagna l’intitolazione – avvenuta ieri, nell’occasione del 25 Aprile – di un giardino pubblico ai Giusti tra le Nazioni livornesi.
Il giardino si trova in via Elia Baquis, medico ebreo di fama che morì nel 1941. A inaugurarlo l’assessore comunale alla Cultura Simone Lenzi, alla presenza tra gli altri di rappresentanti della Comunità ebraica e dei figli della “Giusta” Lisa Basso Frisini. Nel corso della mattinata, nel corteo cittadino, molti applausi al passaggio dello striscione della Brigata Ebraica.

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DAL 12 AL 26 LUGLIO

Maccabiadi, la festa del centenario

Migliaia di atleti da tutto il mondo si stanno per dare appuntamento in Israele per le Maccabiadi. Un’edizione tra le più significative nella storia delle “Olimpiadi ebraiche” quella che si terrà dal 12 al 26 luglio tra Gerusalemme, Netanya e Haifa. Una festa dello sport, a 100 anni dalla nascita della Maccabi World Union, che sarà anche una festa dei ritrovati incontri in presenza dopo oltre due anni di pandemia. Questa una delle tante chiavi di lettura del torneo.

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25 aprile, fare di meglio
Ad ogni 25 aprile si nota con amarezza che nell’area delle forze antifasciste sono più forti le divisioni di quanto non sia la volontà di manifestare la propria contrarietà al fascismo e ai suoi rigurgiti. La contraddizione del 25 aprile sta nel voler manifestare, in quel giorno, ciascuno le proprie convinzioni e le proprie idee, le più distanti e talora le più estreme.
 
Dario Calimani
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Alpini e commemorazioni
È stata istituita con legge dello Stato la Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini. Si dispone che “La Repubblica riconosce il giorno 26 gennaio di ciascun anno quale Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini, al fine di conservare la memoria dell’eroismo dimostrato dal Corpo d’armata alpino nella battaglia di Nikolajewka durante la seconda guerra mondiale, nonché di promuovere i valori della difesa della sovranità e dell’interesse nazionale nonché dell’etica della partecipazione civile, della solidarietà e del volontariato, che gli alpini incarnano”. Ne hanno scritto qui, ottimamente, Gadi Luzzatto Voghera e Claudio Vercelli (8 e 10 aprile 2022). 
Emanuele Calò
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Democrazia a rischio
Venticinque Aprile all'insegna delle polemiche sul coinvolgimento dell' Italia nella guerra tra Russia e Ucraina e in particolare sull'eventuale rifornimento di armi al Paese aggredito. Un pacifismo radicale e intransigente, ma in realtà solo formale e nei fatti schierato con i barbarici invasori e le loro violenze di massa sui civili, storce il naso e si oppone all'aiuto militare all'Ucraina, proclamando in maniera un po' surreale che bisogna far tacere le armi e raggiungere il cessate il fuoco, come se fosse possibile staccare la spina ai combattimenti e non fosse invece necessario, proprio in nome della democrazia, rispondere a un' aggressione che dura incessante da due mesi.
David Sorani
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I fischi alla Brigata
Che schifo quanti hanno fischiato la Brigata Ebraica. Non è razzismo questo? Metà Italia liberata da questa Brigata interamente costituita da ebrei provenienti dal territorio mandatario inglese chiamato “Protettorato Palestinese” e ancora una volta, il 25 aprile, dei facinorosi offendono chi ha combattuto per dare a noi italiani la libertà.
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Alan David Baumann
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